martedì 29 agosto 2017

La comunità montana di Gioia e di Mottola nel libro di Michele Annese

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Crispiano, 8 settembre 2017

A cura della Book Sprint Edizioni di Salerno è stato pubblicato il libro-documento “Le Comunità Montane di Gioia e di Mottola” di Michele Annese, Segretario Generale dei due Enti interprovinciali per 30 anni (luglio 1981-novembre 2011).
Un’opera dedicata “Ai Giovani della 285, Amministratori e Tecnici delle due Comunità Montane, agli Amici greci con i quali abbiamo condiviso culture ed esperienze”, nella quale l’Autore ricostruisce lo sviluppo storico di queste due Istituzioni, che hanno avuto come protagonisti 126 lavoratori e numerosi Amministratori pubblici succedutisi, con il compito di realizzare l’obiettivo per il quale la Regione Puglia aveva istituito nel 1976 questi Enti, in base alla legge 3 dicembre 1971, n. 1102: “ridurre il divario tra le zone produttive della pianura e le zone in territorio montano, non inferiore a 600 metri sul livello del mare o territorio svantaggiato, con bassa redditività rurale”.
Era necessario fornire gli strumenti utili a compensare le situazioni di disagio e consentire migliori condizioni di abitabilità, impedendo così lo spopolamento del territorio e i fenomeni di disgregazione sociale e famigliare ad esso conseguenti.
All’inizio fu istituita la Comunità Montana della Murgia Sud-Orientale, con sede a Gioia del Colle, comprendente i territori montani del medesimo Comune di Gioia e di Acquaviva delle Fonti, Cassano Murge, Noci, Santeramo in Colle, Grumo Appula (in provincia di Bari) e dei Comuni di Crispiano, Laterza, Massafra, Mottola e Martina Franca (in provincia di Taranto).
Annese colloca nelle varie Amministrazioni che si sono succedute, di diverso colore politico, gli interventi attuati per la crescita economica e sociale della Murgia pugliese, attraverso progetti di sperimentazione e innovazioni agricole, iniziative promozionali, culturali e turistiche, tutte tese a valorizzare le peculiarità del territorio.
L’Autore sottolinea, con una punta di ironia, i tentativi fatti dalle varie Amministrazioni, “in ossequio alla logica partitica, di coinvolgere negli accordi politici la figura del Segretario Generale dell’Ente, ufficialmente per avere un dirigente a turnazione, in realtà perché c’è sempre l’esigenza di avere uno che si presti, quando necessario, a chiudere un occhio, meglio due”. Aver gestito con onestà ed imparzialità le due Comunità Montane è merito anche di validi lavoratori e uomini politici indiscussi, che responsabilmente hanno gestito, nel rispetto dei ruoli, con dedizione e capacità operativa, le due istituzioni, raggiungendo, con grande soddisfazione, ambiziose mete.
Per la memoria storica, l’Autore ricorda la decisione del Governo nazionale, nel 1999, di riordinare le Comunità Montane, prevedendo tra l’altro il limite massimo della popolazione di appartenenza alla Comunità Montana di 40 mila abitanti e la provincialità del territorio della stessa.
Perciò, con legge regionale, venne costituita la Comunità Montana della Murgia Tarantina, con i quattro Comuni della provincia di Taranto, escludendo il Comune di Martina Franca, e l’aggiunta dei territori di Castellaneta, Ginosa, Montemesola, Palagiano e Palagianello, oggetto di polemica di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo nel libro “La Casta” e di attenzione della trasmissione televisiva “Porta a porta”, perchè inserite nel comprensorio montano prive dei requisiti previsti dalla legge. Qui occorre ricordare che la legge prevede di intervenire anche nelle fasce altimetriche inferiori a 600 metri “tenendo conto del clima, della vegetazione, delle difficoltà nell’utilizzazione agricolo del suolo, della fragilità ecologica, dei rischi ambientali e delle realtà socio-economica”.
Alla Comunità barese, sottratti i comuni del tarantino, si aggiunse il comune di Toritto ed assunse la denominazione di Comunità Montana della Murgia Barese Sud Est. Successivamente sono stati fatti tentativi, non andati a buon fine, per la trasformazione in Unione dei Comuni e per la riduzione del numero delle Comunità Montane in Puglia.
Nel 2008, scrive l’Autore, in nome della reduce spending review fu decretato lo scioglimento delle Comunità Montane pugliesi e la nomina di Commissari liquidatori. Nel libro vengono raccontate le vicende seguite a sentenze varie e leggi, con l’alternarsi del reintegro di Amministratori a Commissari nominati dalla Regione, sino alla nomina del Commissario unico, in carica, dott. Giuseppe Marotta, nominato nel 2013 con il compito di provvedere alle attività di liquidazione.
Un balletto di leggi e provvedimenti, osserva tristemente l’Autore, che ha sottratto finanziamenti provenienti dall’Unione Europea e interrotto attività pianificate, sottratto risorse economiche alle iniziative imprenditoriali di operatori agricoli e turistici, penalizzato i dipendenti, a pochi anni dal pensionamento, con trasferimenti all’Arif (Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali) e presso altri enti locali.
Un libro, realizzato sulla base di ricordi personali, di documenti residuali, “salvati” in archivi non più consultabili, di collaborazioni varie, tutto per testimoniare un’avvincente storia che ha interessato la nostra Murgia per 30 anni.
                                                                                  Silvia Laddomada