lunedì 26 marzo 2018

LA GLOBALIZZAZIONE TRA RICCHEZZA E POVERTA'

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Prof.ssa Rossana Ricci





















                                                                                          

  1. DEFINIZIONE

La G. è un processo di integrazione, interconnessione e interdipendenza che lega i vari protagonisti dell’economia attuale. Essa non riguarda solo gli aspetti economici, ma anche quelli politici, sociali e culturali. La G. si sviluppa particolarmente dagli anni ’70 del ‘900, anche grazie all’uso di tecnologie molto moderne che tendono a facilitare sempre più la libera circolazione di:
  • merci e materie prime
  • servizi
  • capitali
  • informazioni
  • popolazione

  1. LE TAPPE SIGNIFICATIVE NELLA STORIA:

  • A partire dal 1492: grandi scoperte geografiche;
  • Dal 1650 circa, fino ai primi del 1900: il colonialismo;
  • Dalla fine del 1700: la rivoluzione industriale;
  • Nel corso del 1900: la nascita di Organizzazioni Economiche Regionali (es. U.E.), delle multinazionali e delle Organizzazioni Governative impegnate a favorire lo sviluppo di attività finanziarie e commerciali su scala internazionale;
  • A partire dagli anni ’70: la terziarizzazione dell’economia avvenuta nei paesi più ricchi o avanzati, accompagnata dalla delocalizzazione delle attività industriali nei Paesi emergenti o meno sviluppati (ad esempio nei N.I.C – Paesi di Nuova Industrializzazione) dell’Asia e dell’America Latina, e nei paesi dell’Est europeo dalla fine del 1900…

  1. I PROTAGONISTI:

  • gli Stati ad alto e medio sviluppo economico
  • le multinazionali
  • le organizzazioni economiche regionali - vedi scheda sotto (es.: U.E., N.A.F.T.A ecc.)
  • le Organizzazioni Governative (es. ONU, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, OPEC ecc.)
  • le ONG cioè le Organizzazioni Non Governative (es. Amnesty International, Medici senza Frontiere, Emergency, WWF, ecc)

  1. I FATTORI TECNOLOGICI:

  • Sviluppo di moderni sistemi di trasporto, in particolare la grande espansione del trasporto di merce su acqua, con navi porta-container.
  • sviluppo delle telecomunicazioni (internet, telefonia mobile, computer ecc.)



I 4 MONDI (da Sapere.it)


I termini "sottosviluppo" e "Terzo Mondo" appartengono al gergo politico della fase iniziale della guerra fredda, avendo fatto la loro prima comparsa a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento. 

 Di una politica di aiuti ai
paesi sottosviluppati (underdeveloped countries) parla per la prima volta sulla fine degli anni '40 il presidente americano Harry Truman come "punto cardine" della sua strategia di "contenimento dell'espansione del comunismo" su scala mondiale. Il riferimento riguarda inizialmente i paesi di recente indipendenza dell'Asia meridionale (India e Pakistan) e sudorientale (Indonesia, Filippine), per estendersi via via agli scacchieri più "caldi" del mondo afroasiatico (Taiwan, Corea, Indocina, Medio Oriente e Nordafrica).


 Poco più tarda è l'espressione
"Terzo Mondo", coniata nel 1952 dall'economista e demografo francese Alfred Sauvy in un articolo del giornale "L'Observateur", dove la situazione politica mondiale dell'epoca è paragonata a quella della Francia prerivoluzionaria. Così come la società francese alla vigilia della Rivoluzione, sostiene Sauvy, era ripartita in "tre stati", l'ultimo dei quali, il "Terzo stato", che comprendeva la massa della popolazione, sarebbe insorto e avrebbe preso il sopravvento, analogamente il mondo d'oggi è diviso in "Tre Mondi", l'ultimo dei quali, il Terzo appunto, che comprende i due terzi dell'umanità, è destinato a sollevarsi e imporre un nuovo ordine internazionale.

  • Primo, Secondo, Terzo Mondo
Sulla base di tale parallelismo, il Primo Mondo era identificato con le vecchie e nuove potenze coloniali (gli Stati Uniti erano considerati una potenza "neocoloniale") e, più in generale, con i paesi a regime capitalistico. 
Il Secondo Mondo era costituito dalla comunità dei paesi socialisti. 
Il Terzo Mondo raggruppava la massa dei paesi ex coloniali e dei movimenti di liberazione nazionale, in prevalenza dell'Asia e dell'Africa, accomunati oltre che dalla posizione economica e politica subalterna, dal fatto di non riconoscersi in nessuno dei primi due mondi. 

Nel corso degli anni, la distinzione fra i Tre Mondi assunse una connotazione più marcatamente economica e, correlata col termine "sottosviluppo" nella sua versione meno cruda di "in via di sviluppo" (developing), fu recepita dalle stesse statistiche internazionali. 

L'espressione "Primo Mondo" divenne così sinonimo di paesi industrializzati a economia di mercato
  • Comprende gli STATI DELL’EUROPA OCCIDENTALE (esempio: quasi tutti quelli dell’UNIONE EUROPEA) - USA – CANADA - GIAPPONE – AUSTRALIA – NUOVA ZELANDA - ISRAELE
Il "Secondo Mondo" rimase a definire i paesi socialisti a economica pianificata principalmente dell’EUROPA orientale e il "Terzo Mondo" finì col coincidere con i paesi in via di sviluppo, sigla PVS.
Esso comprende anche Stati EMERGENTI, come ad esempio la CINA e l’INDIA, i Paesi detti N.I.C. (Paesi di NUOVA INDUSTRIALIZZAZIONE*), i Paesi OPEC (produttori ed esportatori di petrolio). Alcuni Paesi in Via di Sviluppo sono sempre più protagonisti del COMMERCIO INTERNAZIONALE per le loro esportazioni industriali.


  • Quarto Mondo
E il Quarto Mondo? Il Quarto Mondo è come il "quarto stato" della Francia prerivoluzionaria, che non esiste nominalmente, ma che designa di fatto il mondo degli esclusi
L'espressione compare sulla stampa negli anni Settanta per indicare la porzione più diseredata dei paesi del Terzo Mondo, i paesi sottosviluppati veri e propri, quasi del tutto, se non del tutto, privi di risorse naturali di qualche rilievo o di capacità industriali. 

Caratteristiche dei N.I.C.
Paesi di Nuova Industrializzazione
Il piccolo gruppo di nazioni definite NIC* dell’Asia e dell’America latina, riesce a realizzare da solo circa l’80% delle produzioni industriali provenienti dai Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Infatti questi Stati, negli anni successivi al 1970, sono passati da un’economia basata solo sull’esportazione di risorse minerarie e dei prodotti dell’agricoltura di piantagione, ad un’economia più industrializzata. Questo grazie agli investimenti stranieri, in particolare quelli delle multinazionali degli Stati più ricchi, attratte dalle seguenti importanti caratteristiche:
  • basso costo della manodopera;
  • assenza di organizzazioni sindacali e di leggi per la protezione dell’ambiente;
  • agevolazioni fiscali: es. con la creazione di zone franche dette Zone Economiche Speciali (ZES) dove non di paga dazio/TASSA per importare o esportare la merce con l’estero;
  • grande disponibilità di risorse minerarie (specialmente in Stati molto grandi come ad esempio Brasile, Messico, Cina).


    Sono detti NIC dalle parole Newly Industrialized Countries:


Stati asiatici:
HONG KONG (CINA 1997)
TAIWAN
COREA DEL SUD
SINGAPORE
INDONESIA
MALESIA
FILIPPINE
TURCHIA
THAILANDIA
VIETNAM
Stati latino-americani:

BRASILE
MESSICO
PERU’
CILE
ARGENTINA



COME VALUTARE LO SVILUPPO di uno stato?
Secondo l’ONU per valutare lo sviluppo occorre usare un nuovo criterio che è dato dall’INDICE di SVILUPPO UMANO (I.S.U)
Esso è un valore statistico, definito sintetico poichè è il risultato di un calcolo complesso che si realizza elaborando i seguenti dati:
  • il reddito pro-capite (detto PIL pro-capite o ricchezza per abitante)
  • la speranza di vita (detta anche vita media o aspettativa di vita)
  • il livello di istruzione e di analfabetismo.
Il risultato di questo calcolo è un numero sempre compreso tra 0 e 1, ed è espresso in millesimi.


OGGI, DOPO LA SPARIZIONE DEL BLOCCO SOVIETICO, NON SI USA PIU’ LA CLASSIFICAZIONE IN 4 MONDI… Quindi lo SVILUPPO di uno Stato si dirà
  • BASSO o MINIMO se il valore va da 0 a 0,499
  • MEDIO se va da 0,500 a 0,799
  • ALTO se va da 0.800 a 1 sarà detto.
Nel 2018 l’ITALIA risulta con un ISU di 0.887, posizionata al 26° posto, dopo la SLOVENIA.
MONDIALIZZAZIONE/GLOBALIZZAZIONE
Il termine “mondializzazione/ globalizzazione” è soprattutto utilizzato in campo economico, ma essa coinvolge tutte le attività umane: industria, servizi, commercio, campo sociale…. Concerne anche la comunicazione e gli scambi tra tutti gli individui della Terra diventata ”villaggio planetario” e tra le differenti culture.
Quella del "VILLAGGIO GLOBALE" (The Global Village, 1968) è una metafora adottata da filosofo Mashall McLuhan per indicare come, con l'evoluzione dei mezzi di comunicazione, tramite l'avvento del satellite (che ha permesso comunicazioni in tempo reale a grande distanza), il mondo sia diventato “piccolo” e abbia assunto di conseguenza i comportamenti tipici di un villaggio. Le grandissime distanze che in passato separavano le varie parti del mondo si sono ridotte e il mondo stesso ha smarrito il suo carattere di infinita grandezza per assumere quello di un villaggio.

                             



La parola “mondializzazione” (dal Latino “mundus”, universo) è apparsa, nella lingua francese (mondialisation) nel 1964, nel quadro di lavori economici e geopolitici per designare l’estensione dei mercati industriali a livello dei blocchi geopolitici ai tempi della Guerra Fredda.
Questo concetto si è poi generalizzato negli anni ‘90, a partire dalle tesi di McLuhan sull’apparizione di un “villaggio globale”, ma soprattutto a causa dei movimenti anti-mondialisti (no-global) e alter-mondialisti, i quali hanno voluto attirare l’attenzione del pubblico sull’ampiezza del fenomeno anche con lo slogan “un altro mondo è possibile!”
La mondializzazione (o globalizzazione, globalization per gli anglosassoni) è il processo di apertura di tutte le economie nazionali su un mercato diventato planetario. Essa è favorita dall’interdipendenza tra gli uomini, la deregolamentazione, la liberalizzazione degli scambi, la delocalizzazione dell’attività, la fluidità dei movimenti finanziari, lo sviluppo dei mezzi di trasporto e dei commerci, e delle telecomunicazioni …
Grazie a tutti questi favorevoli fattori le imprese multinazionali realizzano grandi profitti, potendo valutare su scala mondiale i vantaggi e gli svantaggi derivanti dalle differenti soluzioni nazionali possibili. Le loro scelte strategiche di localizzazione sono guidate dalle logiche di approvvigionamento delle materie prime o della manodopera, più o meno specializzata, dai circuiti di commercializzazione e sbocchi, dal finanziamento e dagli investimenti favoriti da sgravi fiscali, dalla possibilità inquinare o deturpare il territorio senza dover rispondere o risarcire dei danni ambientali procurati in seguito all’attività praticata.
In generale le multinazionali sono anche favorite dalle regole del commercio mondiale volute dal WTO – O.M.C. (Organizzazione Mondiale del Commercio) o da accordi economici di LIBERO SCAMBIO che coinvolgono vaste aree del mondo di cui anche l’U.E., nata come C.E.E., è un esempio concreto e tangibile.

ARGOMENTI DEI SOSTENITORI DELLA GLOBALIZZAZIONE:
  • È un tappa necessaria per permettere ai Paesi del terzo mondo di diventare paesi industrializzati e sviluppati, cessando di essere soltanto paesi esportatori di materie prime.
  • Attraverso gli scambi interculturali, essa permette all’uomo di allargare gli orizzonti.
  • Essa è ineluttabile, irreversibile e incompatibile con gli Stati-Nazione.
  • Questi sono strutture troppo vecchie e inadatte, che devono essere sostituite da un Governo mondiale.
CRITICHE FATTE ALLA GLOBALIZZAZIONE:

  • Accrescimento della ricchezza nelle mani dei ricchi e incremento della povertà nei Paesi già poveri.
  • Deregolamentazione delle economie nazionali
  • Liberalizzazione eccessiva degli scambi
  • Egemonia delle grandi imprese multinazionali
  • Omologazione dei rapporti umani e scomparsa delle particolarità
  • Formazione di uno standard culturale, di produzione e consumo.
  • Attacco all’ambiente (monocolture, attacco alla biodiversità ecc) e sconvolgimento climatico dovuto al surriscaldamento (effetto serra)



















































venerdì 16 marzo 2018

Il benesssere psicofisico passa attraverso l'alimentazione

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 RELATORE: DOTT. STEFANO LIUZZI



La dieta è uno stile di vita che può essere portato avanti senza problemi di organizzazione dei pasti. L’uomo è onnivoro, “che senso ha vivere da malati e morire da sani”, chi vuole fare la dieta, vegetariana, vegana, solo frutta, solo riso, deve sapere che è essenziale un consumo equilibrato degli alimenti, escludere carne, pesce e derivati è una libera scelta, ci sono però serie conseguenze per la salute, che si avvertono dopo mesi (anemie, squilibrio ormonale, patologie dell’apparato digerente, ecc.). Anche il dimagrimento iniziale, ottenuto con alcune diete, può essere annullato da un aumento del peso corporeo spesso superiore a quello iniziale. Se è proprio necessario seguire una dieta, sarebbe più proficuo rivolgersi a un dietologo.

Il benessere psicofisico è garantito invece dalla dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Una dieta che prevede un’alimentazione bilanciata, composta da cibi naturali, senza additivi né conservanti chimici.

Oggi il modello alimentare italiano conserva solo pochi aspetti della vera dieta mediterranea, che prevedeva l’utilizzo di prodotti freschi, da consumare massimo nell’arco di qualche giorno. La ricetta che sintetizza emblematicamente il modello mediterraneo è la “pasta e fagioli”, tipica alimentazione contadina dei tempi passati: i fagioli sono sempre stati definiti “la carne dei poveri”.

Un’alimentazione di tipo mediterraneo contiene mediamente: 55-60% di zuccheri; 10-15% di proteine; 25-30% di grassi; frutta(lontano dai pasti) e verdura di stagione, che forniscono vitamine, minerali, antiossidanti, fibre( preferibilmente quelle idrosolubili, perché più ricche di acqua saziano più facilmente e rallentano l’assorbimento degli zuccheri). La ripartizione dei pasti si articola su cinque momenti giornalieri: 3 principali (colazione, pranzo e cena) e due di sostegno (spuntino di metà mattinata e merenda). Sarebbe auspicabile una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero.

 
Gli zuccheri contenuti nel pane, pasta, riso, legumi, mais, patate, zucchero, miele sono di facile digeribilità, ma il loro surplus si trasforma in grasso sottocutaneo di riserva e genera, non sempre però, un aumento della glicemia. L’innalzamento dell’indice glicemico può, comunque, essere tenuto sotto controllo grazie al consumo di grassi insaturi e fibre idrosolubili. E’ molto importante il tempo di cottura della pasta. Se è “al dente” i tempi di digestione e assorbimento si allungano e l’indice glicemico è più basso.
Gli zuccheri sono importanti nella dieta degli sportivi, in quanto il sistema nervoso e i globuli rossi operano utilizzando il glucosio; essi migliorano le prestazioni e ritardano l’insorgenza dell’affaticamento.

Le proteine
sono i “mattoni” utili a costruire la struttura dell’organismo. Le unità più semplici che le costituiscono sono gli amminoacidi; alcuni, detti “essenziali”, non sono sviluppati dall’organismo, ma devono essere introdotti con gli alimenti di origine animale e vegetale. Sono di origine animale (carne, formaggio, latte, uova, pesci) e vegetale (farinacei, verdure, legumi, frutta). Una dieta mediterranea equilibrata fornisce una sufficiente quantità di amminoacidi essenziali. Chi non consuma proteine animali, per scelta o per necessità, deve consumare cereali e legumi per ottenere un buon bilanciamento proteico. Il surplus di proteine diventa grasso sottocutaneo di riserva. Le proteine producono anche residui tossici, per cui un eccesso proteico innalza il livello di colesterolo, responsabile di altre patologie. E’ consigliabile, quindi, dopo i 30 anni, consumare più proteine di origine vegetale.

I grassi
forniscono energia e svolgono funzioni complesse e specializzate a vari livelli cellulari. Importanti sono gli omega 3 (contenuti nel pesce azzurro, noci, legumi e foglie verdi) e gli omega 6 (contenuti negli olii vegetali, cereali, legumi). Nell’alimentazione sono preferibili i grassi vegetali, soprattutto l’olio di oliva. Un eccesso di grassi determina un aumento del livello di colesterolo: per evitare questo occorre dare precedenza, nell’alimentazione, a carni bianche, verdure e vegetali, mentre occorre limitare carni rosse, latte e derivati, insaccati, uova.

Le vitamine
sono indispensabili al mantenimento ottimale delle condizioni fisiologiche dell’organismo. Sono presenti nella frutta e negli ortaggi freschi di stagione. La frutta e le verdure fuori stagione, la frutta esotica, spesso mancano dei necessari principi nutritivi, perché raccolti prima della maturazione oppure sono trattati con fertilizzanti vietati in Europa.
I sali minerali hanno una fondamentale importanza per la costituzione di cellule e tessuti. Sono presenti nell’acqua, nella verdura e nella frutta, dominanti nell’alimentazione mediterranea. Questo permette di contrastare l’azione negativa dei “radicali liberi”,
prodotti di scarto che si formano all’interno delle cellule e responsabili dell’insorgere di diverse e note patologie gravi (cancro, demenza senile, malattie cardiovascolari, reumatiche, respiratorie). L’organismo si difende dai radicali liberi producendo antiossidanti, che agiscono però su uno o due radicali liberi. Per garantire una
valida azione antiossidante, gli esperti consigliano un consumo giornaliero di 2 etti di frutta e 3 etti di verdura.




Le fibre alimentari
sono ben presenti nella dieta mediterranea. Si distinguono in idrosolubili (solubili in acqua), che aumentano il senso di sazietà e rallentano l’assorbimento di zuccheri (come la pectina presente nella frutta) e liposolubili (cellulosa) che favoriscono lo svuotamento intestinale, ma sono scarsamente tollerate in presenza di colite ulcerosa.
Molto importante è l’attività fisica: ginnastica aerobica o 30 minuti di passeggiata al giorno. Attività fisica un tempo naturale, visto che operai e contadini si recavano al lavoro in bicicletta.



E’ seguito un interessante dibattito, nel corso del quale il dottor Liuzzi ha risposto con la sua solita cordialità a tutti i quesiti proposti; si è parlato di metabolismo, celiachia, intolleranza e allergie alimentari, integratori, disturbi gastroesofagei.
A conclusione solito aperitivo “equilibrato”.