martedì 9 maggio 2017

IL DIABETE

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RELAZIONE DEL DOTT. MARTINO DE CESARE

        Foto tratte da “A tu per tu con il diabete” di Rodolfo Colarizi



La malattia diabetica era conosciuta fin dai tempi delle antiche civiltà.Nei papiri egiziani si affermava che i diabetici avevano una sete così grande da “prosciugare le acque del Nilo”. Allora non c’erano laboratori d’analisi, per cui i medici assaggiavano con la punta della lingua le urine dei pazienti che, se dolci, rivelavano la presenza di diabete mellito. La parola diabete deriva dal greco “diabaino”, che vuol dire “passare attraverso” e mellito deriva da “mellitus”, che significa “dolce”. E’ una malattia a sfondo ereditario, dovuta a una carenza parziale o totale di insulina, ormone secreto dalle beta cellule delle “isole di Langerhans” del pancreas. Quando il pancreas non produce insulina a sufficienza, il tasso di glucosio nel sangue (glicemia) aumenta, e se supera 180 mg per dl, passa nelle urine. E’ una malattia sociale che colpisce il 6% della popolazione italiana e richiede un notevole impegno assistenziale ed economico, con riflessi su tutta la comunità; 16 miliardi di euro all’anno costa il sovvenzionamento sanitario, tra ricoveri (l’assistenza sul territorio è scarsa) e assistenza per complicanze. I principali sintomi sono: calo di peso, ferite che stentano a cicatrizzarsi, dolori delle gambe, urine abbondanti, indebolimento della vista, gengiviti, prurito ai genitali, fame intensa, sete eccessiva, affaticamento ingiustificato.
Nella terapia del diabete mellito esistono alcune tappe fondamentali che hanno rappresentato delle vere conquiste.
Nel 1921 due ricercatori americani Banting e Best scoprirono l’insulina, che offrì i primi vantaggi ai diabetici i quali, per mancanza di terapie, andavano incontro a complicanze drammatiche.
Nel 1955 in due grandi aziende farmaceutiche tedesche vennero realizzati gli ipoglicemizzanti orali, le compresse, che liberarono una elevata percentuale di diabetici dal disagio di iniettarsi l’insulina. Dagli anni ‘90 si parla di autocontrollo e autogestione del diabete: grazie ad un apparecchio di dimensioni tascabile (reflettometro) e di striscette reattive, il diabetico può effettuare in ogni luogo il proprio profilo glicemico, cioè può conoscere la quantità di zucchero nel sangue (glicemia), la quantità di zucchero nelle urine (glicosuria) e la quantità di corpi chetonici nelle urine (acetonuria). Occorre un controllo al mattino a digiuno: i valori di riferimento per la glicemia sono 60/110 o 80/120. Se si superano i valori massimi occorre rivolgersi al medico, con cui occorre collaborare costantemente, poiché un corretto e costante controllo permette di frenare l’insorgenza di complicanze vascolari a carico di cuore, occhi, reni, arti.
Nelle terapie del diabete si possono prevedere tre tipi di trattamento: dieta, dieta e ipoglicemizzanti orali, dieta e insulina. La dieta è il cardine fondamentale per poter controllare qualsiasi tipo di diabete. Il termine dieta deriva dal greco “diaita” che significa tenore di vita, quindi non è solo una regolamentazione alimentare ma è una corretta igiene di vita, sotto il profilo della maniera di comportarsi, del movimento, dei rapporti interpersonali. Come un’automobile ha bisogno di benzina per avere a disposizione l’energia utile a procedere, così il corpo umano ha bisogno di alimenti (benzina) per avere l’energia (le calorie) indispensabile per i movimenti. Ognuno di noi ha quotidianamente un consumo di calorie molto soggettivo, dipende dal tipo di lavoro, dall’attività fisica, dall’età, dal peso corporeo, dalla costituzione fisica. L’energia (le calorie) contenuta negli alimenti sono zuccheri o carboidrati, grassi, proteine.
Gli zuccheri sono solitamente di origine vegetale (glucosio, fruttosio, lattosio) o sono complessi (amidi presenti in pasta, pane, patate, piselli). Il diabetico può assumere il 55/60% delle calorie totali. Le proteine (i mattoni dell’organismo) sono di origine animale (uova, formaggio, carne, pesce, latte) o di origine vegetale (pane, riso, pasta, legumi secchi). Il diabetico può assumere il 10-15% delle calorie totali. I grassi forniscono una notevole quantità di calorie; sono preferibili quelli di origine vegetale (olio di oliva), meno quelli di origine animale (burro, panna, lardo). I grassi devono rappresentare una quota inferiore al 30% delle calorie totali. La dieta, ovviamente, deve essere energeticamente sufficiente e qualitativamente equilibrata, ma in ogni caso, deve essere personalizzata.
In generale sono da preferire pasti piccoli e frequenti, quindi nel rispetto delle calorie assegnate, occorre inserire fra il pranzo e la cena due spuntini. Alla dieta va aggiunto un adeguato esercizio fisico che permetta di accrescere il consumo di zuccheri: dalle passeggiate quotidiane a stomaco pieno per gli anziani, alle attività sportive per i più giovani (sport non violenti, cioè ginnastica, tennis, palla a volo, nuoto; per il calcio occorre incrementare invece l’apporto di zuccheri, per evitare una crisi ipoglicemica). In estate la sete intensa, sintomo classico nella patologia diabetica, può aumentare. E’ preferibile acqua non gassata, the o caffè allungato, addolciti con edulcoranti a base di aspartame: tute le bibite hanno l’inconveniente di far assorbire all’organismo notevoli quantità di zucchero puro, con conseguente aumento della glicemia. Lo zucchero comune, che contiene saccarosio, può essere sostituito con fruttosio, sorbitolo o xilitolo. Sono utili gli alimenti ricchi di fibre, dai prodotti dell’orto, ai legumi secchi, alla frutta comune.
Sono alimenti che riducono i livelli di glicemia, di colesterolo e di grassi nel sangue. Oltre alla dieta sono necessari gli ipoglicemizzanti orali, le compresse, da assumere, mezz’ora prima, con i pasti principali per ottenere una maggiore quantità di insulina. Qualora il pancreas non producesse insulina sufficiente si deve passare dagli ipoglicemizzanti all’insulina, un ormone indispensabile per utilizzare gli zuccheri: essa viene iniettata nel tessuto sottocutaneo con apposite siringhe. A volte, in presenza di altri medicinali, per pasti non adeguati o troppo ritardati, per disturbi intestinali, si può andare incontro a crisi di ipoglicemia, cioè i valori di riferimento scendono sotto i 50; in questo caso, per evitare il rischio di un coma ipoglicemico, è opportuno avere a disposizione una caramella, o una zolletta di zucchero, che il diabetico deve portare sempre con sé.
Infine il diabetico deve stare attento ai suoi piedi, per evitare lesioni, dovute a una alterata circolazione sanguigna e a una ridotta sensibilità di natura nervosa; occorre disinfettare e proteggere i piedi con prodotti antisettici, non con alcool o cerotti di plastica, usare creme idratanti ma non pomate. Trattare callo e duroni con pietra pomice o ricorrere all’aiuto di un pedicure. Non camminare mai scalzi, né in casa, né fuori (in spiaggia); non scaldare i piedi freddi con fonti di calore ma solo con calze di lana.














































































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