RELAZIONE DI SILVIA LADDOMADA
Partiamo
dall'attualità, per arricchire le conoscenze della Storia passata.
Si
parla, in questi giorni, di Stati Generali, da parte del capo di
Governo Giuseppe Conte.
Saranno
convocati gli Stati generali, si dice.
Sembra
un'espressione grossa, di assetto di guerra.
In
realtà é un' Assemblea che vedrà riuniti il capo di Governo con i
rappresentanti dei partiti, le forze produttive e le forze sociali.
E'
un evento non comune, non quotidiano, che richiama alla memoria , per
similitudine, la convocazione degli Stati Generali voluta dal re di
Francia Luigi XVI nel 1789.Si
dice che si riuniranno gli Stati Generali dell'economia, per fare il
punto sulla fase 3, quella del rilancio dell'economia italiana dopo
la fine dell'emergenza sanitaria.
Sappiamo
tutti che le conseguenze economico-finanziarie della pandemia saranno
dure e difficili da contrastare. Occorre, si dice, una saggia
strategia politica in grado di garantire: meno tasse, meno
burocrazia, più investimenti.
In
un momento così precario, non occorre lo scontro tra le forze
politiche. Il presidente Mattarella ha richiamato tutti alla
coesione, al senso di responsabilità, ha parlato di Stati generali
inclusivi.
Ed
é questa la strada che si vuole percorrere.
Sarà
possibile usufruire di un fondo europeo di oltre 170 miliardi di
euro, ma bisognerà presentare un documento di proposte condivise, un
piano di investimenti e di progetti da presentare a Bruxelles.
Il Parlamento italiano |
Quindi
in questi giorni il Presidente del Consiglio lavorerà con i
ministri, con i capi delegazione del Partito democratico, del
Movimento 5 Stelle, di Italia viva, di Liberi e Uguali. Lavorerà per
la stesura della piattaforma, del documento, con cui andrà al
cospetto di Confindustria, Confcommercio, Confesercenti,
Confagricoltura, dei sindacati, delle piccole e medie Imprese.
consulterà le "eccellenze" delle associazioni
imprenditoriali che programmano ad alto livello innovativo e
tecnologico; consulterà "le menti brillanti", quali
l'architetto Renzo piano, il docente di Economia del Lavoro Tino
Boeri, il segretario della CGIL Mauro Landini ed altri economisti.
Dovrà
consultare le opposizioni: Forza Italia, Fratelli d'Italia e la Lega,
cioè i loro leader o i responsabili economici dei loro partiti.
Sarà
così preparata una grande piattaforma di programmi di rilancio
dell'economia italiana, da attuare con l'utilizzo del fondo europeo
di 170 miliardi di euro.
Fondi
che saranno utilizzati in 5 settori di intervento: infrastrutture,
digitalizzazione, investimenti privati, capitale umano e Sanità.
E'
molto probabile che si voterà anche a favore del MES, Meccanismo
europeo di Stabilità. Si tratta di un fondo salva Stati, di oltre 37
miliardi di euro, per rilanciare il Servizio Sanitario nazionale. Si
dovrebbe, in pratica, investire questo fondo per ammodernare la
rete ospedaliera, per rinnovare i macchinari diagnostici,
incrementare la medicina del territorio, stabilizzare medici e
infermieri.
Ci
auguriamo tutti che, messi da parte gli interessi individuali, si
lavori per il bene comune e si aiutino le diverse categorie
economiche, che questa quarantena ha indebolito. Gli Stati generali,
quindi, per attuare uno sconvolgimento epocale positivo.
Meno
positivo fu, invece l'esito della convocazione degli Stati generali
nella Francia dell'ultimo decennio del 1700.
In
quel periodo la monarchia francese dovette affrontare una grave crisi
finanziaria dovuta alla carestia, all'aumento dei prezzi, ai debiti
di guerra contratti per l'intervento al fianco delle tredici colonie
inglesi in America (la famosa rivoluzione americana, che portò alla
nascita degli Stati Uniti).
La
popolazione era divisa in tre ordini: nobiltà, clero e terzo stato.
Se
nobiltà e clero erano esenti dal pagamento delle tasse e godevano di
svariati privilegi, come vivere nella corte di Versailles, con vitto
e alloggio pagati dal Re, il terzo stato, formato da tutti gli altri
ceti sociali, non aveva privilegi, non aveva diritti e pagava tributi
di vario genere.
L'enorme
debito dello Stato indusse il re a nominare come ministri, uomini
capaci e onesti che proposero delle riforme, ma non riuscivano a
farle approvare.
Stati Generali del 1789 (Foto Wikipedia) |
Allora
Luigi XVI decise di convocare gli Stati generali, un'assemblea di
origine medievale, che non veniva convocata da due secoli, formata
dai rappresentanti dei tre ordini. Un'Assemblea che doveva approvare
l'introduzione di nuove tasse, da far pagare anche a nobili e clero.
Ovviamente
ciascuno aspirava a ottenere risultati in contrasto con gli interessi
e le aspettative altrui.
L'annuncio
della convocazione portò i sudditi francesi a organizzare comizi,
assemblee popolari, dove venivano decisi gli argomenti da
discutere. Si preparavano documenti scritti, i cahiers de doleances,
quaderni di lamentele, lettere indirizzate al re, in cui il popolo
esprimeva il proprio malcontento, le proteste, raccontava le
sofferenze dei ceti più poveri, guidati da intellettuali illuministi
che credevano nella libertà, nell'uguaglianza e nella fratellanza.
Un'altra
similitudine con quello che accade oggi. Cosa sono, infatti, le varie
trasmissioni televisive serali, come Diritto e Rovescio, Fuori dal
Coro, Quarta Repubblica e tante, tante altre, se non cahiers de
doleances digitali, in cui con toni spesso esasperarti, la gente
manifesta il proprio malessere, le difficoltà, la disperazione e
invita il Governo a rimediare?
Il
re di allora decise quindi di riunire i tre stati e di attuare alcune
riforme.
Purtroppo
ci furono dei contrasti sulla modalità di votazione:
Votare
le riforme per testa, cioè un voto per ogni deputato, come voleva il
terzo stato, o votare per ordine, come volevano clero e nobiltà?
Nel
primo caso, cioè votare per testa, avrebbe vinto il terzo stato,
perchè i suoi rappresentanti, in proporzione, erano più numerosi
dei rappresentanti uniti degli altri due stati.
Votare
per ordine, invece, significava che la maggioranza sarebbe andata a
clero e nobiltà, due voti contro uno.
Il
re non accettò la proposta del terzo stato, per non perdere il
consenso della nobiltà.
A
questo punto, il terzo stato decise di proseguire i lavori dal solo,
finché non avesse dato alla Francia una nuova Costituzione.
Il
re, alquanto indeciso, fece affluire delle truppe nei dintorni di
Parigi.
Il
popolo, deluso, si ribellò e assaltò la Bastiglia, una struttura in
cui venivano detenuti gli avversari politici, una struttura simbolo
dell'antico regime. Era il 14 luglio 1789, giorno che viene
considerato l'inizio della Rivoluzione francese.
Noi,
certamente, ci aspettiamo un esito diverso, ma non bisogna
dimenticare che le tante folle che protestano in cortei e sfilate,
sotto diverse bandiere, si aspettano tanto da questo piano di
rinascita dell'economia che il Governo dovrà stilare.
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