Cosimo Clemente
Silvia Laddomada
Questo
frutto dolce ha avuto fin dalla preistoria un ruolo importante nella
vita dell'uomo.
Era
un' importante fonte di nutrimento fin dai tempi più remoti, per i
popoli antichi della Mesopotamia e dell'Egitto.
Il rapporto con l'uomo si é consolidato con la civiltà greca e poi romana.
Nell'antica Grecia l'albero del fico era sacro ad Atena, dea della saggezza, e Dioniso dio del vino, ma anche dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi, era sacro a Priapo, dio della fecondità.
I fichi dell'Attica, una regione della Grecia, erano molto noti, e nel 3° secolo a. C. negli epigrammi poetici vengono citati come premio nelle gare ginniche.
Al fico si associano l'idea della salvezza. Il nome greco sykon riconduce al mito di Sicheo, il titano, figlio di Gea, che per difendersi dalla saette di Zeus, si rifugiò da sua madre, Gea, la Terra, la quale fece nascere dal suo grembo un albero di fico per proteggere sotto il suo fogliame Sicheo.
Il fico é un albero sacro anche nelle religioni buddista, islamica e induista.
Plutarco, uno scrittore e filosofo greco, vissuto sotto l'Impero romano, parlando delle origini di Roma, dice che la cesta che conteneva Romolo e Remo non fu trascinata dalla corrente del Tevere, ma si arenò in un'insenatura fangosa sotto un fico selvatico, dove poi furono curati e nutriti da una lupa o da una donna di facili costumi.
Questa pianta divenne sacra per i Romani, in quanto i gemelli erano figli del dio Marte, e quindi i sacerdoti di questo dio curavano questa pianta, sacralizzata nello spazio del Foro, l'area degli scambi commerciali, del mercato.
Ma é sopratutto nella storia del popolo d'Israele che il fico assume un forte valore simbolico.
Nel libro della Genesi, il primo libro della Bibbia, vi é il racconto delle origini del peccato dell'umanità.
Adamo ed Eva vivevano nell' Eden, nel paradiso terrestre. Dio disse ad Adamo: "Tu puoi mangiare liberamente di ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché se tu lo mangerai di certo morirai".
Sappiamo che Eva fu tentata da un serpente, strumento di Satana, il quale disse a Eva: "No, voi non morrete, anzi il Signore sa che qualora ne mangiaste si aprirebbero gli occhi vostri e diventereste come Dio, acquistando la conoscenza del bene e del male".
Allora Eva, tentata dal serpente, e presa dal folle desiderio di conoscenza, colse il frutto proibito e lo fece mangiare anche ad Adamo. Si legge nella Genesi: "Si aprirono allora gli occhi di tutt'e due e s'avvidero che erano nudi, e coprirono le loro nudità con una cintura di foglie di fico", un perizoma quindi realizzato con le foglie dell'albero, da cui avevano colto i frutti.
Forse l'albero della conoscenza era un albero di fico.
Quindi il fico diventa simbolo di fertilità, di fecondità, di maternità, (con riferimento al liquido bianco vischioso, simile al latte, che esce dal frutto quando lo si coglie acerbo), ma anche simbolo di sessualità.
Nell'arte del mondo occidentale, pittura, scultura, spesso le figure nude hanno una foglia di fico come perizoma.
Solo dal 1300 la mela ha preso il posto del fico nel giardino dell'Eden.
Ma nelle opere d'arte del tardo Medioevo, sulle facciate dei duomi, l'albero della conoscenza é un albero di fichi.
Del resto nella pittura rinascimentale ma anche dei secoli successivi, c'é sempre il fico con chiaro riferimento alla sfera sessuale.
In diversi dipinti, anche semplici ceste di frutta, la simbologia lascia poco spazio all'immaginazione, il fico é sempre il frutto del peccato, con chiaro richiamo erotico.
Nei libri della Bibbia, più di 40 volte si parla della sacralità del fico, che diventa simbolo d'Israele.
L'albero del fico e la vigna. I frutti, il grappolo d'uva e il fico, rappresentano gli uomini buoni del popolo di Dio.
Attraverso il profeta Michea, Dio rimprovera il suo popolo, dicendo "non un grappolo da mangiare, non un fico per mia voglia. L'uomo pio é scomparso dalla terra".
Tanti i riferimenti al fico nel Vangelo (Matteo 21, 18-22 ; Marco 11, 12-14): Gesù maledice l'albero del fico, che non porta frutti, per richiamare il popolo di Gerusalemme alla conversione.
In un'altra pagina del Vangelo (Luca 13,6-9) il proprietario del terreno maledice il fico che per tre anni non ha portato frutto (con riferimento ai 3 anni della vita pubblica di Gesù) ma il giardiniere (Gesù) lo distoglie dal proposito di distruzione, promettendo che utilizzerà il concime per ottenere frutti al 4° anno, con riferimento alla Parola di Gesù, alla sua missione, alla misericordia divina.
Nell'Apocalisse, a proposito della fine dei tempi, si legge "Le stelle del Cielo si abbatteranno sulla Terra, come quando un fico sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi".
Nella scelta degli Apostoli, Gesù chiama al suo seguito Natanaele (identificato come San Bartolomeo), dicendo di averlo notato sotto un fico.
Ad un albero di fico si impiccò Giuda, dopo essersi accorto di aver tradito il suo Maestro.
Voglio concludere con un altro riferimento.
Il significato dell'espressione "sotto l'albero del fico".
Lo stare seduti sotto l'albero del fico era abituale per i rabbini, i maestri di Israele.
Questo spazio era simbolo della pace messianica, della fedeltà a Dio.
Nella tradizione ebraica, i rabbini si sedevano sotto l'albero, all'ombra prodotta dai rami e dalle foglie, e leggevano e studiavano la Torah, la legge, approfondivano la conoscenza per giungere alla Verità.
Per cui "stare sotto il fico" diventa una metafora, é il luogo ideale in cui, ogni tanto, dovremmo rifugiarci per staccare i legami con la vita di tutti i giorni, e andare alla ricerca della Verità, dell'Assoluto, di un pò di spiritualità.
Andare sotto il fico, per riflettere su se stessi e sul compito da svolgere nel proprio percorso spirituale.
Ringrazio Mimmo Clemente per il suo impegno, il suo desiderio di trasmettere utili informazioni e la sua ammirevole generosità."Minerva" si propone di offrire occasioni di piacevoli incontri tra amici e informazioni culturali, come cibo per la mente.
S.L.
Video IL FICO per cellulari
Anna Presciutti |
VIDEO PER I CELLULARI DEL RACCONTO MITOLOGICO
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