EUROPA NELLA MITOLOGIA
prof.ssa Anna Presciutti
prof.ssa Anna Presciutti
Secondo
la mitologia da Zeus e Io, trasformata in giovenca, nasce Poseidone,
padre di Telefassa, a sua volta padre di Europa, la quale, sedotta da
Zeus trasformato in toro, genera, tra gli altri, Minosse.
La
moglie di Minosse, Pasifae, innamorata di Poseidone, trasformato in toro,
genera il Minotauro.
Mito
di Europa
Nel
mito del ratto di Europa è sempre presente la figura del toro.
Il
toro e la giovenca ricorrono spesso nella mitologia; le corna dei due
animali rappresentano la Luna e i riti ad essa legati.
Europa
è trasportata dalla Fenicia (attuale Libano), verso Nord/Ovest, a
Creta: il viaggio rappresenta le trasmigrazioni delle civiltà verso
occidente, verso… l’Europa.
Il
nome Europa deriva dal fenicio Erek: terra dove tramonta il sole.
Oppure dal greco: “grandi occhi”, o anche “terra ben irrigata”.
Il
mito del ratto di Europa è stato soggetto di opere figurative e
poetiche, assumendo nuovi significati nei secoli.
Il
suo volto si trova sulle nostre banconote e sui due euro greci.
LA BANDIERA EUROPEA
prof.ssa Silvia Laddomada
Nel
1992, col trattato di Mastricht, nacque politicamente l’Unione
Europea, che adottò la bandiera con le 12 stelle dorate, su sfondo
blu scuro.
Essa
viene esposta in occasione di eventi pubblici ed è affiancata dalla
bandiera nazionale di ogni Stato, posta sempre a destra (per
l’osservatore) di quella nazionale.
Il significato della bandiera
18 giugno 2004 fu approvata la Costituzione europea da parte di 25 capi di Stato e di governo.
Ci
furono molte critiche legate alla mancanza di richiami alle radici
cristiane. Sembrava che non si volesse ricordare che la storia
d’Europa sia stata fondata sulla millenaria cultura cristiana.
Secondo alcune dichiarazioni, nella bandiera noi troviamo il legame tra il vecchio
continente e la cristianità.
All’inizio
si pensò di realizzare una bandiera che avesse lo sfondo blu (il
colore del cielo di ponente) e al centro una croce rossa posizionata in un
cerchio giallo, proposta scartata perché richiamava molto
chiaramente la fede cattolica.
Poi si propose una grande E verde su sfondo bianco, alla fine prevalse quella attuale, su sfondo blu un cerchio di 12 stelle, prima bianche ora dorate. Dodici non corrisponde al numero degli Stati fondatori, né al numero degli stati che nel 1985, anno in cui fu ufficializzata la bandiera, insieme all’inno, facevano parte dell’Unione.
Poi si propose una grande E verde su sfondo bianco, alla fine prevalse quella attuale, su sfondo blu un cerchio di 12 stelle, prima bianche ora dorate. Dodici non corrisponde al numero degli Stati fondatori, né al numero degli stati che nel 1985, anno in cui fu ufficializzata la bandiera, insieme all’inno, facevano parte dell’Unione.
Si
disse che il le stelle rappresentassero gli ideali di unità, di
solidarietà e di armonia che devono regnare tra i popoli europei, esse sono
disposte con la punta rivolta verso l’alto, e messe nella stessa
posizione del quadrante di un orologio.
Se si consulta il sito ufficiale dell’Unione
(www.europa.eu), troviamo un collegamento tra la bandiera e il culto mariano.
Un grafico francese di nome Arsène Heitz, morto nel 1989, racconta di essere stato l'autore del bozzetto che vinse il bando di concorso, emesso dal Consiglio d’Europa, concorso presieduto da Paul Lèvy, un belga di religione ebraica che era responsabile dell’Ufficio Stampa del Consiglio. Il sig. Heitz ricorda che il 12 è il simbolo della pienezza, e nella Bibbia, il numero che rappresenta la diversità nell’unità. Egli ha dichiarato di essersi ispirato ad un brano dell’Apocalisse, l’ultimo dei libri del Nuovo Testamento della Bibbia, nel quale l’apostolo Giovanni, riferendosi alla Madonna dice : “nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole con la luna sotto i piedi e sul suo capo una corona di «dodici stelle»”.
Un grafico francese di nome Arsène Heitz, morto nel 1989, racconta di essere stato l'autore del bozzetto che vinse il bando di concorso, emesso dal Consiglio d’Europa, concorso presieduto da Paul Lèvy, un belga di religione ebraica che era responsabile dell’Ufficio Stampa del Consiglio. Il sig. Heitz ricorda che il 12 è il simbolo della pienezza, e nella Bibbia, il numero che rappresenta la diversità nell’unità. Egli ha dichiarato di essersi ispirato ad un brano dell’Apocalisse, l’ultimo dei libri del Nuovo Testamento della Bibbia, nel quale l’apostolo Giovanni, riferendosi alla Madonna dice : “nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole con la luna sotto i piedi e sul suo capo una corona di «dodici stelle»”.
Per
realizzare il bozzetto della bandiera, l’allora quarantaduenne
disegnatore Heitz prese a modello la medaglietta della Madonna che
portava al collo: pose le stelle in circolo sullo sfondo azzurro
(colore mariano) e le colorò di bianco (poi sarebbero diventate
dorate), per ricordare l’Immacolata Concezione.
Di tale riferimento non c'è però alcuna traccia nei documenti originali degli anni '50 e '60.
Di tale riferimento non c'è però alcuna traccia nei documenti originali degli anni '50 e '60.
Un’altra
curiosità: i governi degli Stati del Consiglio d’Europa,
adottarono la bandiera blu stellata l’8 dicembre 1955, il giorno
dell’Immacolata Concezione.
Una coincidenza, forse...
BANCA
CENTRALE EUROPEA
prof. Carmine Prisco
prof. Carmine Prisco
La
Banca centrale europea (BCE)
gestisce l'euro ,
definisce e attua la politica
economica e monetaria dell'UE. Il suo compito principale
è mantenere
la stabilità dei prezzi,
favorendo in tal modo la crescita e l'occupazione. Membri della Banca
Centrale Europea sono il presidente e il vicepresidente della BCE e i
governatori delle banche centrali nazionali di tutti i Paesi dell'UE.
È stata istituita nel 1998 ed ha la sede a Francoforte (Germania).
Il suo attuale Presidente è l’italiano Mario
Draghi.
Il presidente della BCE rappresenta la banca nelle riunioni
ad alto livello sia dell'UE, sia di organismi economici e finanziari
internazionali. A livello europeo la BCE collabora con le banche
centrali nazionali di tutti i paesi dell’UE, che nel
loro insieme costituiscono il sistema
europeo delle banche centrali.
Per quanto riguarda la cooperazione tra le banche centrali
dell’eurozona
(paesi che hanno adottato l’euro) è la BCE che ha il compito di
promuoverla ed attuarla, realizzando il cosiddetto Eurosistema.
Compiti
specifici della BCE sono:
*
fissare i
tassi di interesse
a carico delle banche
commerciali dell’eurozona
quando concede loro prestiti, controllando in tal modo la quantità
di moneta in circolazione e l’inflazione;
*
gestire
le riserve di valuta estera dell'eurozona
e l'acquisto o la vendita di valute per mantenere in equilibrio i
tassi di cambio;
* accertare
che le istituzioni e i mercati finanziari siano
adeguatamente controllati dalle autorità nazionali,
e che i sistemi di pagamento funzionino correttamente;
* garantire
la sicurezza e la solidità
del sistema bancario europeo;
*
autorizzare l'emissione di euro in banconote da parte dei paesi
dell'eurozona;
*
monitorare le tendenze dei prezzi e valutare i rischi che
ne derivano per la loro stabilità.
Gli organi
decisionali della BCE sono i seguenti tre:
1)
il Consiglio
direttivo,
che è il principale organo decisionale e comprende il Comitato
esecutivo e i governatori delle banche centrali nazionali dei paesi
dell’eurozona; questo organo valuta gli sviluppi economici e
monetari, stabilisce la politica monetaria dell'eurozona e fissa i
tassi di interesse applicabili ai prestiti erogati dalla BCE alle
banche commerciali;
2) il Comitato
esecutivo,
che gestisce gli affari correnti della BCE e comprende il
presidente e il vicepresidente della BCE e altri quattro membri
nominati per un periodo di otto anni dai leader dei paesi
dell'eurozona; attua la politica monetaria, prepara le riunioni del
Consiglio direttivo ed esercita i poteri che gli vengono delegati
dallo stesso;
3)
il Consiglio
generale,
che svolge prevalentemente funzioni consultive e di
coordinamento e comprende il presidente e il vicepresidente della BCE
e i governatori delle banche centrali nazionali di tutti
i paesi dell'UE.
Il Consiglio generale concorre ai preparativi necessari per
l'allargamento futuro dell'area dell'euro.
La
recente crisi finanziaria
ha messo in luce sia la rapidità e la virulenza con cui possono
propagarsi i problemi del settore finanziario, specie all’interno
di un’unione monetaria, sia le ricadute dirette per i cittadini
dell’area dell’euro. Questo fenomeno ha indotto le autorità
delle banche centrali nazionali a creare un sistema
europeo di vigilanza bancaria, detto
Meccanismo
di Vigilanza Unico
(MVU),
avente
lo scopo di contribuire a ristabilire la fiducia nel settore bancario
europeo e rafforzare la capacità di tenuta delle banche. Questo
meccanismo comprende la BCE e le autorità di vigilanza nazionali dei
paesi partecipanti.
Le
principali finalità di questo organismo sono:
* salvaguardare
la sicurezza e la solidità del sistema bancario europeo;
* accrescere
l’integrazione e la stabilità finanziarie;
*
assicurare una vigilanza coerente.
La
BCE, in collaborazione con le autorità di vigilanza nazionali, è
responsabile del funzionamento efficace e coerente della vigilanza
bancaria europea. Nella attuazione di tale compito la BCE ha il
potere di:
* condurre valutazioni prudenziali, ispezioni in loco e indagini;
*
concedere o revocare licenze bancarie;
* valutare l’acquisto e la cessione di partecipazioni
qualificate in enti creditizi;
* assicurare la conformità alla normativa
prudenziale dell’UE;
* fissare requisiti patrimoniali più elevati
(“riserve”) per scongiurare ogni rischio finanziario.
La
BCE esercita la vigilanza diretta su 125 banche tra le più
importanti dei paesi partecipanti, che detengono quasi l’82% degli
attivi bancari nell’area dell’euro. Le altre banche continuano a
essere sottoposte alla vigilanza esercitata dalle autorità nazionali
competenti in stretta collaborazione con la BCE. Tuttavia la BCE può
decidere in ogni momento di assumere la vigilanza diretta di un
qualsiasi istituto al fine di assicurare l’applicazione coerente di
standard di vigilanza elevati.
Tutti i paesi dell’area dell’euro aderiscono
automaticamente all’MVU.
Gli altri Stati membri dell’UE, che non utilizzano l’euro
come valuta nazionale, possono decidere di prendervi parte. A tal
fine, le rispettive autorità di vigilanza nazionali instaurano una
“cooperazione stretta” con la BCE per mezzo di memorandum di
intesa circa le modalità di cooperazione in materia di vigilanza.
L'Euro è
la valuta comune
ufficiale dell'Unione
europea (nel suo insieme). Il nome "euro" fu
adottato dal Consiglio
europeo di Madrid del 1995 in
sostituzione della sigla ECU, acronimo dell’ inglese European
Currency Unit, cioè "Unità di conto europea", sino a quel
momento utilizzata nei trattati. Il nome doveva essere semplice,
unico e invariabile. Il nome unico Euro ha in realtà due varianti
in Ευρώ scritto con i caratteri dell’alfabeto greco per la
Grecia e in Евро con caratteri cirillici per la Bulgaria.
Attualmente è adottato da 19 dei 28 Stati membri dell'Unione
europea. I 19 Stati, che hanno adottato l’euro, sono Austria,
Belgio, Cipro,
Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia,
Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta,
Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia,
Slovenia e Spagna.
L'ultimo Stato ad aver adottato l'euro è stata la Lituania il 1º
gennaio 2015.
Il complesso di questi Paesi, detto informalmente zona
euro (o anche eurozona o eurolandia), conta
una popolazione di
oltre 335 milioni di abitanti. Prendendo in considerazione anche quei
paesi terzi che utilizzano divise legate all'euro, la moneta unica
interessa direttamente oltre 480 milioni di persone in tutto il
mondo. In aggiunta ai membri dell'eurozona, la
moneta unica europea è utilizzata anche in altri 6 piccoli Stati
europei (Principato di Andorra, Principato di Monaco, Repubblica di
San Marino e Stato della Città del Vaticano, Montenegro e Kosovo), a
seguito di accordi internazionali o a seguito dell'adozione
unilaterale.
L’euro è stato introdotto il 1° gennaio 1999. Per i
primi tre anni è stato una moneta scritturale, utilizzata unicamente
per fini contabili, ad esempio nei pagamenti elettronici.
Il contante
è entrato in circolazione soltanto il 1º gennaio 2002, quando ha
sostituito le banconote e le monete delle valute nazionali (franco
belga, marco tedesco, ecc...) a un tasso di conversione fisso. Le
banconote hanno un taglio di 5, 10, 20, 50, 100, 200, 500 euro. Le
monete hanno un conio da 1, 2, 5, 10, 20 e 50 centesimi di euro,
oltre alle due monete da 1 e 2 euro. L'euro è amministrato
dalla Banca
Centrale Europea, con sede a Francoforte
sul Meno, e dal Sistema
europeo delle banche centrali; la BCE è responsabile unico
delle politiche
monetarie comuni, mentre coopera con l’altro organismo per
quanto riguarda il conio e
la distribuzione di banconote e
monete negli stati membri.
Per
quanto riguarda il conio le monete sono così formate:
-
le monete da 1, 2 e 5
centesimi, sono in acciaio ricoperto
di rame;
-
le monete da 10, 20 e 50
centesimi, di colore oro, sono in oro
nordico;
-
le monete da 1 e 2
euro, sono bimetalliche,
di colore argento/oro.
Ciascuna
moneta è caratterizzata da un lato comune a tutti i paesi che hanno
adottato l'euro. L'effigie sull'altro
lato è di competenza sia dei singoli stati che hanno adottato
l'euro, sia di quelli che possono coniare monete in virtù di accordi
bilaterali con l'Unione europea tramite Italia e Francia.
ovvero San
Marino, Città
del Vaticano, Principato
di Monaco e dal 2015 anche
il Principato di
Andorra.
La Finlandia ha
deciso di non produrre e di non far circolare le monete da 1 e 2
centesimi, a eccezione di piccole quantità per il collezionismo.
Dal 2004 anche
i Paesi
Bassi non immettono in circolazione monete da 1 e 2
centesimi; tuttavia quelle in circolazione, benché poco
utilizzate, mantengono corso legale. Ciò nonostante, le monete di
tale valore coniate in altri paesi continuano naturalmente ad avere
valore legale all'interno di tutta l'eurozona.
Le banconote euro,
a differenza delle monete, sono caratterizzate da un aspetto unico
valido in tutta la zona euro e sono disponibili in sette tagli,
ognuno con colore e dimensione diversi: 5, 10, 20, 50, 100, 200 e 500
euro.
Ogni
taglio presenta una particolare tematica architettonica e storica nel
contesto europeo; inoltre gli stili architettonici sono ordinati
cronologicamente: più aumenta l'importo della banconota e più
l'architettura rappresentata
sarà moderna. Per ogni tematica, il fronte della banconota presenta
delle porte o delle finestre,
mentre il retro raffigura dei ponti.
Considerato
gli elevati importi che le banconote rappresentano e la potenzialità
dell'euro di poter essere utilizzata come valuta di riserva
internazionale, nella fase di progettazione è stato deciso di
applicare sofisticate tecnologie anti-contraffazione.
Ogni
taglio reca la firma del presidente della BCE.
Il 4 maggio 2016 la BCE ha
deciso di sospendere la produzione della banconota da 500 euro, la
cui emissione verrà interrotta intorno alla fine del 2018.
La
tabella seguente indica i Paesi che hanno adottato l’Euro e la
data della loro adesione.
Stati | Adozione dell'euro | |
Austria | 1º gennaio 1999 | |
Belgio | ||
Finlandia | ||
Francia | ||
Germania | ||
Irlanda | ||
Italia | ||
Lussemburgo | ||
Paesi Bassi | ||
Portogallo | ||
Spagna | ||
Grecia | 1º gennaio 2001 | |
Slovenia | 1º gennaio 2007 | |
Cipro | 1º gennaio 2008 | |
Malta | ||
Slovacchia | 1º gennaio 2009 | |
Estonia | 1º gennaio 2011 | |
Lettonia | 1º gennaio 2014 | |
Lituania | 1º gennaio 2015 |
STATI
DELL’EUROZONA
Le
fasi di transizione dalle monete locali all'euro vennero stabilite
dalle disposizioni del Trattato
di Maastricht del 1992 relative
alla creazione dell'Unione economica e monetaria.
Per
poter partecipare alla nuova valuta, gli stati membri dovevano
rispettare i seguenti criteri, informalmente detti parametri
di Maastricht:
*
un deficit pari
o inferiore al 3% del prodotto
interno lordo;
*
un rapporto debito
pubblico/PIL inferiore al 60%;
*
un tasso di inflazione non
superiore di oltre 1,5 punti percentuali rispetto a quello medio dei
tre stati membri a più bassa inflazione;
*
tassi
d'interesse a lungo termine non superiori di oltre 2 punti
percentuali rispetto alla media dei tre stati membri a più bassa
inflazione;
*
appartenenza per almeno un biennio al sistema
monetario europeo.
In
fase di accettazione, vennero compresi anche gli stati membri i cui
parametri avevano dimostrato la tendenza a poter rientrare nel medio
periodo all'interno dei criteri stabiliti dal Trattato. In
particolare, all'Italia e al Belgio fu permesso di adottare subito
l'euro anche in presenza di un rapporto debito/PIL largamente
superiore al 60%.
€
|
Valuta |
1
|
BEF 40,3399 (franchi belgi) |
1
|
DEM 1,95583 (marchi tedeschi) |
1
|
EEK 15,6466 (corone estoni) |
1
|
IEP 0,787564 (sterline irlandesi) |
1
|
GRD 340,750 (dracme greche) |
1
|
ESP 166,386 (pesetas spagnole) |
1
|
FRF 6,55957 (franchi francesi) |
1
|
ITL 1936,27 (lire italiane) |
1
|
CYP 0,585274 (lire cipriote) |
1
|
LVL 0,702804 (lat lettoni) |
1
|
LTL 3,45280 (litas lituani) |
1
|
LUF 40,3399 (franchi lussemburghesi) |
1
|
MTL 0,429300 (lire maltesi) |
1
|
NLG 2,20371 (fiorini olandesi) |
1
|
ATS 13,7603 (scellini austriaci) |
1
|
PTE 200,482 (escudos portoghesi) |
1
|
SIT 239,640 (talleri sloveni) |
1
|
SKK 30,1260 (corone slovacche) |
1
|
FIM 5,94573 (marchi finlandesi) |
Fra
i paesi che avevano chiesto l'adesione alla moneta unica sin dal suo
esordio, la Grecia era l'unica che non rispettava nessuno dei criteri
stabiliti; fu comunque ammessa due anni dopo, il 1º gennaio 2001,
e l'introduzione fisica della nuova valuta nel paese avvenne
contemporaneamente a quella degli altri undici paesi. I tassi
di cambio tra le varie divise nazionali e l'euro furono
determinati dal Consiglio
europeo in base ai loro valori sul mercato al 31
dicembre 1998 in
modo che un ECU (European
Currency Unit, ovvero Unità di valuta europea) fosse pari a un euro.
In
Italia l'euro venne sperimentato per la prima volta nei comuni
di Fiesole e Pontassieve per
sei mesi a partire dal 1º ottobre 1999.
Tassi
di conversione dell’euro fissati il 31/12/1998
Osservando
la tabella si nota come il valore della lira, quando si fissarono i
tassi di conversione con l’euro, era di gran lunga il più basso
rispetto a tutte le monete degli altri paesi che lo avevano adottato.
Occorrevano infatti più di 1936 lire per
avere 1 euro.
avere 1 euro.
Curiosità
Se
si divide il tasso di cambio della lira (1936,27) con uno qualsiasi
delle altre monete nazionali aderenti all’euro, si ottiene il
cambio della moneta nazionale rispetto alla lira all’epoca della
introduzione dell’euro.
Es.
Dividendo il tasso di conversione della lira 1936,27 con quello del
franco francese 6,55957 si ottiene il valore 295,18245 corrispondente
al numero delle lire occorrenti allora per avere un franco francese.
In pratica allora 1 franco francese costava poco meno di 300 lire.
Il
beneficio principale dell'introduzione della moneta unica è
l'eliminazione dei rischi e dei costi di cambio, garantendo
più
stabilità
alle aziende esportatrici
all'interno dell'eurozona; viene inoltre incrementata
l'interdipendenza economica e una facilitazione del commercio tra
stati membri. Questo dovrebbe portare benefici a tutti i cittadini
della eurozona, in quanto l'incremento dei commerci è
storicamente una delle forze guida della crescita
economica.
Un
secondo benefico effetto è una riduzione nelle fluttuazioni
dei prezzi,
ovvero un maggior contenimento dell'inflazione a
vantaggio dei consumatori.
In
qualche stato (tra cui Italia, Francia, Olanda, Germania, Austria,
Grecia) hanno preso piede movimenti politici
cosiddetti euroscettici, che
chiedono o una revisione dei Trattati internazionali oppure un
ritorno alla valuta nazionale con svalutazione della moneta per
rendere competitivi, col tasso di cambio, i prodotti per
l'esportazione. Ma
una svalutazione della moneta, se è vero che faciliterebbe le
esportazioni
(l’acquirente
estero pagherebbe meno i prodotti importati),
danneggerebbe
le importazioni (farebbe
pagare di più i prodotti e servizi provenienti dall’estero, come
materie prime, prodotti energetici, pezzi di ricambi, ecc…)
e ciò avrebbe come ulteriore effetto l’aumento del costo di
produzione dei beni prodotti con conseguente aumento dei prezzi e
quindi dell’inflazione e annullamento della competitività sperata
con la svalutazione. L'aumento dei prezzi avrebbe, poi, come
ulteriore conseguenza un impatto sui redditi con la perdita del
potere d'acquisto delle retribuzioni e quindi la riduzione del
salario reale. Questo provocherebbe, a sua volta, una caduta della
domanda d'acquisto interna con la diminuzione della crescita
economica e di conseguenza anche un aumento della disoccupazione.
Le
critiche alla moneta unica derivano anche da economisti appartenenti
a diverse scuole di pensiero. Le loro considerazioni hanno
portato diversi partiti europei a schierarsi su posizioni
euro-scettiche o euro-critiche, particolarmente dopo la grande
recessione in cui si sono trovate molte nazioni dell'Eurozona.
Gli euroscettici sono presenti anche nel parlamento europeo e infatti
con le elezioni
del 2014 si sono formati in tale istituzione
due gruppi chiamati Europa
delle Nazioni e della Libertà ed Europa
della Libertà e della Democrazia Diretta,
i cui membri si sono spesi spesso a favore di un abbandono dell'area
valutaria dell’euro. Esponenti di spicco del primo gruppo sono il
leader della Lega
Nord Matteo
Salvini e la segretaria del Front
National Marine
Le Pen; nel secondo gruppo, invece, sono confluiti fra gli
altri Beppe
Grillo e Nigel
Farage, esponenti di spicco rispettivamente del Movimento
5 Stelle in Italia e
del partito
indipendentista britannico. A
sinistra, inoltre, si è formato un gruppo parlamentare
chiamato Sinistra
Unitaria Europea,
che non propone un ritorno alle monete nazionali, ma comunque una
forte revisione della politica di austerità. che si è accompagnata
con l'adozione della moneta unica. Ne fanno parte il leader
di Syriza
Alexis
Tsipras (attuale premier greco) e quello di Podemos
(partito spagnolo) Pablo
Iglesias Turrión. Questi tre gruppi parlamentari hanno
conquistato in totale 134 seggi, poco meno di un quinto dell'emiciclo
di Bruxelles.
Per
quanto riguarda gli
effetti della moneta unica sui conti pubblici italiani
è doveroso rilevare come l’enorme debito pubblico dell’Italia,
attualmente stimato in oltre 2400 miliardi di euro (il più elevato
tra tutti i paesi dell’eurozona), comporti un onere pesantissimo
per gli interessi che lo Stato deve pagare ai suoi creditori. I tassi
di interesse bassi stabiliti dalla BCE in attuazione dei criteri di
politica monetaria, ivi compresa la strategia del QE
(Quantitative Easing), consentono agli Stati debitori di ridurre
l’onere degli interessi in modo sostanziale, poiché la Banca
Centrale Europea acquista titoli del debito pubblico a tasso zero o
comunque molto basso. Tale politica non
potrebbe sussistere senza l’Unione europea e la sua BCE.
A
conclusione del tema Europa possiamo tranquillamente affermare che
l’Unione Europea è un bene, è necessaria, ha consentito un lungo
periodo di pace tra i suoi popoli e quindi va difesa, va conosciuta
nei suoi valori e nel funzionamento delle sue istituzioni. Tutto ciò
tuttavia non ci esime dall’esprimere giudizi e valutazioni non
sempre positivi sulle azioni concrete che l’UE pone in essere. Essa
è una istituzione democratica, a volte prigioniera dei suoi valori e
delle sue regole (mercato, conti pubblici, parametri,burocrazia,ecc
),regole che i cittadini europei possono modificare se non le
condividono, facendo sentire la propria voce in special modo quando
eleggono i propri rappresentanti in seno alle istituzioni europee.
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