sabato 12 novembre 2016

I D E M O N I - Relazione di don Saverio CALABRESE

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 Introduzione


Don Saverio Calabrese è stato il relatore dell'incontro culturale dell'Università Minerva, sul tema: "La verità sulla possessione diabolica", tenutosi nella Chiesa di S. Maria Goretti, gentilmente messa a disposizione dal parroco don Mimmo Rizzo, davanti a un pubblico attento e interessato.
Un argomento che don Saverio ha trattato con competenza, in qualità di profondo conoscitore dei Testi Sacri e di esorcista della Diocesi di Taranto(compito ora svolto da don Franco Bonfrate).
Citando autori e filosofi greci, ma soprattutto i Libri dell'Antico Testamento e i Vangeli, don Saverio ha tracciato un percorso di caduta e di riconversione del popolo di Dio, individuando passi biblici in cui la presenza del demonio è vista come tradimento della fiducia e della fedeltà a Dio.
"Io non credo nell'esistenza del demonio - ha esordito il relatore - perché credere presuppone una fedeltà a Qualcuno.

 
 L'uomo è peccatore e quindi soggetto a negatività diaboliche non solo quando trasgredisce le leggi di Dio(i dieci Comandamenti), ma soprattutto quando tradisce la fiducia di Dio"
L'uomo moderno, tentato da diverse superstizioni, da tanti idoli e dalla pretesa di conoscere il futuro e il mistero in contesti di suggestioni e stordimenti, offerti da maghi e fattucchiere, può, con la sua intelligenza, allontanare le tentazioni, semplicemente rivolgendo quotidianamente il pensiero a Dio con la preghiera.
Bastano un Padre nostro, un'Ave Maria e un Gloria al Padre.
Quando la medicina e la scienza non risolvono stati particolari a livello psicofisico, occorre ricorrere all' Esorcista".

                                                                                                             Silvia Laddomada
              

                                                                                           
Monteparano accoglie festosamente don Saverio come nuovo Parroco
                                                   
                                                                   

PREMESSE E ORIGINI

Nel Trattato “De diabolo tentatore” di San Giovanni Crisostomo si legge:” Trattiamo di questi fatti, non perché abbiamo piacere di parlare sul diavolo, ma perché a voi sia manifesta in modo sicuro la dottrina che lo riguarda”. Si precisi subito che i termine diavolo o satana e demoni, teologicamente si equivalgono, ma hanno origine e significati differenti a secondo del periodo storico e area culturale, biblica o extrabiblica a cui fanno riferimento. In ambito classico in Omero daimon è sinonimo di nume divino. Esiodo, Socrate, Senocrate, Plutarco credono che daimon siano le anime dei defunti che hanno raggiunto la beatitudine e sono quindi divinizzate, questi daimon eserciterebbero funzioni benefiche nei riguardi degli uomini, di protezione e di ricchezza. Gli stessi nella credenza popolare risultano invece essere i defunti insepolti che non trovando pace, causano malattie, miseria e sventura, da qui l’origine magico rituale di gesti scaramantici o propiziatori e sacrificali per propiziarsi o allontanare le azioni nefaste degli stessi. Platone, Esiodo, Porfirio sono convinti che invece si tratti di entità intermedie, di semidei con ruolo di messaggeri divini e anche di spirito guida e di voce della coscienza. Infine Eraclito e i Pitagorici li concepiscono come forze che regolano gli elementi naturali e l’ordine del mondo.

Don Calabrese-Don Mimmo Rizzo e S.Laddomada
La demonologia biblica è alquanto più complessa rispetto allo sviluppo dell’angelologia celeste, perché se era relativamente facile e ovvio immaginare che JHWH fosse circondato da una corte di esseri celesti e si servisse di essi quali suoi ministri e messaggeri di lieti annunzi, non era altresì facile e ovvio immaginare o ammettere l’esistenza di altri esseri dotati di poteri occulti che dividessero con lui il dominio sul mondo e sugli esseri umani, anche se limitatamente al male. Per tale ragione gli autori più antichi, fino al periodo dell’esilio, (586-538a.C.) evitano di parlare apertamente di demoni, preferendo attribuire a Dio stesso anche varie turbe e mali sofferti dall’uomo considerati tuttavia come strumenti di punizione di Dio. Si legga in tale prospettiva quanto di seguito:

L’insorgere della peste il Sal. 91, 6 e Ab. 3,5
La peste che vaga nelle tenebre,
Lo sterminio che devasta a mezzogiorno (Sal. 91,6)
Davanti a lui avanza la peste
La febbre ardente segue i suoi passi (Ab. 3,5)

L’insorgere della febbre (Dt. 32, 24)
Saranno estenuati dalla fame, divorati dalla febbre e da peste dolorosa (Dt. 32, 24)

Angelo sterminatore Es. 12,23, 2Sam. 24, 16, 2Re 19,35
Il Signore passerà per colpire l’Egitto, vedrà il sangue sull’architrave e sugli spiriti: allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nelle vostre case per colpire (Es. 12,23)

E quando l’Angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per distruggerla, il Signore si pentì di quel male e disse all’angelo che distruggeva il popolo: basta; ritira ora la tua mano (2Sam. 24)

Ora in quella notte l’angelo del Signore scese e percosse nell’accampamento degli Assiri 185.000 uomini  (2Re 19,35)

Spirito cattivo 1Sam. 16, 4-16.23
Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore.
Quando dunque lo spirito sovraumano investiva Saul, Davide prendeva la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui  (1Sam. 16, 4-16.23).

Per amore di verità e di completezza va tuttavia osservato che anche nel periodo pre-esilio si trovano tracce letterarie che rivelano la credenza popolare nell’esistenza di spiriti cattivi, dai quali l’uomo tenta di difendersi con riti e pratiche magiche, anche se la Torà li condanni esplicitamente:
Lv. 19,31; 20, 6.27: Non vi rivolgerete a negromanti né agli indovini; non li consultate per non contaminarvi per mezzo di loro. Io Sono il Signore Dio vostro.
Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, io volgerò la faccia contro quella persona.

Dt. 18,10-13: Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questo abominio il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te.
Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio.

Nonostante queste proibizioni e prescrizioni si ha traccia di riti e pratiche magiche operate da indovini e negromanti. Si segnalano:
Gli ‘elohim, spiriti dei defunti invocati dai negromanti:
Saul disse ai suoi ministri cercatemi una negromante perché voglio consultarla(1Sam. 28,7).

Gli sedim esseri a vero carattere demoniaco a cui gli israeliti offrirono dei sacrifici:
Hanno sacrificato a demoni che non sono Dio, a divinità che non conoscevano, novità venute da poco, che i vostri padri non avevano temuto” (Dt. 32, 17).
Immolarono i loro figli
E le loro figlie agli dei falsi.
Versarono sangue innocente
Il sangue dei figli e delle figlie
Sacrificati agli idoli di Canaan.” (Sal. 1006,37-38)

Gli se’irim esseri strani e villosi come satiri, che si credeva che abitassero tra le rovine o in luoghi aridi e lontani e per essi si sacrificava:
Essi non offriranno più i loro sacrifici ai satri, ai quali sogliono prostituirsi” (Lv. 17,7).

Geroboamo aveva stabilito suoi sacerdoti per le alture, per demoni e per i vitelli che aveva eretti”. (2Cr. 11,15).

A questi luoghi tenebrosi e inquietanti è legata pure la presenza di due demoni Lilit di sesso femminile menzionata dal profeta Isaia (34,14) di Azazel il demone del deserto verso il quale veniva inviato il capro espiatorio nel giorno solenne del rito dell’espiazione, come si legge in Levitino 16,26

 








 
SVILUPPI



                                                          
Il primo libro canonico in cui si attesta chiaramente la credenza degli Israeliti nei demoni è il libro di Tobia. (VII secolo a.C.)
Si tratta del demone Asmodeo, essere perverso e violento fino al punto da uccidere tutti coloro che vorrebbero sposare Sara da lui vessata. A tale potere, che sembrerebbe forte e incondizionato, si oppone la presenza benevola e antitetica dell’Arcangelo Raffaele che guida e difende il giovane Tobia, indicandogli la strada per sconfiggere e ridurre all’impotenza i malefici di Asmodeo (primo esorcismo Fegato e Cuore di pesce bruciato, incenso e preghiera). A conferma: “Bisogna sapere che Sara era stata data in moglie a sette uomini e che Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. (Tb. 3,8).

Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cesserà in essa ogni vessazione e non ne resterà traccia alcuna. (Tb. 6,8).

Tobia rispose a Raffaele: Fratello Azaria, ho sentito dire che essa è stata data in moglie a sette mariti e che sono morti nella stanza nuziale la notte stessa in cui dovevano unirsi a lei. Ho sentito dire che è un demonio che le uccide i mariti. Per questo ho paura: il demonio è geloso di lei, a lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole avvicinare, egli lo uccide (…) Gli disse Raffaele: hai forse dimenticato i moniti di tuo padre, che ti ha raccomandato di sposare una donna del tuo casato? Ascoltami, dunque, o fratello: non preoccuparti di questo demonio e sposala: Sono certo che questa sera ti sarà data in moglie. Quando però entri nella stanza, deponi il cuore e il fegato del pesce sul braciere dell’incenso: l’odore si spargerà per la stanza, il demonio lo dovrà odorare e fuggirà e non comparirà più intorno a lei (Tb. 6. 14-18).

L’odore del pesce respinse il demonio che fuggì nelle regioni dell’alto Egitto e qui fu incatenato in ceppi dall’ Arcangelo Raffaele. (Tb. 8, 2-3).

Nella letteratura extrabiblica si espliciterà ulteriormente la credenza demoniaca fino a farne una realtà rivale di Dio e dei suoi santi spiriti. Vengono denominanti spiriti maligni, impuri, ingannatori, tutti uniti intorno a un capo che porta il nome di Mastena o Belial o Beliar (nella tradizione cristiana avrà il nome di Lucifero o Satana o Beelzebul). Questi esseri demoniaci avrebbero avuto origine dall’unione degli Angeli con le famose figlie degli uomini di cui c'è riferimento in Gen. 6, 2-4: “I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per moglie quante ne vollero. Allora il Signore disse: il mio spirito non resterà sempre nell’uomo. Oppure da una ribellione di angeli a Dio come è attestato in Isaia 14, 13-15:
Eppure tu pensavi:
Salirò in cielo
Sulle stelle di Dio
Innalzerò il trono
Dimorerò sul monte dell’assemblea,
Nelle parti più remote del settentrione
Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
Mi farò uguale all’Altissimo.
E invece sei stato precipitato negli inferi,
Nelle profondità dell’abisso!

Questi demoni caratterizzati dall’orgoglio e dalla lussuria, tormentano gli uomini, li inducono al male e giungono a possederli nei loro corpi. Si prevede però la loro decadenza nei tempi messianici, quando saranno precipitati e relegati definitivamente nell’inferno.


SATANA E IL SUO ESERCITO
Il nome Satana dall’ebraico satan significa avversario, nemico, accusatore. In greco è stato reso con il termine diàbolos, da cui l’italiano diavolo, con il preciso significato di colui che divide, che porta divisione, opposizione e ostacolo. Questa figura losca e inquietante la si incontra per la prima volta nel libro di Giobbe ai capitoli 1-2.
Satana appare in questo libri come  un angelo della coorte celeste, che svolge un ruolo di accusatore ma con tendenze chiaramente vessatorie nei confronti dell’uomo giusto, di cui mette in dubbio la sincerità, la rettitudine e infine la fedeltà a Dio. Ottiene da Dio il permesso di mettere alla prova il giusto Giobbe: “Ma stendi un poco la mano su di lui e vedrai come ti benedirà in faccia. Il Signore disse a satana: Ecco quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui. (Gb. 1,11).
Pelle per pelle, tutto quanto l’uomo possiede è pronto a darlo per la sua vita: Ma stendi la mano e toccalo nell’osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia! Il Signore disse a satana: Eccolo nelle tue mani. Soltanto risparmia la sua vita. (Gb. 2,4-6). 
 In 1Cr. 21,1 (epoca persiana) Induce Davide a fare il censimento del suo popolo per stimare la sua gloria e la sua potenza. Il re commette così un peccato di superbia nei confronti di Dio.
In Zc. 3.1-5 Satana pur mantenendo il ruolo di pubblico accusatore, si rivela apertamente avversario di Dio e dei suoi progetti di misericordia verso il suo popolo, finché l’angelo del Signore non lo allontana con un ordine di natura deprecativa: (Mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto davanti all’angelo del Signore, e satana era alla sua destra per accusarlo. L’Angelo del Signore disse a satana Ti rimprovera il Signore, o satana) (Che il Signore ti reprima, Satana). (Zc. 3,2). (VI secolo a. C.).
Nella letteratura post canonica, in cui si insiste sempre di più sulla netta separazione tra il mondo del bene e del male, luce e tenebra, il ruolo di satana si estende enormemente, al punto che esso viene considerato il principe di un mondo antitetico e il principio di ogni male, con una schiera di demoni suoi servitori e sempre inclini a generare inganni, seduzioni, per attirare a sè l’uomo, per irretirlo dalla grazia e da un positivo rapporto di comunione con Dio. Gli si attribuiscono inoltre i più efferati peccati che l’uomo possa commettere. Di questa attività demoniaca o satanica la bibbia ne denuncia la presenza e la storicità, a cominciare dal famoso peccato delle origini che troviamo in Gn. 3,1-24 e anche in Sap. 2,24: Per invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza quanti sono del suo numero.
Per tale ragione anche nel Nuovo Testamento il diavolo viene definito come il malvagio, il maligno, il nemico, il tentatore, il seduttore, il serpente antico (Ap 12,9), il mentitore, omicida fin dal principio (Gv.8,44), principe di questo mondo (Gv.12,31; 14,30; 16,11) e dio del presente secolo (2Cor 4,4).


LA VITTORIA DI CRISTO SU SATANA:
Nel NuovoTestamento la concezione e l’opera del demonio e degli spiriti maligni, non registra alcuno sforzo sistematico, nè evolutivo sulla esistenza e la credenza nel demonio, ma offre  un intervento significativo di un’assoluta opposizione tra Dio e Satana, espresso esplicitamente quando Gesù replica agli scribi, che l’accusavano di scacciare i demoni in nome di beelzebul: Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito Santo, è certo giunto tra voi il regno di Dio (…) Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Perciò vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né nel secolo futuro.(Mt.12,28,30-32).
Gesù affronta personalmente Satana prima ancora di iniziare il suo ministero pubblico e continua ad affrontarlo per tutta il periodo della sua vita pubblica. Infatti dopo il battesimo presso il fiume Giordano, i sinottici ci narrano che: Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.(Mc. 1,12-13; Mt. 4, 1-11; Lc. 4, 1-13).
Senza soffermarci in un’accurata esegesi dei passi citati dai sinottici, si può tuttavia affermare che Gesù di fatto ha sconfitto definitivamente il demonio e ha dato gli strumenti della Grazia agli uomini perché sappiano sconfiggere le tentazioni demoniache e non solo. Successivamente, nella chiamata dei Dodici, conferisce il potere di scacciare i demoni nel suo nome, ma a condizione che stessero innanzitutto con Lui: “Salì sul Monte, chiamò a se quelli che volle ed essi andarono da lui. Né costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni” (Mc.3,1) Non vi è dubbio alcuno che Gesù per tutto il ministero svolto abbia indirizzato la sua attività salvifica a snidare gli spiriti maligni dall’uomo, che spesso ne subisce il fascino e la suggestione, per ridargli la libertà dei figli di Dio: “La verità vi farà liberi”.
Qualunque sia il giudizio che si voglia dare circa l’opinione comune che legava anche i mali fisici all’influsso malefico degli spiriti immondi o demoni o satana, è fuori discussione che gli evangelisti hanno voluto mostrare e sottolineare, fino all’evidenza, che la centralità del messaggio non è rivolta primariamente all’azione di satana, quanto invece alla Potenza redentrice e assoluta di Gesù, che sottomette il demonio alla sua autorità e impone la sua superiorità su tutte le potenze diaboliche, anche le più ostinate. Si noti tuttavia che Gesù non lega mai il male fisico al demonio, anzi lo esclude: “Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché nascesse cieco? Rispose loro Gesù: Né lui, né i suoi genitori, ma è così perché in lui si manifestassero le opere di Dio. (Gv.9,1-3).
Quando poi i discepoli ritornano dalla missione e riferiscono con gioia che il demonio si era sottomesso anche alla loro autorità, nel nome di Gesù, lo stesso Gesù conferma la sconfitta, ma corregge l’entusiasmo, dicendo che la loro gioia primaria e fondamentale deve essere quella che i loro nomi sono scritti nei cieli: I settantadue discepoli tornarono pieni di gioia dicendo: Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome. Egli disse: Io vedevo satana cadere come folgore dal cielo. Ecco io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico, nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli.


LA CHIESA Continua nel tempo la lotta contro Satana
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa             (Mt. 16,17).
E’ insito nella missione della Chiesa proseguire l’opera intrapresa da Gesù che, dopo la Resurrezione e prima della sua Ascensione, dà mandato agli Apostoli: Andate in tutto il mondo, ammaestrate tutte le nazioni, battezzando loro nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. (Mt. 28.16-20) e l’Evangelista Marco aggiunge: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. Questi i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc. 16, 17-18).
E fin dagli inizi la Chiesa pellegrina nel mondo ha intrapreso quest’opera di evangelizzazione e di lotta contro il potere di satana, che si manifesta: nell’ossessione, nella magia e superstizione, divinazione, nelle false dottrine, negli idoli, talismani, tatuaggi, musica rock, new age, meditazioni trascendentali, credenze popolari, astrologia, cartomanzia, per non parlare di vere congregazioni sataniche con riti di iniziazione e invocazioni. Queste perversioni o abomini sono spesso causa di vere possessioni diaboliche. Per onor di verità, bisogna dire che ci si finisce dentro per proprie responsabilità e per libera scelta. Infatti l’uomo si distingue dalle altre creature non dotate di ragione anche per il fatto che egli non è posto semplicemente come oggetto nello svolgimento dell’evento del mondo e della salvezza, bensì gli avvenimenti diventano storia mediante la sua decisione personale cooperante. Quindi la possessione si determina per libera scelta e non per atto “magico”, una scelta che si colloca nella dimensione etico-religiosa. L’evento però non può essere caratterizzato come magico, se con ciò devono essere diminuiti o sospesi il libero volere e la chiara responsabilità dell’uomo. Il fatto che determina il demoniaco storico è che l’uomo, come il diavolo stesso, può distogliere se stesso da Dio e dal bene del tutto consapevolmente, e rivolgersi con passione accecata e con interiore ostinazione al male. Per questo la storia personale e collettiva viene demonizzata, in quanto gli uomini operanti cadono nella infedeltà colpevole a Dio e entrano volontariamente al servizio del demonio. L’influsso delle potenze demoniache diventa particolarmente efficace laddove gli uomini vengono ridotti a massa. Quest’uomo spersonalizzato è particolarmente debole di fronte alle seduzioni del demonio.
Per difendersi e combattere è necessario vivere in stato di grazia, attraverso la frequentazione assidua della vita sacramentale, essere semplici come colombe e prudenti come serpenti, vigilanti “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi nel mondo subiscono le stesse sofferenze di voi. E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. (1Pt. 5,8-11).
Nella sicura speranza che:
Il Dio della pace lo schiaccerà presto sotto i piedi dei suoi eletti (Rm. 16,20).
Il Signore Gesù distruggerà l’iniquo con il soffio della sua bocca e lo annienterà con la manifestazione della sua parusia (2Ts. 2,8).
La storia della salvezza è nelle mani di Dio e da Lui diretta e custodita, chi si affida a lui non ha nulla da temere. Nei momenti di prova e di sconforto sappiamo abbandonarci nelle sue mani Paterne, pregando con uno dei Salmi di consolazione:
Il Buon Pastore 23 (22)
Il Signore è il mio Pastore
Non manco di nulla
Su pascoli erbosi mi fa riposare
Ad acque tranquille mi conduce
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
Per amore del suo nome

Se dovessi camminare in una valle oscura
Non temerei al con male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
Mi danno sicurezza

Davanti a me tu prepari una mensa
Sotto gli occhi dei miei nemici
Cospargi di olio il mio capo
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
Tutti i giorni della mia vita
E abiterò nella casa del Signore
Per lunghissimi anni

In conclusione desidero richiamare la vostra attenzione che esorcizzare significa in definitiva aiutare l’ossesso o posseduto ad intraprendere un cammino di conversione, che lo aiuti in nome di Dio ad allontanarsi dal demonio e aderire a Dio uno e trino.
Il Catechismo della chiesa cattolica al n 1673 definisce l’esorcismo così:
Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del Maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo.
Ministro legittimo è il Vescovo, o un sacerdote da lui designato attraverso un mandato esplicito dato per iscritto: “Nessuno può esercitare legittimamente esorcismi sugli ossessi, se non ha ottenuto dall’Ordinario del luogo peculiare ed espressa licenza” (CIC 1172).
Ultimo richiamo. Anche se nella storia talvolta l’apparenza affermi che il diavolo è il vincitore in questo mondo, per quanto la storia talvolta si presenti a noi demonizzata al massimo grado, si pensi alla grandezza del mistero della Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, che ha sconfitto per sempre il demonio e che alla fine dei tempi sarà precipitato nell’abisso di stagno per l’eternità (Ap. 20,10).
Afferma S. Agostino nel De Civitate Dei: Quando maggiore si presenta ai nostri occhi la potenza del demonio, tanto più fortemente si deve aderire al Mediatore, per mezzo del quale noi ci eleviamo dall’ambito più basso a quello più elevato.


NOTA: in "Gallerie" le altre foto.


 

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