Relazione: IL PICCOLO PRINCIPE
Biografia di Antoine De Saint Exupery da parte di Anna Presciutti.
Lettura dei brani dell'Opera da parte di Anna Presciutti e Liliana Marangi.
Disegni di Anna Presciutti.
Segnalibro realizzato da A.Presciutti |
Anna ha detto che forse quest'aereo sia sceso in mare, senza essere stato colpito. Forse solo guidato, consapevolmente, verso il fondo, da un uomo sensibile, deluso dalla Terra, un uomo che voleva tornare sul suo pianeta, dove cresceva una rosa capricciosa. Un pò sibillina questa conclusione di Anna. Ma lo capiremo tra poco.
Laddomada,Presciutti,Marangi |
Parleremo dell'opera "Il piccolo principe", un racconto sentimentale, destinato a tutti i bambini, ma dedicato all'amico d'infanzia Leon Wert, dedicato al bambino che lui era stato un tempo, perché dice l'Autore "tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di loro se lo ricordano".
Copertina |
Dopo la Bibbia é il libro più tradotto al mondo, ha attraversato decenni di vita e confini nazionali, é entrato nella vita di milioni di bambini e di adulti.
L' aviatore-narratore é forse l'alter ego dell'Autore, di Saint Exupery.
Lo vedremo nel corso della storia
OPERA:
Siamo nel deserto del Sahara, in Africa.
Silvia Laddomada |
Dovrà affrontare da solo un lavoro complicato. Dice di sentirsi "più isolato di un naufrago su una zattera in mezzo all'Oceano".
Egli ricorda che da piccolo sperava di diventare un pittore. Aveva letto, a sei anni, un libro sulla foresta vergine e aveva notato una particolare immagine, che raffigurava un boa che ingoiava una bestia feroce, tutta intera, senza masticarla.
Aveva quindi preso una matita colorata e aveva fatto una disegno: un boa che ha ingoiato un elefante. Per gli adulti quel disegno raffigurava un cappello. Allora ne aveva fatto un altro, disegnando l'interno del boa.
Ma i grandi gli hanno consigliato di lasciar perdere e di dedicarsi alla storia, alla geografia, alla grammatica, all'aritmetica.
Scoraggiato da questo insuccesso, aveva rinunciato a fare il pittore e aveva deciso di scegliere un altro mestiere, il pilota degli aerei. Lavoro che gli permetteva di volare in giro per il mondo, di incontrare i grandi.
Aveva conservato il foglio col disegno del boa-elefante, per non dimenticare la mancanza di immaginazione degli adulti e quando poteva lo mostrava, facendo il test del disegno.
Si sentiva rispondere "é un cappello".
Allora, dice il pilota, scendeva al livello dell'interlocutore, parlava di golf, di cravatte, di politica. E il grande era contento di trovarsi di fronte un uomo ragionevole.
Per questo si sentiva sempre solo.
Ritorniamo ora nel deserto, alle prese con l'aereo in avaria. Sopraggiunta la sera, il pilota si addormenta sulla sabbia. All'alba viene svegliato da una strana vocina, che gli chiede di disegnargli una pecora.
(lettura di brani scelti del 2° capitolo)
Anna Presciutti |
Il narratore prende dalla tasca un foglio e una penna stilografica, ma non sapendo più disegnare, gli ha disegnato .....il boa con l'elefante.
Ma il bambino, non ha detto "é un cappello", ha detto che non voleva né boa né elefante, ma una pecora.
L'uomo si sforza di disegnarla........ ma una sembra malata...... una ha le corna....... un'altra é troppo vecchia.
Allora disegna una scatola rettangolare con tre buchi, per respirare. La pecora che l'ometto cerca é la dentro.
E infatti lui guarda, dicendo che sta dormendo.
(lettura brano del 2° capitolo).
Comincia così una conversazione tra l'uomo, impegnato a riparare il motore del suo aereo e questo bambino, biondo, pieno di entusiasmo, di curiosità, di voglia di sapere. L'aviatore apprende che proviene da una stella, da un pianeta piccolissimo, appena più grande di una casa. Un asteroide, pensa l'uomo, e si ingegna a pensare che forse é l'asteroide B612 avvistato al telescopio, nel 1909, da un astronomo turco.
L'ometto é sceso da un mondo meraviglioso, dove in un solo giorno si possono ammirare 43 tramonti. La dolcezza di queste visioni é l'unico svago per questo principe malinconico.
(lettura brano del 6° capitolo)
E' un pianeta in cui vive solo lui.
Possiede una rosa vanitosa e capricciosa, di cui si prende cura, un fiore che bisogna innaffiare tutti i giorni, proteggerlo dal vento, dagli assalti degli animali. Lui é tutto per la rosa, e la rosa é tutto per lui. Anche volendo, non l'avrebbe mai potuta dimenticare.
In questo pianeta ci sono anche tre vulcani, di cui uno spento, dei quali spazza il camino tutte le settimane. "E' questione di disciplina - dice il principe - dopo la toeletta del mattina, bisogna pensare alla toeletta del pianeta". Ci sono infatti erbe infestanti, che possono soffocare la rosa, i baobab. bisogna liberarsene.
Serve una pecora che mangi l'erba e impedisca ai baobab di crescere.
Un bel giorno, stanco delle pretese di attenzioni da parte della rosa, questo piccolo principe decide di uscire dal suo pianeta. Ha bisogno di conoscere, di crescere, deve lasciare la sua rosa, che altezzosa e orgogliosa gli dice che non ha più bisogno di lui.
Così il piccolo principe parte.
Con la sua semplicità, col candore dell'innocenza, vuole confrontarsi, vuole sapere tutto. Si cala così, in un mondo complesso, visita altri pianeti, ma non é tanto confortato.
I pianeti in cui scende sono abitati da adulti difficili da capire, sono strani, bislacchi, bizzarri. Stanno sempre a fare calcoli, a catalogare. Il loro mondo é basato spesso sull'ingiustizia, sono adulti che perseguono un solo obiettivo: l'utile personale.
Da ciascuno degli esseri viventi che abitano i pianeti, il principe impara le piccole grandi verità, che compongono il mosaico della saggezza umana. Se siamo attenti, ciascuno di loro rappresenta una parte di noi, della nostra psiche.
Il Principe visita un pianeta abitato da un re, che aveva bisogno di comandare e che era contento di avere finalmente un suddito, su cui imporre la sua autorità.
(lettura brano del 10°capitolo)
Ma era buono, i suoi ordini erano ragionevoli. "Se ordinassi a un generale di trasformarsi in un uccello marino, e se il generale non obbedisse, non sarebbe colpa del generale. Sarebbe colpa mia" - dice il re.
Quindi il principe impara che bisogna esigere da ciascuno ciò che ciascuno può dare.
In un altro pianeta abita un vanitoso, che si accorgeva degli altri solo se dichiaravano di essere suoi ammiratori.
"I grandi sono assai bizzarri" dice il principe, di fronte alla sua richiesta di applausi continui.
Giunge poi in un altro pianeta, abitato da un bevitore, da un ubriaco, seduto davanti a tante bottiglie, vuote e piene. Questi dice che beve per dimenticare... che cosa? Che si vergogna di bere.
In un altro pianeta incontra un uomo d'affari, intento a contare, a sommare, a contabilizzare.
Ma cosa conta? Le stelle. Ne aveva contate 500 milioni. Credeva che contandole é come se fossero sue. Lui le possedeva e quindi le amministrava.
Le contava continuamente e si sentiva ricco, trascriveva il numero su carta e conservava la carta in un cassetto, in una Banca. Così poteva comprare altre stelle.
Un uomo poco serio, per il principe. Non gli serviva a nulla dire che possedeva le stelle, lui non era utile alle stelle.
In un altro piccolo pianeta c'é solo un lampione e un lampionaio, che si affanna ad accendere e spegnere i lampioni, seguendo le "direttive". Ma ora che il pianeta girava più in fretta, non aveva più tempo per riposare, le direttive non erano cambiate e quindi bisognava accendere e spegnere una volta al minuto.
Un pianeta sul quale il principe si sarebbe fermato volentieri, avrebbe visto il tramonto più di 43 volte.
Arriva poi in un pianeta enorme, abitato da un vecchio signore che scriveva grandi libri. Era un geografo, che aspettava gli esploratori per scrivere libri di geografia.
Seduto dietro una scrivania non conosceva affatto il territorio del suo pianeta. Aspettava che arrivassero gli esploratori a descriverlo.
Al geografo non interessano i fiori, sono effimeri, egli dice cioè, minacciati da morte imminente, e il principe pensa con tristezza alla rosa, che lui ha lasciato, che ha solo 4 spine per difendersi dal mondo.
E' proprio il geografo a spingerlo a visitare il pianeta Terra.
Un pianeta grande, in cui i lampionai certamente si muoveranno sincronizzati, come gli artisti in un balletto d'opera: quelli che accendono in un posto e quelli che spengono in un altro.
Ma arrivato sulla Terra, tutti quei miliardi di abitanti che si aspettava, non c'erano.
Era sceso in un deserto sabbioso, dove l'unico essere che si mosse sulla sabbia era un serpente.
(lettura 17° capitolo)
Il principe scala poi una montagna, sperando di vedere tutti gli uomini.
"Buongiorno... chi siete.... siete miei amici..... sono solo"
Ma l'eco gli riporta all'orecchio le stesse parole.
Al che lui conclude che gli uomini mancano di immaginazione, ripetono tutto quello che gli si dice.
Arriva poi in un giardino di rose in fiore.
Si sente deluso dalla sua rosa, che aveva assicurato di essere il solo fiore della sua specie, la sua era una rosa come tante.
A quel punto comparve una volpe.(lettura 21° capitolo)
Il principe prosegue il viaggio e incontra un manovratore che smista i passeggeri, che indirizza i treni su cui viaggiano. Non sa dove vanno, da dove vengono, hanno tutti una gran fretta di scendere, di salire.
(lettura brano del 22° capitolo)
E poi incontra un negoziante che vende pillole che placano la sete.
(lettura brano del 23° capitolo)
Liliana Marangi |
(lettura brano del 24°capitolo)
e lo trovano con tanto di carrucola, secchio e corda.
(lettura brano del 25° capitolo)
Il principe gli ricorda che é passato un anno da quando é caduto sulla terra. E quella sera vuol essere lasciato lì.
Deve tornare dalla sua rosa. La rosa ha bisogno di lui, e lui della rosa.
Il
pilota non vorrebbe. Si é legato al principe, si é lasciato
addomesticare. Ma promette che tornerà il giorno dopo.
(lettura brani scelti del 26° capitolo)
Lettura della conclusione.
Questo piccolo principe si rivolge agli adulti, che non hanno più tempo, non hanno più fantasia, immaginazione, che accumulano cose materiali, che compiono azioni ripetitive, senza entusiasmo, che inseguono la gloria, il successo, la ricchezza e li invita a ritornare all'infanzia, li invita ad ascoltare la voce del bambino interiore, a cogliere gli aspetti più semplici e più belli della vita quotidiana, a guardare le cose con il cuore, non solo con gli occhi: "L'essenziale é invisibile agli occhi".
A volte ci capiterà di fare l'esperienza del deserto, di sentirci soli, non ricordandoci che c'é sempre un pozzo nel deserto, cioè c'è sempre una speranza.
Nei momenti di tristezza, di noia, di solitudine, dobbiamo sperare che un piccolo principe venga a farci compagnia, venga a consolarci e ci faccia ridere.
Se ci si sente soli, bisogna addomesticarsi. Bisogna creare legami, rafforzare gli affetti, scoprire la bellezza e l'unicità della nostra relazione con una persona. Quella persona per me é unica, perché ha bisogno di me, così come io ho bisogno di lei.
Quella persona per me é speciale, é insostituibile, ci può essere una folla di persone intorno a me, ma con quella ho stretto un legame particolare.
Video: Il piccolo Principe
Nessun commento:
Posta un commento