mercoledì 2 settembre 2015

LE VICENDE DELLA CHIESA VECCHIA DI CRISPIANO

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Crispiano, 31 agosto 2015
... a chijsa vecchie ca conosce le volpòne s'ha chiòse da réte e nange ijapre chiù a nesciòne; L'ha sapòte pòre a Torre de Cachèsce c'ha fusciote debbasce pe mètte pèsce; lore si ca se volene bène pecce' de stu paijése canoscene le gioie e le pène. Quante none viste de passà, quante sinneche one viste de cumannà, e tutte, stateve secòre one fatte bune bune le danne lòre...”
La satira crispianese di Michele Vinci, di cui è stato riportato uno stralcio, fa comprendere, molto eloquentemente, “la vita travagliata” delle testimonianze storiche di Crispiano. In particolare la Chiesa Vecchia, situata nel vallone, dove sono presenti testimonianze del settecento riguardanti la nascita della Crispiano moderna. L'Amministrazione Ippolito, come altre precedenti, non ha perso occasione per dimostrare “la disattenzione” nei confronti di importanti manufatti, significativi per la storia del paese e per quanti si sono adoperati, nei secoli, per trasmettere a noi la cultura e il progresso civile.
A rilevare questa “disattenzione” sono stati i consiglieri del gruppo di minoranza “Paese Futuro”, i quali hanno sostenuto “la sollevazione popolare sui social network”, scaturita all'indomani della realizzazione di una stazione per biciclette elettriche proprio nel piazzale della “Chiesa”.
A proposito della stazione per bicicletta elettrica, che, dopo la sollevazione di popolo, è stata spostata e ricollocata in altro luogo – scrivono sui social network- vogliamo evidenziare, per la completezza dell'informazione, che il sito dove era stata montata era precisamente quello che l'Amministrazione comunale aveva individuato, con la delibera di Giunta Comunale n. 233 del 30/10/2014 che in parte si riporta testualmente: omissis – Delibera - omissis - 1) di accogliere la richiesta del G.A.L. Colline Joniche S.c. a.r.l. intesa all’installazione di una stazione di ricarica per bicicletta elettrica a pedalata assistita con autonomia di alimentazione; 2) di individuare il sito per l’installazione del suddetto totem presso l’area antistante la Chiesa S. Maria, ubicata in Via Unità d’Italia (Fg. n. 56 p.la 312), così come risultante dalla planimetria allegata; 3) di dare atto che il suddetto sito presenta i requisiti richiesti in quanto è di immediata e non onerosa disponibilità, è collocato nelle vicinanze del Centro IAT, è di dimensioni idonea ed, altresì, è collocato in area che sarà dotata di Videosorveglianza; - omissis -”.
Pertanto, caro Sindaco, non si trattava assolutamente di un sito temporaneo- concludono i Consiglieri - ma avevate individuato, con detta delibera, precisamente quel luogo. Bastava ammettere il madornale errore e chiedere scusa, prima di tutto, alla Chiesa Vecchia”.
La Chiesa Vecchia, che vanta un affresco settecentesco dell'arcangelo san Michele, in effetti non ha mai avuto pace. Negli anni '60, praticamente abbandonata, veniva utilizzata per deposito attrezzature del servizio di nettezza urbana, poi consolidata e ristrutturata, l'8 ottobre 1993 con atto del Consiglio Comunale n. 98, venne destinata a sezione museologica della Biblioteca “Natale”; le ossa presenti in fosse comuni sotto il pavimento vennero trasferite al cimitero comunale. All'interno vennero esposte due lapide tombali del territorio; furono illuminate le sottostanti tombe e ricoperte con vetro di calpestio; furono anche sistemate bacheche di esposizione di reperti archeologici. Il “Museo civico” è riconosciuto dalla Regione Puglia ed era stato inserito nel circuito de “Le grandi strade della Cultura” che annualmente il Mibac propone per le giornate del Fai. Successivamente, la poca volontà di gestire un museo e gli episodici utilizzi “commerciali” trasformarono il monumento in uno dei Centri di Accoglienza Turistica, realizzati nell'ambito di un progetto P.O.P '99 - importo 500 milioni vecchie lire - gestito dal Comune tramite la Biblioteca.
Una successiva destinazione, molto prestigiosa per la nostra cittadina, di sede regionale dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria, proposta dal dott. Martino De Cesare, unitamente al dirigente nazionale dell'Accademia dott. Gianni Iacovelli, venne modificata per le velleità di una associazione Bersaglieri che ne voleva fare un “Sacrario”.
La necessità di risanare dall'umido l'edificio ed eseguire nuovi interventi conservativi, ha fatto scaturire il provvedimento della scorsa Amministrazione Comunale di affidare la gestione al Gal per le attività di promozione del territorio, ma ahimè, tornando alla satira di Michele Vinci, c'è da dare ragione alla torre di Cacace, che dice “sora maje come tone maltrattéte, stoche megghie jie, pore ce ménza scuffulète; ma almène nà tènghe nante zaraffe e puletecante... Ma a chijse le dèce ca ancore nange a speccète, u fatte ijé lunghe e cumplechète....

Michele Annese

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