mercoledì 16 dicembre 2020

I SIMBOLI DEL NATALE

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Relazione di Silvia Laddomada

Il Natale é una festa che richiama e perpetua tradizioni, credenze, usanze, una festa che mescola elementi storici con elementi fantastici.

Storia e leggende che esaltano sentimenti e affetti domestici. Emozioni, che ogni anno, nell'allestimento degli addobbi natalizi, ci riportano all'infanzia, a quei momenti in cui la casa si illuminava in maniera diversa, e le nonne si affaccendavano a preparare i dolci tipici, diffondendo per la casa odori di olio fritto misto a odori di miele bollente.

Facciamo il presepe, cioè rievochiamo l'evento misterioso accaduto in una grotta di Betlemme oltre 2000 anni fa.

Gesù nasce in una grotta e la Madonna lo depone in una mangiatoia, probabilmente un deposito di paglia e un rifugio per gli animali, nel piano sottostante dell'osteria dove si fermavano i viaggiatori a riposare.

Era notte. Nelle vicinanze, dei pastori vegliavano il loro gregge.

Furono i primi a visitare il neonato.

Poi nel cielo apparve una stella molto luminosa, che indicò ai sapienti re magi il luogo in cui avrebbero trovato il Bambino.

Natale 2020-Presepe realizzato da Silvia e Gabriele Annese

Tutti personaggi che noi poniamo nel posto in cui allestiamo il Presepe: la sacra Famiglia, cioè Maria, Giuseppe, Gesù; gli angeli che diffusero la lieta notizia, i pastori, i magi, e poi la moltitudine di gente che accorre, fabbri, panettieri, pescatori, zampognari, musicanti di strada, mendicanti, donne, bambini, il mondo dei contadini e degli artigiani di Betlemme.

Spesso nella scenografia riserviamo un posto al palazzo del re Erode e ai suoi soldati, posizioniamo qualche casa o palazzo diroccato.

La presenza di strutture in rovina risale alla leggenda aurea: un testo medievale in cui c'era scritto che il Tempio della Pace a Roma sarebbe crollato quando una vergine avesse partorito.

Per i cristiani ciò era accaduto quella notte santa.

I re magi sono gli ultimi ad arrivare.

Essi hanno viaggiato tanto e davanti alla grotta si sono inchinati, donando oro (simbolo di regalità), incenso (simbolo di divinità), e mirra (simbolo di umanità).

La tradizione pone il loro arrivo nel giorno dell'Epifania, quando la Befana porta i doni ai bambini.

Ma come addobbiamo le nostre case e quale significato simbolico hanno i vari ornamenti?

In ogni casa é presente anche l'albero di Natale.

E' una tradizione dei paesi nordici, é un abete, una pianta sempreverde, simbolo di forza ed eternità, che veniva adornato con ghirlande e nastri colorati, simbolo del rinnovarsi della vita nei riti di passaggio dall'autunno all'inverno.

Nella tradizione cristiana esso rappresenta la Luce di Gesù, e le decorazioni simboleggiano la sua generosità.

Un'altra tradizione nordica ci ha portato Babbo Natale, che la notte di Natale parte dalla Lapponia , in Finlandia, e porta i doni ai bambini su una slitta, trainata da otto renne.

Gli fa compagnia il pupazzo di neve, altro personaggio del Natale.

Secondo alcune leggende sarebbe l'aiutante di Babbo Natale, a lui viene affidato il compito di far nevicare, creando così le condizioni ideali per la consegna notturna dei doni.

I fiocchi di neve, che attacchiamo ai vetri delle finestre o appoggiamo ai rami dell'abete, é la grazia che scende dal Cielo.

Fiocchi che si trasformeranno in acqua, simbolo di un cambiamento, di un nuovo inizio.

Quali sono i colori dominanti a Natale?

Il più comune é il rosso.

Rosso é il vestito di Babbo Natale, rossa é la stella di Natale, il fiore che vivacizza le nostre case.

C'é sempre questo colore nelle nostre tovaglie per il pranzo, nelle nostre stoviglie, nei nastri con cui decoriamo le ghirlande appese all'ingresso.

La tradizione delle ghirlande é di origine romana.

Gli atleti vincitori appendevano alle porte delle loro case le corone di alloro per segnalare le vittorie conquistate.

Rosse sono spesso le palle che decorano l'albero.

Il rosso é il colore della regalità, della sacralità.

L' altro colore é il verde.

E' il segno della rinascita, del risveglio. E' il simbolo della speranza.

Poi c'é il bianco, associato alla luce, alla purezza, alla rinascita interiore.

Il quarto e quinto colore sono l'oro e l'argento, rimandano a un'idea di ricchezza, di sovranità.

Un elemento bianco-rosso é il bastone del pastore, quel bastoncino che usiamo come decoro dell'albero.

Altri elementi con significato simbolico sono l'agrifoglio, il vischio.

Donarli é sempre un segno di buon augurio.

Il vischio veniva venerato e colto con il falcetto d'oro dai druidi. Esso é simbolo di protezione, di amore e di fortuna.

L'agrifoglio é un porta fortuna. Rappresenta la capacità di sconfiggere le avversità dell'inverno.

Secondo una credenza le foglie spinose rievocano le spine della Corona di Gesù, le bacche rosse il suo sangue.

Sannachiudd tarantini

Secondo una leggenda, quando la Sacra Famiglia fuggì da Betlemme per evitare la strage di Erode, fu nascosta da un agrifoglio.

Maria gli dette la sua benedizione rendendolo sempreverde.

Sul piano gastronomico, oltre ai nostri dolci tradizionali: pettole (il cuscino di Gesù), porcellini o "sannachiudd" (si devono chiudere, tenere riservati per Natale), le cartellate, simili a ghirlande, da condire con zucchero, miele o vincotto, abbiamo il classico panettone (pan di Toni, il cuoco che realizzò un dolce impastando vari ingredienti) e il tronco di Natale, il dolce a forma di ceppo di legno. il "tronchetto".

Anche questo dolce, a forma di piccolo ceppo di legno, ha tradizioni antichissime, tutte diffuse nel centro-nord dell'Europa, in Lombardia, in Grecia, Spagna, Portogallo.

 

La buche sorride-disegno di Anna Presciutti

Si racconta che nel 1100 il capo famiglia, la sera della vigilia di Natale, bruciava un tronco di legno (faggio, quercia, ulivo) nel camino, che idealmente doveva bruciare fino al 6 gennaio.

Il ceppo rappresentava l'albero della vita. Con esso si riscaldava la casa, per renderla più confortevole in occasione della venuta di Gesù.

I resti del ceppo dovevano essere conservati, perché avevano proprietà propiziatorie, come quella di favorire il raccolto e l'allevamento, nonché la fertilità della donna e degli animali.

Oggi il caminetto non é presente in tutte le case, per cui il grosso tronco può essere sostituito con un simbolo in miniatura, si decora la casa con un centrotavola, composto da un tronchetto addobbato di foglie e candele.

Sono stati i francesi, dopo la 2^ guerra mondiale, a trasformare la tradizione in prodotto gastronomico.

"Le buche di Noel".

Nel menù di Natale, i francesi hanno previsto questo dolce ricoperto di cioccolato o di crema caffè e glassa, ripieno di marmellata.

Nel periodo delle feste di Natale porta fortuna mangiare il melograno e le lenticchie. Il melograno è simbolo di rinascita, di resurrezione. Le lenticchie sono sempre di buon auspicio e sono simbolo di prosperità economica.

E dopo aver gustato tutte queste delizie, soddisfiamo un'altra curiosità.

A Natale si scambiano dei doni, perchè?

La tradizione risale al re sabino Tito Tazio, prima che Roma conquistasse il mondo conosciuto.

Dal 17 al 23 dicembre si organizzavano i "Saturnalia", feste religiose dedicate al titano Saturno e all'età dell'oro. In questo periodo si allestivano banchetti e i partecipanti portavano in dono rami di ulivo e di altre piante, raccolte nel bosco della dea Strenia.

La calza appesa al caminetto

L'usanza é diventata popolare, per cui i rami furono sostituiti con doni simbolici, le strenne (termine ancora in uso con riferimento ai doni di Natale), che gli adulti si scambiavano come simbolo di uguaglianza sociale.

Un'ultima tradizione: le calze appese al camino, che poi Babbo Natale o la Befana riempiranno di dolciumi.

Il riferimento é a S. Nicola, Santa Claus, da Sinter Klaas, traduzione olandese di San Nicola.

Secondo una leggenda, San Nicola salvò tre povere fanciulle, destinate alla prostituzione per procurarsi il denaro per la dote, allora molto essenziale per il matrimonio. Di notte, dice la leggenda, il santo col suo cavallo si arrampicò sul tetto della casa delle fanciulle e lasciò cadere delle monete d'oro nelle calze, che loro avevano steso sul camino.


Così, tra leggenda e storia, godiamoci questi giorni di festività.

Auguro a tutti tanta gioia e serenità.

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