lunedì 14 settembre 2015

CRONACA "PICCANTE" DELLA SAGRA DEL PEPERONCINO 2015 di FRANCO PRESICCI

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Sua Maestà il Peperoncino ha felicemente compiuto il sedicesimo anno di età e i sudditi lo hanno festeggiato solennemente a San Simone, frazione di Crispiano, cittadina in provincia di Taranto. Il ciambellano, Alfredo De Lucreziis, affaccendato in uno stand che dispensava “fecazzedde” con la collaborazione di una nutrita corte di collaboratrici, regalava sorrisi alla vista di quel pellegrinaggio proveniente da paesi vicini e lontani.
Alcuni hanno voluto rendere omaggio al sovrano mettendosi al volante a Milano, e non perdevano occasione per dichiararlo,mentre affondavano il cucchiaio in una zuppa al peperoncino preparata dallo chef Simone Rodio, insegnante alla Scuola Alberghiera Di Crispiano e supervisore di tutti i piatti serviti durante la cerimonia. Davvero tanti: dalla trippa alla pasta con i fagioli…spolverati di habanero e altri nobili diversamente infernali, che i più patiti cospargevano addirittura sulle mozzarelle, sul cioccolato e nel caffè, spiegando che non era una stranezza, ma un uso risalente ai tempi di Matusalemme. E non dico delle discussioni che gruppi di vassalli (“habsit injuria verbis) intrecciavano sul festeggiato nelle due piazzette, nei parcheggi, davanti al palco dove teneva la scena il simpatico e valente cabarettista Gianni Caroli, che, presentato dal brillante Giorgio Di Presa, poeta raffinato di professione erborista, raccontava la sua storia del Peperoncino imparentata più con la fantasia e con il paradosso che con la realtà dei fatti. Vera invece – blaterava il solito saputello, smilzo come il personaggio di Guareschi in “don Camillo” – la potenza stuzzicante del peperoncino in certe attività naturali, dettagliando al punto che un signore pudico, riservato, con due nipotini e la moglie al seguito, ha avuto un tale sussulto da rischiare il soffocamento per una polpetta andatagli di traverso. Poi, superando senza danni il momento critico, ha sollevato gli occhi quasi per dire “Sire, quante sciocchezze nel tuo nome”.
Michele Annese, già costruttore-direttore della Biblioteca “Carlo Natale”, e ora psicopompo dell’Università del Tempo Libero e del Sapere, che ha come presidente Silvia Laddomada, ascoltava divertito e incredulo la discutibile lezione del solone impertinente, che vanta ovunque molti adepti. Intanto il fiume umano scorreva gorgogliando da un capo all’altro della strada, ramificandosi verso lo stand del professor Massimo Biagi, docente all’Università di Pisa ed esperto collezionista di peperoncino. 
Nel suo spazio decine e decine di scodelle affiancate su un grande tavolo contenevano i tipi più svariati, di cui il professore illustrava l’origine, le qualità, le caratteristiche….rispondendo a tutte le domande dei visitatori. Descriveva il Pimento del deserto, l’esemplare più raro, che custodisce gelosamente, respingendo ogni richiesta da ogni parte del mondo; il Caroilna Reaper, il più piccante, vincitore del Guiness dei Primati 2013; il Moruga Scorpion giallo; il Trinidad Moruga Scorpion, dalla piccantezza cosiddetta “nucleare”; il Dente del Coyote, una sua creazione…. Alto, barbetta e baffetti bianchi su una bella faccia severa, Biagi ha soddisfatto anche le nostre curiosità, sottraendosi per un momento all’assedio della gente.
Una serata ricca di colori, di luci e di suoni, con qualche piccola, marginale delusione, come quella di: un ometto sui settanta, le guance e il collo rivestiti di una peluria argentea, il passo stentato, che brontolava con il vicino per aver cercato invano un titolo sul peperoncino sul banco dei libri. “Hanno dimenticato di portarne: ti sembra una giustificazione accettabile? In una occasione come questa manca proprio quel libro! Accidenti. Mi hanno riempito la testa con i poteri anche terapeutici di questo diavoletto e volevo saperne di più; invece mi è stato proposto un volume sui racconti del bicchiere, che saranno pure interessanti, ma che non c’entrano con quello che volevo io?”. L’accompagnatore gli ha offerto una “fecazzedde” e gli ha mostrato un cestaio, Mimmo Calò, di Uggiano Montefusco, che stava realizzando un panierino; e un carretto che fra l’altro schierava una decina di Totò con il fischietto, ispirati ad altrettanti film del principe De Curtis, che con il comico non voleva avere a che fare: “Lui lavora e io mangio”, sosteneva.
A notte inoltrata le lampade si sono spente, gli stand sono stati chiusi, le magliette nere con la scritta “Io amo il peperoncino” sono state riposte e gli orchestrali hanno chiuso gli strumenti nelle custodie. E tutti hanno ripreso la via di casa, soddisfatti: organizzatori, addetti, abitanti, turisti. Con un meritatissimo grazie ad Alfredo De Lucreziis, presidente dell’Associazione “Amici da sempre”, che da ben 16 anni danno vita a questa iniziativa. Due giorni, 5 e 6 settembre, di sana allegria. Arrivederci al prossimo anno. A proposito, con quale materiale gli “Amici da Sempre” realizzeranno a Natale il loro tradizionale, spettacolare presepe? Ricordiamo sempre con ammirazione quello con i biscotti scaduti.

Franco Presicci





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