venerdì 2 febbraio 2018

LO PSICOLOGO: PREGIUDIZI E VERITA'

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RELATRICE:
DOTT. SSA  ANTONELLA  ANNESE

                          P S I C O L O G A





Lo psicologo è uno studioso del comportamento umano che si occupa di prevenzione (andando, ad esempio, nelle scuole a parlare di bullismo, violenza sulle donne ecc); diagnosi, sostegno psicologico, abilitazione e riabilitazione per far acquisire abilità mai apprese o far riacquisire abilità perse, in seguito ad un trauma o a malattie che hanno compromesso funzioni quali il linguaggio, la memoria ecc. Lo psicologo si avvale di strumenti quali: il colloquio clinico, l’intervista strutturata, quindi domande più specifiche per raccogliere informazioni o per confermare o meno un’ipotesi diagnostica, e test psicologici. Rispetta l’obbligo al segreto professionale, la dignità e l’autonomia di coloro che gli chiedono aiuto e che possono, in qualunque momento lo desiderino, interrompere la terapia o rivolgersi ad un altro psicologo.
Rispetto al percorso formativo, lo psicologo ha conseguito una laurea di cinque anni, seguita da un periodo di tirocinio e dall’iscrizione all’Albo degli Psicologi della propria Regione, dopo aver svolto l’esame di Stato. Lo psichiatra, invece, è laureato in medicina e dopo il tirocinio e l’esame di Stato, ha frequentato una scuola di specializzazione in psichiatria. Lo psicoterapeuta è laureato in medicina o in psicologia e ha conseguito, dopo l’esame di stato, la specializzazione in psicoterapia.

Il neurologo è un medico specializzato nel trattamento delle patologie che colpiscono il cervello, i muscoli, i nervi e il midollo spinale (emicrania, sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, epilessia, meningite, ecc).
Infine, il neuropsichiatra infantile è un medico che si occupa di patologie dello sviluppo neuropsichico di pazienti dai 0 ai 18 anni, come disturbi dello spetto autistico, del linguaggio, dell’apprendimento ecc.
I tre orientamenti teorici principali a cui uno psicologo può fare riferimento sono:
-l’orientamento psicoanalitico che comprende l’origine profonda e remota dei sintomi e rende consce le cause dei conflitti e dei traumi infantili (Freud-inconscio-lettino);

-l’orientamento cognitivo-comportamentale che sostituisce o migliora pensieri e schemi disfunzionali della realtà, non fa riferimento al passato, ma al qui ed ora, al presente, e si avvale di esperimenti comportamentali;

-l’orientamento familiare che focalizza l’attenzione sull’ambiente in cui la persona ha vissuto e sulle sue relazioni familiari più significative, che possono avere ancora una certa influenza sulle sue relazioni attuali.
I pregiudizi rispetto alla figura dello psicologo sono:
“Lo psicologo non serve. Se stai male, ce la devi fare da solo”. Secondo questo modo di pensare però non dovrebbe esistere alcun mestiere, perché chiunque potenzialmente è in grado di fare ogni cosa.
“Si può parlare benissimo con gli amici, non serve lo psicologo, perché dovrei parlare con un estraneo?”. Tale pregiudizio nasce dal credere che lo psicologo serva soltanto a “parlare”, a sfogarsi e che “ascolti” passivamente, rimanendo in silenzio. In realtà, lo psicologo interviene quando è necessario e utilizza tecniche assenti in una normale conversazione con un amico o in una semplice confessione.
Lo «strizzacervelli» serve solo ai «matti». Questi termini nascono dall’accostamento che si fa con la vecchia psichiatria, soprattutto con il concetto di manicomi, definitivamente chiusi con la legge Basaglia del maggio 1978. Lo psicologo serve a tutti, o meglio a coloro che sono realmente motivati a mettersi in gioco e in discussione.
“Chiedere aiuto è una forma di debolezza”. Non è una forma di debolezza, ma significa volersi bene e raggiungere un benessere psico-fisico. La stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce la salute non come assenza di malattia e infermità, ma uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.

“Andare dallo psicologo costa tanto e richiede tanti anni”.
 C’è ancora qualche resistenza a pagare per qualcosa che è difficile da «vedere» concretamente e “solo” per farsi ascoltare. In media, una psicoterapia dura più di un anno ma non è infinita. “Tu che sei psicologo… come mi vedi?
Mi stai analizzando?”.
Gli psicologi non hanno la palla di vetro e neanche strumenti misteriosi che gli permettono di comprendere tutto, semplicemente guardando negli occhi gli altri, oppure vedendo come si accomodano o come parlano.
“Tu che sei psicologa hai problemi familiari, provi ansia e come mai?”. Gli psicologi sono dei figli, dei padri e delle madri. Provano emozioni, hanno delle difficoltà e delle debolezze come tutti, sono esseri umani e hanno anche loro, a volte, bisogno di uno psicologo.
E’ necessario rivolgersi ad uno psicologo:
-quando si avverte una situazione di disagio che interferisce con il normale svolgimento delle proprie attività di vita (personali, relazionali, scolastiche o lavorative, sociali);
-i problemi non si sono risolti anche se avete chiesto aiuto a familiari e amici;
-consultare il medico o altri specialisti non ha cambiato nulla;
-vi sentite particolarmente preoccupati o molto tristi;
-avete dei comportamenti, delle reazioni o dei pensieri che non riuscite a controllare e che neanche voi vi spiegate;
-evitate situazioni che prima non vi creavano alcun disagio, ad esempio prendere un aereo o cenare fuori casa;
-vi sentite tesi e avete spesso difficoltà a dormire, tachicardia e capogiri;
-per stare meglio ricorrete all’alcool o ad altre droghe;
-state così male da pensare al suicidio.
Quando qualcosa ci impedisce di condurre una vita serena, di sentirci bene con noi stessi possiamo imparare a non ripetere certi comportamenti ricorrenti, comprendendo il perché di certi schemi, cosa si nascondeva sotto e arrivando ad accettarsi, e ad accettare parti del nostro passato che, senza che neppure ce ne rendessimo conto, avevano una pesante influenza su quello che facevamo. Da uno psicologo non ci si sfoga, per un benessere immediato e passeggero, da uno psicologo si lavora su se stessi, magari per un benessere più tardivo, ma sicuramente a lungo termine. Mentre parliamo, lo psicologo interviene quando è necessario, aiutandoci a focalizzarci sugli aspetti importanti, guidandoci a guardare le cose da altri punti di vista. Lo psicologo non dà consigli, se lo facesse sarebbe un pessimo psicologo, perché non avrebbe aiutato il paziente a imparare a governare da sé la sua vita.



E' seguito un attento e interessante dibattito, ulteriori approfondimenti e l'esposizione di due casi clinici positivamente conclusi.







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