mercoledì 25 ottobre 2017

La Rivoluzione russa - IL Comunismo di Lenin e di Stalin – 2^ Parte

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Relazione di Silvia Laddomada


Supporto tecnico di
Gabriele Annese

Il successo della rivoluzione di ottobre permise a Lenin e al partito bolscevico di mettersi a capo dello stato sovietico.
Il governo dello stato si chiamò Consiglio e i ministri “Commissari del popolo”. Stretti collaboratori di Lenin erano Trotskij e Stalin.
Alla base del programma rivoluzionario c’erano: la pace, la terra ai contadini, le fabbriche agli operai, il potere ai soviet, intesi come potere locale autonomo.
Non più impero, ma una federazione di soviet.
A novembre 1918 si tennero le elezioni, a suffragio universale, per l’Assemblea costituente.
I bolscevichi non ottennero la maggioranza, ma solo il 25% dei voti. A questo punto Lenin dichiarò che il potere dei soviet era superiore a quello dell’Assemblea, quindi sciolse l’Assemblea e impose se stesso e il partito bolscevico, ora chiamato partito comunista. La sede del governo fu spostata da Pietrogrado a Mosca.

Iniziava la dittatura di Lenin, non quella del proletariato. Gli avversari russi e quelli esterni alla Russia videro nel bolscevismo “l’affossatore dispotico della democrazia”. Non più soviet che si autogovernano, ma era il soviet di Pietrogrado che dava le direttive agli altri.
Primo atto concreto del nuovo stato fu l’uscita della Russia dalla 1^ guerra mondiale. A marzo del 1918 Lenin firmò con Austria e Germania il trattato di Brest Litovsk, con condizioni durissime: la Russia cedeva la Polonia, la Finlandia, le Repubbliche baltiche ( Lituania, Estonia, Lettonia). Perdite gravissime, perché da queste terre pervenivano mediamente il 50% della produzione agricola, metallurgica e carbonifera.
Malgrado le enormi difficoltà economiche e la povertà che ritornava, Lenin procedette con altre riforme: abolì i privilegi e i titoli dei nobili, dichiarando l’uguaglianza tra cittadini, parità di diritti tra l’uomo e la donna, furono semplificate le procedure per i divorzi, introdotto il matrimonio civile, proclamata la separazione della Chiesa dallo Stato, aboliti i partiti, le associazioni e la libertà di stampa.
La terra ai contadini. Lenin espropriò le grandi proprietà terriere dei Kulaki e le terre delle associazioni religiose ed ecclesiastiche. Secondo norme populiste le terre vennero distribuite tra i contadini: ognuno doveva riceverne quanto gliene occorreva per vivere e quanto ne poteva lavorare.
Le fabbriche agli operai. Ai soviet degli operai fu affidata la direzione delle aziende, fino alla loro nazionalizzazione.
Provvedimenti tanto radicali, attuati con la massima decisione, non potevano certo far piacere a tutti. Scoppiò una guerra civile: i Kulaki e gli industriali si ribellarono, a loro si unirono le potenze europee, che temevano l’espansione della rivoluzione in Occidente. Questo perché Lenin aveva costituito la "terza internazionale" col compito di coordinare tutti i partiti comunisti che stavano nascendo nel mondo, e attuare la rivoluzione proletaria su scala mondiale.
Bisognava però sconfiggere i controrivoluzionari. Quindi Lenin organizzò un’Armata rossa, dette la guida a Trotskij, per affrontare l’Armata bianca ( dal nome delle divise degli ufficiali zaristi), finanziata dai controrivoluzionari russi e da Inghilterra, Francia e Stati Uniti.

Lenin fu costretto a instaurare un comunismo di guerra: esercitò un controllo forzato su tutta la produzione agricola e industriale, razionando gli alimenti, introducendo le tessere per il cibo e costringendo le famiglie a consumare lo stretto necessario, il resto veniva ammassato per essere distribuito tra i rivoluzionari.
Per mantenere l’ordine, venne creata una spietata polizia politica, la Ceka.
Nel 1921 la guerra civile ebbe fine: l’economia russa era paralizzata, l'aristocrazia era stata decimata, la borghesia era scomparsa.
L’armata rossa aveva avuto il sopravvento. Tra le migliaia di vittime, l’intera famiglia reale. Nel villaggio sui monti Urali, dove erano prigionieri, nel luglio 1918 furono assassinati da esponenti del soviet locale, lo zar Nicola II, la zarina Alessandra, i figli Alessio, Olga, Tatiana, Maria e Anastasia.
Eliminata ogni opposizione, Lenin abbandonò il comunismo di guerra e attuò la NEP (Nuova politica economica): fu permesso un parziale libero commercio, le piccole industrie ripresero le loro attività, fu riammessa la piccola proprietà privata; le famiglie russe intravidero la prospettiva di un libero guadagno e sui mercati i prodotti dei campi ritornarono a circolare. Anche l’industria, sebbene controllata dallo stato, ebbe una maggiore libertà d’azione e le retribuzioni furono più libere. Secondo molti dirigenti bolscevichi, lo sviluppo industriale era indispensabile per rafforzare lo stato sovietico e per convincere le masse della validità della politica comunista. In campo religioso non ci fu alcun cambiamento. I beni ecclesiastici erano stati già confiscati, ora al clero fu proibito di operare in campo educativo, prevedendo la condanna ai lavori forzati a chi avesse disobbedito.
Fu promossa una campagna di alfabetizzazione di massa, orientando la cultura secondo un programma marxista.
La Russia fu trasformata in una federazione di repubbliche, ciascuna governata da un soviet; nasceva l’URSS ( Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche). La capitale fu fissata a Mosca, dove già nel 1918 i bolscevichi avevano trasferito il potere centrale.
Con la Costituzione del 1924 la Russia era retta da un Consiglio, il soviet supremo dell’Unione ( con potere legislativo) e dal Consiglio dei commissari del popolo (potere esecutivo).
Fu confermata la bandiera rossa con falce e martello, simboli del mondo contadino e operaio già dal 1905. Fu aggiunta la stella, simbolo dello Stato sovietico.
Spilletta comunista degli anni '40
Lenin già dal 1923 si era ammalato (arteriosclerosi o emoraggia cerebrale ) e si era ritirato dalla vita politica, nominando Stalin come segretario del partito.
Questi cominciò subito ad emarginare gli altri dirigenti, isolando completamente Lenin, affinché non comunicasse con nessuno. Lenin si rese conto dell’errore, e cercò di rimuovere Stalin, ma il futuro capo aveva imposto già la sua forza.
A gennaio, 1924, Lenin morì. A sua memoria San Pietrogrado mutò il suo nome in Leningrado.
Il partito comunista entrò in crisi: si scatenò una lotta per la successione tra Stalin e Trotsckij.
Il contrasto era ideologico, oltre che politico. Stalin, segretario del Partito, teorizzava “il socialismo in un solo paese”, cioè voleva rafforzare lo Stato sovietico in Russia, solo uno stato socialista forte poteva diventare modello ideale per una rivoluzione mondiale.
Trotskij, capo dell’Armata rossa, teorizzava “la rivoluzione permanente”, cioè riteneva che per sopravvivere, una rivoluzione dovesse essere estesa ad altri paesi del mondo. Erede quindi del programma di Lenin, che nel 1919 aveva fondato la 3^ Internazionale, un organismo che si proponeva di esportare il comunismo in tutto il mondo e distruggere il capitalismo. (1^ Internazionale : Marx, Londra 1864; 2^ Internazionale: partiti socialisti, Parigi 1889).
Nel Comitato centrale del partito prevalse la linea politica di Stalin.



IL COMUNISMO DI STALIN

Stalin si impose sugli avversari, mettendo a tacere l’opposizione interna con spietate epurazioni. Espulse dal partito e dall’esercito antichi compagni, dirigenti di rilievo, generali prestigiosi, capi bolscevichi già collaboratori di Lenin, e poi ancora tecnici, intellettuali. Arrestati prima e poi ammazzati. Lo stesso Trotskij fu espulso, arrestato e nel 1940 ucciso in Messico, dove si era rifugiato, da un sicario di Stalin.
Impose un potere assoluto con crudeltà e ferocia spaventose.
Divenne un dittatore, un imperatore crudele, come il vecchio zar Ivan il Terribile.
Il suo programma economico era quello di sviluppare ad ogni costo l'industrializzazione (industrializzazione accellerata), per affiancare l'Unione sovietica alle nazioni moderne d'Occidente. In pochi anni, infatti, il regime raggiunse traguardi che altre nazioni avevano raggiunto dopo un secolo. La città più industrializzata fu Volgogrado, chiamata in suo onore Stalingrado.
Stalin - Lenin - Troskij
La NEP fu sostituita dai "Piani quinquennali". La vita economica fu organizzata, diretta e controllata dallo Stato, unico proprietario dei mezzi di produzione: terre, foreste, miniere, banche, fabbriche. Lo stato programmava di cinque anni in cinque anni che cosa l'agricoltura e l'industria dovessero produrre, in che quantità, cosa potesse essere venduto e a che prezzo.

Armata Rossa
Questi piani sacrificavano la produzione dei beni di consumo, (dal cibo, all'abbigliamento, agli elettrodomestici, alle auto) e davano la precedenza alla costruzione di macchinari, armi, impianti industriali, centrali elettriche, ferrovie.
Negli anni '30 Stalin aveva raggiunto l'obiettivo: L'URSS era diventata una grande potenza industriale.
Ma a quale prezzo furono raggiunti questi obiettivi?
Le terre furono collettivizzate in maniera forzata, furono espropriate. I contadini che non volevano morire di fame dovevano entrare nei kolkhoz, cioè in cooperative, nelle quali dovevano mettere in comune beni, macchinari, semenze, bestiame. Un terzo del prodotto ottenuto lo tenevano per sé, e con esso dovevano provvedere a se stessi e alle tasse da pagare.

C'erano poi i Sovkhoz, aziende agricole statali, in cui i contadini lavoravano le terre dello Stato e ricevevano un misero salario.
Appello al Kolkhoz
Per poter portare avanti questa strategia, Stalin non poteva certo contare sulla totale adesione della popolazione. Per questo utilizzò l'arma del Terrore e della repressione, annullò ogni forma di democrazia e creò un regime dittatoriale.
Le prime vittime furono i Kulachi, i ricchi proprietari terrieri : arrestati, deportati, uccisi, essi scomparvero come classe sociale.
In 1° piano Stakanov     
Nelle fabbriche, nelle miniere, nelle industrie, gli operai furono sfruttati come forza lavoro, sottoposti a una disciplina di ferro, con salari bassissimi e divieto di sciopero.
Nel lavoro fu introdotto il sistema a cottimo: la retribuzione dipendeva dalla quantità di produzione che ciascuno riusciva a realizzare. Per sollecitare l'impegno dei lavoratori si ricorreva alla propaganda, si segnalavano gli eroi del lavoro, si favoriva la concorrenza spietata all'interno della stessa classe operaia; chi falliva veniva disprezzato, emarginato. A tal fine nacque un movimento: lo Stakanovismo, dal nome di Stakanov, un minatore a cui era stato riconosciuto il merito di aver estratto in una giornata un'enorme quantità di carbone: 10,2 tonnellate invece delle 6,5 previste. Egli divenne un modello da imitare.
Chi si opponeva a tale sfruttamento veniva considerato "nemico del popolo", e quindi prima sottoposto a un processo farsa, poi condannato a morte o condannato ai lavori forzati nei cosiddetti campi di lavoro e di rieducazione (lager), in Siberia o in Asia minore, in cui erano sottoposti a violenze di ogni genere, a lavorare in modo disumano fino allo sfinimento, alla morte. In questi campi di concentramento, che lo scrittore Solgenitzin, sopravvissuto, definì Arcipelago Gulag, (perché erano disseminati in territorio russo come isole nel mare, gestite da un ente Gulag, che coordinava l'intero sistema di carceri e di campi di lavoro), finirono contadini ribelli e operai emarginati, intellettuali, generali, ma anche dirigenti bolcevichi . Man mano che lo sviluppo industriale progrediva, aumentava in Russia il Terrore. Bastava un vago sospetto per essere eliminato. Tra il 1936 e il 1938 ci furono le "grandi purghe", le grandi eliminazioni.
Essere eliminati perché nemici del popolo, voleva dire tutto e niente, per cui molti, sottoposti a processi farsa, confessavano colpe inesistenti, convinti che confessare fosse un contributo al bene della patria e del socialismo, convinti che le sofferenze non derivassero dalle scelte del regime ma dal tradimento dei nemici del popolo. La gente era soggiogata, incapace di pensare.
Pian piano Stalin si circondava di uomini fedelissimi, la Nomenklatura, che godeva di molti privilegi: avere una bella casa e anche una dacia per la villeggiatura, consumare buoni pranzi un mense speciali, fare acquisti in negozi di lusso. Essi giustificavano la rigida disciplina imposta dal Partito, finalizzandola alla esaltazione dell'ideale comunista. Molti di loro finivano periodicamente eliminati.
Manifesti pubblicitari, radio, giornali, ma anche l'arte e la cultura celebravano la grandezza di uno Stato in cui non vi erano distinzioni di classe, in cui tutti contribuivano a creare una società migliore. Stalin, che stava trasformando un paese agricolo arretrato in una grande potenza industriale, divenne una guida per i Paesi comunisti che stavano sorgendo in Europa. Egli stesso promosse un vero culto della sua personalità, gli veniva tributata una venerazione straordinaria, attraverso sfilate, inni, saluti; immagini presenti ovunque lo esaltavano nelle vesti di un padre benevolo e onnipotente (padre della Patria), capace di vedere tutto e di provvedere a tutto per il meglio (plauso sincero o servilismo pauroso?).
In Europa occidentale la realtà russa non era molto conosciuta né apprezzata, e gli stessi partiti comunisti assunsero all'inizio una posizione di rigida chiusura, escludendo ogni accordo non solo con i partiti borghesi liberali e democratici, ma anche con i socialisti; solo dopo il 1933 si affermarono le alleanze dei partiti di sinistra, naturalmente in funzione antinazista e antifascista. Stalin è stato apprezzato perché ha portato velocemente la Russia dall'aratro alla bomba atomica, ma molti intellettuali dicono che la rivoluzione, che avrebbe dovuto creare "l'uomo nuovo" sognato da Marx, creò "l'uomo bianco" più povero e oppresso del 20^ secolo.
Non si può comunque disconoscere il merito di un'ideologia che ha consentito alle classi operaie, attraverso lotte sindacali e politiche, di ottenere un miglioramento delle condizioni di lavoro, una maggiore dignità di vita , un giusto riconoscimento dei loro diritti.                                                            

  
     






FESTA DI COMPLEANNO!
                               AUGURI  GABRIELE
                                                                   
 

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