“Nodi
da sciogliere, cordata da costruire, vetta da raggiungere”
Pier
Giorgio P. Farina
C’è
una legge, la nr. 145 del 30.12.2019, sospesa sulla città di
Taranto che, da allora, non riesce ad “atterrare”. O
forse, meno metaforicamente, giace su qualche scrivania in attesa di
un impulso vitale che ne dia finalmente attuazione.
Ci
riferiamo alla fondazione denominata «Istituto
di Ricerche Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile»
con sede in Taranto, di cui al comma 732 e seguenti dell’art. 1.
C’è
una opportunità d’oro, per questo nostro territorio ionico
che non riesce a svoltare e a diversificarsi; eppure questa chance
non viene ancora, incredibilmente, colta e da alcuni, addirittura,
non viene capita o conosciuta, rischiando cosi di svanire, finendo
nella desolata landa delle tante occasioni perdute.
C’è
un crocevia, quello del Mediterraneo, da tanti evocato come
potenziale risorsa di scambio e di crescita, che avrebbe centro
proprio in Taranto, e che non può più essere solo storia del
passato classico o di presente incremento turistico, né terreno di
“giochi”, nemmeno di quelli, a maggior ragione, una
tantum.
La
verità, ignota a tanti, è che proprio qui, a Taranto, c’è un
“centro” di futuro possibile e sostenibile, da innescare e
mettere a sistema, da far nascere finalmente con il massimo della
cooperazione possibile, perché poi, e solo così, sarà certamente
potenzialmente generativo. Lo è già, in uno Statuto già scritto, e
attende di generare processi virtuosi di nuova economia
“olivettiana”, senza compromessi, circolare, sostenibile, basata
su tecnologie innovative, proprio quelle che ci vogliono, su energie
rinnovabili e relative applicazioni, e tutto insieme in grado di
essere interagenti e trainanti, e finalmente in grado di creare ed
offrire opportunità e posti di lavoro. Perché tra i tanti primati
negativi e crescenti del nostro territorio ne svetta uno: quello dei
nostri giovani che vanno via, e quasi sempre, senza più tornare.
Questa
nuvola sospesa di possibilità scritte per Taranto è li’, c’è
già, ma… non condensa, non trova terra, non diventa quella realtà
di cui c’è così bisogno; questo ha del drammatico, è
autolesionismo puro, senza “se” né “ma”. Sono ormai
quattro anni che di questa legge se ne parla, se ne scrive, se ne
ri-parla e se ne ri-scrive, si finanzia, si de-finanzia e si
ri-finanzia ma tutto sembra paralizzarsi nel momento in cui
occorrerebbe dar corso a quelle poche, semplici ma essenziali
procedure necessarie per determinarne l’attuazione; procedure, per
altro, ben definite, specificate e descritte da uno “statuto”,
proprio quello della legge.
Perché
questo accade? Chi e cosa si oppone od ostacola un processo
costitutivo così ben scritto in ogni sua parte? E’ legge e non
fantasia. Legge approvata, finanziata e pubblicata in G.U,
(31.12.2019), ignorata da ben tre governi e “attenzionata” solo
per privarla del pur minimo finanziamento già avuto: 9 milioni di
euro per i primi tre anni riacciuffati in extremis grazie
all’intervento di alcuni parlamentari neoeletti. Ma prima che anche
questi 3 milioni evaporino al sole, occorre agire e creare una
cordata per raggiungere la vetta.
Queste
ed altre domande, non possono più restare senza risposta, e non
possono più farsele solo alcuni cittadini più attenti. E’
arrivato il momento di sciogliere tutti i nodi più volte venuti al
pettine; occorre che le autorità governative e i ministeri preposti
alle nomine le facciano, ed occorre che la comunità ionica, chi
riveste cariche pubbliche, gli organismi di rappresentanza, le
associazioni e tutti i cittadini, siano correttamente
informati e facciano la propria parte.
In
questi anni di attesa varie sono state le iniziative per accendere
attenzione su quanto tardava a concretizzarsi. Vari gli incontri e i
dibattiti coinvolgenti il CNEL, l’AISEC, l’ASviS con il suo
portavoce e poi ministro Enrico Giovannini, il Presidente del
Parlamento Europeo David Sassoli, le aziende, le università, ben
quattordici grandi società multinazionali pronte a far parte della
Fondazione di partecipazione Tecnopolo del Mediterraneo, e che ora
devono essere ri-chiamate.
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“2009, NORD, Emilia Romagna: dove atterrano i Tecnopoli…”
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L’
inerzia ha prevalso sul far accadere le cose, ma ora deve esserci una
svolta, ed è questo l’intento che anima una nuova iniziativa che
proseguirà per tutta l’estate. Innanzitutto è in corso una
raccolta firme, in calce ad un documento da presentare al governo in
carica perché si attivi nel fare ciò che è previsto. Vi sarà poi
un incontro dibattito con il territorio, sul finire di settembre,
azione, condivisa e di rappresentanza, che chiamerà l’interlocuzione
con il Governo.
Il
“Team
Tecnopolo del Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile”
(TPMSS TEAM), a cui si deve questo nuovo impulso e che accomuna
persone, professionisti, entità civiche e del terzo settore già a
vario titolo impegnate in attività di promozione e sensibilizzazione
sul territorio ionico, aveva ultimamente assunto l’impegno di
concentrarsi sullo studio di una possibile sede (o più sedi) idonee
ad ospitare degnamente un tale organismo di ricerca, sperimentazione
ed attuazione. Ma proprio questo sforzo ha portato ben presto a
individuare almeno altri cinque differenti pilastri su cui poter
fondare il Tecnopolo. Oltre alla Sede
(o sedi), anche: Autorità
(politiche e scientifiche da coinvolgere), Nomine
(negli organismi previsti da statuto), Risorse
(da recuperare e moltiplicare), Aziende
(possibilmente benefit e società per la Fondazione di
Partecipazione, caratteristica unica del nostro Tecnopolo),
Territorio
(da
rendere partecipe).
Da
qui il la stesura di un documento congiunto proprio per aver già
incontrato il pieno favore di alcuni iniziali sostenitori della
“questione-Tecnopolo”,
e che ora potranno meglio concentrarsi nella edificazione delle sei
direttrici anzidette e tutte fondanti.
Tra
gli attori
l’Associazione Culturale “G. Lazzati”,
il “Comitato”
per il Tecnopolo,
il “TP-Team”,
la CGIL,
CISL
e UIL,
l’Ordine
Architetti di Taranto,
e vari altri ancora, già sensibili e che si potranno certamente
affiancare, sino a convergere in quel corale e sinergico incontrarsi
di fine settembre per meglio determinare la “cordata verso la
vetta”.