domenica 27 maggio 2018

Relazioni che aiutano a crescere

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Relatrice : dott. Iole Monacelli
Psicologa clinica e Psicoterapeuta sistemico relazionale
Responsabile area disabilità e Coordinatrice del centro diurno socio educativo e riabilitativo “Chicco di Grano 3”- Cooperativa PAM Service.







Le relazioni che il bambino instaura, fin dai primi giorni di vita, sono fondamentali per la sua sopravvivenza e potrebbero determinare la qualità della sua vita.

Con il termine “legame di attaccamento” si definisce un legame di lunga durata, emotivamente significativo, che il bambino stabilisce con una persona specifica, che solitamente coincide con la persona che si prende cura di lui, si prende cura costantemente dei suoi bisogni fisiologici e psicologici.

I. Monacelli-S. Laddomada
Secondo Bowlby il bambino fin dalla nascita attiva comportamenti, geneticamente determinati, definiti comportamento di attaccamento, atti a garantire la vicinanza fisica con l’adulto, condizione imprescindibile per la sua sopravvivenza.

La teoria dell’attaccamento si discosta dall’idea di Bowlby che avanzava l’ipotesi che esiste una sola figura di attaccamento , riferendosi maggiormente alla madre, motivando che può esserci da parte del bambino un attaccamento a figure diverse da quella materna, si pensi infatti ai bambini che spesso sono affidati ai nonni, baby sitter, educatrici di asilo nido; tali adulti svolgono diverse funzioni nei riguardi del minore, essi sono contemporaneamente compagni di gioco , sostituti materni/paterni, insegnanti ecc ecc.

Anche all’interno delle stesse famiglie dove ormai la divisione dei ruoli non è così rigida come in passato, dove molti padri trascorrono del tempo emotivamente significativo con il proprio figlio, il legame di attaccamento non è ad esclusivo appannaggio della madre.

Nella società odierna, quindi, il bambino può disporre di più figure di riferimento importanti che, a seconda del momento della giornata o delle circostanze, costituiscono una valida Base sicura.

Gli studi sull’attaccamento portano all’identificazione di 4 pattern principali di comportamento di attaccamento: sicuro- ansioso /evitante, ambivalente e disorganizzato.


Per facilità in questa relazione parleremo di attaccamento sicuro e attaccamento insicuro, evidenziando quali possano essere i fattori determinanti di questi due pattern.

Mediante una chiara ma allo stesso tempo parziale esemplificazione possiamo dire che:


L’attaccamento sicuro è caratterizzato da una figura genitoriale disponibile, incoraggiante, pronta a rispondere quando chiamata in causa per offrire un sostegno, ma che interviene attivamente solo quando è chiaramente necessario, in grado di promuovere l’autonomia del proprio figlio e di essere punto di riferimento (base sicura) nel momento del bisogno.

Quindi, una “madre” sensibile ai segnali del bambino, che risponde alle sue richieste, nei modi e nei tempi giusti (né troppo in ritardo, né anticipando le richieste), supportiva nei momenti di stress o difficoltà, costruisce col figlio un legame sicuro che favorirà lo sviluppo di un bambino curioso di esplorare, di conoscere, fiducioso e sereno.


Questo bambino sarà un adulto sicuro, con una buona autostima, che saprà fidarsi e saprà amare


All’opposto, l’attaccamento insicuro è contraddistinto da un genitore incerto, incoerente, criticante, ambivalente, iperprotettivo, che non può rappresentare un punto di riferimento stabile e disponibile per il figlio. All’estremo dell’iperprotezione, si trovano i genitori iperdeleganti che responsabilizzano in maniera eccessiva il bambino; in questo modo il figlio si trova a rivestire un ruolo genitoriale che non gli compete, ovvero a fungere da genitore del genitore (Miller, 1994).


Perciò, una madre imprevedibile nelle risposte al bambino, a volte pronta e a volte indifferente alle sue richieste, affettiva o rifiutante in modo scollegato dai bisogni del bambino, costruisce col figlio un legame insicuro-ansioso-ambivalente . Contribuirà allo sviluppo di un bambino che si percepisce vulnerabile, non in grado di affrontare da solo le difficoltà, non sempre amabile, arrabbiato.



Questo bambino sarà un adulto insicuro, con una scarsa autostima, che non saprà fidarsi.

Lo stile di accudimento, fondamentale per l’instaurazione di un legame, è quel tipo di comportamento , meglio definito stile genitoriale o stile educativo genitoriale, che il cargiver mette in atto nella relazione con il bambino.

Possiamo riconoscere 4 tipici stili genitoriali:


Autoritario
Il dibattito

dove il bambino è tenuto a rispettare le rigide regole imposte dal genitore la cui mancata osservanza comporta punizioni. Il genitore autoritario non riesce a spiegare le motivazioni per le quali il bambino dovrebbe rispettare le regole; comunemente risponde “perché lo dico io”. Si tratta di un genitore che ha elevate aspettative nei confronti del figlio, mentalmente rigido, inflessibile, esigente con sé e gli altri, insensibile ai bisogni del bambino, è incapace di fornire ascolto. Il genitore autoritario educa all’obbedienza al ruolo e si aspetta che ciò avvenga senza spiegazioni, offre pochi feedback, se non in termini critici e negativi, e un ridotto nutrimento affettivo. Le punizioni possono essere di tipo fisico o verbale

Autorevole

Il genitore è in grado di adattare, per mezzo del confronto e dell’ascolto, tali regole alle esigenze e alle richieste del minore. Quando il bambino non riesce a soddisfare le aspettative, il genitore offre nutrimento, conforto e perdono piuttosto che punizioni. Si tratta di un genitore capace di impartire poche ma chiare norme di comportamento con un atteggiamento non invadente né restrittivo.

Si tratta del modello educativo più adeguato poiché permette di fornire al bambino regole chiare, coerenti e adeguate al livello di sviluppo del figlio attraverso la spiegazione dei motivi per cui sussistono divieti o proibizioni. E’ un genitore aperto alla negoziazione e disponibile a mettere in discussione il proprio punto di vista. Le regole sono chiare ed applicate in modo coerente, ma allo stesso tempo possono essere negoziate, se ci sono valide motivazioni. Può far ricorso a punizioni (non fisiche) che vengono motivate dando al bambino la possibilità di replicare ed esprimere la propria opinione.

La dott.ssa Iole Monacelli
Permissivo

Si tratta di un genitore che ha aspettative basse nei confronti del figlio soprattutto in termini di maturità ed autocontrollo. Offre molto nutrimento affettivo ma spesso si relaziona al figlio più come amico che come figura genitoriale. E’ un genitore aperto al dialogo, affettuoso e reattivo ovvero in grado di soddisfare le richieste e i bisogni del bambino, senza però fornire molte regole e modelli di condotta.

La mancanza di richieste ed aspettative nei confronti del bambino, così come la mancanza di confini chiari in casa (adulto/bambino) può far si che il figlio cresca senza un forte senso di auto-disciplina. Recenti studi rivelano che lo stile genitoriale permissivo si lega al consumo di alcol fra minorenni o ad altri comportamenti a rischio come l'uso di droghe, la cattiva condotta a scuola e la mancanza di motivazione del perseguire obiettivi personali (motivazione allo studio). 



Trascurante

Si tratta di un genitore che soddisfa i bisogni primari del bambino ma è poco coinvolto nella sua vita e nella sua educazione, fa poche richieste e comunica poco. Fornisce cibo, riparo, ma poco calore emotivo. In casi estremi, può essere un genitore rifiutante o trascurare. Ha una scarsa reattività nei confronti dei bisogni del figlio, si mostra spesso indifferente alle sue richieste, sprezzante o addirittura completamente negligente. Non è in grado, per vari motivi (es. patologie psichiatriche, dipendenze, superlavoro) di essere una base sicura ed un punto di riferimento per il bambino.

I figli di genitori non coinvolti in genere mostrano non solo uno scarso rendimento a scuola, ma anche nelle altre situazioni della loro vita. Questi bambini tendono a mostrare i deficit cognitivi, nell'attaccamento, nelle competenze emotive e nelle abilità sociali. A causa della mancanza di reattività emotiva e amore da parte del genitore, da adulti possono avere difficoltà a formare legami affettivi. La totale mancanza di confini e di regole li induce a non imparare a tenere comportamenti appropriati nelle situazioni sociali (es. scuola). Da adulti, possono trovarsi a ripetere lo stesso modello di relazione con partner ed amici.


In conclusione possiamo dire che lo stile genitoriale incide profondamente sulla qualità delle relazioni che il bambino vive nel qui ed ora, ma è anche un fattore “predittivo” per la qualità delle relazioni future.

La dott.ssa Monacelli ha introdotto la relazione con la proiezione di alcune sequenze tratte da cartoni animati: "Sirenetta", "Chichen little", "Inside out", "Lilo e stich", "Alla ricerca di Nemo" e "Mulan"; sequenze relative ai diversi stili genitoriali. 






sabato 26 maggio 2018

L'ALBUM FOTOGRAFICO DI LIUZZI NELLA VETRINA DI "MINERVA"

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Augusto Liuzzi
















 
200 fotografie di Augusto Liuzzi esposte in una mostra, allestita dall’Associazione Minerva con il patrocinio gratuito del Comune di Crispiano, per percorrere la storia del paese. La preziosa collezione fa parte dell’album di famiglia, ed è stata messa a disposizione, in esclusiva, dell’organismo di volontariato “Minerva”, sorto nel 2014. Le immagini storiche di Crispiano, datate dal 1873 ad oggi, potranno essere liberamente visionate, in via Regina Elena n. 67(casa paterna di Liuzzi) sino alla mattinata del 2 giugno 2018 (ore 10,00-12,30), mentre negli altri giorni l’orario è dalle 18,00 alle 20,00 (tel. 3486711036).

L’organizzazione è stata curata dalle collaboratrici dell’Associazione Minerva:


Mariangela Liuzzi (Presidente), Silvia Laddomada (direttrice dell’Università del Tempo Libero e del Sapere), Loredana De Cesare, Antonella Annese, Emanuela Ancona, Maria Giuseppa e Teresa Montanaro, Raffaella Gelso, con il supporto tecnico di Gabriele Annese. Dopo il taglio del nastro, eseguito da Liuzzi, Laddomada ha indirizzato un saluto ai numerosi intervenuti e rivolto un plauso allo stesso Liuzzi per la passione con cui ha custodito le foto e l’entusiasmo e la cura meticolosa mostrati durante l’allestimento,
Grazia Ettorre con la figlia Mariangela
a cui ha validamente collaborato la moglie Grazia Ettorre, confezionando simpatiche coccarde con i colori dell’Italia e del Comune. Laddomada ha invitato i visitatori a guardare le foto con gli occhi della memoria, per far emergere alla coscienza eventi, situazioni, persone che in quelle strade abbiamo conosciuto nella nostra infanzia e nell’adolescenza e, andando indietro, immaginare la quotidianità dei nostri genitori nei cortili, negli angoli di alcune strade e nelle botteghe dell’epoca, la loro religiosità e ricordare le manifestazioni che hanno contribuito alla crescita sociale e culturale del paese.   Un grande merito di Augusto Liuzzi, crispianese settantatreenne, che ha lasciato Crispiano solo per il servizio militare a Palermo nel 1966, finito il quale ha svolto con grande capacità il suo lavoro di artigiano pavimentista sino al 1995 e poi di    vigilante sino al pensionamento.



Liuzzi osserva i primi visitatori della mostra
La passione per la raccolta di foto crispianesi è nata nel 2000, da allora ha reso la sua collezione, ordinata cronologicamente e con dovute annotazioni, sempre più ricca e interessante, grazie alle donazioni di famigliari e amici. Intanto è stato annunciato che l’incontro culturale settimanale dell’Università Minerva del martedì, si terrà nella sede della mostra, con l’intervento del prof. Pietro Speziale, che leggerà alcuni passi del libro “Ricordi di una vita”(Pezzini ed., 2016, pp.255) del cittadino crispianese Giovanni Battista Marangi, ora residente a Torre del Lago Puccini (Lucca), riguardanti Crispiano nel secolo scorso; opera curata dalla nipote Palma Lisa Giuliani. 

                                                                                                              Michele Annese