mercoledì 20 ottobre 2021

IL FICO - Incontro di botanica "culturale" / Racconto mitologico

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Interventi:

Cosimo Clemente

Silvia Laddomada

Questo frutto dolce ha avuto fin dalla preistoria un ruolo importante nella vita dell'uomo.

Era un' importante fonte di nutrimento fin dai tempi più remoti, per i popoli antichi della Mesopotamia e dell'Egitto.

Il rapporto con l'uomo si é consolidato con la civiltà greca e poi romana.

Nell'antica Grecia l'albero del fico era sacro ad Atena, dea della saggezza, e Dioniso dio del vino, ma anche dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi, era sacro a Priapo, dio della fecondità.

I fichi dell'Attica, una regione della Grecia, erano molto noti, e nel 3° secolo a. C. negli epigrammi poetici vengono citati come premio nelle gare ginniche.

Al fico si associano l'idea della salvezza. Il nome greco sykon riconduce al mito di Sicheo, il titano, figlio di Gea, che per difendersi dalla saette di Zeus, si rifugiò da sua madre, Gea, la Terra, la quale fece nascere dal suo grembo un albero di fico per proteggere sotto il suo fogliame Sicheo.

Il fico é un albero sacro anche nelle religioni buddista, islamica e induista.

Plutarco, uno scrittore e filosofo greco, vissuto sotto l'Impero romano, parlando delle origini di Roma, dice che la cesta che conteneva Romolo e Remo non fu trascinata dalla corrente del Tevere, ma si arenò in un'insenatura fangosa sotto un fico selvatico, dove poi furono curati e nutriti da una lupa o da una donna di facili costumi.

Questa pianta divenne sacra per i Romani, in quanto i gemelli erano figli del dio Marte, e quindi i sacerdoti di questo dio curavano questa pianta, sacralizzata nello spazio del Foro, l'area degli scambi commerciali, del mercato.

Ma é sopratutto nella storia del popolo d'Israele che il fico assume un forte valore simbolico.

Nel libro della Genesi, il primo libro della Bibbia, vi é il racconto delle origini del peccato dell'umanità.

Adamo ed Eva vivevano nell' Eden, nel paradiso terrestre. Dio disse ad Adamo: "Tu puoi mangiare liberamente di ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché se tu lo mangerai di certo morirai".

Sappiamo che Eva fu tentata da un serpente, strumento di Satana, il quale disse a Eva: "No, voi non morrete, anzi il Signore sa che qualora ne mangiaste si aprirebbero gli occhi vostri e diventereste come Dio, acquistando la conoscenza del bene e del male".

Allora Eva, tentata dal serpente, e presa dal folle desiderio di conoscenza, colse il frutto proibito e lo fece mangiare anche ad Adamo. Si legge nella Genesi: "Si aprirono allora gli occhi di tutt'e due e s'avvidero che erano nudi, e coprirono le loro nudità con una cintura di foglie di fico", un perizoma quindi realizzato con le foglie dell'albero, da cui avevano colto i frutti.

Forse l'albero della conoscenza era un albero di fico.

Quindi il fico diventa simbolo di fertilità, di fecondità, di maternità, (con riferimento al liquido bianco vischioso, simile al latte, che esce dal frutto quando lo si coglie acerbo), ma anche simbolo di sessualità.

Nell'arte del mondo occidentale, pittura, scultura, spesso le figure nude hanno una foglia di fico come perizoma.

Solo dal 1300 la mela ha preso il posto del fico nel giardino dell'Eden.

Ma nelle opere d'arte del tardo Medioevo, sulle facciate dei duomi, l'albero della conoscenza é un albero di fichi.

Del resto nella pittura rinascimentale ma anche dei secoli successivi, c'é sempre il fico con chiaro riferimento alla sfera sessuale.

In diversi dipinti, anche semplici ceste di frutta, la simbologia lascia poco spazio all'immaginazione, il fico é sempre il frutto del peccato, con chiaro richiamo erotico.

Nei libri della Bibbia, più di 40 volte si parla della sacralità del fico, che diventa simbolo d'Israele.

L'albero del fico e la vigna. I frutti, il grappolo d'uva e il fico, rappresentano gli uomini buoni del popolo di Dio.

Attraverso il profeta Michea, Dio rimprovera il suo popolo, dicendo "non un grappolo da mangiare, non un fico per mia voglia. L'uomo pio é scomparso dalla terra".

Tanti i riferimenti al fico nel Vangelo (Matteo 21, 18-22 ; Marco 11, 12-14): Gesù maledice l'albero del fico, che non porta frutti, per richiamare il popolo di Gerusalemme alla conversione.

In un'altra pagina del Vangelo (Luca 13,6-9) il proprietario del terreno maledice il fico che per tre anni non ha portato frutto (con riferimento ai 3 anni della vita pubblica di Gesù) ma il giardiniere (Gesù) lo distoglie dal proposito di distruzione, promettendo che utilizzerà il concime per ottenere frutti al 4° anno, con riferimento alla Parola di Gesù, alla sua missione, alla misericordia divina.

Nell'Apocalisse, a proposito della fine dei tempi, si legge "Le stelle del Cielo si abbatteranno sulla Terra, come quando un fico sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi".

Nella scelta degli Apostoli, Gesù chiama al suo seguito Natanaele (identificato come San Bartolomeo), dicendo di averlo notato sotto un fico.

Ad un albero di fico si impiccò Giuda, dopo essersi accorto di aver tradito il suo Maestro.

Voglio concludere con un altro riferimento.

Il significato dell'espressione "sotto l'albero del fico".

Lo stare seduti sotto l'albero del fico era abituale per i rabbini, i maestri di Israele.

Questo spazio era simbolo della pace messianica, della fedeltà a Dio.

Nella tradizione ebraica, i rabbini si sedevano sotto l'albero, all'ombra prodotta dai rami e dalle foglie, e leggevano e studiavano la Torah, la legge, approfondivano la conoscenza per giungere alla Verità.

Per cui "stare sotto il fico" diventa una metafora, é il luogo ideale in cui, ogni tanto, dovremmo rifugiarci per staccare i legami con la vita di tutti i giorni, e andare alla ricerca della Verità, dell'Assoluto, di un pò di spiritualità.

Andare sotto il fico, per riflettere su se stessi e sul compito da svolgere nel proprio percorso spirituale.

Ringrazio Mimmo Clemente per il suo impegno, il suo desiderio di trasmettere utili informazioni e la sua ammirevole generosità."Minerva" si propone di offrire occasioni di piacevoli incontri tra amici e informazioni culturali, come cibo per la mente.

                                        S.L.

 

                                                 




Video IL FICO per cellulari
 
 
STORIA DEL FICO, ANZI FORSE PROTOSTORIA DI ANNA PRESCIUTTI 

Anna Presciutti

  

 



VIDEO PER I CELLULARI DEL RACCONTO MITOLOGICO

mercoledì 13 ottobre 2021

ANNO ACCADEMICO 2021-2022: INCONTRO CONVIVIALE

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PROGRAMMA NUOVO ANNO PRESENTATO DALLA DIRETTRICE

                      SILVIA LADDOMADA

 

 

 

 

 

 

 

VIDEO REALIZZATO DA  

GABRIELE ANNESE 

 

 

  https://www.youtube.com/watch?v=zljrLwckHTU

Programmazione dell'anno
Proposte iniziative
 




Pausa conviviale

Buffet "componente"










mercoledì 6 ottobre 2021

"ROMA, LA NASCITA, L'IMPERO, LA CADUTA" - 1^ parte" di Antonio Santoro

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Anno Accademico 2021-2022
 
"ROMA, LA NASCITA, L'IMPERO, LA CADUTA - 1^ parte"
 

RELATORE ANTONIO SANTORO
 
Evento organizzato dall'Università del Tempo Libero e del Sapere Minerva di Crispiano (TA)



PRESENTAZIONE DI 

SILVIA LADDOMADA

1° incontro

 

 



sabato 2 ottobre 2021

PRESENTAZIONE LIBRO “LA BIBLIOTECA DI CRISPIANO” DI MICHELE ANNESE ALL'AZIENDA AGRICOLA MASSERIA FRANCESCA

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Silvia Laddomada

IL SALUTO DI SILVIA LADDOMADA 

Nell'accogliente atrio dominato da una splendida grande quercia dell'Azienda Agrituristica Masseria Francesca(una delle 100 masserie di Crispiano) è stato presentato, il 29 settembre 2021, alle ore 18, il libro di Michele Annese "La Biblioteca di Crispiano", di cui l'Autore è stato direttore per 50 anni.

La manifestazione è stata organizzata dall'Università del Tempo libero e del Sapere "Minerva", in collaborazione con la Casa Editrice Schena e con la stessa Azienda Agrituristica. L'Università, nata nel 2014 contestualmente all'Associazione di Promozione Sociale "Minerva", per iniziativa dello stesso direttore, all'indomani del suo pensionamento, si è fatta promotrice dell'evento in quanto, all'atto della sua costituzione, si è avvalsa della disponibilità delle operatrici culturali che avevano operato all'interno della Biblioteca, per portare avanti la sua finalità di centro di promozione culturale, sociale, civile e turistica del territorio.



Conserva-Liuzzi-Annese
(Presidente Mariangela Liuzzi, vice presidente Anna Sorn, Maria Montanaro, segretaria. Componenti Raffaella Gelso, Manuela Ancona, Cristina Cianfarani, Pina Solito, Antonella Maggi a cui si sono aggiunti Teresa Montanaro, Antonella Annese, Mariella Stallo, Loredana De Cesare,  Gabriele Annese e Silvia Laddomada, come direttrice dell'Università). 

Un'Università a cui la Biblioteca ha lasciato il testimone, e che si propone il ritorno di quel fermento culturale che ha caratterizzato l'attività della Biblioteca di Crispiano, validamente guidata dal suo direttore Annese.

Un'Università che nella comunità crispianese, in cui impera la digitalizzazione, ma si registra anche un'aridità a livello culturale, si propone di offrire occasioni di convivialità e socializzazione, in risposta alla solitudine, e stimoli ad arricchire il proprio bagaglio culturale, quella cultura che è alla base del progresso civile della società, oltre ad essere cibo per la mente.

Alberto Altamura - Franco Punzi
Alla cerimonia sono intervenuti il prof. Alberto Altamura, come relatore di grande spessore storico letterario, il concittadino onorario prof. Franco Punzi, come coordinatore della serata,  il Presidente del Consiglio comunale dott.ssa Loredana Perrini, in rappresentanza del sindaco Luca Lopomo impegnato a Roma, l'ex sindaco Giuseppe Scialpi,  grande sostenitore del progetto "Cento Masserie", la sig.ra Angela Schena, in rappresentanza dell'omonima Casa Editrice e numerosi amici crispianesi ed ex Amministratori delle Comunità Montane di Gioia del Colle e di Mottola.

A conclusione della serata sono state consegnate due targhe da parte dell'Università, al prof. Altamura e all'Azienda agrituristica "Masseria Francesca". 

Per la presentazione del libro è stato realizzato, dall'amico Luciano         De Leonardis, con la grande professionalità che lo distingue, la videoproiezione, sintesi dell'opera di Annese, che qui di seguito viene presentato:     

                  VIDEOPROIEZIONE DI LUCIANO DE LEONARDIS

               https://www.youtube.com/watch?v=WVS0KvsfimE


SALUTI DA PARTE DI ANNESE

Saluto il presidente del Consiglio comunale di Crispiano, la dott.ssa Loredana Perrini, intervenuta in rappresentanza del Sindaco, impegnato come abbiamo sentito con l’assessore Aurora Bagnalasta fuori Crispiano; saluto Autorità, Amministratori presenti,

Nunzio Tria-Poeta
il presidente dell’università popolare laertina, nonchè già vice presidente della C.M. Nunzio Tria, poeta e critico letterario, i dirigenti scolastici di Crispiano, dott.ssa Rosaura Di Giuseppe dell’Alberghiero, Sabrina Lepraro della Media e Domenico Elio Agrusta della Primaria “Mancini”, ( tre crispianesi che hanno frequentato la Biblioteca, come la Presidente Perrini, oggi validi dirigenti impegnati a migliorare la scuola e a fare rete col territorio), abbiamo anche un grande amico fiorentino, l’arch. Cosimo Pentassuglia, venuto appositamente e che ringraziamo.
Saluto in particolare l’arch. Giuseppe Scialpi per la sua
significativa presenza, anche come sindaco dell’epoca del progetto cento masserie. 

 
Grazie All’Università Minerva che sponsorizza questa bella serata. Saluto il collega dott. Vito Fumarola, autorevole storico del territorio, che ha collaborato, insieme a Franco Caleandro, all’organizzazione di questa serata, i colleghi giornalisti, amici e collaboratori presenti che con me hanno condiviso il non facile percorso della Biblioteca di Crispiano. Grazie a tutti gli intervenuti, la cui presenza è certamente molto gradita.

E’ assente, per motivi di salute, l’avv. Elio Michele Greco, che dispiaciuto, saluta tutti gli intervenuti alla nostra cerimonia.

L’iniziativa di questa sera segue la presentazione del libro a Martina Franca, promossa, con successo, col patrocinio del Comune, dalla Fondazione “Paolo Grassi”, presieduta egregiamente dal prof. Franco Punzi, qui presente quale cittadino onorario di Crispiano, nelle vesti di coordinatore della serata, e dall’avv. Elio Michele Greco, instancabile presidente della Fondazione “Nuove Proposte”, sempre di Martina Franca; Comune con il quale, dagli anni ‘80, c’è stata una preziosa collaborazione culturale, istituzionale, nazionale e internazionale, che ha favorito numerose iniziative della cittadina de “Le Cento Masserie”, divenuta infine sede del “Premio Ciaia-Schena”, finalizzato alla promozione del libro. L’incontro di questa sera si svolge in questa Azienda Agrituristica Masseria Francesca, come altre risalenti al XVII-XVIII secolo, resa accogliente e incantevole.

 

Schena-Annese-Scialpi-Altamura-Punzi-Perrini-Laddomada   


 

 

 

 

 

 

 

Le sue radici storiche e l’importanza artistico-architettonica sono documentate nelle due preziose e purtroppo ormai introvabili pubblicazioni, curate dalla Biblioteca e pubblicate dal Comune di Crispiano negli anni 1988 – 2001 

 

(Il catalogo prestigio “Le Cento Masserie di Crispiano” e “Crispiano: Triglio e dintorni”).

Saluto e ringrazio anche Luigi Perrone che per primo ha dato la disponibilità della masseria Lupoli, preziosa struttura agricola, conservata, più di altre, nel suo stato originario, quale monumento storico-culturale di grande significato per il nostro territorio. Una masseria che spesso viene utilizzata per girare film di importanza nazionale.

A Martina abbiamo avuto l’onore di avere la presenza dell’on.le Luciano Violante, già Presidente della Camera dei Deputati. Questa sera, fra poco, avremo il piacere di ascoltare, lasciatemelo dire, un bravo storico e letterato, già dirigente scolastico all’Alberghiero di Crispiano, un amico che ho sempre apprezzato per la sua profonda cultura e per le sue opere e per i suoi scritti su giornali e riviste: il prof. Alberto Altamura, che ringrazio per aver pubblicato una prima recensione del libro, molto apprezzata, e per aver accettato, pur in un momento particolarmente triste della sua vita, di essere qui questa sera.

Prof. Franco Punzi
 

 

ORA LA PAROLA AL COORDINATORE PROF. PUNZI, non prima di averlo ringraziato per il valido sostegno offerto alle due manifestazioni di Martina Franca e di Crispiano.

 

 

INTERVENTI: 

DOTT.SSA LOREDANA PERRINI

Presidente del Consiglio Comunale di Crispiano 

La parola Cultura ha un senso compiuto se si traduce in fatti concreti, diversamente resta una ipotetica affermazione di principio; un concetto astratto incapace di valicare i confini dell’egolatria e, quindi, far nascere orizzonti sempre nuovi.

Da cosa si misura la grandezza di un uomo?

Indubbiamente vi sono diverse interpretazioni, così come vi sono opinioni divergenti sull’argomento; c’è chi opta per l’umiltà, altri per il coraggio di eccellere e distinguersi, altri ancora per il rapporto che si ha con le piccole cose della vita, con il quotidiano.

Pensandoci bene, a mio modesto avviso, non è grande solo colui che compie azioni epiche, che fa scoperte scientifiche o governa nazioni.

La grandezza può risiedere anche in altre attività umane. Non è forse grande colui che in 5o anni ha servito con professionalità, amore e grande dedizione e sacrificio personale una Collettività e riconoscendosi in essa ?

Non è forse un grande Michele Annese che ha saputo rendere la Civica Biblioteca di Crispiano un polo culturale di costante vitalità e centro di interesse dell’intera provincia di Taranto e tutto ciò tra molte incertezze congiunturali e perseverando nell’essere giusto, leale, combattivo e tenace anche quando qualcuno non era propenso a condividere alcune scelte di indirizzo della Biblioteca quale punto di elevazione culturale ad esclusivo servizio della cittadinanza !?

A Lei Michele Annese va il mio sincero apprezzamento e riconoscimento per una vita spesa al servizio dell’idea CULTURA intesa come servizio verso la Comunità di appartenenza.

Concludo con una frase, a me molto cara di Soren Kierkegaard e che ritengo perfettamente in sintonia con la personalità di Michele Annese: “ La grandezza non consiste nell’essere questo o quello, ma nell’essere se stesso, e questo ciascuno lo può se fo vuole. “. Grazie per il Suo inestimabile contributo alla crescita culturale di questa Comunità, Le saremo sempre grati !

 

Arch. Giuseppe P. Scialpi

 

GLI INTERVENTI DELL'ARCH. SCIALPI E

DELLA SIGNORA  SCHENA,  INSIEME

ALLA RELAZIONE DEL PROF. ALTAMURA,

POSSONO ESSERE RIASCOLTATI, NELLA

VIDEOREGISTRAZIONE, IN CALCE ALLA

PAGINA, CURATA DA GABRIELE ANNESE.

 

 

 

INTERVENTO DI MICHELE ANNESE

La presentazione del libro di questa sera avviene “sul luogo del delitto”: Crispiano, dove una Biblioteca, per 50 anni, si é distinta per la sua attività culturale e turistica. Crispiano, “Territorio delle cento masserie”,

così come ormai é conosciuto in Italia e all’estero, nonostante i tanti tentativi ancora in atto di nuove fantasiose denominazioni e nonostante i tanti detrattori dell’iniziativa, ma che è stata e rimane merito della lungimiranza dell’amministrazione Scialpi (assessore alla Cultura Bennardi), subentrata al lavoro di ricerca e documentazione svolto con i collaboratori che si sono avvicendati nei 20 anni di lavoro della Biblioteca, richiesti per l’attuazione del progetto.
Un progetto frutto dell’inventiva di chi vi parla, attestato da Michele Cristella in un suo articolo sul Corriere del Giorno e recentemente da Michele Conserva, il quale su face book, scrive: A lui il riconoscimento di aver inventato il brand "Crispiano Paese delle cento Masserie". È grazie alla sua brillante intuizione che oggi le masserie e Crispiano stanno insieme provando a farsi largo nel panorama turistico. Onore al Merito. Grazie”. E io dico grazie a Michele.

Angela Schena
L’opera è stata realizzata, elegantemente, dalla nota Editrice Schena, qui rappresentata dalla sig.ra Angela Schena, che abbiamo ascoltato.

Un lavoro editoriale prezioso che documenta ciò che oggi non c’è più, se non la memoria di amministratori e cittadini che hanno contribuito alla redazione del libro, pubblicato senza sponsor e finalità commerciali per l’autore. Per questo prima di proseguire il mio intervento, per coloro che eventualmente dovessero avere necessità di andare via prima, desidero proporre la cosiddetta operazione “libro sospeso”, diretta a favorire la donazione di una copia del libro ad un istituto di beneficenza, a una Rsa, alle scuole, alle biblioteche, a persone disagiate, a enti pubblici o religiosi. Chi vuole aderire all'iniziativa, ma ricordatevi che ci sono da pagare le tasse, usufruirà del prezzo speciale di € 40,00 indicando su apposita scheda il beneficiario a cui i rappresentanti dell’Università Minerva, insieme al donatore, faranno avere il libro. Un atto di generosità che può essere fatto fino al 31 ottobre. Vi spiegherà tutto il sig. Aldo al banco dell’Editrice Schena. Permettetemi intanto di ringraziare Luigi Perrone, l’impresa Caleandro, l’ing. Raffaele Vinci e l’odontoiatra Gioacchino Aiello, che hanno già aderito all’iniziativa, acquistando un numero cospicuo di copie.

Marzia Annese e Donato Basso

Cosimo Perillo e Annese
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La copertina del libro è di mia figlia Marzia, architetto che vive a Milano con il marito Donato Basso, dirigente bancario, fans della Biblioteca di Crispiano, dice,“per il suo fascino e l’operatività”. 
Donato ha collaborato dando preziosi consigli redazionali per migliorare il testo storico-documentale. (Tante volte, in mancanza degli originali, si è cercato, senza ottenere il risultato sperato, una maggiore definizione delle foto e dei documenti fotocopiati, scoloriti e invecchiati per l’età, inseriti ugualmente nel testo per documentare e certificare iniziative importanti, finalità raggiunta anche grazie alle foto ricevute dall’archivio di Cosimo Perillo, che questa sera sta curando il servizio fotografico).
 
Annese-M.Cristina Cianfarani

L’opera di circa 600 pagine è dedicata alla mia Cittadina e ai nipotini Fabrizia e Margherita, alle quali si sono aggiunti Giacomo e Marco.Collaborazioni preziose sono state inoltre quelle di mia moglie Silvia, dalla quale sono pervenuti costanti incoraggiamenti e preziosi supporti letterari, della sig.ra Maria Cristina Cianfarani, operatrice informatica e valido supporto redazionale. Chi ha già letto il libro l’ha definito “una perla incastonata nella storia politico-amministrativa di Crispiano”. Ovviamente fa piacere avere riconoscimenti, soprattutto per essere riusciti a portare a termine un lavoro “doverosamente documentato”, nonostante, la difficoltà, spero momentanea, di attingere agli archivi comunali, per tanti anni rigorosamente riordinati e custoditi.

Ringrazio l’amico, autorevole giornalista, Michele Cristella che ha curato, con la sua professionalità, la prefazione dell’opera, la sig.ra Anna Sorn, autrice della bella presentazione, Anita Preti, grande giornalista, che già il 21 febbraio 1997, con una sua intervista, riportata meritatamente sui risvolti del libro, per prima ha compreso il ruolo significativo della Biblioteca di Crispiano, “svolto secondo linee innovative del suo Direttore”.

Foto di Nunzio Tria

Una Biblioteca che in 50 anni ha raggiunto traguardi ambiti (faccio ovviamente riferimento a quanto riportato nel libro che si chiude al 2014, anno del mio pensionamento): un Centro Studi Montaliani, unico nel Sud Italia con 4000 documenti e scritti su Montale donati dal prof. Giuseppe Milano residente a Pisa; un patrimonio librario, riordinato e catalogato con finanziamenti concessi, i primi anni dal Ministero e poi dalla Regione: 35.000 volumi, comprese diverse donazioni di privati; l’Archivio Storico Comunale, riordinato e classificato sino agli ultimi quarant’anni; l’Emeroteca con oltre 500 titoli di quotidiani e riviste, riferiti a 50 anni e più, la maggior parte rilegati, consultabili attraverso il catalogo nazionale di Bologna; la pinacoteca con opere donate in occasione di concorsi a livello provinciale, regionale e nazionale, un ricco patrimonio fotografico (6.000 provini fotografici e 600 gigantografie stampate da Romano Gualdi di Castelfranco Emilia, purtroppo recentemente deceduto), riguardante il noto progetto de “Le Cento Masserie” divenuto, nel tempo, il riferimento identificativo ufficiale del territorio, inserito nello Statuto comunale, (redatto da Agostino Galeone) e linea di sviluppo turistico per tutta la Regione Puglia. Documenti archiviati, dopo essere stati utilizzati per la mega-mostra allestita nel 1988 (Amministrazione Scialpi) nella masseria Le Mesole, e per la pubblicazione del catalogo prestigio, stampato in tre edizioni per un totale di 9000 copie, ormai esaurito, tutt’oggi ancora richiesto, ma purtroppo non ristampato.

Non sempre il lavoro si è svolto con la dovuta serenità e soprattutto con le risorse economiche necessarie, nonostante le tante collaborazioni gratuite e i sostegni significativi degli amici Franco Punzi ed Elio Greco (è merito loro se Crispiano ha registrato tante presenze autorevoli).

  Non è mancato neanche l’orgoglio dei sindaci di avere una Biblioteca attiva, anche quando non sufficientemente sostenuta. Ricordiamo 3 sindaci di felice memoria, Giuseppe Giacovazzi,  Vitantonio Pizzigallo, Vito Palmisano e poi Giuseppe Pietro Scialpi, che ringrazio per essere intervenuto questa sera, Antonio Magazzino (attualmente fuori sede), l’indimenticabile Francesco Paolo Liuzzi e Giuseppe Laddomada, assente perchè impegnato per motivi famigliari.

Primi cittadini intervallati da ben 7 Commissari prefettizi, “miei amori”: Nicola de Mari, coadiuvato da Corrado Allegretta, Emanuele Villani, Giuseppe Bruno, Tommaso Blonda, Lucio De Carlo (tutti e quattro deceduti), Paolo Gentilucci e Paola Galeone. 

Momento delle dediche

Non è mancato neanche l’entusiasmo di 15 assessori delegati alla Cultura e Turismo, spesso nominati per controllare, più che per collaborare, ma poi, quasi sempre, resisi conto della realtà, sono divenuti sostenitori preziosi del lavoro della Biblioteca, anche in contrasto con i pregiudizi delle rispettive maggioranze politiche, subendo, in alcuni casi, la revoca della delega. Nel percorso dei 50 anni di vita della Biblioteca di Crispiano si sono avvicendati gli assessori: Aldo Pulpito, Giovanni Petracca e Luigi Longo (uomo di cultura, che in Giunta, proponendo iniziative della Biblioteca, si sentì dire: “c ma mangià...a cultur”, ma erano gli anni ‘70); altri assessori sono stati Luciano Gabellone, Donato(Renato) Perrini, che ha favorito la partecipazione all’attività culturale della Biblioteca dei giovani e promosso il teatro, Giovanni Pergolese con il quale fu raggiunta una pace istituzionale con l’Amministrazione, regolamentando i corsi della biblioteca, Donato Greco, assessore per breve durata, forse perché molto attivo, Giuseppe Bennardi (che ha ricoperto anche l’incarico di consigliere provinciale), Angelo Carmelo Bello (una grave perdita di qualche anno fa per lo studio e la conoscenza non solo della storia del paese); ancora Tommaso Chisena (con lui si riuscì a ricostituire la storica banda musicale di Crispiano, degli anni ‘20, diretta dall’indimenticabile maestro Martino Bello, oggi divenuta apprezzato complesso bandistico messo su dal maestro Francesco Bolognini) e poi Fernando Frassanito(un grande assente per motivi di lavoro) e Pietro Ettorre, ambedue penalizzati perché in odore di futuri sindaci (poi hanno preferito dimettersi che sottomettersi), Cosimo Di Roma (promotore della trasformazione della Biblioteca in “Istituzione”, un provvedimento adottato all’unanimità, previsto dalla nuova legge, non attuato, che avrebbe favorito il funzionamento) ed infine Giampiero Ricci e Sergio Sisto, che sono stati gli ultimi eroi sacrificati, pur molto attivi.

Non meno importante per la vita della Biblioteca sono stati i Segretari Comunali, non sempre avuti come alleati: Crispiano dal 1956 al 2014 ha avuto 21 Segretari Comunali: Giovanni Galeone, di venerata memoria, che con la sua competenza e determinatezza, ha gestito la Segreteria del Comune per ben sei periodi, dal primo dicembre 1956 al 27 settembre 1973. Con lui, nel 1965, ho avuto il piacere e l’onore di iniziare la mia non facile avventura di Bibliotecario; seguirono Domenico Salerno, Domenico Montanaro, Mario Menza, Edmondo Pizzi, Saverio Bressi, Luigi Mazzotta, Pasquale Galeone. Inoltre il nostro ormai concittadino, bravo Segretario, qui presente e che saluto, Donato Plantone, che vanta ben 10 periodi, dal 30 giugno 1977 al 31 marzo 2001, poi Italo Maiorano, ed ancora, per ben cinque periodi, dal 5 aprile 1981 al 1° marzo 1992 abbiamo avuto Agostino Galeone, un maestro dell’amministrazione pubblica, per anni anche commissario dell’Ente morale “Cacace”, esperto in diritto amministrativo, con un carattere, hanno sempre detto, uguale al padre Giovanni. L’amico Agostino è qui questa sera con un altro grande maestro di diritto pubblico, capo dei Segretari Comunali, Peppino De Luca, più volte desiderato alla segreteria comunale di Crispiano, ma avuto solo per tre sostituzioni negli anni 1986/87. Saluto e ringrazio tutti e due, per la graditissima presenza. Poi abbiamo avuto Giuseppe Luigi Spada e dopo di lui l’indimenticabile Vincenzo Milano che Crispiano ricorda con affetto, (6 periodi, dal 20 marzo 1984 al 24 settembre 1987, poi nominato Difensore civico, incarico svolto con grande impegno e competenza). Alla Segreteria comunale infine si sono avvicendati Lucia De Rosa, Pietro Lomastro, Fernando Piemontese, Silvestro Spagnuolo, Anna Maria Guglielmi, Giuseppe Alemanno e l’attuale Segretario del Comune di Taranto Eugenio De Carlo, sino al 31 gennaio 2014, anno del mio pensionamento. Un succedersi di dirigenti non sempre disponibili ad approvare previsioni di spese in bilancio per la cultura, pur in presenza di entrate rivenienti da finanziamenti e contributi vari.

Caterina Lofano

In tutti questi anni si può immaginare quanto è stato difficile e impegnativo, anche, il mai compreso lavoro dei colleghi dipendenti Caterina Lofano, Comasia Basta, Cosimo Tagliente, Antonio Palmisano, ai quali si sono aggiunti Piero Marangi e Maria Rosaria Schiavone e l’amico Piero Marzolla che a titolo gratuito non ha fatto mancare mai il supporto informatico.

Sin dall’inizio dell’avventura culturale sono stati fondamentali i sostegni della storica Società Umanitaria di Milano, i finanziamenti ministeriali, regionali e provinciali, le risorse attinte con progetti europei, redatti con l’ausilio della dott.ssa Marike dell’A.i.c.r.e., ( per anni presieduta dal presidente Punzi e a livello regionale dal Presidente Emiliano), la professionalità della collega dott.ssa Monica Albano della Libermedia e della dirigente regionale dott.ssa Mariella Anselmi. Qualcuna tra i presenti ricorderà un finanziamento di 20 milioni, che si moltiplicava come i pani e i pesci del Vangelo.

L’anno scorso Crispiano ha celebrato i 100 anni delle sua autonomia, per metà di questo secolo è stata la Biblioteca ad assicurare, insieme ad altri organismi associativi, sorti durante questo periodo, due funzioni importanti per lo sviluppo del paese: favorire la partecipazione dei cittadini e promuovere il territorio. Lavoro svolto, nel rispetto delle scelte politiche delle Amministrazioni succedutesi, nella maniera possibile e secondo le capacità personali di quanti hanno collaborato allo sviluppo dei settori Cultura e Turismo di Crispiano.

Per queste finalità, sin dai primi anni sono state costituite Commissioni consultive per la gestione della Biblioteca, per la scelta dei libri e per la formazione dei programmi culturali; costituite Sezioni di interesse ( Ragazzi, Cultura, Teatro, Fotografia, Giornalismo, Folclore e Storia Locale); sono stati svolti corsi di lingue, di informatica, di musica, di preparazione agli esami scolastici, con soddisfacenti risultati finali: mediamente 10 licenze scuola media e 20 maturandi all’anno; sottoscritte convenzioni con l’Università di Lecce per consentire agli studenti di svolgere in Biblioteca gli stage previsti nell’anno accademico.

Elio Greco con la figlia Cinzia

In Biblioteca sono sorte l’Arci e la Pro Loco, i cui promotori operavano, insieme a tanti altri, all’interno di essa. Una fucina di idee, un punto di riferimento collettivo, in cui il cittadino si ritrovava. Si è partiti da una situazione associativa limitata ma significativa: negli anni ‘60 a Crispiano erano presenti la Società Operaia di Mutuo Soccorso, le Congreghe, l’Associazione Combattenti e Reduci, l’Azione Cattolica e a dire il vero anche il “Crispiano” in Promozione.

Nel corso degli anni si è giunti ad avere circa 70 associazioni iscritte all’albo comunale.

Per il turismo, é stato attuato un progetto “Le Cento masserie di Crispiano”. Un progetto, frutto come già detto, di un duro lavoro della Biblioteca e di Gualdi, a cui é seguita la determinazione del Comune. Tutto questo ha fatto sì che il paese ha acquisito la meritata visibilità, uscendo da un ingiusto anonimato.

Spesso leggiamo sui giornali e vediamo in televisione servizi riguardanti il nostro territorio, la ristorazione in particolare. Il Corriere della Sera ha pubblicato un servizio il 18 scorso.

Ma ho detto prima che non sempre il lavoro si è svolto con la dovuta serenità. Ci sono stati a mio modesto avviso alcuni, non pochi, errori di valutazione politico-amministrativa, giunti all’apice quando, io ormai in pensione, si è arrivati a rinunciare alle preziose prestazioni di valide collaboratrici, anche in presenza della loro dichiarata disponibilità a svolgerle a titolo gratuito. Operatrici culturali che con la loro esperienza acquisita e con comprensibili integrazioni di nuovi volontari, sarebbero state certamente in grado di continuare ad assicurare i servizi essenziali avviati dalla Biblioteca. Neanche il deliberato, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale, di costituzione, come Sezione della Biblioteca, di una università popolare, in cui far confluire questi collaboratori, senza alcun aumento di spesa, è servito a garantire il necessario proseguimento dei servizi in atto. Si è preferito il cambiamento, ma il risultato è stato la distruzione dei servizi della Biblioteca di Crispiano, notoriamente apprezzata e premiata a livello provinciale, nazionale ed all’estero.

Mi viene in mente ciò che ha detto Manzoni

Non sempre ciò che viene dopo è Progresso”.

Evidentemente c’è stato chi non vedeva l’ora di liberarsi di loro e di un direttore che provocava “crisi amministrative”, “gestioni commissariali” e “turbative politiche” nelle maggioranze politiche che si sono avvicendate (illazioni, in verità, che mi hanno sempre fatto sorridere).

Finalmente, quindi, con il mio pensionamento è arrivato il momento della “liberazione”. Tolto il disturbo, non si è perso tempo, non soltanto ad eliminare le collaboratrici, ma anche il posto in organico di direttore della Biblioteca, negando ancora una volta ai giovani di partecipare ad un concorso, e al paese di continuare ad avere la figura professionale necessaria per il funzionamento dei due settori importanti per il nostro territorio, cultura e turismo.

Targa dell'Università ad Alberto Altamura
Valide risorse umane, per la nostra cittadina, che ho voluto impegnare in un nuovo progetto, non più pubblico, facendo tesoro della disponibilità, dichiarata, di queste ex collaboratrici, a cui si sono aggiunti altri volontari. E’ stata istituita, nel 2014, l’Università del “Sapere e del Tempo libero”, che ha iniziato il corrente anno accademico con la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante, nella omonima via del paese, e con la presentazione del libro di questa sera.
 
Michele Conserva-Mariangela Liuzzi

Una Università popolare istituita all’interno dell’Associazione di promozione sociale “Minerva” che si occupa della formazione dei ragazzi, di servizi alla persona, di trasporti e di assistenza scolastica, sempre più richiesta; regolarmente iscritta all’albo regionale, giunta al 7° anno di vita grazie all’impegno della direttrice Silvia Laddomada, della presidente dell’Associazione Mariangela Liuzzi, di numerosi soci e di mio figlio Gabriele, che questa sera sta curando la diretta su facebook, sul profilo “Minerva Crispiano”, ove sarà possibile rivedere tutta la presentazione.

Voglio ricordare ciò che mi ha scritto, poco prima di lasciare questa terra, uno dei primi collaboratori della Biblioteca, con il quale si svolgevano gli incontri con gli anziani del “Lunedì della Salute”, il dott. Martino De Cesare:

La mia rabbia- ha scritto - si chiude alla pagina 75 del tuo libro perché ho ricordato un episodio del mio curriculum studiorum quando dovetti affrontare l’esame di maturità. In quella, tu citi l’Enciclopedia Treccani, il suo prezzo e il suo acquisto, per il quale ti fu chiesto, chi mai l’avrebbe consultata; ebbene, ricordati che, uno di quelli che per primo lo fece, chiedendo il XXIV volume dell’Enciclopedia conservata allora al piano terra del Comune, fui proprio io e mi servì per svolgere la tesina di storia su Napoleone Bonaparte e la Rivoluzione Francese (quando l’Esame di Maturità era una cosa seria e molto impegnativa). Sono ancor oggi seccato però dal fatto che dovetti copiare ben 27 pagine, il tutto stando lì seduto su uno scannetto al freddo e in un ambiente senza suppellettili, un po’ umido (ricordi l’ambiente?) per alcuni giorni. La tesina fece furore. Questo è uno dei tanti ricordi che grazie a te e al tuo libro mi ha riportato a quei tempi in cui iniziava la bella avventura della Biblioteca “ Carlo Natale” e non solo”.

Il tuo lavoro non può non piacere e mi è piaciuto. Grazie e ciao. Nino De Cesare.”

In merito a queste polemiche o valutazioni, registrate sin dall’apertura della biblioteca, a cui ormai mi ero abituato, desidero ricordare che l’onorevole Liuzzi, di felice memoria, amministratore di opposizione per tanti anni, spinto da alcuni collaboratori poco accorti, ha cercato varie volte e in tutti i modi di contrastare l’attività della Biblioteca, ed in particolare la mia azione di direttore, scambiata per strategia politica, giungendo persino a sostenere denunce pubbliche e giudiziarie presentate da parte di suoi rappresentanti politici (lui, persona intelligente non sarebbe mai giunto a tanto), ma è stato lo stesso Liuzzi, poi da Sindaco, con la sua onestà d’intenti, il solo a riconoscere, in diverse occasioni, pubblicamente e per iscritto, di essersi sbagliato e di attestare il prezioso lavoro svolto dalla Biblioteca, dal suo direttore e da precedenti Amministratori.

Durante il suo doppio mandato amministrativo sosteneva e si dichiarava orgoglioso della Biblioteca di Crispiano.

Mancini, primo sindaco, considerava la nascente nostra cittadina come luogo ameno, con l’aria salubre, adatto a trascorrere momenti di relax e salutari dei tarantini, grazie alla macchia mediterranea che copre la collina a nord, e l’aria marina proveniente a sera da sud. Nei suoi scritti, ahimè, anche lui, a 5 anni di amministrazione, nel 1925, scrive:E qui devo con gran rincrescimento dire che tanto la lapide per l’inaugurazione del telegrafo, quanto quella per il ricordo della mostra, ed i relativi documenti o grafici esposti in detta mostra e che poi furono esposti definitivamente nelle diverse sale del comune, furono poi gettati alla rinfusa in uno dei magazzini comunali, dagli amministratori, che seguirono la prima civica amministrazione, molto occupati. E ora mi auguro formulare il voto che, qualche nuovo amministratore comunale, meno occupato dei precedenti, possa perdere del tempo, per dedicarsi a rimettere in vista documenti, che parlano di vari secoli della civiltà del paese”.

Nell’opuscolo di Mancini “Origine e vicende del Comune di Crispiano”, si legge ancora: ”…Svegliarsi ed avere la sua storia, per spingere all’incivilimento la popolazione, poiché ove è storia é civiltà. La speranza di non aver fatto opera vana ed inutile per gli studi storici locali, rilevando le antiche origini di Crispiano e riportando minutamente lo svolgimento delle diverse pratiche, svolte per circa un trentennio, per giungere alla sua autonomia amministrativa, è certo il miglior compenso morale al quale possa aspirarsi…”. 

Foto Tria

Una speranza, che nutro anch’io, dopo aver cronologicamente documentato cinquant’anni di storia della Biblioteca di Crispiano, sviluppata nell’ambito dell’attività amministrativa del Comune, vedendo - come dice Seneca- “che mi è accaduto ciò che capita ai libri rimasti chiusi per troppo tempo e le cui pagine si sono incollate: bisogna, per così dire, srotolare la memoria e, di tanto in tanto, scuoterne via tutto quello che vi si è depositato”.

Gruppo Collaboratori. Costituzione Università "Minerva"

Sono trascorsi 20 lustri dall’autonomia, abbiamo appena celebrato il centenario in compagnia del covid-19, sarebbe stata l’occasione per prendere atto, insieme a tutti i componenti amministrativi, politici, associativi, sindacali, di categoria, scolastici e religiosi, rappresentati nel Comitato appositamente costituito dall’amministrazione Laddomada, della situazione in cui, dopo 100 anni, si trova ancora la nostra cittadina: un PdF del 1974, senza un Pug, due torri abbandonate, che potevano essere validi emblemi del paese, pseudo-parchi non attrezzati, percorsi pedonali e ciclabili non realizzati, un centro benessere con l’acqua delle tre fontane, solo un ricordo, un canale Lezzitello coperto, che poteva essere rigenerato allo stato naturale e valorizzato come asse originario del paese con le grotte e la chiesa vecchia esistenti lungo il percorso, ville storiche demolite (per fortuna, in via Foggia, grazie ai proprietari, dott. Pasquale Mazza,ex villa Albano, Renzo Torelli/Anna Presciutti, ex villa Falcone e Bonafede Antonio,ex Villa Daddario, sono state salvaguardate tre belle abitazioni antiche. Anche in via Piave, pur attualmente disabitata, esiste ancora la storica villa Valente, di proprietà Calabrese Mimma, vedova Mario Pierri, dove alcuni anni ha soggiornato anche Alda Merini e dove tra l'altro sono nato io nel periodo in cui gli inglesi avevano ancora una postazione di avvistamento sulla Torre Cacace. Sono abitazioni dell'inizio del secolo scorso, dove famiglie benestanti tarantine trascorrevano maggiormente le loro vacanze estive),  forni e opifici distrutti, grotte carsiche abbandonate, anche queste solo oggetto di contesa tra i protagonisti della scoperta, mai candidate a progetti finanziabili dall’U.E., cappelle rurali, con preziosi affreschi, presenti nelle masserie ed in edicole sparse in paese e in tutto il territorio, ignorate o distrutte come quelle in via Taranto, un museo istituito nell’ambito della Biblioteca, avviato e poi destinato ad altri usi, un territorio con prodotti agricoli autoctoni pregevoli non valorizzati, due cantine sociali fallite e un oleificio salvato da privati, due scuole rurali all’ingresso del paese abbandonate, ancora utilizzabili come punto di informazione turistica per chi proviene dalla SS 172 Taranto-Martina e dall’autostrada, uscita Massafra. Elencare tutto è impossibile,mancavano solo, e sono arrivati, gli ultimi provvedimenti di eliminazione delle fiere, che mi auguro non vengano estesi ai mercati e alle feste tradizionali.

Anche le tante cose sui gemellaggi, che vengono dette in questi giorni, frutto della disinformazione, potrebbero serenamente essere chiarite, evitando incomprensioni con gli amici greci; mentre loro ci ricordano che quest’anno ricorre il 25° anno della sottoscrizione del giuramento, i nostri “amministratori molto occupati”, dice Mancini, operano inammissibili cancellazioni e duplicazioni di cartelloni d’ingresso al paese, che ignorano anche la funzione essenziale di dare il benvenuto ai forestieri.

Scelte sbagliate? 

Non è detto, ognuno tiri le sue conclusioni.

                               
Michele Annese


Ora non andate via, gli amici Vito Santoro e
Franco Mirabello vi offriranno un'ora di spettacolo musicale,

 
Santoro - Mirabello

 

 

 

 

 

 

 

 

durante il quale vi saranno cortesemente servite specialità

dell’Azienda Agrituristica Masseria Francesca e una pregiata uva

locale coltivata dall’amico Franco Caleandro. Grazie.   

                                                                                   


https://www.youtube.com/watch?v=Sf1xpbTTFbk

 

Annese - Tria

L'AMICO POETA NUNZIO TRIA HA SCRITTO:

"Il Sogno di un grande Uomo, MICHELE ANNESE,divenuto realtà culturale di un intero territorio:

“LA BIBLIOTECA DI CRISPIANO” –Documenti, testimonianza e foto di un’esperienza di promozione culturale, sociale e turistica nel territorio di Crispiano. 

Un libro da tramandare alle nuove generazioni.Il 29 settembre scorso, nel mirabile scenario della Masseria Francesca, l’Associazione Minerva, Università del Tempo Libero e del Sapere di Crispiano – TA, in collaborazione con la Casa Editrice Schena di Fasano – BR, ha presentato il libro "La Biblioteca di Crispiano" di Michele Annese.Ha coordinato l’evento, Franco Punzi, Presidente Fondazione “Paolo Grassi” di Martina Franca e Cittadino Onorario di Crispiano.Ha presentato l’Opera il Prof. Alberto Altamura, Storico, Dirigente Scolastico.Sono intervenuti: Silvia Laddomata, Direttrice Università “Minerva”;Loredanna Perrini, Presidente Consiglio Comunale Crispiano;Giuseppe Pietro Scialpi, già Sindaco di Crispiano;Angela Schena, Shena Editore.

Nunzio con la sig.ra Maria Angela Baraggioni nelle prime file
La serata si è conclusa con dei gustosi prodotti tipici offerti dalla Masseria e l’ottima musica dei maestri Vito Santoro e Franco Mirabello. “Un nutrimento d’anima e un paese al microscopio. Che un paese piccolo e giovane abbia una biblioteca, di migliaia di volumi (oltre 30.000) e una sua emeroteca, non è un’eccezione, ma un fiore nel deserto, già, perché il deserto ha il suo fiore, somigliante all’oleandro e chiamato “Rosa del deserto”, proprio perché, dando un tocco di bellezza al vasto nulla, gli dà anche un’anima.La Biblioteca di Crispiano è l’opus magnum di Michele Annese, pubblico funzionario, e dei sui collaboratori, musa ispiratrice e soprattutto nutrice la moglie Silvia Laddomata, professoressa di Lettere, cioè maestra nel leggere e nel descrittare tutti i moti d’animo della storia umana, individuali e, quindi, collettivi, perché le idee, una volta libere, fanno ripetere a ciascuno una eloquentissima frase di Nietzeche: <<Ho l’età dei miei maestri>>”…“Le pagine de LA BIBLIOTECA DI CRISPIANO contengono gli ultimi 50 anni di vita d’un paese incastonato nella murgia ionica, dal suo nascere, mettendo insieme e in successione masserie e case, persone e animali domestici, scuole e chiese, fino ad essere luogo identitario, com’è per gli abitanti di ogni paese italiano, in particolare del Sud. Però, ad eccezione del “signor me stesso”, di MICHELE ANNESE, delle sue peripezie persuasive e lavorative. Pudicamente innominate, come si addice a chi affida la sua memoria alle sue opere e per i suoi coevi e i suoi successori, alla sua Comunità”… (Tratto dalla presentazione al libro di Michele Cristella)"...