Pausa estiva per l'anno accademico
2021-2022 dell’ Università del Tempo Libero e del Sapere
"Minerva". “Un
anno proficuo, - ha
sottolineato la direttrice Silvia Laddomada - grazie
soprattutto ai relatori che volontariamente hanno accettato di
condividere col gruppo il proprio impegno di studio e di ricerca per
intrattenerci con conversazioni culturali”.
Un
anno dedicato in modo particolare alla celebrazione dei 700 anni
dalla morte di Dante Alighieri,con relazioni e commenti delle prime
due Cantiche (dopo il 9° canto del Purgatorio è iniziata la pausa
estiva e si riprenderà a settembre). Inoltre è stato
Artistica riproduzione in legno della sagoma
di Dante, con la sua Opera in mano, realizzata
dall’artigiana-pittrice Pamela Miola,
realizzato
un calendario celebrativo 2022, con disegni originali della socia
prof.ssa Anna Presciutti e un percorso, nelle vie adiacenti il
centro, con quadri riproducenti versi di Dante Alighieri. Nella
piazza principale, un’artistica riproduzione in legno della sagoma
di Dante, con la sua Opera in mano, realizzata
dall’artigiana-pittrice Pamela Miola, accoglieva i visitatori.
Altre iniziative, accolte con grande interesse, sono state
l’istituzione di una mini biblioteca di libri, donati dai soci,
per incentivare la lettura e facilitare il prestito, l’escursione
culturale a Galatone (LE), per visitare il Museo delle macchine di
Leonardo, realizzate magistralmente dall’ing. Giuseppe Manisco,
allestito nelle sale del palazzo marchesale di Acaya, vicino al
santuario del SS. Crocifisso.
Escursione culturale al centro storico di Lecce
Nel pomeriggio, visita al centro
storico di Lecce. Per il nuovo anno accademico, la direttrice
Laddomada confida nella collaborazione di tutti per le tante
iniziative da concretizzare, esprime l’augurio che si ritorni
nuovamente, tutti insieme, in presenza “per
avere la possibilità di socializzare, rafforzare le amicizie e
trascorrere serenamente qualche ora, lontani dalla routine
quotidiana”. Augura a
tutti una buona estate e nel dare appuntamento a settembre, invita
gli amici dell'Università a partecipare in numero maggiore, e a non
limitarsi a seguire on line.
Attraverso
il modello attuale di sviluppo consumistico, il settore della
pubblicità è venuto ad occupare un posto di primo piano, anche in
maniera invasiva. Negli spazi urbani, soprattutto nelle grandi città,
il fenomeno è dilagato in un vero e proprio far West di
inseminazione della cartellonistica stradale, culminante nei mega
cartelloni e insegne ingombranti. Raramente la disposizione di questi
è discreta e rispettosa dell’equilibrio armonico del luogo.
Spesso
con la loro mole ostruiscono il panorama e alterano il paesaggio,
chiudendo alla vista scorci di valore affettivo e storico. <<La
repubblica… Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico
della Nazione” (art. 9 Costituzione italiana);
<<Ci
sforziamo di adattarci all’ambiente, e quando esso è disordinato,
caotico o saturo di inquinamento visivo e acustico, l’eccesso di
stimoli mette alla prova i nostri tentativi di sviluppare un’identità
integrata e felice>> (Papa Francesco, Laudato Si’ ,
147).
Nelle
nostre città ci sono tabelloni pubblicitari non utilizzati; altri
dove la pubblicità resta affissa per mesi anche dopo la conclusione
dell’evento che annuncia; pali, supporti e telai di insegne vuote.
C’è
bisogno di un criterio univoco e normativo, che tenga conto della
salvaguardia del decoro urbano, nella disposizione delle insegne
della pubblicità lungo le strade e nelle piazze.
La
concessione da parte del Comune presenta dei limiti: per
l’individuazione degli spazi, si agisce talvolta su informazioni
incomplete o superficiali, tratte da una mappa catastale o stradale,
pensando magari a una opportunità per le entrate della tassa
relativa.
Spesso
l’impianto di tabelloni e cartelli è frutto di abusivismo
pubblicitario.
Piantiamo
alberi invece di tabelloni
Eliminiamo
quella selva ingombrante di pali e supporti che inquina la visuale e
intralcia pure i camminamenti dei marciapiedi e gli accessi ai
passaggi pedonali.
<<
“Gestione dei paesaggi” indica le azioni volte a garantire il
governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue
trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici
ed ambientali>> (art. 1, Convenzione Europea del Paesaggio,
Firenze 20 ottobre 2000).
Curiamo
il verde pubblico e scegliamo le piante con un criterio
professionale, non con piantumazioni dettate dall’emotività e
dalla moda. Facciamo una manutenzione degli alberi ad arte; decoriamo
le strade con alberature dove non sono di intralcio.
Amministrare
con oculatezza lo spazio pubblico in cui si vive ogni giorno,
significa renderlo il più possibile a dimensione umana: accogliente,
ordinato e funzionale.
<<E’
necessario curare gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti
di riferimento urbani che accrescono il nostro senso di appartenenza,
la nostra sensazione di radicamento, il nostro “sentirci a casa”
all’interno della città che ci contiene e ci unisce…>>.
(Papa Francesco, Laudato Si’ n. 151)
Quello
di saper coniugare le esigenze commerciali e pubblicitarie di una
comunità con l’assetto urbano, non è una questione meramente
tecnica o di settore ma è una questione politica.
Quella
politica della città che si sforza di avere una visione attenta ed
“ecologica” dei luoghi, scevra di destinazione ideologica di siti
e strutture, dotata di conoscenze, competenze e buon senso, per poter
realizzare il meglio.
Crispiano
(TA) 30/06/2022 Antonio Conte
già
amministratore e consigliere comunale
NON C’È PIÙ TEMPO DA
PERDERE
I
cambiamenti climatici stanno sconvolgendo le stagioni.
Questa estate 2021: mai così caldo torrido, afoso e prolungato,
temperature elevate anche di sera, con ricadute negative sulla vita.
Un fatto che cambia decisamente l’assetto climatico europeo e del
sud Italia e crea grosse preoccupazioni. Alcuni territori della
Calabria e della Puglia, oltre alla Sicilia, sono interessati da un
clima subtropicale anziché mediterraneo. In Italia e in Europa sono
diventati frequenti gli eventi metereologici estremi, con trombe
d’aria e intense precipitazioni e allagamenti disastrosi, con danni
ingenti alle strutture e perdite anche di vite umane. Lo attestano
gli eventi verificatisi in questi giorni a Catania e provincia.
Il
circolo vizioso del consumo e dell’inquinamento
Capita
spesso di assistere a una serie di cattive abitudini, nonostante
l’emergenza climatica e sanitaria. Gli esempi non mancano: davanti
all’ingresso di un esercizio commerciale c’è un’automobile in
sosta col motore
acceso che diffonde
nell’aria un odore tossico e pungente: dentro c’è una persona
che aspetta, mentre il coniuge è dentro a fare la spesa;
l’automobile ferma sul lato della strada, con il conducente che
parla al cellulare; mentre si aspetta al passaggio a livello: in
tutti questi casi il
motore resta acceso,
a volte anche per lungo tempo.
Se
si riflette, oltre all’inquinamento dell’aria c’è un notevole
spreco di carburante: per una nazione che importa l’80% del
petrolio, utile per il proprio fabbisogno, tutto questo è
irragionevole. Eliminando questi sprechi attraverso una campagna
informativa permanente e persuasiva, l’Italia sarebbe meno
dipendente energicamente e con l’aria più pulita. In Italia ci
sono 66.000 morti prematuri l’anno per patologie conseguenti alle
alterazioni ambientali; l’Italia ha sforato i limiti delle polveri
sottili ed è
stata multata dalla U.E. per un miliardo di euro (dati dell’Agenzia
per la Protezione Ambientale).
Invece
continuiamo ad immettere in atmosfera quantità enormi di sostanze
inquinanti, tra tutte l’anidride carbonica prodotta dalla
combustione di carbone, gas e petrolio. Ad esempio, il conseguente
innalzamento della temperatura fa aumentare il consumo di energia
elettrica per alimentare i condizionatori d’aria; fa aumentare il
consumo di acqua per uso domestico e agricolo.
Secondo
l’Organizzazione mondiale della sanità,<<…l’inquinamento
atmosferico è un rischio
per la salute che causa circa 7 milioni di morti premature all’anno,
di cui circa 400.000 in Europa. Con
la riduzione della presenza di inquinamento sarebbe possibile ridurre
la mortalità derivante dall'aria inquinata fino all'80%>>(da
Quotidiano
sanità,
5/10/2021). Per
la pandemia da Covid 19 è stato comprovato che, laddove l’ambiente
è più inquinato si sono manifestati più contagi e malati con l’8%
in più di mortalità.
Non
c’è tempo
Non
ci accorgiamo in maniera quasi demenziale che siamo noi stessi, con i
nostri comportamenti sbagliati, a procurare questi danni alle nostre
stesse esistenze e a quelle degli organismi viventi, alterando
l’equilibrio dell’ecosistema terrestre che ha impiegato qualche
miliardo di anni per raggiungere un equilibrio perfetto, ma delicato,
secondo diversi fattori e combinazioni chimico-fisiche ben definite e
ponderate.
<<Il
clima è un bene comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello
globale, è un sistema complesso in relazione con molte condizioni
essenziali per la vita umana…L’umanità è chiamata a prendere
coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di
produzione e di consumo>>(Papa Francesco, Laudato
sì, n. 23).
La
UE con il piano di azione Green
Deal si prefigge
l’obiettivo di una economia a impatto climatico zero entro il 2050.
Alla Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico
(COP26), che si tiene a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre, si
discute degli impegni presi dai Paesi partecipanti per ridurre le
emissioni globali di gas serra. L’obiettivo è quello di mantenere
l’aumento globale della temperatura al di sotto di 1,5 gradi entro
la metà di questo secolo.
<<…
L’ultimo Gruppo intergovernativo dell’ONU sui Cambiamenti
climatici ha dichiarato che, per raggiungere gli obiettivi sul clima,
dobbiamo realizzare riduzioni immediate, rapide e significative delle
emissioni… non c’è
tempo... Lo ha
dichiarato il premier Mario Draghi… al termine del vertice EUMED di
Atene>> (Redazione ANSA settembre 17, 2021 – News).
Dal
16 al 22 settembre si è svolta la Settimana Europea della Mobilità,
da vent’anni istituita dall’UE, che invitava i cittadini a
lasciare le auto e i motorini quando non necessario, per spostarsi
nei centri abitati, andando a piedi o utilizzando la bicicletta, con
lo slogan Muoviti
sostenibile… e in salute.
Bisogna
che ogni Comune italiano e le Regioni mettano in atto strategie
comunicative e organizzative perché la popolazione si senta
coinvolta, incentivando comportamenti
e stili di vita incentrati sulla sobrietà dei consumi energetici e
contro ogni tipo di spreco.
Diverse città da tempo hanno realizzato piste ciclabili, ma serve
ristabilirela fiducia nel
trasporto pubblico e la mobilità a basse emissioni, con ulteriore
supporto e promozione.
<<Secondo
una indagine Coldiretti/Ixè … la maggioranza degli italiani si
dichiara disponibile a interventi radicali sul proprio stile di vita.
Ad esempio, sempre secondo Coldiretti, il 72% sarebbe disponibile a
ridurre gli spostamenti in auto, scooter e motocicletta>> (da
Avvenire
del 20 agosto 2021, pag. 3).
Le
continue manifestazione dei giovani, degli studenti del Fridays
for Future sono un
segnale emblematico della gravità della situazione. Essi ci chiamano
in causa per una drastica conversione dall’egocentrismo alla
solidarietà e fratellanza verso tutti; perché anche le generazioni
che verranno e le popolazioni povere, e più colpite dai cambiamenti
climatici, possano vivere e godere dei beni della propria terra.
Antonio
Conte (Associazione Agire
politicamente –
rete C3dem)
Dante
e Virgilio, insieme a Sordello, sono nella valle fiorita.
Sordello
ha consigliato ai due poeti di trascorrere la notte in quella valle,
perché non si può di notte salire sulla montagna.
Le
tenebre notturne sono un impedimento alla volontà di salire.
"Ma
vedi già come declina il giorno/ e andar sù di notte, non si
puote", dice Sordello.
Dante
tace, assiste al discorrere pacato dei due amici lombardi. Questo
buio che avanza fa forse venire in mente a Dante un altro buio, la
selva oscura, da cui Virgilio lo aveva portato fuori. Virgilio, la
luce della ragione.
Questo
buio non fa paura, Virgilio e Sordello ne parlano serenamente.
Dante
é chiuso nel suo silenzio, ma presente come protagonista. Nella
selva oscura Dante non sperava in un nuovo giorno, aveva bisogno di
Virgilio. Qui Sordello é sicuro: "là il nuovo giorno
attenderemo" dice.
E
avanza verso la valletta, dove c'é armonia di colori, di profumi, di
suoni. E' il vespero, e là siedono e cantano gli spiriti intonando
"Salve Regina", per ottenere protezione e salvezza.
I
toni forti Dante li ha usati per lanciare l'invettiva contro gli
uomini della Storia, contro i prìncipi, contro le condizioni
dell'Italia.
Ma
la narrazione degli eventi, nel Purgatorio, é sempre serena, pacata.
In
queste ore del tramonto, Dante é preso dalla nostalgia che colpisce
a quell'ora chi é lontano dalla propria terra.
Il
poeta esprime questa nostalgia con versi che sono tra i più celebri
del poema
"Era già l’ora che volge il disio ai navicanti e ‘ntenerisce il core lo dì c’han detto ai dolci amici addio;
e che lo novo peregrin d’amore punge, se ode squilla di lontano che paia il giorno pianger che si more;" .
(Canto VIII - vv.1-6)
(Si
faceva sera, l'ora che richiama il pensiero nostalgico dei naviganti
al giorno in cui dissero addio alle persone care - i dolci amici - ,
l'ora che intenerisce il cuore.
Era
l'ora che al novello pellegrino fa sentire più pungente l'amore, se
ode il suono di una lontana campana che sembra piangere il giorno
morente.)
All'improvviso
Dante sente che le anime intonano un altro canto liturgico e
rivolgono lo sguardo verso l'alto.
" e vidi uscir de l’alto e scender giùe due angeli con due spade affocate, tronche e private de le punte sue.
Verdi come fogliette pur mo nate erano in veste, che da verdi penne percosse traean dietro e ventilate.
L’un poco sovra noi a star si venne, e l’altro scese in l’opposita sponda, sì che la gente in mezzo si contenne."
(Canto VIII - vv. 26-33)
(due
angeli con vesti e ali di colore verde chiaro, ciascuno aveva in mano
una spada fiammeggiante e smussata. Uno si ferma in alto, quasi
vicino a noi, l'altro scende sulla sponda opposta, in modo da
controllare l'intero gruppo dei prìncipi).
Sordello
spiega a Dante che sono scesi per proteggere le anime ed impedire al
serpente tentatore di entrare in mezzo a loro.
I
due poeti scendono nella valletta, mentre le anime fanno silenzio, e
attendono spaventate. "Quell'esercito gentil che aspetta pallido
e umile", dice Dante.
Questa
angoscia che vince le anime forse é il castigo alle loro debolezze
terrene, il contrappasso, con cui la giustizia li punisce per la
facilità con cui si sono abbandonati agli interessi terreni, senza
saper resistere alla tentazione.
Verso
sera quindi la coscienza può addormentarsi, può ritornare il
ricordo dei successi terreni, quindi queste anime di negligenti,
devono vigilare, per allontanare questa tentazione, simboleggiata dal
serpente.
Mentre
si attende, Dante si accorge che una di quelle anime lo fissa con
insistenza, come se si conoscessero.
Avanzano
l'uno verso l'altro e Dante riconosce il "giudice Nin gentil",
Nino Visconti, il giudice di Gallura, conosciuto all'epoca della lega
dei Comuni Guelfi contro Pisa (1293), e si congratula con lui per la
sua condizione di salvato.
L'altro
gli chiede quando é arrivato, ma Dante precisa che é vivo, al che
Nino e anche Sordello fanno un passo indietro, sorpresi, smarriti, e
Nino subito condivide con un'altra anima la sorprendente notizia.
"L’uno a Virgilio e l’altro a un si volse che sedea lì, gridando: «Sù, Currado! vieni a veder che Dio per grazia volse»"
.(Canto VIII vv.
64-66)
(Sordello
si volse a Virgilio e l'altro si volse a un altro seduto vicino a
lui, dicendo:Corrado, vieni a vedere quello che Dio ha concesso a costui, per
grazia speciale).
Quindi
Nino, rivolgendosi a Dante gli chiede di ricordare alla figlia
Giovanna di pregare per la sua anima, e biasima il comportamento
della moglie, che si é risposata con Galeazzo Visconti di Milano.
Di
ciò, Nino sembra risentito, perché dice che alla morte della moglie
sulla tomba non sarà posto lo stemma della casata Visconti di Pisa,
ma quello della casata Visconti di Milano (la vipera).
In
realtà le cronache riportarono che furono posti entrambi gli stemmi.
Dante
sta vivendo tra cielo e terra: mentre osserva gli angeli, viene
attirato da Nino Visconti. Finito il colloquio, Dante torna ad
assistere a questo particolare momento.
"Da quella parte onde non ha riparo la picciola vallea, era una biscia, forse qual diede ad Eva il cibo amaro.
Tra l’erba e ‘ fior venìa la mala striscia, volgendo ad ora ad or la testa, e ‘l dosso leccando come bestia che si liscia."
(Canto VIII. vv.
97-102)
(Strisciando
tra le erbe e i fiori, dal lato dove la valle non ha il margine
rialzato, arriva il serpente, una biscia, forse simile a quel
serpente che nel paradiso terrestre diede a Eva il frutto, causa di
tante amarezze.
Il
serpente avanza tra l'erba e i fiori, volgendo il capo di tanto in
tanto e leccandosi il dorso, come la bestia che si liscia il pelo
sulla schiena).
In
un attimo gli Angeli mossero le ali, il serpente fu messo in fuga ed
essi ritornarono in Cielo.
(Allegoricamente
il serpente rappresenta quella nostalgia per l'esercizio del potere
nella vita terrena, una tentazione che assale le anime la notte,
contro cui vigilare, e gli angeli rappresentano la grazia, che giunge
pietosa in aiuto a chi chiede soccorso, ecco i canti intonati poco
prima).
Quando
l'assalto diabolico sfuma, prende risalto la figura di Corrado
Malaspina.
Quest'anima,
durante l'arrivo del serpente, la sua sparizione e la risalita degli
Angeli, ha guardato, sempre fisso, Dante.
Quando
il pericolo é stato scongiurato, Corrado si rivolge al poeta, gli
augura di raggiungere quanto prima la vetta del Monte, con l'aiuto
della grazia illuminante, ma sopratutto vuole sapere.
"cominciò ella, «se novella vera di Val di Magra o di parte vicina sai, dillo a me, che già grande là era.e
Fui chiamato Currado Malaspina; non son l’antico, ma di lui discesi; a’ miei portai l’amor che qui raffina".
(Canto VIII - vv.115 -120)
(Se
hai notizie certe della Val di Magra e delle terre vicine, la
Lunigiana, dillo a me, che là fui grande.
Non
sono Corrado il vecchio (cognato di Manfredi) ma un suo discendente.
Ai miei portai quell'amore imperfetto che ora purifico in Purgatorio - l'amore per il potere e la fama terrena furono maggiori degli
interessi spirituali e familiari).
Questo
personaggio appare un grande, non gli interessa la tentazione
notturna, non gli interessa il suffragio dei vivi, gli interessa
avere notizie di quella terra, dove lui é stato "un grande".
La
grandezza terrena non é svalutata, come accade a tutti i penitenti.
Sa
di aver conservato e coltivato le antiche virtù del suo antenato
Corrado. E vuole sapere notizie, non dei suoi cari familiari, ma
della sua terra, dei valori che lui aveva lasciato.
" «Oh!», diss’io lui, «per li vostri paesi già mai non fui; ma dove si dimora per tutta Europa ch’ei non sien palesi?
La fama che la vostra casa onora, grida i segnori e grida la contrada, sì che ne sa chi non vi fu ancora".
(Canto VIII - vv.121-126)
(E
Dante risponde che l'onore, la cortesia, l'ospitalità, la generosità
della sua casata sono famosi ovunque, anche sei lui non ha mai avuto
modo di sperimentarla.
"Sola
va dritta, e il mal cammin dispregia" - dice Dante (solo la
vostra casata cammina dritta e disprezza la perversa strada).
Dante
non dà risposte brevi, ma tesse un elogio dei Malaspina.
E
Corrado lo interrompe "ora va"; non gli interessano altri
elogi, lo sa che i suoi non possono degenerare e con affetto, quasi
paterno, gli anticipa che "fra 7 anni la sua cortese opinione
avrà una conferma"
"Ed elli: «Or va; che ‘l sol non si ricorca sette volte nel letto che ‘l Montone con tutti e quattro i piè cuopre e inforca,
che cotesta cortese oppinione ti fia chiavata in mezzo de la testa con maggior chiovi che d’altrui sermone".
(Canto VIII - vv.133-138)
Corrado
sembra un vecchio e tenero signore che conforta il poeta,
preannunciandogli una qualche sofferenza, e consolandolo nello stesso
tempo.
Si
allude al futuro esilio di Dante, che fu davvero ospite di Morello
Malaspina, nel 1306.
Quindi
l'incontro é da leggere come occasione per elogiare una nobile
famiglia di salde tradizioni e di virtù antiche, e per ringraziare
ulteriormente la cortese ospitalità ricevuta da un discendente della
famiglia Malaspina.
9°
canto
Sopraggiunta
la notte, Dante é vinto dal sonno.
Si
stende sull'erba e fa un sogno strano, premonitore: un'aquila dalle
penne d'oro, scende veloce, lo afferra e lo porta nella sfera del
fuoco.
Dante
si sente bruciare, tanto che si sveglia spaventato.
Affianco
c'é solo Virgilio, il quale gli comunica che sono arrivati alla
balza superiore, di fronte alla porta del Purgatorio.
E
gli racconta che nel sonno é scesa una donna, Lucia, che lo ha
sollevato fin sulla porta del Purgatorio, seguita da Virgilio.
(Ancora
Lucia, che su invito di Maria era intervenuta quando Dante era nella
selva oscura, per inviare Beatrice a soccorrere Dante e questa si era
rivolta a Virgilio. Le tre donne).
Dante
é sulla soglia del nuovo regno.
"Vidi una porta, e tre gradi di sotto per gire ad essa, di color diversi, e un portier ch’ancor non facea motto.
Dante e l'aquila
E come l’occhio più e più v’apersi, vidil seder sovra ‘l grado sovrano, tal ne la faccia ch’io non lo soffersi;
e una spada nuda avea in mano, che reflettea i raggi sì ver’ noi, ch’io drizzava spesso il viso in vano".
«Dite costinci: che volete voi?», cominciò elli a dire, «ov’è la scorta? Guardate che ‘l venir sù non vi nòi».
«Donna del ciel, di queste cose accorta», rispuose ‘l mio maestro a lui, «pur dianzi ne disse: "Andate là: quivi è la porta"».
«Ed ella i passi vostri in bene avanzi», ricominciò il cortese portinaio: «Venite dunque a’ nostri gradi innanzi».(Canto IX -vv.76-93)
(Vidi
una porta, tre gradini di colore diverso e un portinaio, talmente
splendente che ero costretto a deviare lo sguardo. Aveva in mano una
spada splendente. Alla richiesta, chi siete? Virgilio spiega che li
ha condotti lì una donna dal cielo.
Così
il portinaio li fa avanzare).
Il
primo gradino era di marmo bianco e lucente, il secondo era viola, di
pietra ruvida, il terzo era di porfido fiammeggiante, rosso come il
sangue.
Il
portinaio era un angelo,"l'angelo guardiano". Sedeva sulla
soglia della porta, che era di diamante.
Il
primo gradino rappresenta l'esame di coscienza, il secondo
simboleggia la confessione attraverso cui l'animo si apre al
pentimento, il terzo indica il proposito a non peccare più.
L'angelo
con la punta della spada, incide sette P sulla fronte di Dante.
Poi,
con due chiavi, una di argento e l'altra d'oro (argento per giudicare
i peccati, d'oro per assolvere), apre la porta e consiglia loro di
procedere senza voltarsi, altrimenti si ritorna indietro).
Entrato,
Dante sente cantare il Te Deum, con una dolcezza tale che sembra un
canto eseguito con l'accompagnamento di un organo.
I partecipanti all'incontro finale di martedi 28 giugno 2022 (Foto Gabriele Annese)
ARRIVEDERCI A SETTEMBRE!
Questo disegno è di Anna Presciutti, molto brava a cogliere la fisionomia di alcuni presenti agli incontri del martedì. Quella colorata è la direttrice Silvia Laddomada
La nostra Associazione ha organizzato il "Mercatino del Libro".
La vendita e i ricavi di questa iniziativa, saranno gestiti dagli stessi
bambini iscritti per altre finalità istituzionale e associative.
Chi desidera acquistare un libro per ragazzi, con pochi euro, può recarsi nella sede dell'Associazione, in via Regina Elena, 36.Libri per nipotini, amici di Minerva👏👏👏I libri sono stati donati da uno studente universitario, amico di Minerva.