PER UNA VIVIBILITA’ DELLA CITTA’
Attraverso il modello attuale di sviluppo consumistico, il settore della pubblicità è venuto ad occupare un posto di primo piano, anche in maniera invasiva. Negli spazi urbani, soprattutto nelle grandi città, il fenomeno è dilagato in un vero e proprio far West di inseminazione della cartellonistica stradale, culminante nei mega cartelloni e insegne ingombranti. Raramente la disposizione di questi è discreta e rispettosa dell’equilibrio armonico del luogo.
Spesso con la loro mole ostruiscono il panorama e alterano il paesaggio, chiudendo alla vista scorci di valore affettivo e storico. <<La repubblica… Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione” (art. 9 Costituzione italiana);<<Ci sforziamo di adattarci all’ambiente, e quando esso è disordinato, caotico o saturo di inquinamento visivo e acustico, l’eccesso di stimoli mette alla prova i nostri tentativi di sviluppare un’identità integrata e felice>> (Papa Francesco, Laudato Si’ , 147).
Nelle nostre città ci sono tabelloni pubblicitari non utilizzati; altri dove la pubblicità resta affissa per mesi anche dopo la conclusione dell’evento che annuncia; pali, supporti e telai di insegne vuote.
C’è bisogno di un criterio univoco e normativo, che tenga conto della salvaguardia del decoro urbano, nella disposizione delle insegne della pubblicità lungo le strade e nelle piazze.
La concessione da parte del Comune presenta dei limiti: per l’individuazione degli spazi, si agisce talvolta su informazioni incomplete o superficiali, tratte da una mappa catastale o stradale, pensando magari a una opportunità per le entrate della tassa relativa.
Spesso l’impianto di tabelloni e cartelli è frutto di abusivismo pubblicitario.
Piantiamo alberi invece di tabelloni
Eliminiamo quella selva ingombrante di pali e supporti che inquina la visuale e intralcia pure i camminamenti dei marciapiedi e gli accessi ai passaggi pedonali.
<< “Gestione dei paesaggi” indica le azioni volte a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali>> (art. 1, Convenzione Europea del Paesaggio, Firenze 20 ottobre 2000).
Curiamo il verde pubblico e scegliamo le piante con un criterio professionale, non con piantumazioni dettate dall’emotività e dalla moda. Facciamo una manutenzione degli alberi ad arte; decoriamo le strade con alberature dove non sono di intralcio.
Amministrare con oculatezza lo spazio pubblico in cui si vive ogni giorno, significa renderlo il più possibile a dimensione umana: accogliente, ordinato e funzionale.
<<E’ necessario curare gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti di riferimento urbani che accrescono il nostro senso di appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro “sentirci a casa” all’interno della città che ci contiene e ci unisce…>>. (Papa Francesco, Laudato Si’ n. 151)
Quello di saper coniugare le esigenze commerciali e pubblicitarie di una comunità con l’assetto urbano, non è una questione meramente tecnica o di settore ma è una questione politica.
Quella politica della città che si sforza di avere una visione attenta ed “ecologica” dei luoghi, scevra di destinazione ideologica di siti e strutture, dotata di conoscenze, competenze e buon senso, per poter realizzare il meglio.
Crispiano (TA) 30/06/2022 Antonio Conte
già amministratore e consigliere comunale
NON C’È PIÙ TEMPO DA PERDERE
I cambiamenti climatici stanno sconvolgendo le stagioni. Questa estate 2021: mai così caldo torrido, afoso e prolungato, temperature elevate anche di sera, con ricadute negative sulla vita. Un fatto che cambia decisamente l’assetto climatico europeo e del sud Italia e crea grosse preoccupazioni. Alcuni territori della Calabria e della Puglia, oltre alla Sicilia, sono interessati da un clima subtropicale anziché mediterraneo. In Italia e in Europa sono diventati frequenti gli eventi metereologici estremi, con trombe d’aria e intense precipitazioni e allagamenti disastrosi, con danni ingenti alle strutture e perdite anche di vite umane. Lo attestano gli eventi verificatisi in questi giorni a Catania e provincia.
Il circolo vizioso del consumo e dell’inquinamento
Capita spesso di assistere a una serie di cattive abitudini, nonostante l’emergenza climatica e sanitaria. Gli esempi non mancano: davanti all’ingresso di un esercizio commerciale c’è un’automobile in sosta col motore acceso che diffonde nell’aria un odore tossico e pungente: dentro c’è una persona che aspetta, mentre il coniuge è dentro a fare la spesa; l’automobile ferma sul lato della strada, con il conducente che parla al cellulare; mentre si aspetta al passaggio a livello: in tutti questi casi il motore resta acceso, a volte anche per lungo tempo.
Se si riflette, oltre all’inquinamento dell’aria c’è un notevole spreco di carburante: per una nazione che importa l’80% del petrolio, utile per il proprio fabbisogno, tutto questo è irragionevole. Eliminando questi sprechi attraverso una campagna informativa permanente e persuasiva, l’Italia sarebbe meno dipendente energicamente e con l’aria più pulita. In Italia ci sono 66.000 morti prematuri l’anno per patologie conseguenti alle alterazioni ambientali; l’Italia ha sforato i limiti delle polveri sottili ed è stata multata dalla U.E. per un miliardo di euro (dati dell’Agenzia per la Protezione Ambientale).
Invece continuiamo ad immettere in atmosfera quantità enormi di sostanze inquinanti, tra tutte l’anidride carbonica prodotta dalla combustione di carbone, gas e petrolio. Ad esempio, il conseguente innalzamento della temperatura fa aumentare il consumo di energia elettrica per alimentare i condizionatori d’aria; fa aumentare il consumo di acqua per uso domestico e agricolo.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità,<<…l’inquinamento atmosferico è un rischio per la salute che causa circa 7 milioni di morti premature all’anno, di cui circa 400.000 in Europa. Con la riduzione della presenza di inquinamento sarebbe possibile ridurre la mortalità derivante dall'aria inquinata fino all'80%>>(da Quotidiano sanità, 5/10/2021). Per la pandemia da Covid 19 è stato comprovato che, laddove l’ambiente è più inquinato si sono manifestati più contagi e malati con l’8% in più di mortalità.
Non c’è tempo
Non ci accorgiamo in maniera quasi demenziale che siamo noi stessi, con i nostri comportamenti sbagliati, a procurare questi danni alle nostre stesse esistenze e a quelle degli organismi viventi, alterando l’equilibrio dell’ecosistema terrestre che ha impiegato qualche miliardo di anni per raggiungere un equilibrio perfetto, ma delicato, secondo diversi fattori e combinazioni chimico-fisiche ben definite e ponderate.
<<Il clima è un bene comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, è un sistema complesso in relazione con molte condizioni essenziali per la vita umana…L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo>>(Papa Francesco, Laudato sì, n. 23).
La UE con il piano di azione Green Deal si prefigge l’obiettivo di una economia a impatto climatico zero entro il 2050. Alla Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP26), che si tiene a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre, si discute degli impegni presi dai Paesi partecipanti per ridurre le emissioni globali di gas serra. L’obiettivo è quello di mantenere l’aumento globale della temperatura al di sotto di 1,5 gradi entro la metà di questo secolo.
<<… L’ultimo Gruppo intergovernativo dell’ONU sui Cambiamenti climatici ha dichiarato che, per raggiungere gli obiettivi sul clima, dobbiamo realizzare riduzioni immediate, rapide e significative delle emissioni… non c’è tempo... Lo ha dichiarato il premier Mario Draghi… al termine del vertice EUMED di Atene>> (Redazione ANSA settembre 17, 2021 – News).
Dal 16 al 22 settembre si è svolta la Settimana Europea della Mobilità, da vent’anni istituita dall’UE, che invitava i cittadini a lasciare le auto e i motorini quando non necessario, per spostarsi nei centri abitati, andando a piedi o utilizzando la bicicletta, con lo slogan Muoviti sostenibile… e in salute.
Bisogna che ogni Comune italiano e le Regioni mettano in atto strategie comunicative e organizzative perché la popolazione si senta coinvolta, incentivando comportamenti e stili di vita incentrati sulla sobrietà dei consumi energetici e contro ogni tipo di spreco. Diverse città da tempo hanno realizzato piste ciclabili, ma serve ristabilire la fiducia nel trasporto pubblico e la mobilità a basse emissioni, con ulteriore supporto e promozione.
<<Secondo una indagine Coldiretti/Ixè … la maggioranza degli italiani si dichiara disponibile a interventi radicali sul proprio stile di vita. Ad esempio, sempre secondo Coldiretti, il 72% sarebbe disponibile a ridurre gli spostamenti in auto, scooter e motocicletta>> (da Avvenire del 20 agosto 2021, pag. 3).
Le continue manifestazione dei giovani, degli studenti del Fridays for Future sono un segnale emblematico della gravità della situazione. Essi ci chiamano in causa per una drastica conversione dall’egocentrismo alla solidarietà e fratellanza verso tutti; perché anche le generazioni che verranno e le popolazioni povere, e più colpite dai cambiamenti climatici, possano vivere e godere dei beni della propria terra.
Antonio Conte (Associazione Agire politicamente – rete C3dem)
Crispiano (TA) 5/11/2021
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