giovedì 31 gennaio 2019

“RACCONTIAMOCI” – Ricordi, aneddoti personali

Print Friendly and PDF

Silvia Laddomada

Memorie, ricordi, autobiografie; nessun autore si è lasciato sfuggire l’occasione per raccontarsi, per mettere a nudo il proprio io, per svelarsi agli altri. Un’opportunità per farsi conoscere, o anche un desiderio di condividere con gli altri conoscenze, esperienze di vita vissuta, utili al lettore, o all’ascoltatore, per riflettere, per divertirsi, o spesso per confrontarsi sulle diverse strategie di comportamento di fronte agli eventi umani.
Marcel Proust
Marcel Proust con “La ricerca del tempo perduto” invitava a sollecitare la memoria involontaria per ricordare un segmento del proprio tempo perduto, dimenticato.
Un oggetto, un profumo, un gusto, un colore, un suono sono sufficienti per svegliare emozioni diverse, che ci riportano al passato, quando, in varie situazioni, abbiamo provato quella emozione, e così la situazione, forse dimenticata, ci ritorna in mente, e la riviviamo, si impone nel nostro presente. 
A volte, ricordare qualcosa di bello del passato può consolarci per un attimo, può ridarci la forza di sperare che “si rompa una maglia nella rete che ci stringe”, che “l’anello che non tiene” sia trovato, che un varco si apra, la notte passi e ritorni il sole, come si augurava Eugenio Montale.
Cesare Pavese
Eugenio Montale
Altre volte ricordare, raccontarsi, può essere utile; come diceva Cesare Pavese, c’è sempre nel nostro passato un qualcosa, “un mito”, che ha dato una svolta alla nostra vita, che ci ha forgiati in un certo modo, un evento che accompagna la nostra esistenza in una direzione anziché in un’altra. 

L’incontro dell’Università “Minerva”, incentrando sul tema del “raccontarsi”, ha sortito l’effetto previsto. Ciascuno ha raccontato un episodio, un evento, che ha ritenuto significativo, formativo; un evento che è stato la spinta propulsiva a realizzarsi così come oggi è. Gli interventi hanno offerto un piacevole spaccato di vita famigliare di qualche decennio fa: rigidi modelli educativi, difficoltà professionali, pregiudizi da sfatare, migrazioni da accettare; sono anche emerse testimonianze di saldi punti di riferimento, positivi per la propria formazione. 
Il “raccontarsi” ha creato un clima di serena conversazione, di proficuo scambio di emozioni, di riflessioni, di autoconsapevolezza. Un’occasione di sincera socializzazione, un arricchimento di sentimenti.

SU "MINERVA NEWS" - SITO "ASSOCIAZIONE MINERVA CRISIANO":
"LA MILANO DELL'ARTISTA NADO CANUDI"

 


Nessun commento:

Posta un commento