martedì 18 dicembre 2018

CENA SOCIALE CON TOMBOLATA A "TUTTOBUONO"

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I soci e gli “amici” all’Università del Tempo Libero e del Sapere “Minerva” si sono dati appuntamento nel ristorante “Tuttobuono” di Crispiano, non per un incontro culturale, ma per incontro gastronomico. “La cultura arricchisce sempre” è lo slogan dell’Università, ma in prossimità del Natale, anche sedersi tutti intorno a un tavolo e condividere una cena sociale e una tombolata, ha avuto la sua valenza culturale: è stata una gradita occasione di socializzazione e di consolidamento di una sincera amicizia, tra gli assidui frequentatori degli incontri settimanali e nuovi amici. Alcuni amici e collaboratori assidui erano assenti per giustificati motivi, ma presenti nel pensiero di tutti.
Negli intervalli della cena sono stati organizzati dei giri di tombola, gioco tradizionale, ma che contribuisce tanto a creare la giusta atmosfera natalizia.
Ristorante-Pizzeria "Tuttobuono"
Non sono mancati i premi per i fortunati vincitori, ma alla fine anche i non fortunati hanno ricevuto un premio di consolazione.
A sorpresa, il proprietario del ristorante, Pino Russano, che ha collaborato all’iniziativa, ha offerto, con estrazione a sorte, un buono per una cena per due persone.
Il nostro progetto è quello di offrire l’opportunità di ampliare i propri orizzonti culturali, di arricchire il bagaglio delle proprie conoscenze, con conversazioni e relazioni nell’ambito umanistico, scientifico e pratico.
A tutti, l’augurio di trascorrere un sereno periodo di feste natalizie.
Riprenderemo i nostri incontri a gennaio.
                                                                 Silvia Laddomada
 
SU MINERVA NEWS (SITO:associazioneminervacrispiano), "Il fascino, la spettacolarità del presepe" di Franco Presicci.

giovedì 6 dicembre 2018

I DONI DI DEMETRA, TRA PRATO E SOTTOBOSCO

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Nell'incontro culturale si è parlato di prodotti alimentari che la natura copiosamente e spontaneamente ci dona in questa stagione: erbe selvatiche e funghi.                               L'agronomo Cosimo Clemente ha offerto l'opportunità di imparare a conoscere queste prelibatezze, a selezionarle e a gustarle.
Non poteva mancare la notizia o la riflessione culturale, come é d'obbligo in questi incontri. I funghi sono considerati oggetti misteriosi, perché sono vegetali che non possiedono radici, né foglie, né fiori, né clorofilla. Il fungo ha sempre interessato l'uomo, fin dai tempi più remoti. Per gli Egiziani i funghi erano "erbe dell'immortalità", "figli degli Dei", mandati sulla terra attraverso i fulmini, per questo solo i Faraoni potevano mangiarli. Altre leggende si soffermano sugli effetti velenosi o allucinogeni dei funghi. Secondo una leggenda cristiana delle origini, i funghi sarebbero nati dalle briciole di pane cadute in un bosco da due pagnotte, che Gesù e san Pietro stavano mangiando mentre camminavano nella foresta. Le due pagnotte erano una bianca e una nera, le briciole cadute, dettero origine ai funghi buoni e a quelli velenosi.
Molti sono gli studi sulle proprietà dei funghi, ma resta sempre il legame con vecchie tradizioni, miti e leggende che considerano il fungo come qualcosa appartenente ad un mondo misterioso, legato a fenomeni ultraterreni e a forze sovrumane. La raccolta delle erbe spontanee commestibili é antica quanto l'umanità. All'inizio della preistoria gli uomini erano nomadi, cacciatori e raccoglitori si muovevano in cerca di cibo; molto più tardi si é passati all'allevamento e alla coltivazione, quindi non più tribù di nomadi, ma piccoli villaggi di famiglie stabilmente dimoranti in un territorio. Nei paesi industrializzati sono andate perdute molte delle tradizioni che nei secoli avevano caratterizzato popoli e culture.
Tra queste, la tradizione del saper riconoscere e cucinare le erbe selvatiche commestibili. Questa pratica é andata perduta sia per l'enorme disponibilità di cibo dovuto alla meccanizzazione delle attività agricole, sia per fatti culturali. Raccogliere erbe campestri e cibarsi di esse, venivano considerate un'abitudine dei poveri, per cui le nuove generazioni del dopoguerra non hanno voluto apprendere questo genere di sapere dei contadini. Nel corso dei secoli l'utilizzo é aumentato, purtroppo, nei periodi di carestia, segno che a questa alimentazione si ricorreva nei momenti di necessità. Oggi la ricerca scientifica ha confermato l'utilità delle erbe spontanee addirittura per la prevenzione di alcuni disturbi.
Oggi i cibi e le pratiche contadine sono percepite come più genuini, rispetto a quelli industriali; ecco perché "le verdure di campagna" tornano sui banchi dei mercati, nei menù di ristoranti di nicchia e sulle tavole di chi pratica la raccolta diretta - Vecchie erbe commestibili dalle benefiche proprietà per la salute. Attraverso la pratica della raccolta spontanea, si sperimenta il contatto diretto con la natura, si risveglia un sentimento di rispetto reverenziale per Madre Terra, che dona alimenti ai suoi figli, verdure e funghi in queste fredde stagioni.
Ci si rende conto di quanto amore la Natura é in grado di offrire, anche in piena epoca tecnologica. Madre Natura, quindi.
Non si puo' fare a meno di ritornare agli antichi miti, raccontati dai nostri antenati, in epoche remote, quando ancora non si conosceva la scrittura e i racconti venivano tramandati oralmente. Si parla di un'età mitologica, lontana, fantasiosa. Ma perché i miti? Il mito é una narrazione sacra, nasce dal bisogno dell'uomo primitivo di trovare una spiegazione a fenomeni naturali (la pioggia, il fulmine, il giorno e la notte, le stagioni) oppure dal bisogno di rispondere ai tanti interrogativi sull'esistenza e sul mondo. Racconti che prevedono l'intervento di figure antropomorfe, cioè di esseri aventi sembianze umane, ma considerati eroi, semidei, dei, esseri immortali e onnipotenti, che hanno compiuto azioni fantastiche, modificando il mondo degli uomini con il loro intervento. Abbiamo citato Demetra. Demetra ( o Cerere per i Romani) era la sorella di Zeus (Giove per i Romani), dea della fertilità dei campi. Per i Greci era la divinità che aveva insegnato agli uomini l'agricoltura, favorendone il progresso. Era la Madre Terra, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte.
Demetra e Persefone
 



















Il più importante mito legato a Demetra é la sua relazione con la bellissima figlia Persefone (Proserpina per i Romani). La giovane dea mentre giocava con alcune ninfe sulle coste della Sicilia (lago di Pergusa, oggi Siracusa) fu rapita da Ada, dio dei morti (Plutone per i Romani) e divenne la dea del mondo sotterraneo. Demetra punì le ninfe che non si erano opposte al rapimento, trasformandole in sirene, e poi, disperata cominciò ad andare in cerca della figlia perduta. La vita sulla terra si fermò, niente più raccolti, niente più fioritura, niente più stagioni, una vera carestia. Gli uomini, affamati, protestavano, alcune divinità, impietosite si rivolsero a Zeus perché convincesse Ada a restituire Persefone a sua madre. Ade però, prima di farla ritornare sulla Terra, aveva invitato Persefone a mangiare sei, sette semi di melograno, il cibo dei morti.
Così ella aveva infranto il digiuno, di regola negli Inferi, per cui Ade la costringeva a ritornare nel mondo sotterraneo, alcuni mesi all'anno, da 6 a 7, quanti i semi mangiati. Persefone uscì dagli Inferi, riabbracciò sua madre, la terra rifiorì e le piante crebbero rigogliose, ma solo per 6-7 mesi all'anno, all'inizio dell'autunno Persefone ritorna tra le ombre dell'aldilà. La terra ridiventa spoglia e infeconda, la vegetazione ingiallisce e muore. Ecco il mito che spiega la variazione delle stagioni. Cosimo Clemente ha quindi invitato i presenti a selezionare le verdure, da lui raccolte, e poi ha illustrato le loro caratteristiche, le loro virtù benefiche. Interessante poi la presentazione dei funghi, anche qui una copiosa quantità di diversi esemplari, descrivendo per ognuno forme, colori, tipi di terreno in cui nascono.                                                                Non sono mancati suggerimenti e semplici ricette per gustarli al meglio.                                               Infine, plaudendo alla disponibilità e generosità del relatore, tutti hanno portato a casa una porzione dei doni di Demetra.
                                                                     Silvia Laddomada

SUL SITO MINERVA NEWS - "I TUMORI DELLA MAMMELLA" DI ALDO CAPOZZA.

sabato 1 dicembre 2018

“Tumore della mammella – prevenzione, cura e aspetti psicologici”

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Questo il tema dell’incontro settimanale dell’Università “Minerva”, organizzato in collaborazione con l’Ambulatorio specialistico “Crispiano Medical Center (C.M.C.) di Tiziano Solito.

Laddomada-Capozza-Arena



Relatore il dott. Aldo Capozza, medico specialista

Chirurgia generale, Senologia e Malattie dell’apparato

digerente.

Laureato a Pisa, specializzato in Senologia a Modena, 

Capozza ha lavorato, come chirurgo, agli ospedali di 

Taranto e di Martina. 

Ora a Crispiano, presterà, presso il C.M.C., la sua

opera di Senologo.




(Silvia Laddomada) - “Mi auguro che questo incontro sia a voi gradito, nonostante la modesta sala, sia per la ricchezza delle informazioni che metteremo tutti nello zaino, sia per la soddisfazione di ascoltare un relatore che, vi assicuro, saprà conquistare l’attenzione e la fiducia di tutti.

Tiziano Solito-Laddomada-Capozza-Arena
Un medico specialista competente, che ha fatto della sua vita una missione, con un brillante percorso professionale. Siamo qui questa sera grazie alla generosa disponibilità dell’ambulatorio specialistico C.M.C. di Tiziano Solito, che ha sponsorizzato questa meritevole iniziativa. Il dott. Aldo Capozza ha cominciato proprio a Crispiano la sua esperienza di medico e dopo 45 anni, in vista ormai del suo collocamento a riposo, tornerà a Crispiano con un ambizioso progetto: promuovere a largo raggio l’informazione medico-scientifica e sensibilizzare ad una maggiore attenzione alla prevenzione e alla cura delle patologie. Una scelta che ci fa sentire orgogliosi, come crispianesi e come promotori dell’Università del Tempo Libero e del Sapere “Minerva”. Tutti i cittadini hanno diritto a ricevere le migliori cure, sempre e in ogni parte d’Italia. Diritto che, con la grossa crisi di organico che stanno vivendo le strutture sanitarie pubbliche, è a grave rischio. Ben venga quindi una formazione personale basata su conoscenze certe, in alternativa a tante forme di conoscenze ingannevoli che passano attraverso i social e che generano pregiudizi deleteri per il benessere psico-fisico individuale. Oggi che statisticamente la vita si è allungata, occorre garantire un corretto miglioramento del proprio stile e assicurare “più vita agli anni”. 
Silvia Laddomada-Aldo Capozza-Anna Arena
Io come direttrice dell’Università “Minerva” esprimo ufficialmente la gratitudine di tutti noi per il sostegno del C.M.C. e per la collaborazione che il dott. Capozza avvierà con noi. Sarà un valore aggiunto all’attività iniziata 4 anni fa, con incontri culturali e formativi settimanali in cui sono state trattate tematiche letterarie, storiche, giuridiche, artistiche, informatiche, religiose e sanitarie. In questo anno accademico siamo ben lieti di avviare uno specifico percorso medico sanitario, a scadenza mensile, che vedrà alla regia il dott. Capozza e come attori protagonisti medici di varie specializzazioni, ma anche oratori di indiscussa referenzialità. Il dott. Capozza, come sappiamo, ci parlerà del male del secolo, con una delicatezza e naturalezza come lui sa fare, e concluderemo con l’intervento della psicoterapeuta dott.ssa Anna Arena, valido supporto nella cura della patologia e nel sostegno a chi ha a cuore la salute dei proprio cari. Grazie”.

Davanti ad una sala gremita di ospiti, anche provenienti dalla provincia, il dott. Capozza ha esordito salutando il suo maestro dott. Pasquale Bruno, ha ringraziato tutti i presenti ed ha ricordato la memoria di Uccio Capani e Enzo Rinaldi (zio Enzo), amici degli anni di inizio carriera a Crispiano. Ha poi introdotto il tema della serata affermando che il tumore è la patologia del secolo, che può colpire a qualsiasi età; c’è senz’altro una predisposizione famigliare, ma è necessaria la prevenzione, che passa attraverso la conoscenza e l’attuazione di un corretto stile di vita, per evitare che la patologia degeneri e poi si affronti il difficile viaggio della speranza, non condiviso dal relatore. “Veronesi ha detto che abbiamo sconfitto il cancro, io non voglio smentirlo, ma ciò è possibile solo se le cose vengono fatte per bene e da persone esperte”.
Intanto bisogna ricordare che i più comuni fattori di rischio sono: alcol, fumo, vita sedentaria, obesità, eccesso di insulina, pillola anticoncezionale, prima mestruazione al di sotto dei 12 anni, assenza di gravidanza, alimentazione scorretta (preferibile quella mediterranea). E’ utile anche correggere alcune abitudini: niente cosmetici, deodoranti, profumi, basta un semplice sapone neutro per lavarsi; la biancheria intima da preferirsi è in cotone bianco. Ma ovviamente “il troppo stroppia”, quindi se ci si alimenta con moderazione, ci si può concedere sempre qualche soddisfazione gastronomica, o qualche capo di abbigliamento intimo più colorato e civettuolo. E’ molto utile l’attività fisica, non necessariamente in palestra, è molto salutare un giro in bicicletta all’aria aperta, o una piacevole passeggiata: 5000 passi al giorno sono sufficienti. Prevenzione è anche rapporto di fiducia col medico. Già intorno ai 30 anni, la donna deve fare una visita senologica, prima di avvertire qualche sintomo. Spetta al senologo correggere lo stile di vita della paziente, dando semplici consigli, e indirizzandola verso una mammografia annuale e, quando è necessario, ricorrere alla risonanza magnetica e alla microistologia, per conoscere il tipo di displasia da cui la donna è stata colpita. Avuta la diagnosi, senologo e oncologo devono insieme studiare il caso e, se necessario, procedere con l’intervento.
Intervento del Cons. regionale Renato Perrini
Il dott. Capozza si è dichiarato contrario alla mutilazione completa della mammella. Un “medico esperto”, che si impegna a “fare le cose per bene”, si avvale dell’evoluzione della terapia chirurgica e procede con la quadrantectomia, cioè il taglio interessa solo un quadrante della mammella, e attua subito la ricostituzione del seno. “Personalmente – ha detto il dottore – ritengo di ridurre il danno il meno possibile, al fine di non mortificare la donna, colpita nel suo io due volte: la malattia e la mutilazione. Ritengo che in questi casi il medico non debba trincerarsi dietro un camice bianco, ma debba seguire h24 la propria paziente, instaurare con lei un rapporto di fiducia e di amicizia, che vada al di là della sala operatoria e della struttura ospedaliera, perché la donna deve capire che nulla è cambiato nella sua vita famigliare e di coppia. E’ necessaria quindi la vicinanza dei medici, anche nel cammino di ripresa, affinché la terapia post-operatoria sia seguita scrupolosamente. La serietà e la sensibilità del comportamento del personale medico, la prevenzione, il tempestivo intervento hanno portato all’85% la percentuale della sopravvivenza post-operatoria”. Il dott. Capozza ritiene però necessario anche un supporto psicologico per la donna e per le persone a lei care.
La Psicoterapeuta Anna Arena
E’ quindi intervenuta la dottoressa Anna Arena, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, che ha posto all’attenzione dei presenti i complessi meccanismi emotivi che si manifestano nel comportamento della donna, che ha visto sconvolta la propria salute e menomata la sua femminilità. C’è in tutte uno stato di disorientamento – ha detto la dottoressa – una confusione, un’angoscia, un’ansia, ma anche tanta tristezza per ciò che ha subìto e a volte tanta rabbia per l’ingiustizia: “accade proprio a me?”, come se le cose brutte dovessero accadere solo agli altri. C’è poi la donna capace di superare lo shock emotivo, capace di gestire le emozioni negative, protegge dal dolore le persone care, è portata a negare, o almeno a evitare di parlare di sé e della sua condizione. In entrambi i casi il livello emotivo è alto: occorre prenderla per mano, sia quando si rassegna passivamente, credendo di essere impotente e dipendere sempre dagli altri, sia quando cerca di essere combattiva, di aiutarsi da sola. Bisogna capire che la mutilazione, parziale o totale, provoca comunque un cambiamento nella donna, sia fisico che psichico: la perdita dei capelli la mortifica, la porta alla perdita del senso di sé, al disgusto per il proprio corpo, alla vergogna, all’ansia, alla depressione. Con l’aiuto di figure di supporto, la donna deve imparare a gestire le emozioni negative, ad accettare le paure, le ansie, a superarle e andare avanti. 

L'Assessore Aurora Bagnalasta
Anche il partner, in queste situazioni, ha bisogno di supporto psicologico. Può succedere che il cambiamento fisico della donna non venga accettato, per cui si crea un circolo vizioso, pericoloso per la vita di coppia. Infatti la donna è portata ad esprimere facilmente le emozioni negative, l’uomo è più propenso a sfuggirle, questo può influire nella donna, che si sentirà incompresa e tenderà ad esprimere più visibilmente le sue paure, mentre l’uomo sembrerà sempre più lontano. La soluzione è quella di imparare, con l’aiuto di esperti psicologici, ad affrontare insieme la malattia, a superare il disagio e ricomporre l’armonia famigliare. Erano presenti all’incontro l’Assessore comunale alla Cultura e ai Servizi Sociali Aurora Bagnalasta e il Consigliere regionale Renato Perrini, che ha ricordato il suo impegno per le strutture ospedaliere e in particolare per rafforzare il ruolo di polo oncologico dell’Ospedale Moscati (Ospedale nord), auspicando anche la presenza, in tutti i servizi pubblici sanitari, di professionisti psicologi.