Bari, Basilica di San Nicola, 30 ottobre 2014
Relazione dell'autore
Nella
Grecia antica la parola simbolo (σύμβολον) indicava uno dei
due pezzi di un osso, che veniva spezzato dalle parti di un contratto
e che serviva a ciascuno dei contraenti o ai loro discendenti di
potersi riconoscere in seguito, riunendo i due pezzi separati
precedentemente e verificando la reciproca compatibilità di un
pezzo con l’altro. Era quindi un segno di riconoscimento.
* La stessa funzione conserva anche oggi la parola
simbolo, anche se è utilizzata da aggregati sociali più ampi
rispetto alla “parte” di un contratto. Ogni cultura produce e
organizza suoi specifici simboli che servono ad identificarla e
quindi anche a distinguerla da altre culture.
* Un simbolo adottato da una comunità consente di
esprimere un “noi” in contrapposizione con un “voi”.
Bandiere, inni, comportamenti, monete, divise, servono a identificare
uno Stato, una regione, o anche comunità più piccole, esprimendo un
concetto di appartenenza e di differenziazione.
In tal
senso si può dire che il concetto di simbolo, quale segno di
riconoscimento e di distinzione, può essere attribuito a tutta una
serie di oggetti, figure, disegni, scritti, gesti, che nella misura
in cui sono avvertiti e utilizzati consentono di identificare di
volta in volta gruppi determinati, che al simbolo si riferiscono. Ad
es. la croce, come oggetto materiale o come gesto o segno,
rappresenta il Cristianesimo e i seguaci di tale religione,
rappresenta la nostra religione.
* Nella
Grecia moderna simboli e tradizioni caratterizzano profondamente
questa piccola entità statale, questa piccola nazione, che tuttavia
resta grande nella storia della cultura occidentale intesa come
visione del mondo (la weltanschauung dei Tedeschi), della quale ha
modellato il DNA, le basi profonde del suo essere e che ancora oggi è
punto di riferimento e fonte primaria del pensiero e della civiltà
della umana famiglia. Simboli e tradizioni della Grecia di oggi
affondano le loro radici nella storia del popolo greco, nei suoi
miti, nel carattere fiero, nell’orgoglio dei suoi abitanti, nella
capacità di adattarsi alle mutevoli circostanze del presente.
Simboli e tradizioni accompagnano infatti momenti significativi e
importanti di ogni cittadino greco.
*
Dalla nascita alla morte, dalla culla alla bara, ogni avvenimento che
non sia di routine può essere contrassegnato da un oggetto, da un
segno, da un rito, che vuole esprimere di volta in volta un augurio,
una speranza, una partecipazione, un ricordo, un comune sentire
nell’ambito del proprio gruppo di appartenenza. Va da sé che il
vento della globalizzazione ha investito anche la Grecia spingendola
verso stili di vita e di modernità delle relazioni sociali con
inevitabili ricadute, sia positive che negative, nei settori della
economia, della qualità della vita, della politica e delle relazioni
internazionali.
*L’
internazionalizzazione dei mercati, la diffusione sempre più ampia
dei mezzi di comunicazione e delle nuove tecnologie,
l'interculturalità ormai crescente tra paesi con forme diverse di
civiltà sono fenomeni che interessano quasi tutti gli Stati e la
Grecia non è esclusa da questa ondata di modernità, che a volte
sembra stridere con l’intento di conservazione delle tradizioni e
della identità del suo popolo.
*Ma i
Greci sono capaci di conciliare le diversità (il governo attuale di
Antonis Samaras è sostenuto da una coalizione di due partiti
tradizionalmente avversi, la Nuova Democrazia e il Pasok), sono
tolleranti per tradizione (già nella antichità avevano dedicato un
tempio al dio ignoto, al dio dello straniero).
* La mia
conoscenza del mondo greco moderno è stata determinata, oltre che
dal personale interesse per l’ellenismo nelle sue espressioni più
significative, dalla frequentazione di diverse famiglie greche
conosciute in seguito ai gemellaggi realizzati fra il comune di
Crispiano, dove risiedo, e i comuni greci di Nea Halkidona e
Saronikòs. Sono stati tali gemellaggi a farmi conoscere la realtà
della Grecia di oggi.
* La
maggior parte dei simboli e delle tradizioni di cui si parla nel mio
lavoro sono frutto di esperienze personali, di spiegazioni e racconti
ascoltati direttamente sul suolo greco o di informazioni tratte dalla
rete informatica. Questo libro vuole essere un primo modesto
approccio all’universo di simboli e tradizioni presenti nella
Grecia moderna, sia pure con inevitabili adattamenti, senza avere la
pretesa di essere esaustivo nella descrizione di tale universo. La
conoscenza di simboli, tradizioni e credenze popolari, presenti oggi
nella vicina nazione, può essere utile a chi voglia sapere qualcosa
di più su questo popolo, che pur nelle difficoltà che hanno
caratterizzato la sua storia, anche recente, ha saputo difendere la
sua identità non solo culturale, ma anche politica e religiosa.
* La
civiltà greca dalle antiche origini fino ai nostri giorni ha sempre
esercitato un fascino particolare per chiunque fosse stato tentato di
studiarla, approfondirla e seguirla nella sua evoluzione, anche per
coglierne gli elementi di fondo tuttora presenti nella civiltà
occidentale.
I miti,
il carattere del popolo greco e la sua storia, la posizione
geografica della Grecia e la sua influenza nel Mediterraneo, la
civiltà e la cultura intese come espressione sintetica dell’identità
del popolo greco, possono essere più agevolmente compresi se si
conosce come i Greci vivono oggi nel loro agire quotidiano, se si
parla con loro, se si vive e si sperimenta la loro ospitalità,
ancora oggi sacra come ai tempi di Omero.
* La
finalità di questo libro è proprio quella di favorire tale
conoscenza e sfatare quegli stereotipi negativi con cui spesso viene
rappresentata la Grecia (ammassi di pietre nei diversi siti
archeologici, colonne più o meno ricostruite, presunta chiusura
verso la modernità, eccessivo attaccamento alla tradizione, ecc.).
* Posso
invece affermare, per esperienza diretta, che la Grecia di oggi non
vive solo di ricordi del passato o di monumenti, che pure
rappresentano una importante fonte delle entrate dello Stato
derivanti dal turismo. La Grecia moderna si presenta come un paese
sviluppato, dotato delle infrastrutture necessarie allo sviluppo
delle attività economiche. Strade, ferrovie, porti e aeroporti,
mezzi e strumenti di comunicazione e di formazione, servizi alla
persona e ad aggregati sociali sono abbastanza diffusi in tutto il
suo territorio. Abbiamo visto tutti, alle Olimpiadi del 2004, lo
sforzo enorme sostenuto dai Greci per offrire al mondo l'immagine di
una Grecia nuova, non dimentica del suo passato, ma anche protesa
verso il futuro con forti capacità realizzatrici, coniugate con
dinamismo, fantasia, gusto del bello, attenzione verso l'ospite.
* Nello
svolgimento del lavoro sono stati individuati i temi ritenuti di
maggiore interesse per il lettore, in modo da accorpare in un unico
capitolo gli elementi relativi ai simboli, alle tradizioni e
all’attualità di ciascun tema.
I temi
trattati sono i seguenti: Festività, Battesimo, Matrimonio, Cucina,
Danze, Musica, Credenze popolari, Sport e tempo libero, Eventi
culturali fra tradizione e modemità, ed infine i Sistemi greci più
significativi, tra cui il sistema costituzionale e politico, il
sistema economico, il sistema scolastico e quello di protezione
sociale (Welfare, Previdenza, Assistenza).
* Fra
questi temi vorrei soffermarmi brevemente sul sistema economico e in
particolare sulle problematiche determinate dalla crisi iniziata nel
2008, che peraltro investe tuttora l’intera Eurozona ed è di
stretta attualità. Per capire come è fatto e come funziona oggi il
sistema economico greco conviene partire dalla fine della seconda
guerra mondiale. Negli anni successivi a tale evento si ebbe il
decollo dell’economia greca, specie negli anni dal 1950 al 1973,
noto come miracolo economico greco, attestato da una crescita
del prodotto interno lordo (PIL) intorno ad un valore medio del 7%
annuo, con punte anche del 10%, superato in tale periodo solo dal
Giappone. Il rapido recupero dell'economia greca in quegli anni fu
facilitato da diversi interventi, tra i quali una svalutazione
drastica della dracma che favorì l'attrazione di investimenti
stranieri, un significativo sviluppo dell’industria chimica, la
crescita dei settori del turismo e dei servizi in generale e, non
meno importante, una imponente attività di ricostruzione connessa a
grandiosi progetti infrastrutturali ed alla riedificazione delle
città greche.
* Il
periodo di grande crescita finì brutalmente nel 1974 insieme con la
caduta della giunta militare, quando il Paese registrò un crollo del
PIL pari a quasi il 6%, il più pesante dal dopoguerra. Dopo tale
fase l’economia cominciò a riprendersi, sia pure con alti e bassi,
accompagnati a volte dalla crescita dell’economia “in nero”,
ovvero di quelle attività svolte, ma non dichiarate e quindi non
contabilizzate.
Complessivamente
il PIL greco è cresciuto quasi ininterrottamente dal 1950 fino alla
crisi economica del 2008, superando in termini di crescita annua
quella della maggior parte delle altre nazioni europee, specialmente
nel decennio 1996-2006.
* Oggi
è il settore dei servizi quello più vitale dell’economia
greca, seguito dall’industria e dall’agricoltura.
In
particolare, il settore del turismo rappresenta una delle voci
più importanti del prodotto interno lordo con una occupazione della
forza nazionale lavoro di oltre il 16%.
Altro
settore forte dell’economia greca è quello dei trasporti
marittimi.
Il
settore dell’agricoltura impiega circa il 15% della forza
lavoro del Paese e contribuisce nella medesima percentuale alla
formazione del prodotto interno lordo. Gli immigrati sono circa un
quinto della forza lavoro totale e sono principalmente impiegati
nell’agricoltura e nell’edilizia.
* Per quanto
riguarda la bilancia dei pagamenti, ovvero i rapporti
commerciali e finanziari con l’estero, la Grecia presenta uno
squilibrio storico tra esportazioni e importazioni, che la espone ad
una continua situazione debitoria verso l’estero e quindi ad una
dipendenza dai mercati finanziari, che a loro volta incidono
pesantemente sui conti pubblici e principalmente sul cosiddetto
debito pubblico, cioè sull’insieme dei prestiti che lo Stato e gli
altri enti del settore pubblico contraggono per coprire la differenza
(deficit) tra le spese dello Stato e le sue entrate. Questo tipo di
debito è costantemente soggetto alle valutazioni che gli investitori
esteri fanno sulla solvibilità del soggetto debitore, specie in
periodi di crisi e se protratto nel tempo assume la connotazione di
debito sovrano, cioè di debito accumulato nel tempo da
uno Stato sovrano per far fronte ai propri compiti. * La situazione
dei conti pubblici greci è caratterizzata da uno squilibrio notevole
fra entrate e uscite, squilibrio che si è protratto per diversi anni
e ne ha reso difficile la gestione, generando timori di insolvenza
verso i creditori sia interni che esteri.
Bisogna dire però che la crisi
economica della Grecia è parte della crisi del debito sovrano
europeo, in quanto quasi tutti i Paesi dell’Eurozona sono stati
colpiti, sia pure in maniera diversa, dalla crisi globale scatenatasi
in Europa a partire dal 2008. Da quell’anno l’effetto di tale
crisi si ripercuote fortemente sull’economia greca, mettendone in
evidenza una persistente fragilità dovuta alla non oculata gestione
delle finanze statali soprattutto in termini di spesa pubblica per
stipendi e pensioni. La metà della forza lavoro è costituita da
dipendenti pubblici.
* L’ aumento vertiginoso del
debito greco e la conseguente crisi finanziaria sono dovuti a cause
molteplici. Una spesa pubblica incontrollata, specie negli anni dal
2004 (l'anno delle Olimpiadi) al 2009, fece aumentare il debito
pubblico greco di 120 miliardi di euro in soli 6 anni, portandolo da
180 a 300 miliardi. In altre parole la Grecia ha sperimentato a lungo
un tenore di vita superiore alla sue possibilità, ha realizzato uno
stato sociale senza averne le risorse necessarie e ricorrendo al
debito piuttosto che alla tassazione di rendite o di guadagni di
impresa o di lotta allo spreco. A ciò sono da aggiungere
diffusi fenomeni di corruzione ed evasione fiscale, che incidono
molto negativamente sulla tenuta dei conti pubblici.
* Il fenomeno dell’evasione è
tanto diffuso che il governo, nello scorso anno, ha lanciato uno
slogan per spingere i cittadini a chiedere la ricevuta fiscale dei
loro acquisti. Lo slogan dice: no ricevuta, no pagamento
(όχι απόδειζη, όχι πληρωμή). Tassisti,
ristoranti, bar, negozianti vari, professionisti, artigiani sono le
categorie nelle quali l'evasione fiscale è più frequente; ma il
fenomeno richiede il consenso, sia pure tacito, del consumatore e da
ciò nasce l'esortazione del governo rivolta ai cittadini a
pretendere la ricevuta fiscale, negando il pagamento in caso
contrario.
* La
difficile situazione dei conti dello Stato, già nel marzo del 2010,
spinse il primo ministro di allora George Papandreou a varare
una serie di misure volte a sanare i conti pubblici, tra le quali il
blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici e una riforma del
sistema pensionistico. Contemporaneamente si diffondevano tra gli
investitori timori sulla capacità della Grecia di pagare i suoi
debiti e questo portò di per sé ad un aggravamento della situazione
contabile per via dell’aumento del costo del denaro, provocato
dalla crisi di fiducia sulla solvibilità dello Stato greco. Il
cosiddetto spread sul titolo decennale greco arrivò al 10%.
Le misure adottate si rivelarono insufficienti e ciò portò il
governo ad adottare nuovi provvedimenti in termini di tagli di
spesa, inasprimento dei tributi (specie su consumi e
patrimonio) e privatizzazioni, allo scopo di ottenere nuovi
prestiti dai vari organismi internazionali. Questi accolsero le
richieste formulate dal nuovo governo greco (un nuovo governo di
Unità Nazionale guidato da Lucas Papademos) imponendo
tuttavia l’adozione di un pacchetto di misure di austerità, che
provocarono violente manifestazioni di protesta in tutto il Paese,
soprattutto nella capitale Atene, dove il Parlamento era chiamato a
decidere in un clima di stato d’assedio.
* Le
misure, praticamente imposte dalla Comunità Europea, dalla
Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale
(la famosa TROIKA), costituiscono tuttora un lungo elenco di sacrifici
e rinunce richiesti al popolo greco, che le avverte come una perdita
di sovranità della nazione, di soggezione a organismi stranieri
interessati a speculare sulle difficoltà dell’economia greca.
Sono sacrifici duri e difficili da sopportare, tanto che nelle
elezioni del maggio 2012 si sviluppò nel popolo un crescente
sentimento antipolitico e antieuropeo, che sfociò nella
impossibilità di formare un governo neanche di coalizione, con il
risultato di nuove elezioni nel mese successivo.
Le
elezioni del 17 giugno portarono alla formazione di un anomalo
governo di coalizione guidato dalla destra (Nuova Democrazia) con
l'appoggio esterno di due partiti di sinistra (PASOK e DIMAR). Questo
nuovo governo ha confermato le misure adottate dal precedente ed ha
inasprito i tagli alla spesa pubblica riducendo o eliminando servizi
di forte rilevanza sociale come, ad esempio, la chiusura della
televisione pubblica ERT con conseguente licenziamento di migliaia di
dipendenti. * Le proteste per la politica di rigore varata dal
governo continuano tuttora e ogni occasione è buona per manifestare
il malcontento popolare verso provvedimenti ritenuti insopportabili e
punitivi nei confronti della nazione e vissuti dal popolo greco come
una forma di ricatto. * In
occasione della festa del primo maggio 2 013 ad Atene un manifesto
dei dimostranti recava la seguente scritta: “ Όχι στη
σύγκρονη σκλαβιά. Οι
εξεγέρσεις των εργατών του Σικάγου
δείχνουν το δρόμο”
(No alla
moderna schiavitù.
Le rivolte dei lavoratori di Chicago mostrano la
strada). Come dire: siamo pronti alla lotta come quella dei
lavoratori di Chicago del 4 maggio del 1886, nel corso della quale ci
furono morti e feriti tra dimostranti e forze dell’ordine.
* La Grecia,
nonostante la grave crisi che ancora oggi la attraversa, come del
resto avviene anche per altri paesi dell’Eurozona, è un paese
sviluppato e il suo reddito pro-capite, paragonabile a quello
dell’Italia, della Spagna o della Francia, la colloca ad un livello
medio-alto tra i paesi dell’OCSE. Le potenzialità economiche del
Paese insieme con la voglia di riscatto del popolo greco, dimostrate
dal notevole sviluppo registrato negli ultimi 60 anni, fanno ben
sperare nella possibilità concreta che si possa uscire dalla crisi
attuale, sempre che la terapia d’urto imposta dagli organismi
finanziari internazionali non finisca per ammazzare il paziente.
Gli obiettivi del piano di salvataggio appaiono ambiziosi e di non
facile realizzazione.
La
riuscita richiede un forte senso di responsabilità da parte di tutti
i soggetti coinvolti nelle operazioni di salvataggio. Autorità di
governo nazionale e locale, operatori economici e privati cittadini
sono chiamati a adeguare i propri comportamenti in modo da rendere
possibile il risanamento dei conti pubblici e la ripresa economica in
una nazione che ha dimostrato nella sua storia di sapere affrontare
sfide in apparenza impossibili.
* In
effetti sembra che la politica di rigore e austerità abbia
cominciato a dare i suoi primi frutti realizzando una soddisfacente
ripresa delle attività economiche e un netto miglioramento nel
bilancio corrente, ovvero del bilancio non comprensivo degli
interessi relativi al debito sovrano. Tale miglioramento ha fatto
maturare nel governo l’ipotesi di liberarsi dai vincoli imposti
dalla TROIKA prima della scadenza concordata, cioè prima della fine
del 2015. Questa ipotesi però non è stata ben accolta dai mercati
nel timore che il possibile nuovo governo, probabilmente orientato a
sinistra secondo gli ultimi sondaggi, ritorni ad una spesa pubblica
non oculata con conseguente annullamento dei benefici realizzati con
la politica di austerità.
* La
situazione dei conti pubblici fa si che la Grecia sia considerata
come un sorvegliato speciale ed è bastata la predetta ipotesi
a far sprofondare la borsa di Atene un paio di settimane fa,
esattamente il 15 ottobre scorso. Fino a quando la situazione dei
conti pubblici dipenderà dalle valutazioni degli organismi finanziari
internazionali sulla solvibilità dello Stato greco è auspicabile
che la dinamica politica interna sia attenta a non creare situazioni
che mettano in pericolo gli equilibri già faticosamente raggiunti.
Tuttavia si può ragionevolmente credere che se ci sarà
consapevolezza da parte di tutti della gravità della situazione e si
metteranno in campo strategie e comportamenti adeguati e condivisi
l’uscita dal tunnel sarà possibile, anche se in tempi non brevi.
Le
potenzialità economiche della Grecia possono essere attivate e
recuperate specie in quei settori, che più di altri hanno dimostrato
dinamismo e competitività come il turismo, i trasporti
marittimi e la cultura. I siti archeologici, i musei, le
strutture ricettive, le fonti culturali, la specificità della
nazione greca sono elementi trainanti del suo percorso verso una
situazione di sviluppo e di crescita, sono il suo petrolio nazionale
capace di mettere in movimento l’intero Paese. Questo è quanto mi
sento di poter dire sul sistema economico della Grecia di oggi.
*
Tornando al libro che vi presento vorrei darvi qualche dettaglio sul
contenuto dal punto di vista della grafica e delle immagini. Per
facilitare l’approccio del lettore alla comprensione dei termini
greci che di volta in volta si presentano nella descrizione dei
singoli elementi, tali termini sono stati riportati in grassetto
nella loro espressione originale, cioè scritti in alfabeto greco
moderno, così come li troverebbe il viaggiatore o turista straniero.
Il lettore curioso potrà conoscere la pronuncia di tali termini
consultando la tabella dell’alfabeto greco alle pagine 9 e 10. Per
quanto riguarda le immagini esse sono correlate al tema trattato nel
paragrafo di riferimento e sono state realizzate in parte da me
durante i miei soggiorni in Grecia e in parte rilevate dalla rete
informatica o da riviste e pubblicazioni specializzate.
* Vi
ringrazio della attenzione che mi avete accordato e vi chiedo un
ultimo atto di pazienza, consentendomi di parlarvi dell’altro mio
libro, la Grammatica di Greco moderno per gli Italiani. È un lavoro
che mi ha impegnato per quasi sei anni, un lavoro al quale mi sono
dedicato per imparare questa lingua, abbastanza complessa ma tanto
affascinante, allo scopo di comunicare con i Greci, parlare con loro,
approfondire la loro conoscenza, spinto dal mio entusiasmo per la
Grecia classica, per la sua storia, per i suoi miti, per i suoi
personaggi, conosciuti sin dai tempi della scuola elementare. La
grammatica del Neogreco è il risultato di tale lavoro, che mi ha
consentito non solo di dialogare con il mondo greco moderno, ma anche
di favorire la conoscenza di tale mondo da parte di altri Italiani,
attraverso la sua pubblicazione.
*La
conoscenza del mondo greco di oggi sarebbe sicuramente agevolata e
approfondita se si riuscisse ad instaurare con i Greci un dialogo
diretto con loro, se si parlasse con loro, se si sperimentasse la
loro ospitalità, se si visitasse la Grecia. La finalità di questo
mio lavoro è quella di facilitare la comprensione del Neogreco e la
sua utilizzazione attraverso lo studio sistematico delle regole
fondamentali di morfologia e della struttura semantico-lessicale e
sintattica di questa lingua. La mia ambizione è riuscire a far
comprendere la complessa struttura del Greco moderno anche a coloro
che non hanno dimestichezza con le lingue classiche tradizionalmente
studiate da noi, il Latino e il Greco antico. La grammatica di Greco
moderno vuole essere il mio contributo alla conoscenza di questa
lingua europea, la lingua della Grecia, della nazione a cui deve
tanto la civiltà occidentale.
* Ma perché imparare il
Neogreco? — Risposta: perché siamo Greci.
Noi
Italiani e in particolare noi della Magna Grecia siamo Greci, senza
nemmeno rendercene conto. I nostri legami col mondo greco antico e
moderno sono tali e tanti, che potrebbe apparire superfluo anche il
solo tentativo di elencarli. Nessuna nazione del Mediterraneo è
influenzata, direi permeata, dall'eredità del mondo greco come la
nostra. Il mondo greco è presente nella nostra lingua, nella nostra
civiltà, nei nostri valori, nelle nostre radici cristiane, nei
nostri rapporti umani e familiari, perfino nella nostra storia
antica e recente. Capire e parlare il Neogreco significa poter
comunicare con i nostri cugini culturali, ma significa anche capire
e usare meglio il nostro Italiano. Infatti, tantissime sono le parole
italiane prese di sana pianta dal lessico greco. Si pensi per un
attimo al linguaggio della medicina (diagnosi, prognosi, terapia,
analisi, glicemia, ecografia,ecc.), della scienza (trigonometria,
atomo, teorema, diagonale, astronomia, economia, monopolio, ecc.) o
della filosofia (misticismo, ermetismo, escatologia, metafisica,
ecc.). Come potremmo noi occidentali esprimere con una sola parola
concetti così complessi senza ricorrere a tali termini‘? Siamo
inequivocabilmente Greci.
* Ma
noi siamo Greci anche e soprattutto per i valori e la civiltà che
professiamo nel nostro agire quotidiano. Posso affermare , per
esperienza, che i Greci di oggi non sono diversi da quelli di ieri.
Il loro senso dell'ospitalità è una regola di vita seguita
spontaneamente: per loro è del tutto naturale aiutare l'ospite,
metterlo a proprio agio; l'ospite è sacro oggi come ai tempi di
Omero. E noi non siamo diversi da loro: lo dimostriamo con la nostra
sensibilità, con la nostra attenzione verso chi è meno fortunato di
noi. L'accoglienza che noi Italiani e in particolare le popolazioni
della cosiddetta Magna Grecia riservano a quella massa di disperati,
che raggiungono le nostre coste a rischio della vita, la dice lunga
sul nostro modo di intendere l'umana convivenza, dimostra solidarietà
e attenzione per chi è in difficoltà, spesso andando ben oltre gli
orientamenti degli organi istituzionali. * Noi siamo Greci anche per
la presenza di un forte legame religioso, che ci accomuna sia nel
linguaggio della Chiesa, sia nella pratica religiosa. Eucaristia,
Vangelo, Pentecoste, omelia, epistola, apostolo sono termini greci
presenti nella Chiesa Cattolica come in quella Ortodossa. Quante
volte nella liturgia della parola nella S. Messa abbiamo ascoltato:
"Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Corinzi...?. Ebbene, se
andate a Corinto, vedrete un santuario dedicato a S. Paolo, che non è
da meno di quello della basilica fuori le mura a Roma: questo Santo
apostolo è venerato allo stesso modo da noi e dai Greci. Il legame
religioso con l'oriente cristiano lo troviamo ancora in tante nostre
chiese rupestri, nei santuari, nelle nostre tradizioni, nelle feste,
che accompagnano lo scorrere del tempo.
* Ma la
Grecia di oggi non vive solo di ricordi del passato o di monumenti,
che pure rappresentano una importante fonte delle entrate dello
Stato. Se guardate la copertina del libro, vedete tra le diverse
foto, quella del nuovo ponte sospeso di Rio Antirio (una località
non lontana da Patrasso), un'opera avveniristica, che realizza un
gran risparmio di tempo nel collegamento di due coste separate da una
stretta lingua di mare, prima collegate con traghetti, oppure
raggiungibili con un lungo giro sulla terra ferma. Ho già citato le
olimpiadi del 2004 come un evento straordinario nel quale la Grecia
ha inteso mostrare il meglio di se stessa in termini di potenzialità
e di identità della nazione.
* Uno
slogan pubblicitario di tali olimpiadi recitava: H φλόγα μας
ενώνει τον κόσμο (La nostra fiamma unisce il
mondo). Il senso di quello slogan era che i valori espressi dalla
grecità sono valori universali, sono i nostri stessi valori: lo
spirito di Olimpia, l'aspirazione dei popoli alla pace, alla
fratellanza, alla solidarietà, alla vera democrazia, alla centralità
dell'uomo; sono, tali valori, l'asse portante dell'occidente ed in
particolare della nuova Europa, alla quale i Greci hanno dato la loro
convinta adesione non meno di noi Italiani. Per tutti questi motivi
ritengo che non sia sprecato il tempo dedicato allo studio del
Neogreco. Se mi consentite un piccolo plagio adatterei quello slogan
delle olimpiadi alla circostanza della serata e direi: Οι
γλώσσες μας ενώνουν τον κόσμο (Le nostre
lingue uniscono il mondo). Lasciamo allora l'inglese, che pure è
importante e quasi indispensabile, al mondo degli affari, della
finanza e della tecnica, lasciamolo all'Europa dei mercanti e usiamo
invece l'Italiano e il Neogreco per parlare di valori, di civiltà,
di arte, per parlare al cuore, per volare alto e comunicare
nell'Europa dei cittadini. Mi piacerebbe se ciascuno di noi,
lasciando questa sala, ripetesse a se stesso: "le nostre lingue
uniscono il mondo".
Οι
γλώσσες μας ενώνουν τον κόσμο.
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