Questo
frutto dolce ha avuto fin dalla preistoria un ruolo importante nella
vita dell'uomo.
Era
un' importante fonte di nutrimento fin dai tempi più remoti, per i
popoli antichi della Mesopotamia e dell'Egitto.
Il
rapporto con l'uomo si é consolidato con la civiltà greca e poi
romana.
Nell'antica
Grecia l'albero del fico era sacro ad Atena, dea della saggezza, e
Dioniso dio del vino, ma anche dell'ebbrezza e della liberazione dei
sensi, era sacro a Priapo, dio della fecondità.
I
fichi dell'Attica, una regione della Grecia, erano molto noti, e nel
3° secolo a. C. negli epigrammi poetici vengono citati come premio
nelle gare ginniche.
Al
fico si associano l'idea della salvezza. Il nome greco sykon
riconduce al mito di Sicheo, il titano, figlio di Gea, che per
difendersi dalla saette di Zeus, si rifugiò da sua madre, Gea, la
Terra, la quale fece nascere dal suo grembo un albero di fico per
proteggere sotto il suo fogliame Sicheo.
Il
fico é un albero sacro anche nelle religioni buddista, islamica e
induista.
Plutarco,
uno scrittore e filosofo greco, vissuto sotto l'Impero romano,
parlando delle origini di Roma, dice che la cesta che conteneva
Romolo e Remo non fu trascinata dalla corrente del Tevere, ma si
arenò in un'insenatura fangosa sotto un fico selvatico, dove poi
furono curati e nutriti da una lupa o da una donna di facili costumi.
Questa
pianta divenne sacra per i Romani, in quanto i gemelli erano figli
del dio Marte, e quindi i sacerdoti di questo dio curavano questa
pianta, sacralizzata nello spazio del Foro, l'area degli scambi
commerciali, del mercato.
Ma
é sopratutto nella storia del popolo d'Israele che il fico assume un
forte valore simbolico.
Nel
libro della Genesi, il primo libro della Bibbia, vi é il racconto
delle origini del peccato dell'umanità.
Adamo
ed Eva vivevano nell' Eden, nel paradiso terrestre. Dio disse ad
Adamo: "Tu puoi mangiare liberamente di ogni albero del
giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non
devi mangiare, perché se tu lo mangerai di certo morirai".
Sappiamo
che Eva fu tentata da un serpente, strumento di Satana, il quale
disse a Eva: "No, voi non morrete, anzi il Signore sa che
qualora ne mangiaste si aprirebbero gli occhi vostri e diventereste
come Dio, acquistando la conoscenza del bene e del male".
Allora
Eva, tentata dal serpente, e presa dal folle desiderio di conoscenza,
colse il frutto proibito e lo fece mangiare anche ad Adamo. Si legge
nella Genesi: "Si aprirono allora gli occhi di tutt'e due e
s'avvidero che erano nudi, e coprirono le loro nudità con una
cintura di foglie di fico", un perizoma quindi realizzato con le
foglie dell'albero, da cui avevano colto i frutti.
Forse
l'albero della conoscenza era un albero di fico.
Quindi
il fico diventa simbolo di fertilità, di fecondità, di maternità,
(con riferimento al liquido bianco vischioso, simile al latte, che
esce dal frutto quando lo si coglie acerbo), ma anche simbolo di
sessualità.
Nell'arte
del mondo occidentale, pittura, scultura, spesso le figure nude hanno
una foglia di fico come perizoma.
Solo
dal 1300 la mela ha preso il posto del fico nel giardino dell'Eden.
Ma
nelle opere d'arte del tardo Medioevo, sulle facciate dei duomi,
l'albero della conoscenza é un albero di fichi.
Del
resto nella pittura rinascimentale ma anche dei secoli successivi,
c'é sempre il fico con chiaro riferimento alla sfera sessuale.
In
diversi dipinti, anche semplici ceste di frutta, la simbologia lascia
poco spazio all'immaginazione, il fico é sempre il frutto del
peccato, con chiaro richiamo erotico.
Nei
libri della Bibbia, più di 40 volte si parla della sacralità del
fico, che diventa simbolo d'Israele.
L'albero
del fico e la vigna. I frutti, il grappolo d'uva e il fico,
rappresentano gli uomini buoni del popolo di Dio.
Attraverso
il profeta Michea, Dio rimprovera il suo popolo, dicendo "non un
grappolo da mangiare, non un fico per mia voglia. L'uomo pio é
scomparso dalla terra".
Tanti
i riferimenti al fico nel Vangelo (Matteo 21, 18-22 ; Marco 11,
12-14): Gesù maledice l'albero del fico, che non porta frutti, per
richiamare il popolo di Gerusalemme alla conversione.
In
un'altra pagina del Vangelo (Luca 13,6-9) il proprietario del terreno
maledice il fico che per tre anni non ha portato frutto (con
riferimento ai 3 anni della vita pubblica di Gesù) ma il giardiniere
(Gesù) lo distoglie dal proposito di distruzione, promettendo che
utilizzerà il concime per ottenere frutti al 4° anno, con
riferimento alla Parola di Gesù, alla sua missione, alla
misericordia divina.
Nell'Apocalisse,
a proposito della fine dei tempi, si legge "Le stelle del Cielo
si abbatteranno sulla Terra, come quando un fico sbattuto dalla
bufera, lascia cadere i fichi immaturi".
Nella
scelta degli Apostoli, Gesù chiama al suo seguito Natanaele
(identificato come San Bartolomeo), dicendo di averlo notato sotto un
fico.
Ad
un albero di fico si impiccò Giuda, dopo essersi accorto di aver
tradito il suo Maestro.
Voglio
concludere con un altro riferimento.
Il
significato dell'espressione "sotto l'albero del fico".
Lo
stare seduti sotto l'albero del fico era abituale per i rabbini, i
maestri di Israele.
Questo
spazio era simbolo della pace messianica, della fedeltà a Dio.
Nella
tradizione ebraica, i rabbini si sedevano sotto l'albero, all'ombra
prodotta dai rami e dalle foglie, e leggevano e studiavano la Torah,
la legge, approfondivano la conoscenza per giungere alla Verità.
Per
cui "stare sotto il fico" diventa una metafora, é il luogo
ideale in cui, ogni tanto, dovremmo rifugiarci per staccare i legami
con la vita di tutti i giorni, e andare alla ricerca della Verità,
dell'Assoluto, di un pò di spiritualità.
Andare
sotto il fico, per riflettere su se stessi e sul compito da svolgere
nel proprio percorso spirituale.
Ringrazio Mimmo Clemente per il suo impegno, il suo desiderio di trasmettere utili informazioni e la sua ammirevole generosità."Minerva" si propone di offrire occasioni di piacevoli incontri tra amici e informazioni culturali, come cibo per la mente.
S.L.
Video IL FICO per cellulari
STORIA DEL FICO, ANZI FORSE PROTOSTORIA DI ANNA PRESCIUTTI
Nell'accogliente atrio dominato da una splendida grande quercia dell'Azienda Agrituristica Masseria Francesca(una
delle 100 masserie di Crispiano) è stato presentato, il 29 settembre
2021, alle ore 18, il libro di Michele Annese "La Biblioteca di
Crispiano", di cui l'Autore è stato direttore per 50 anni.
La
manifestazione è stata organizzata dall'Università del Tempo libero e
del Sapere "Minerva", in collaborazione con la Casa Editrice Schena e
con la stessa Azienda Agrituristica. L'Università,
nata nel 2014 contestualmente all'Associazione di Promozione Sociale
"Minerva", per iniziativa dello stesso direttore, all'indomani del suo
pensionamento, si è fatta promotrice dell'evento in quanto, all'atto
della sua costituzione, si è avvalsa della disponibilità delle
operatrici culturali che avevano operato all'interno della Biblioteca,
per portare avanti la sua finalità di centro di promozione culturale,
sociale, civile e turistica del territorio.
Conserva-Liuzzi-Annese
(Presidente
Mariangela Liuzzi, vice presidente Anna Sorn, Maria Montanaro,
segretaria. Componenti Raffaella Gelso, Manuela Ancona, Cristina
Cianfarani, Pina Solito, Antonella Maggi a cui si sono aggiunti Teresa
Montanaro, Antonella Annese, Mariella Stallo, Loredana De Cesare,
Gabriele Annese e Silvia Laddomada, come direttrice dell'Università).
Un'Università
a cui la Biblioteca ha lasciato il testimone, e che si propone il
ritorno di quel fermento culturale che ha caratterizzato l'attività
della Biblioteca di Crispiano, validamente guidata dal suo direttore
Annese.
Un'Università
che nella comunità crispianese, in cui impera la digitalizzazione, ma
si registra anche un'aridità a livello culturale, si propone di offrire
occasioni di convivialità e socializzazione, in risposta alla
solitudine, e stimoli ad arricchire il proprio bagaglio culturale,
quella cultura che è alla base del progresso civile della società, oltre
ad essere cibo per la mente.
Alberto Altamura - Franco Punzi
Alla
cerimonia sono intervenuti il prof. Alberto Altamura, come relatore di
grande spessore storico letterario, il concittadino onorario prof.
Franco Punzi, come coordinatore della serata, il Presidente del
Consiglio comunale dott.ssa Loredana Perrini, in rappresentanza del
sindaco Luca Lopomo impegnato a Roma, l'ex sindaco Giuseppe Scialpi,
grande sostenitore del progetto "Cento Masserie", la sig.ra Angela
Schena, in rappresentanza dell'omonima Casa Editrice e numerosi amici
crispianesi ed ex Amministratori delle Comunità Montane di Gioia del
Colle e di Mottola.
A
conclusione della serata sono state consegnate due targhe da parte
dell'Università, al prof. Altamura e all'Azienda agrituristica "Masseria
Francesca".
Per
la presentazione del libro è stato realizzato, dall'amico Luciano De
Leonardis, con la grande professionalità che lo distingue, la
videoproiezione, sintesi dell'opera di Annese, che qui di seguito viene
presentato:
Saluto il presidente del
Consiglio comunale di Crispiano, la dott.ssa Loredana Perrini,
intervenuta in rappresentanza del Sindaco, impegnato come abbiamo
sentito con l’assessore Aurora Bagnalasta fuori Crispiano; saluto
Autorità, Amministratori presenti,
Nunzio Tria-Poeta
il presidente dell’università popolare laertina, nonchè già vice
presidente della C.M. Nunzio Tria, poeta e critico letterario, i
dirigenti scolastici di Crispiano, dott.ssa Rosaura Di Giuseppe
dell’Alberghiero, Sabrina Lepraro della Media e Domenico Elio
Agrusta della Primaria “Mancini”, ( tre crispianesi che hanno
frequentato la Biblioteca, come la Presidente Perrini, oggi validi
dirigenti impegnati a migliorare la scuola e a fare rete col
territorio), abbiamo anche un grande amico fiorentino, l’arch.
Cosimo Pentassuglia, venuto appositamente e che ringraziamo.
Saluto in particolare l’arch. Giuseppe Scialpi per la sua
significativa presenza, anche come sindaco dell’epoca del progetto
cento masserie.
Grazie All’Università Minerva che sponsorizza
questa bella serata. Saluto il
collega dott. Vito Fumarola, autorevole storico del territorio, che
ha collaborato, insieme a
Franco Caleandro,
all’organizzazione di questa serata, i colleghi giornalisti,
amici e collaboratori presenti che con me hanno condiviso il non
facile percorso della Biblioteca di Crispiano. Grazie a tutti gli
intervenuti, la cui presenza è certamente molto gradita.
E’ assente, per motivi di
salute, l’avv. Elio Michele Greco, che dispiaciuto, saluta tutti
gli intervenuti alla nostra cerimonia.
L’iniziativa
di questa sera segue la presentazione del libro a Martina Franca,
promossa, con successo, col patrocinio del Comune, dalla Fondazione
“Paolo Grassi”, presieduta egregiamente dal prof. Franco Punzi,
qui presente quale cittadino onorario di Crispiano, nelle vesti di
coordinatore della serata, e dall’avv. Elio Michele Greco,
instancabile presidente della Fondazione “Nuove Proposte”, sempre
di Martina Franca; Comune con il quale, dagli anni ‘80,c’è stata una preziosa collaborazione culturale,
istituzionale, nazionale e internazionale, che ha favorito numerose
iniziative della cittadina de “Le Cento Masserie”, divenuta
infine sede del “Premio Ciaia-Schena”, finalizzato alla
promozione del libro.L’incontro di questa sera si
svolge in questa Azienda Agrituristica Masseria Francesca,
come altre risalenti al XVII-XVIII secolo, resa accogliente e
incantevole.
Le sue radici storiche e l’importanza
artistico-architettonica sono documentate nelle due preziose e
purtroppo ormai introvabili pubblicazioni, curate dalla Biblioteca e
pubblicate dal Comune di Crispiano negli anni 1988 – 2001
(Il
catalogo prestigio “Le Cento Masserie di Crispiano” e “Crispiano:
Triglio e dintorni”).
Saluto e ringrazio anche Luigi
Perrone che per primo ha dato la disponibilità della masseria
Lupoli, preziosa struttura agricola, conservata, più di altre, nel
suo stato originario, quale monumento storico-culturale di grande
significato per il nostro territorio. Una masseria che spesso viene
utilizzata per girare film di importanza nazionale.
A Martina abbiamo avuto
l’onore di avere la presenza dell’on.le Luciano Violante, già
Presidente della Camera dei Deputati. Questa sera, fra poco, avremo
il piacere di ascoltare, lasciatemelo dire, un bravo storico e
letterato, già dirigente scolastico all’Alberghiero di Crispiano,
un amico che ho sempre apprezzato per la sua profonda cultura e per
le sue opere e per i suoi scritti su giornali e riviste: il prof.
Alberto Altamura, che ringrazio per aver pubblicato una prima
recensione del libro, molto apprezzata, e per aver accettato, pur in
un momento particolarmente triste della sua vita, di essere qui
questa sera.
Prof. Franco Punzi
ORA LA PAROLA AL COORDINATORE
PROF. PUNZI, non prima di averlo ringraziato per il valido sostegno
offerto alle due manifestazioni di Martina Franca e di Crispiano.
INTERVENTI:
DOTT.SSA LOREDANA PERRINI
Presidente del Consiglio Comunale di Crispiano
La
parola Cultura ha un senso compiuto se si traduce in fatti concreti,
diversamente resta una ipotetica affermazione di principio; un
concetto astratto incapace di valicare i confini dell’egolatria e,
quindi, far nascere orizzonti sempre nuovi.
Da
cosa si misura la grandezza di un uomo?
Indubbiamente
vi sono diverse interpretazioni, così come vi sono opinioni
divergenti sull’argomento; c’è chi opta per l’umiltà, altri
per il coraggio di eccellere e distinguersi, altri ancora per il
rapporto che si ha con le piccole cose della vita, con il quotidiano.
Pensandoci
bene, a mio modesto avviso, non è grande solo colui che compie
azioni epiche, che fa scoperte scientifiche o governa nazioni.
La
grandezza può risiedere anche in altre attività umane. Non è forse
grande colui che in 5o anni ha servito con professionalità, amore e
grande dedizione e sacrificio personale
una Collettività e riconoscendosi in essa ?
Non
è forse un grande Michele Annese che ha saputo rendere la Civica
Biblioteca di Crispiano un polo culturale di costante vitalità e
centro di interesse dell’intera provincia di Taranto e tutto ciò
tra molte incertezze congiunturali e perseverando nell’essere
giusto, leale, combattivo e tenace anche quando qualcuno non era
propenso a condividere alcune scelte di indirizzo della Biblioteca
quale punto di elevazione culturale ad esclusivo servizio della
cittadinanza !?
A
Lei Michele Annese va il mio sincero apprezzamento e riconoscimento
per una vita spesa al servizio dell’idea CULTURA intesa come
servizio verso la Comunità di appartenenza.
Concludo
con una frase, a me molto cara di Soren Kierkegaard e che ritengo
perfettamente in sintonia con la personalità di Michele Annese: “
La grandezza non consiste nell’essere questo o quello, ma
nell’essere se stesso, e questo ciascuno lo può se fo vuole. “. Grazie
per il Suo inestimabile contributo alla crescita culturale di questa
Comunità, Le saremo sempre grati !
Arch. Giuseppe P. Scialpi
GLI INTERVENTI DELL'ARCH. SCIALPI E
DELLA SIGNORA SCHENA, INSIEME
ALLA RELAZIONE DEL PROF. ALTAMURA,
POSSONO ESSERE RIASCOLTATI, NELLA
VIDEOREGISTRAZIONE, IN CALCE ALLA
PAGINA, CURATA DA GABRIELE ANNESE.
INTERVENTO DI MICHELE ANNESE
La presentazione del libro di
questa sera avviene “sul luogo del delitto”: Crispiano,
dove una Biblioteca, per 50 anni, si é distinta per la sua attività
culturale e turistica. Crispiano, “Territorio delle cento
masserie”,
così come ormai
é conosciuto in Italia e all’estero, nonostante i tanti tentativi
ancora in atto di nuove fantasiose denominazioni e nonostante i
tanti detrattori dell’iniziativa, ma che è stata e rimane merito
della lungimiranza dell’amministrazione Scialpi (assessore alla
Cultura Bennardi), subentrata al lavoro di ricerca e documentazione
svolto con i collaboratori che si sono avvicendati nei 20 anni di
lavoro della Biblioteca, richiesti per l’attuazione del progetto. Un progetto frutto dell’inventiva di chi vi parla, attestato da Michele Cristella in un suo articolo sul Corriere del Giorno e recentemente da Michele Conserva, il quale su face book, scrive: A lui il riconoscimento di aver inventato il brand "Crispiano Paese delle cento Masserie". È grazie alla sua brillante intuizione che oggi le masserie e Crispiano stanno insieme provando a farsi largo nel panorama turistico. Onore al Merito. Grazie”. E io dico grazie a Michele.
Angela Schena
L’opera è stata realizzata,
elegantemente, dalla nota Editrice Schena, qui rappresentata dalla
sig.ra Angela Schena, che abbiamo ascoltato.
Un lavoro editoriale
prezioso che documenta ciò che oggi non c’è più, se non la
memoria di amministratori e cittadini che hanno contribuito alla
redazione del libro, pubblicato senza sponsor e finalità commerciali
per l’autore. Per questo prima di proseguire il mio intervento, per
coloro che eventualmente dovessero avere necessità di andare via
prima, desidero proporre la cosiddetta operazione “libro sospeso”,
diretta a favorire la donazione di una copia del libro ad un
istituto di beneficenza, a una Rsa, alle scuole, alle biblioteche, a
persone disagiate, a enti pubblici o religiosi. Chi vuole
aderire all'iniziativa, ma
ricordatevi che ci sono da
pagare le tasse, usufruirà del prezzo speciale di €
40,00 indicando su apposita scheda il beneficiario a cui i
rappresentanti dell’Università Minerva, insieme al donatore,
faranno avere il libro. Un atto di generosità che può essere fatto
fino al 31 ottobre. Vi spiegherà tutto il sig. Aldo al banco
dell’Editrice Schena. Permettetemi intanto di ringraziare Luigi
Perrone, l’impresa Caleandro, l’ing. Raffaele Vinci e
l’odontoiatra Gioacchino Aiello, che hanno già aderito
all’iniziativa, acquistando un numero cospicuo di copie.
Marzia Annese e Donato Basso
Cosimo Perillo e Annese
La copertina del libro è di
mia figlia Marzia, architetto che vive a Milano con il marito Donato
Basso, dirigente bancario, fans della Biblioteca di Crispiano, dice,“per il suo fascino e l’operatività”.
Donato ha collaborato
dando preziosi consigli redazionali per migliorare il testo
storico-documentale. (Tante volte, in mancanza degli originali, si è
cercato, senza ottenere il risultato sperato, una maggiore
definizione delle foto e dei documenti fotocopiati, scoloriti e
invecchiati per l’età, inseriti ugualmente nel testo per
documentare e certificare iniziative importanti, finalità raggiunta
anche grazie alle foto ricevute dall’archivio di Cosimo Perillo, che
questa sera sta curando il servizio fotografico).
Annese-M.Cristina Cianfarani
L’opera di circa
600 pagine è dedicata alla mia Cittadina e ai nipotini Fabrizia e
Margherita, alle quali si sono aggiunti Giacomo e Marco.Collaborazioni preziose sono
state inoltre quelle di mia moglie Silvia, dalla quale sono pervenuti
costanti incoraggiamenti e preziosi supporti letterari, della sig.ra
Maria Cristina Cianfarani, operatrice informatica e valido supporto
redazionale. Chi ha già letto il libro l’ha definito “una
perla incastonata nella storia politico-amministrativa di Crispiano”.
Ovviamente fa
piacere avere riconoscimenti, soprattutto per essere riusciti a
portare a termine un lavoro “doverosamente documentato”,
nonostante,ladifficoltà,
speromomentanea,
di attingereagli
archivi comunali, per
tanti anni rigorosamente riordinati e custoditi.
Ringrazio l’amico,
autorevole giornalista, Michele Cristella che ha curato, con la sua
professionalità, la prefazione dell’opera, la sig.ra Anna Sorn,
autrice della bella presentazione, Anita Preti, grande giornalista,
che già il 21 febbraio 1997, con una sua intervista, riportata
meritatamente sui risvolti del libro, per prima ha compreso il
ruolo significativo della Biblioteca di Crispiano, “svolto secondo
linee innovative del suo Direttore”.
Foto di Nunzio Tria
Una
Biblioteca che in 50 anni ha raggiunto traguardi ambiti (faccio
ovviamente riferimento a quanto riportato nel libro che si chiude al
2014, anno del mio pensionamento): un Centro Studi Montaliani, unico
nel Sud Italia con 4000 documenti e scritti su Montale donati dal
prof. Giuseppe Milano residente a Pisa; un patrimonio librario,
riordinato e catalogato con finanziamenti concessi, i primi anni dal
Ministero e poi dalla Regione: 35.000 volumi, comprese diverse
donazioni di privati; l’Archivio Storico Comunale, riordinato e
classificato sino agli ultimi quarant’anni; l’Emeroteca con oltre
500 titoli di quotidiani e riviste, riferiti a 50 anni e più, la
maggior parte rilegati, consultabili attraverso il catalogo nazionale
di Bologna; la pinacoteca con opere donate in occasione di concorsi
a livello provinciale, regionale e nazionale, un ricco patrimonio
fotografico (6.000 provini fotografici e 600 gigantografie stampate
da Romano Gualdi di Castelfranco Emilia, purtroppo recentemente
deceduto), riguardante il noto progetto de “Le Cento Masserie”
divenuto, nel tempo, il riferimento identificativo ufficiale del
territorio, inserito nello Statuto comunale, (redatto da Agostino
Galeone) e linea di sviluppo turistico per tutta la Regione Puglia.
Documenti archiviati, dopo essere stati utilizzati per la mega-mostra
allestita nel 1988 (Amministrazione Scialpi) nella masseria Le
Mesole, e per la pubblicazione del catalogo prestigio, stampato in
tre edizioni per un totale di 9000 copie, ormai esaurito, tutt’oggi
ancora richiesto, ma purtroppo non ristampato.
Non sempre il lavoro si è
svolto con la dovuta serenità e soprattutto con le risorse
economiche necessarie, nonostante le tante collaborazioni gratuite e
i sostegni significativi degli amici Franco Punzi ed Elio Greco (è
merito loro se Crispiano ha registrato tante presenze autorevoli).
Non è mancato neanche
l’orgoglio dei sindaci di avere una Biblioteca attiva, anche quando
non sufficientemente sostenuta. Ricordiamo 3 sindaci di felice
memoria, Giuseppe Giacovazzi, Vitantonio Pizzigallo, Vito
Palmisano e poi Giuseppe Pietro Scialpi, che ringrazio per essere
intervenuto questa sera, Antonio Magazzino (attualmente fuori sede),
l’indimenticabile Francesco Paolo Liuzzi e Giuseppe Laddomada,
assente perchè impegnato per motivi famigliari.
Primi cittadini intervallati
da ben 7 Commissari prefettizi, “miei amori”: Nicola de Mari,
coadiuvato da Corrado Allegretta, Emanuele Villani, Giuseppe Bruno,
Tommaso Blonda, Lucio De Carlo (tutti e quattro deceduti), Paolo
Gentilucci e Paola Galeone.
Momento delle dediche
Non è mancato neanche
l’entusiasmo di 15 assessori delegati alla Cultura e Turismo,
spesso nominati per controllare, più che per collaborare, ma poi,
quasi sempre, resisi conto della realtà, sono divenuti sostenitori
preziosi del lavoro della Biblioteca, anche in contrasto con i
pregiudizi delle rispettive maggioranze politiche, subendo, in
alcuni casi, la revoca della delega. Nel percorso dei 50 anni di vita
della Biblioteca di Crispiano si sono avvicendati gli assessori: Aldo Pulpito, Giovanni Petracca e Luigi Longo (uomo di
cultura, che in Giunta, proponendo iniziative della Biblioteca, si
sentì dire: “c ma mangià...a cultur”, ma erano gli anni ‘70);
altri assessori sono stati Luciano Gabellone, Donato(Renato)
Perrini, che ha favorito la partecipazione all’attività culturale
della Biblioteca dei giovani e promosso il teatro, Giovanni Pergolese
con il quale fu raggiunta una pace istituzionale con
l’Amministrazione, regolamentando i corsi della biblioteca, Donato
Greco, assessore per breve durata, forse perché molto attivo,
Giuseppe Bennardi (che ha ricoperto anche l’incarico di consigliere
provinciale), Angelo Carmelo Bello (una grave perdita di qualche anno
fa per lo studio e la conoscenza non solo della storia del paese);
ancora Tommaso Chisena (con lui si riuscì a ricostituire la storica
banda musicale di Crispiano, degli anni ‘20, diretta
dall’indimenticabile maestro Martino Bello, oggi divenuta
apprezzato complesso bandistico messo su dal maestro Francesco
Bolognini) e poi Fernando Frassanito(un grande assente per motivi di
lavoro) e Pietro Ettorre, ambedue penalizzati perché in odore di
futuri sindaci (poi hanno preferito dimettersi che sottomettersi),
Cosimo Di Roma (promotore della trasformazione della Biblioteca in
“Istituzione”, un provvedimento adottato all’unanimità,
previsto dalla nuova legge, non attuato, che avrebbe favorito il
funzionamento) ed infine Giampiero Ricci e Sergio Sisto, che sono
stati gli ultimi eroi sacrificati, pur molto attivi.
Non meno importante per la
vita della Biblioteca sono stati i Segretari Comunali, non sempre
avuti come alleati: Crispiano dal 1956 al 2014 ha avuto 21 Segretari
Comunali: Giovanni Galeone, di venerata memoria, che con la sua
competenza e determinatezza, ha gestito la Segreteria del Comune per
ben sei periodi, dal primo dicembre 1956 al 27 settembre 1973. Con
lui, nel 1965, ho avuto il piacere e l’onore di iniziare la mia non
facile avventura di Bibliotecario; seguirono Domenico Salerno,
Domenico Montanaro, Mario Menza, Edmondo Pizzi, Saverio Bressi, Luigi
Mazzotta, Pasquale Galeone. Inoltre il nostro ormai concittadino, bravo
Segretario, qui presente e che saluto, Donato Plantone, che vanta
ben 10 periodi, dal 30 giugno 1977 al 31 marzo 2001, poi Italo
Maiorano, ed ancora, per ben cinque periodi, dal 5 aprile 1981 al 1°
marzo 1992 abbiamo avuto Agostino Galeone, un maestro
dell’amministrazione pubblica, per anni anche commissario dell’Entemorale “Cacace”, esperto in diritto amministrativo, con un
carattere, hanno sempre detto, uguale al padre Giovanni. L’amico
Agostino è qui questa sera con un altro grande maestro di diritto
pubblico, capo dei Segretari Comunali, Peppino De Luca, più volte
desiderato alla segreteria comunale di Crispiano, ma avuto solo per
tre sostituzioni negli anni 1986/87. Saluto e ringrazio tutti e due,
per la graditissima presenza. Poi abbiamo avuto Giuseppe Luigi Spada
e dopo di lui l’indimenticabile Vincenzo Milano che Crispiano
ricorda con affetto, (6 periodi, dal 20 marzo 1984 al 24 settembre
1987, poi nominato Difensore civico, incarico svolto con grande
impegno e competenza). Alla Segreteria comunale infine si sono
avvicendati Lucia De Rosa, Pietro Lomastro, Fernando Piemontese,
Silvestro Spagnuolo, Anna Maria Guglielmi, Giuseppe Alemanno e
l’attuale Segretario del Comune di Taranto Eugenio De Carlo, sino
al 31 gennaio 2014, anno del mio pensionamento. Un succedersi di
dirigenti non sempre disponibili ad approvare previsioni di spese in
bilancio per la cultura, pur in presenza di entrate rivenienti da
finanziamenti e contributi vari.
Caterina Lofano
In tutti questi anni si può
immaginare quanto è stato difficile e impegnativo, anche, il mai
compreso lavoro dei colleghi dipendenti Caterina Lofano, Comasia
Basta, Cosimo Tagliente, Antonio Palmisano, ai quali si sono aggiunti
Piero Marangi e Maria Rosaria Schiavone e l’amico Piero Marzolla
che a titolo gratuito non ha fatto mancare mai il supporto
informatico.
Sin dall’inizio
dell’avventura culturale sono stati fondamentali i sostegni della
storica Società Umanitaria di Milano, i finanziamenti ministeriali,
regionali e provinciali, le risorse attinte con progetti europei,
redatti con l’ausilio della dott.ssa Marike dell’A.i.c.r.e., (
per anni presieduta dal presidente Punzi e a livello regionale dal
Presidente Emiliano), la professionalità della collega dott.ssa
Monica Albano della Libermedia e della dirigente regionale dott.ssa
Mariella Anselmi. Qualcuna tra i presenti ricorderà un finanziamento
di 20 milioni, che si moltiplicava come i pani e i pesci del
Vangelo.
L’anno scorso Crispiano ha
celebrato i 100 anni delle sua autonomia, per metà di questo secolo
è stata la Biblioteca ad assicurare, insieme ad altri organismi
associativi, sorti durante questo periodo, due funzioni importanti
per lo sviluppo del paese: favorire la partecipazione dei cittadini e
promuovere il territorio. Lavoro svolto, nel rispetto delle scelte
politiche delle Amministrazioni succedutesi, nella maniera possibile
e secondo le capacità personali di quanti hanno collaborato allo
sviluppo dei settori Cultura e Turismo di Crispiano.
Per queste finalità, sin dai
primi anni sono state costituite Commissioni consultive per la
gestione della Biblioteca, per la scelta dei libri e per la
formazione dei programmi culturali; costituite Sezioni di interesse (
Ragazzi, Cultura, Teatro, Fotografia, Giornalismo, Folclore e Storia
Locale); sono stati svolti corsi di lingue, di informatica, di
musica, di preparazione agli esami scolastici, con soddisfacenti
risultati finali: mediamente 10 licenze scuola media e 20 maturandi
all’anno; sottoscritte convenzioni con l’Università di Lecce per
consentire agli studenti di svolgere in Biblioteca gli stage previsti
nell’anno accademico.
Elio Greco con la figlia Cinzia
In
Biblioteca sono sorte l’Arci e la Pro Loco, i cui promotori
operavano, insieme a tanti altri, all’interno di essa. Una fucina
di idee, un punto di riferimento collettivo, in cui il cittadino si
ritrovava. Si è partiti da una situazione associativa limitata
ma significativa: negli anni ‘60 a Crispiano erano presenti la
Società Operaia di Mutuo Soccorso, le Congreghe, l’Associazione
Combattenti e Reduci, l’Azione Cattolica e
a dire il vero anche il “Crispiano” in Promozione.
Nel corso degli anni si è
giunti ad avere circa 70 associazioni iscritte all’albo comunale.
Per il turismo, é stato
attuato un progetto “Le Cento masserie di Crispiano”. Un
progetto, frutto come già detto, di un duro lavoro della Biblioteca
e di Gualdi, a cui é seguita la determinazione del Comune. Tutto
questo ha fatto sì che il paese ha acquisito la meritata
visibilità, uscendo da un ingiusto anonimato.
Spesso leggiamo sui giornali e
vediamo in televisione servizi riguardanti il nostro territorio, la
ristorazione in particolare. Il Corriere della Sera ha pubblicato un
servizio il 18 scorso.
Ma
ho detto prima che non sempre il lavoro si è svolto con la dovuta
serenità. Ci sono stati a mio modesto avviso alcuni, non pochi,
errori di valutazione politico-amministrativa, giunti all’apice
quando, io ormai in pensione, si è arrivati a rinunciare alle
preziose prestazioni di validecollaboratrici, anche in
presenza della loro dichiarata disponibilità a svolgerle a titolo
gratuito. Operatrici culturali che
con la loro
esperienza acquisita e con comprensibili integrazioni di nuovi
volontari, sarebbero state certamente in grado di continuare ad
assicurare i servizi essenziali avviati dalla Biblioteca. Neanche il
deliberato, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale, di
costituzione, come Sezione della Biblioteca, di una università
popolare, in cui far confluire questi collaboratori, senza alcun
aumento di spesa, è servito a garantire il necessario proseguimento
dei servizi in atto. Si è preferito il cambiamento, ma il risultato
è stato la distruzione dei servizi della Biblioteca di Crispiano,
notoriamente apprezzata e premiata a livello provinciale, nazionale
ed all’estero.
Mi
viene in mente ciò che ha dettoManzoni
“Non
sempre ciò che viene dopo è Progresso”.
Evidentemente c’è stato chi
non vedeva l’ora di liberarsi di loro e di un direttore che
provocava “crisi amministrative”, “gestioni commissariali” e
“turbative politiche” nelle maggioranze politiche che si sono
avvicendate (illazioni, in verità, che mi hanno sempre fatto
sorridere).
Finalmente, quindi, con il mio
pensionamento è arrivato il momento della “liberazione”. Tolto
il disturbo, non si è perso tempo, non soltanto ad eliminare le
collaboratrici, ma anche il posto in organico di direttore della
Biblioteca, negando ancora una volta ai giovani di partecipare ad un
concorso, e al paese di continuare ad avere la figura professionale
necessaria per il funzionamento dei due settori importanti per il
nostro territorio, cultura e turismo.
Targa dell'Università ad Alberto Altamura
Valide risorse umane, per la
nostra cittadina, che ho voluto impegnare in un nuovo progetto, non
più pubblico, facendo tesoro della disponibilità, dichiarata, di
queste ex collaboratrici, a cui si sono aggiunti altri volontari. E’
stata istituita, nel 2014, l’Università del “Sapere e del Tempo
libero”, che ha iniziato il corrente anno accademico con la
celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante, nella omonima via del
paese, e con la presentazione del libro di questa sera.
Michele Conserva-Mariangela Liuzzi
Una
Università popolare istituita all’interno dell’Associazione di
promozione sociale “Minerva” che si occupa della formazione dei
ragazzi, di servizi alla persona, di trasporti e di assistenza
scolastica, sempre più richiesta; regolarmente iscritta all’albo
regionale, giunta al 7° anno di vita grazie all’impegno della
direttrice Silvia Laddomada, della presidente dell’Associazione
Mariangela Liuzzi, di numerosi soci e di mio figlio Gabriele, che
questa sera sta curando la diretta su facebook, sul profilo “Minerva
Crispiano”, ove sarà possibile rivedere tutta la presentazione.
Voglio ricordare ciò che mi
ha scritto, poco prima di lasciare questa terra, uno dei primi
collaboratori della Biblioteca, con il quale si svolgevano gli
incontri con gli anziani del “Lunedì della Salute”, il dott.
Martino De Cesare:
“La
mia rabbia- ha
scritto - si
chiude alla pagina 75 del tuo libro perché ho ricordato un episodio
del mio curriculum studiorum quando dovetti affrontare l’esame di
maturità. In quella, tu citi l’Enciclopedia Treccani, il suo
prezzo e il suo acquisto, per il quale ti fu chiesto,
chi
mai l’avrebbe consultata; ebbene, ricordati che, uno di quelli che
per primo lo fece, chiedendo il XXIV volume dell’Enciclopedia
conservata allora al piano terra del Comune, fui proprio io e mi
servì per svolgere la tesina di storia su Napoleone Bonaparte e la
Rivoluzione Francese (quando l’Esame di Maturità era una cosa
seria e molto impegnativa). Sono ancor oggi seccato però dal fatto
che dovetti copiare ben 27 pagine, il tutto stando lì seduto su uno
scannetto al freddo e in un ambiente senza suppellettili, un po’
umido (ricordi l’ambiente?) per alcuni giorni. La tesina fece
furore. Questo è uno dei tanti ricordi che grazie a te e al tuo
libro mi ha riportato a quei tempi in cui iniziava la bella avventura
della Biblioteca “ Carlo Natale” e non solo”.
Il
tuo lavoro non può non piacere e mi è piaciuto. Grazie e ciao. Nino
De Cesare.”
In
merito a queste polemiche o valutazioni, registrate sin dall’apertura
della biblioteca, a cui ormai mi ero abituato, desidero ricordare che
l’onorevole Liuzzi, di felice memoria, amministratore di
opposizione per tanti anni, spinto da alcuni collaboratori poco
accorti, ha cercato varie volte e in tutti i modi di contrastare
l’attività della Biblioteca, ed in particolare la mia azione di
direttore, scambiata per strategia politica, giungendo persino a
sostenere denunce pubbliche e giudiziarie presentate da parte di suoi
rappresentanti politici (lui, persona intelligente non sarebbe mai
giunto a tanto), ma è stato lo stesso Liuzzi, poi da Sindaco, con la
sua onestà d’intenti, il solo a riconoscere, in diverse occasioni,
pubblicamente e per iscritto, di essersi sbagliato e di attestare il
prezioso lavoro svolto dalla Biblioteca, dal suo direttore e da
precedenti Amministratori.
Durante
il suo doppio mandato amministrativo sosteneva e si dichiarava
orgoglioso della Biblioteca di Crispiano.
Mancini,
primo sindaco, considerava la nascente nostra cittadina come luogo
ameno, con l’aria salubre, adatto a trascorrere momenti di relax e
salutari dei tarantini, grazie alla macchia mediterranea che copre la
collina a nord, e l’aria marina proveniente a sera da sud.
Nei suoi scritti, ahimè, anche lui, a 5 anni di amministrazione, nel
1925, scrive: “E
qui devo con gran rincrescimento dire che tanto la lapide per
l’inaugurazione del telegrafo, quanto quella per il ricordo della
mostra, ed i relativi documenti o grafici esposti in detta mostra e
che poi furono esposti definitivamente nelle diverse sale del comune,
furono poi gettati alla rinfusa in uno dei magazzini comunali, dagli
amministratori, che seguirono la prima civica amministrazione, molto
occupati. E ora mi auguro formulare il voto che, qualche nuovo
amministratore comunale, meno occupato dei precedenti, possa perdere
del tempo, per dedicarsi a rimettere in vista documenti, che parlano
di vari secoli della civiltà del paese”.
Nell’opuscolo
di Mancini “Origine e vicende del Comune di Crispiano”, si legge
ancora:
”…Svegliarsi ed avere la sua storia, per spingere
all’incivilimento la popolazione, poiché ove è storia é civiltà.
La speranza di non aver fatto opera vana ed inutile per gli studi
storici locali, rilevando le antiche origini di Crispiano e
riportando minutamente lo svolgimento delle diverse pratiche, svolte
per circa un trentennio, per giungere alla sua autonomia
amministrativa, è certo il miglior compenso morale al quale possa
aspirarsi…”.
Foto Tria
Una
speranza, che nutro anch’io, dopo aver cronologicamente documentato
cinquant’anni di storia della Biblioteca di Crispiano, sviluppata
nell’ambito dell’attività amministrativa del Comune, vedendo-
come dice Seneca- “che
mi è accaduto ciò che capita ai libri rimasti chiusi per troppo
tempo e le cui pagine si sono incollate: bisogna, per così dire,
srotolare la memoria e, di tanto in tanto, scuoterne via tutto quello
che vi si è depositato”.
Gruppo Collaboratori. Costituzione Università "Minerva"
Sono trascorsi 20 lustri dall’autonomia, abbiamo appena celebrato il centenario in compagnia del covid-19, sarebbe stata l’occasione per prendere atto, insieme a tutti i componenti amministrativi, politici, associativi, sindacali, di categoria, scolastici e religiosi, rappresentati nel Comitato appositamente costituito dall’amministrazione Laddomada, della situazione in cui, dopo 100 anni, si trova ancora la nostra cittadina: un PdF del 1974, senza un Pug, due torri abbandonate, che potevano essere validi emblemi del paese, pseudo-parchi non attrezzati, percorsi pedonali e ciclabili non realizzati, un centro benessere con l’acqua delle tre fontane, solo un ricordo, un canale Lezzitello coperto, che poteva essere rigenerato allo stato naturale e valorizzato come asse originario del paese con le grotte e la chiesa vecchia esistenti lungo il percorso, ville storiche demolite (per fortuna, in via Foggia, grazie ai proprietari, dott. Pasquale Mazza,ex villa Albano, Renzo Torelli/Anna Presciutti, ex villa Falcone e Bonafede Antonio,ex Villa Daddario, sono state salvaguardate tre belle abitazioni antiche. Anche in via Piave, pur attualmente disabitata, esiste ancora la storica villa Valente, di proprietà Calabrese Mimma, vedova Mario Pierri, dove alcuni anni ha soggiornato anche Alda Merini e dove tra l'altro sono nato io nel periodo in cui gli inglesi avevano ancora una postazione di avvistamento sulla Torre Cacace. Sono abitazioni dell'inizio del secolo scorso, dove famiglie benestanti tarantine trascorrevano maggiormente le loro vacanze estive), forni e opifici distrutti, grotte carsiche abbandonate, anche queste solo oggetto di contesa tra i protagonisti della scoperta, mai candidate a progetti finanziabili dall’U.E., cappelle rurali, con preziosi affreschi, presenti nelle masserie ed in edicole sparse in paese e in tutto il territorio, ignorate o distrutte come quelle in via Taranto, un museo istituito nell’ambito della Biblioteca, avviato e poi destinato ad altri usi, un territorio con prodotti agricoli autoctoni pregevoli non valorizzati, due cantine sociali fallite e un oleificio salvato da privati, due scuole rurali all’ingresso del paese abbandonate, ancora utilizzabili come punto di informazione turistica per chi proviene dalla SS 172 Taranto-Martina e dall’autostrada, uscita Massafra. Elencare tutto è impossibile,mancavano solo, e sono arrivati, gli ultimi provvedimenti di eliminazione delle fiere, che mi auguro non vengano estesi ai mercati e alle feste tradizionali.
Anche le tante cose sui
gemellaggi, che vengono dette in questi giorni, frutto della
disinformazione, potrebbero serenamente essere chiarite, evitando
incomprensioni con gli amici greci; mentre loro ci ricordano che
quest’anno ricorre il 25° anno della sottoscrizione del
giuramento, i nostri “amministratori molto occupati”, dice
Mancini, operano inammissibili cancellazioni e duplicazioni di
cartelloni d’ingresso al paese, che ignorano anche la funzione
essenziale di dare il benvenuto ai forestieri.
Scelte
sbagliate?
Non è detto, ognuno tiri le sue conclusioni.
Michele
Annese
Ora non andate via, gli amici Vito Santoro e Franco Mirabello vi offriranno un'ora di spettacolo musicale,
Santoro - Mirabello
durante il quale vi saranno cortesemente servite specialità
dell’Azienda Agrituristica Masseria Francesca e una
pregiata uva
"Il Sogno di un grande Uomo, MICHELE ANNESE,divenuto realtà culturale
di un intero territorio:
“LA BIBLIOTECA DI CRISPIANO” –Documenti,
testimonianza e foto di un’esperienza di promozione culturale,
sociale e turistica nel territorio di Crispiano.
Un libro da
tramandare alle nuove generazioni.Il 29 settembre scorso, nel
mirabile scenario della Masseria Francesca, l’Associazione Minerva,
Università del Tempo Libero e del Sapere di Crispiano – TA, in
collaborazione con la Casa Editrice Schena di Fasano – BR, ha
presentato il libro "La Biblioteca di Crispiano" di Michele
Annese.Ha coordinato l’evento, Franco Punzi, Presidente Fondazione
“Paolo Grassi” di Martina Franca e Cittadino Onorario di
Crispiano.Ha presentato l’Opera il Prof. Alberto Altamura, Storico,
Dirigente Scolastico.Sono intervenuti: Silvia Laddomata, Direttrice
Università “Minerva”;Loredanna Perrini, Presidente Consiglio
Comunale Crispiano;Giuseppe Pietro Scialpi, già Sindaco di
Crispiano;Angela Schena, Shena Editore.
Nunzio con la sig.ra Maria Angela Baraggioni nelle prime file
La serata si è conclusa con dei gustosi prodotti tipici offerti dalla Masseria e l’ottima musica dei maestri Vito Santoro e Franco Mirabello. “Un nutrimento d’anima e un paese al microscopio. Che un paese piccolo e giovane abbia una biblioteca, di migliaia di volumi (oltre 30.000) e una sua emeroteca, non è un’eccezione, ma un fiore nel deserto, già, perché il deserto ha il suo fiore, somigliante all’oleandro e chiamato “Rosa del deserto”, proprio perché, dando un tocco di bellezza al vasto nulla, gli dà anche un’anima.La Biblioteca di Crispiano è l’opus magnum di Michele Annese, pubblico funzionario, e dei sui collaboratori, musa ispiratrice e soprattutto nutrice la moglie Silvia Laddomata, professoressa di Lettere, cioè maestra nel leggere e nel descrittare tutti i moti d’animo della storia umana, individuali e, quindi, collettivi, perché le idee, una volta libere, fanno ripetere a ciascuno una eloquentissima frase di Nietzeche: <<Ho l’età dei miei maestri>>”…“Le pagine de LA BIBLIOTECA DI CRISPIANO contengono gli ultimi 50 anni di vita d’un paese incastonato nella murgia ionica, dal suo nascere, mettendo insieme e in successione masserie e case, persone e animali domestici, scuole e chiese, fino ad essere luogo identitario, com’è per gli abitanti di ogni paese italiano, in particolare del Sud. Però, ad eccezione del “signor me stesso”, di MICHELE ANNESE, delle sue peripezie persuasive e lavorative. Pudicamente innominate, come si addice a chi affida la sua memoria alle sue opere e per i suoi coevi e i suoi successori, alla sua Comunità”… (Tratto dalla presentazione al libro di Michele Cristella)"...