lunedì 30 maggio 2022

GITA CULTURALE A GALATONE E LECCE ORGANIZZATA DALL'ASSOCIAZIONE MINERVA DI CRISPIANO IL 28 MAGGIO 2022

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E' STATA UN SUCCESSO, LA GITA CULTURALE A GALATONE E LECCE
Splendida giornata quella passata dai soci e simpatizzanti della nostra Associazione e Università del Tempo Libero e del Sapere. 
 
Una gita di livello Culturale da noi organizzata, si é alla fine trasformata in una straordinaria giornata di consolidata amicizia per tutti coloro, che avevano     dato la propria adesione.
E' stato bello per i presenti (omaggiati con un cappellino e bottiglietta d'acqua dalla nostra associazione), guidati dalla nostra direttrice Silvia Laddomada nonchè promotrice dell'iniziativa e dalla presidente Mariangela Liuzzi, conoscere il paese di Galatone e le sue chiese, visitare l'eccezionale mostra delle macchine di L.Da Vinci riprodotte fedelmente e a grandezza naturale dall'Ing. Giuseppe Manisco.
Sono circa 140 macchine in esposizione all'interno del palazzo Marchesale e notevole é stato l'interesse dimostrato dai soci e non, di Minerva che sono rimasti sbalorditi dalla dettagliata descrizione fatta con estrema precisione,passione e amore da parte dell'autore delle opere.
A seguito pranzo conviviale in una trattoria locale e subito dopo trasferimento e giro culturale anche tra le vie di Lecce e del suo Centro Storico.
Un'iniziativa quella della gita, che sarà sicuramente riproposta (oltre agli incontri culturali settimanali) dalla nostra Associazione e Università perchè il nostro obiettivo é continuare a far cultura divertendoci e stando in "famiglia".
L'Associazione Minerva, ringrazia sentitamente gli amici di Galatone: Cosimo Potenza, Salvatore Fattizzo, l'arch. Antonio Chirivì e la famiglia Manisco (che gestisce anche la tipica Trattoria da Santino), per la gentilissima ospitalità e disponibilità dimostrata sin dal nostro arrivo e fino al termine della giornata.
“LA CULTURA ARRICCHISCE SEMPRE...” 
                                                                   (Gabriele Annese)
 
"Bellissima esperienza, che è riuscita ad incantare grandi e piccoli. Organizzazione, cultura e socialità si sono fuse armoniosamente. Siamo pronti a nuove uscite con voi. Grazie!" (Gabriele Clemente).

"Per la giornata meravigliosa, ricca di emozioni e belle scoperte, dobbiamo dire grazie all'Associazione Minerva. Senza il loro, impegno, tutto questo non sarebbe stato possibile!!! Bellissima esperienza. Un grazie da tutti noi" (Maria Pia Santoro).

"Condivido, viaggiare apre gli orizzonti. In questo caso ringraziamo l'associazione Minerva, che ha organizzato alla perfezione la gita, facendoci scoprire posti a noi sconosciuti di alto valore, oltre che artistico, anche culturale. Grazie a tutti voi."
(Rosita Achille).


Tutte le foto della giornata sono visibili cliccando sul link seguente: 

L’ingegner Giuseppe Manisco:


Pubblicato da Redazione news24.city - 28 maggio 2022

https://trani.news24.city/2022/05/28/torna-a-palazzo-beltrani-lingegner-giuseppe-manisco/ 

















Lecce: Piazza Rettore Rizzo


venerdì 27 maggio 2022

UNA FAMIGLIA SALUTARE..." - Relatrice: Anna Presciutti

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12° incontro: "UNA FAMIGLIA SALUTARE..." - Relatrice: Anna Presciutti Evento organizzato dall'Università del Tempo Libero e del Sapere Minerva di Crispiano (TA) Anno Accademico 2021-2022

Prof.ssa Anna Presciutti  





                                  


VIDEO: UNA FAMIGLIA SALUTARE...








martedì 24 maggio 2022

"LA BASILICA DI SAN PIETRO IN ROMA" - Relatore Antonio Santoro

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12° incontro: "LA BASILICA DI SAN PIETRO IN ROMA" - Relatore Antonio Santoro Evento organizzato dall'Università del Tempo ...



VIDEO:LA BASILICA DI SAN PIETRO IN ROMA

                                                                               



martedì 17 maggio 2022

JACOPO DEL CASSERO, BUONCONTE DA MONTEFELTRO, PIA DEI TOLOMEI (5° CANTO) SORDELLO DA GOITO (6°-7° CANTO)

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Relazione di Silvia Laddomada

Siamo ancora nell'Antipurgatorio.

Lasciato Belacqua e gli spiriti negligenti, Dante ricomincia la salita, seguendo, egli dice, "le orme del mio duca".

Viene distratto però dal grido di uno spirito negligente che, accortosi dell'ombra proiettata dal corpo del poeta, esclama una gridò: 

«Ve’ che non par che luca 
lo raggio da sinistra a quel di sotto, 
e come vivo par che si conduca!».(5°canto Purgatorio vv. 4-6)                                

(guarda il raggio del sole non trapassa dal lato sinistro quello che va sotto, e si muove come se fosse vivo).

Dante vorrebbe rispondere, ma Virgilio non lascia spazio alla distrazione 

 «Perché l’animo tuo tanto s’impiglia», 
disse ‘l maestro, «che l’andare allenti? 
che ti fa ciò che quivi si pispiglia?                                
Vien dietro a me, e lascia dir le genti: 
sta come torre ferma, che non crolla 
già mai la cima per soffiar di venti;(Canto 5° Purg. vv.10-15)  

(Perché ti distrai e rallenti il passo? Che ti importa di quello che qui si bisbiglia? Vieni dietro a me e lascia chiacchierare la gente, guarda avanti e resta come una torre salda, che non scuote mai la cima al soffiar dei venti).

Rosso di vergogna, Dante lo segue.


Intanto vedono arrivare una schiera di anime, che cantano il Miserere e corrono lungo le pendici del monte.

Vedendo che Dante proietta l'ombra interrompono il loro canto, e alcuni di loro corrono verso i due pellegrini per capire di che si tratti.

Virgilio conferma che Dante é vivo e consente al poeta di parlare con loro, ma senza fermarsi.

Le anime corrono velocissime verso il gruppo e tutte si affollano intorno a Dante. Sono negligenti anche loro ma morti "per forza", cioé per violenza. Uccisi.

Devono stare nell'Antipurgatorio tanto tempo quanto quello vissuto, ma devono correre sempre. Furono peccatori infino a l'ultima ora, ma poi toccati dalla grazia, in punto di morte sono trapassati "a Dio pacificati".

Tutti chiedono a Dante di portare notizie di loro sulla Terra, per ottenere preghiere di suffragio dai loro cari.

Tre di queste anime parlano con Dante.

Il primo é Jacopo del Cassero, un nobile di Fano (Pesaro-Urbino), che combattè con i guelfi fiorentini a Campaldino nel 1289, ma inseguito fino a Padova dai sicari di Azzo VIII d'Este, fu ucciso.

Jacopo racconta la sua fine, chiedendo prima, a Dante, di portare notizie di lui a Fano, affinchè si preghi da parte di chi è in grazia, per aiutarlo a diminuire la permanenza.

In tutte le anime del Purgatorio prevale sempre il rimpianto per la vita perduta, la nostalgia delle cose lasciate. Jacopo non nutre rancore per il signore di Ferrara (Estense), ma confessa lo spavento per l'odio implacabile di quell'uomo  

Corsi al palude, e le cannucce e ‘l braco 
m’impigliar sì ch’i’ caddi; e lì vid’io 
de le mie vene farsi in terra laco». (5° canto Purg. vv.82-84)                               

(Fuggii verso la palude, ma le canne e il pantano mi impigliarono, tanto che caddi, quindi raggiunto dai sicari facilmente e vidi con i miei occhi, formarsi una pozza del mio sangue).

Jacopo prova una profonda pena per lo strazio subito dal suo corpo, per la sua orrenda morte.

Dante vuole, ancora una volta, in Purgatorio, sottolineare la ferocia, l'inutilità della violenza umana.

Non ha ancora finito di parlare, ed ecco un'altra anima: Buonconte da Montefeltro

Poi disse un altro: «Deh, se quel disio 
si compia che ti tragge a l’alto monte, 
con buona pietate aiuta il mio!

                                   
Io fui di Montefeltro, io son Bonconte; 
Giovanna o altri non ha di me cura; 
per ch’io vo tra costor con bassa fronte». (Canto 5° Purg. vv.85-90)                 


E' il figlio di Guido, incontrato da Dante tra i consiglieri fraudolenti (insieme a Ulisse), avvolti in una fiamma. Aveva dato un consiglio al papa Bonifacio VIII, per poter ingannare i nobili romani, pur avendo vestito il saio francescano e promesso di non peccare più.

Ma era caduto in peccato di nuovo, convinto dal papa che lo avrebbe assolto. Ma alla sua morte ci fu il conflitto tra S.Francesco che voleva accogliere l'anima e il diavolo che se lo portò all'Inferno.

Buonconte dice "Possa compiersi il tuo desiderio di pace, ma tua aiutami a compiere il mio. Mia moglie Giovanna e altri parenti non mi pensano, per questo cammino con vergogna".

Questo signore di Urbino cacciò i Guelfi da Arezzo e nel 1289 si schierò contro Firenze e morì nella battaglia di Compaldino, alla quale prese parte anche Dante. Quindi era un suo avversario. Purtroppo il suo corpo non fu mai ritrovato. Dante interpreta la sua misteriosa scomparsa raccontando una contesa tra il diavolo e l'angelo, che riuscì a portare la sua anima in Purgatorio, per il pentimento in fin di vita, per cui il diavolo di vendicò, scatenando una bufera che disperse il suo corpo nell'Arno.

C'é da parte dell'anima una profonda nostalgia della vita e una profonda pietà per il proprio corpo disperso.

Ma leggiamo questo scontro. 

Io dirò vero e tu ‘l ridì tra’ vivi: 
l’angel di Dio mi prese, e quel d’inferno 
gridava: "O tu del ciel, perché mi privi?                       
 

Tu te ne porti di costui l’etterno 
per una lagrimetta che ‘l mi toglie; 
ma io farò de l’altro altro governo!".                               


Ben sai come ne l’aere si raccoglie 
quell’umido vapor che in acqua riede, 
tosto che sale dove ‘l freddo il coglie.                           

Pia de' Tolomei


Giunse quel mal voler che pur mal chiede 
con lo ‘ntelletto, e mosse il fummo e ‘l vento 
per la virtù che sua natura diede.                                   

Indi la valle, come ‘l dì fu spento, 
da Pratomagno al gran giogo coperse 
di nebbia; e ‘l ciel di sopra fece intento,                        


sì che ‘l pregno aere in acqua si converse; 
la pioggia cadde e a’ fossati venne 
di lei ciò che la terra non sofferse;                                 

e come ai rivi grandi si convenne, 
ver’ lo fiume real tanto veloce 
si ruinò, che nulla la ritenne.                                          

Lo corpo mio gelato in su la foce 
trovò l’Archian rubesto; e quel sospinse 
ne l’Arno, e sciolse al mio petto la croce                     

ch’i’ fe’ di me quando ‘l dolor mi vinse; 
voltòmmi per le ripe e per lo fondo, 
poi di sua preda mi coperse e cinse»(Canto 5° Purg. 103-129)                      


(Per una lagrimetta, ti porti l'anima e io tratterò diversamente il suo corpo. Dante si rifà a S. Tommaso: i demoni hanno potere sulle forze della natura. Possono, per esempio, scatenare tempeste.

Dopo Buonconte, parla subito un terzo spirito.

E' Pia dei Tolomei. Pochi versi ma densi di significati, di richiamo, di emozioni.

Era la moglie di Nello Pannocchieschi, che la fece precipitare dal balcone del suo castello in Maremma, per gelosia e per sposare un'altra donna. 

«Deh, quando tu sarai tornato al mondo, 
e riposato de la lunga via», 
seguitò ‘l terzo spirito al secondo,                                
 

«ricorditi di me, che son la Pia: 
Siena mi fé, disfecemi Maremma: 
salsi colui che ‘nnanellata pria 

disposando m’avea con la sua gemma». (Canto 5° Purg. vv.130.136)


Viene in mente un altro personaggio dantesco: Francesca da Rimini (incontrata nel cerchio dei lussuriosi), uccisa dal marito.

In effetti c'é una simmetria che lega il 5° canto dell' Inferno al 5 del Purgatorio e al 5 del Paradiso.

Tre donne a confronto.

Nell'Inferno una donna vendicativa e innamorata (Caino attende chi a vita ci spense. Il marito finirà nel cerchio dei traditori dei parenti).

Nel Purgatorio un'altra donna, che però non mostra nessuna vendetta, nessun odio verso il marito. Vittima della volontà e della crudeltà dell'uomo.

Pia ricorda il momento più bello della sua vita (La mia vita si spense in Maremma, come accadde lo sa colui che mi aveva sposato e posto al dito l'anello con la gemma di famiglia).

Da notare l'attenzione per il pellegrino, "quando ti sarai riposato del lungo viaggio, ricordati di me che son la Pia (verso entrato, per gioco, nel linguaggio comune)



<<Sordello

Oltre alle 3 anime che hanno avuto la fortuna di raccontare la loro fine tragica, tantissime anime, pur continuando a correre, fanno ressa intorno ai due poeti, nella speranza di ottenere preghiere e suffragi da chi vive ancora.

Dante ne riconosce tanti, e fa anche i loro nomi. Si tratta di molti personaggi toscani uccisi nell'ambito di lotte politiche e civili.

Lasciato il gruppo dei penitenti, i due poeti riprendono il cammino e mentre cercano una via più rapida, per salire sul monte, incontrano un'anima seduta in disparte che, "sola soletta" li osserva in silenzio, "a guisa di leon quando si posa" (come un leone a riposo).

Un personaggio immobile, calmo, diverso dalle anime che si erano ansiosamente affollate intorno ai due poeti.

Un atteggiamento altero, una statua viva, pur nella sua immobilità. Nonostante questo atteggiamento apparentemente sdegnoso, Virgilio chiede proprio a lui indicazioni sul percorso. L'anima non si scompone, rimane sul piedistallo.

Domanda invece di rispondere. Vuole sapere da dove vengono.

Virgilio fa appena in tempo a pronunciare Mantova, che quell'anima esce dalla sua immobilità leonina e balza commossa in piedi e si avvicina a Virgilio, solo perchè ha sentito il dolce nome della sua patria, dicendo "O mantovano io son Sordello, della tua terra". E si abbracciano.

Sordello da Goito, un poeta trovatore, un nobile che aveva frequentato le principali corti dell' Italia settentrionale e della Provenza, e fu consigliere anche di Carlo D'Angiò, ricevendo in dono alcuni feudi nel regno di Napoli.

Lo sceglie forse perché aveva scritto un libro (Compianto in morte del nobile Blacatz, in cui criticava la viltà e la corruzione dei signori europei).


Il nuovo venuto é mantovano, di quella terra che é la sua terra, nonostante il desiderio di salire sulla montagna; scatta tra i due un affetto fraterno, una nostalgia della vita terrena, una nostalgia delle strade, dei palazzi, delle immagini e delle emozioni vissute forse da entrambi a Mantova.

Anche Dante é commosso. Di fronte a questa manifestazione d'amore cittadino, il poeta non può fare a meno di lanciare una invettiva contro la situazione politica dell'Italia, abbandonata dall' imperatore e straziata dalle lotte civili.

Leggiamo i versi famosi  

Ahi serva Italia, di dolore ostello, 
nave sanza nocchiere in gran tempesta, 
non donna di province, ma bordello!                             78

Quell’anima gentil fu così presta, 
sol per lo dolce suon de la sua terra, 
di fare al cittadin suo quivi festa;                                     81

e ora in te non stanno sanza guerra 
li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode 
di quei ch’un muro e una fossa serra. (Canto 6° Purg. vv.76-84)                    


(Ahi serva l'Italia, luogo di dolore, sei come una nave senza timoniere in mezzo alla tempesta, non sei più signora dei popoli - come Giustiniano l'aveva definita - ma una prostituta, ossia un bordello, un luogo di corruzione.

Quest'anima nobile fa festa al suo concittadino solo sentendo il suono del nome della terra natia, mentre quelli che vivono in te, non sanno stare senza guerra e quelli che vivono all'interno delle stesse mura e degli stessi fossati, si rodono tra loro, si dilaniano tra loro".

Lo sdegno del poeta coinvolge anche Firenze, simbolo della corruzione e della decadenza dell' Italia.

Nella città toscana tutti si mostrano giusti, ma in realtà le regole civili sono sconvolte da arroganza e presunzione. La città somiglia a una donna malata, che non trova pace nel letto e cerca sollievo alla sofferenza cambiando continuamente posizione (cioè cambia continuamente forma di governo).

Tutto il canto é occupato da questo trasporto emotivo, da questa polemica politica.

Dante costruisce una simmetria nel 6° canto di ogni Cantica.

Nel sesto canto dell'Inferno il fiorentino Ciacco, nel preannunciare l'esilio a Dante, aveva parlato delle discordie interne a Firenze, della lotta tra Bianchi e Neri.

Nel sesto canto del Purgatorio, il riferimento é alle discordie interne all'Italia, dovute, secondo Dante, al potere temporale della Chiesa che ostacola il potere imperiale, per cui gli imperatori tedeschi non scendono in Italia, dove incontrerebbero solo ostacoli, nemici, finti alleati.

E sappiamo che per Dante, l'Impero ha un ruolo universale nell'essere garante della giustizia sulla Terra.

Nel 6° canto del Paradiso si parlerà della discordia interna dell'Impero.

Dopo questo sfogo vibrante, Dante ritorna a guardare i due mantovani che si abbracciano tre, quattro volte, finché Sordello chiede: Voi, chi siete?

Virgilio pronuncia il suo nome e dice di essere un'anima del Limbo, dove risiedono gli "spiriti magni", che vissero virtuosamente, ma non professarono le virtù teologali: fede, speranza e carità.

Sordello, emozionatissimo, abbassa lo sguardo, e si inchina ad abbracciargli le ginocchia, onorato di incontrare "la gloria di latin" (la gloria degli italiani), "il pregio eterno del loco ond'io fui" (il pregio eterno del luogo in cui nacqui - Mantova).

Principi negligenti-Valletta fiorita

Visto che il sole già tramonta, Sordello consiglia a Virgilio di non continuare la salita ma di sostare in un luogo piacevole per chiacchierare, lui stesso si offre di condurli.

Così un sentiero in pendenza li conduce sull'orlo di una valletta, dove colori e profumi di erba e di fiori, formano un insieme " incognito e indistinto", fatto di "soavità di mille odori".

In questa valletta fiorita, scavata nel fianco del monte, siede un gruppo di anime che cantano il Salve Regina.

Sono le anime dei principi negligenti, che in vita si lasciarono travolgere dalle preoccupazioni terrene, trascurando i doveri verso se stessi, i familiari, i sudditi e aspettarono l'ultimo momento per pentirsi dei loro peccati.

Sordello li indica, tra loro imperatori tedeschi e sovrani europei.

(Rodolfo d'Asburgo, Pietro d'Aragona, Carlo D'Angiò).

Questa valletta fiorita é simile al luogo del Limbo, ove i grandi dell'antichità dimorano, in eterno, intorno al "poeta sovrano", cioè Virgilio.

(Simmetria che rivela una poesia costruita, una unità del poema)

In questo incontro solo Virgilio parla, Dante assiste senza intervenire.

Tace, lascia i due poeti lombardi alla loro pacata conversazione, dopo l'entusiasmo e l'emozione dell'incontro.

 


 VIDEO: Jacopo del Cassero, Buonconte da ...


 

domenica 15 maggio 2022

IL NOVECENTO UNA STORIA ANCORA IN CORSO DAL 1975 AL 1980 SECONDA PARTE

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RELATORE: TOMMASO CHISENA


NEL LUGLIO 1976, A PARIGI NEL PALAZZO PRESIDENZIALE DELL’ELISEO, SI ERA APPENA CONCLUSO L’ENNESIMO VERTICE SEGRETO, SUL CASO ITALIANO, DEL DIRETTORIO COORDINATO DA ALAN CAMPBELL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI DEL GOVERNO BRITANNICO.

I QUATTRO MEMBRI DELLA NATO , STATI UNITI, GRAN BRETAGNA, FRANCIA E GERMANIA CHE FORMAVANO IL DIRETTORIO ANCORA OGGI PRESENTE, NON AVEVANO TROVATO UN ACCORDO SU UNA RISPOSTA COMUNE.

INFATTI, FU SCARTATA L’IPOTESI “A” PRESENTATA DAGLI INGLESI E FRANCESI DI UN GOLPE MILITARE, GRAZIE ALLA OPPOSIZIONE DI STATI UNITI E GERMANIA, ( FERMI SULLE LORO POSIZIONI PER UNA PRESSIONE POLITICO-DIPLOMATICA E AIUTI ECONOMICI , MA NULLA DI PIU’ ) VISTO CHE IL TEMUTO SORPASSO ELETTORALE DEL PCI SULLA DC NON SI ERA CONCRETIZZATO NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 26 GIUGNO 1976.

A QUESTO PUNTO ALAN CAMPBELL DECISE DI DARE ATTUAZIONE INSIEME AI FRANCESI ALLA OPZIONE °B° QUELLA °DELL”APPOGGIO AD UNA DIVERSA AZIONE SOVVERSIVA”.

TANT’E’ CHE PER GARANTIRE E VIGILARE SU QUESTO PIANO IL GOVERNO BRITANNICO INVIO’ ALAN CAMPELL A ROMA IN QUALITA’ DI AMBASCIATORE INGLESE, VISTA ANCHE LA SUA ESPERIENZA DI ESPERTO IN AZIONI DI INFILTRAZIONI E SABOTAGGIO ATTUATE IN ITALIA A COMINCIARE DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE.

PER UNA COINCIDENZA DAVVERO IMPRESSIONANTE , PROPRIO NELL’ESTATE DI QUELL’ANNO , LE NUOVE BRIGATE ROSSE RIORGANIZZATE DA MARIO MORETTI E PROSPERO GALLINARI ( UOMINI DI CORRADO SIMIONI -LA VERA MENTE DI QUESTE BR, LEGATO AI SERVIZI ANGLO-AMERICANI) RICEVETTERO IL BATTESIMO DEL FUOCO.

L’8 GIUGNO 1976 ASSASSINARONO A GENOVA IL PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA FRANCESCO COCO.

L’ATTENTATO INAUGURO’ UNA NUOVA STRATEGIA POLITICO-MILITARE VERA E PROPRIA, DIVERSA DA QUELLA DELLE PRIME BR. DI CURCIO E FRANCESCHINI, CHE -ATTRAVERSO UNA PROGRESSIVA INTENSIFICAZIONE DELLA LOTTA ARMATA - AVREBBE PORTATO L’ATTACCO AL CUORE DELLO STATO.

CON L’OMICIDIO COCO CI FU UN SALTO DI QUALITA’ ; INFATTI NEI DUE ANNI TRA L’ASSASSINIO DEL GIUDICE COCO E IL SEQUESTRO DI ALDO MORO, LO STATO SI MOSTRO’ DEL TUTTO INCAPACE DI CONTRASTARE LA TERRIBILE ESCALATION DI INAUDITA VIOLENZA.


NON SAPPIAMO SE PER INSIPIENZA O CALCOLO, MA LA RISPOSTA DELLO STATO NON AVVENNE ,PERCHE’ NELLO STESSO MOMENTO FU SCIOLTO IL NUCLEO ANTIRERRORISMO DEL GENERALE DALLA CHIESA ,IL QUALE DOPO IL SEQUESTRO SOSSI NEL 1974 FU INCARICATO DI COSTITUIRE QUESTO GRUPPO COL QUALE SGOMINO’ LE PRIME BRIGATE ROSSE ARRESTANDO TRA IL 1975 E 1976 CURCIO E FRANCESCHINI CON TUTTI I BRIGATISTI DELLA PRIMA ORA.




NEL 1976, IL GENERALE DALLA CHIESA FU PROMOSSO GENERALE DI DIVISIONE E TRASFERITO AD ALTRO INCARICO E IL SUO NUCLEO FU SCIOLTO ANCHE PER SPINTE INTERNE AL COMANDO DEI CARABINIERI A CAUSA DI GELOSIE DI QUALCHE COLLEGA CHE NON APPROVAVA L’INDIPENDENZA DELL’OPERATO DI DALLA CHIESA CHE SCAVALCAVA I COMANDI TERRITORIALI.

PURTROPPO NON TUTTI , NEL MONDO POLITICO, AVEVANO COMPRESO LA DIMENSIONE INTERNAZIONALE DEL TERRORISMO E L’IMPORTANZA DEL NUCLEO DI DALLA CHIESA.

IL DANNO FU ENORME IN QUANTO SI PERSERO DUE ANNI SENZA PIU’ AVERE CONTATTI E CONOSCENZE .

PROPRIO IN QUEI DUE ANNI MARIO MORETTI CONSOLIDO’ LA SUA POSIZIONE DI CAPO DELLE BR. CON A FIANCO PROSPERO GALLINARI.

ECCO PERCHE’ LO STATO SI TROVO’ DEL TUTTO IMPREPARATO DI FRONTE A QUELLO CHE STAVA PER ACCADERE: CON L’ASSASSINIO DI MORO FU SFERRATO L’ATTACCO PIU’ GRAVE ALLA POLITICA ITALIANA.

IN PARTICOLARE ALLA POLITICA ESTERA DI MORO ATTRAVERSO LA QUALE AVEVA MESSO IN CRISI GLI INTERESSI DEI PAESI ALLEATI DI USA , GB E FRANCIA NEL MEDITERRANEO E NEL MEDIO ORIENTE.

CON MORETTI E GALLINARI , MEMBRI DELLA SETTA DEL “SUPERCLAN” DI CORRADO SIMIONI, INIZIO’ UN.ALTRA STORIA.

INFATTI IL GEN. DALLA CHIESA ,ASCOLTATO DALLA PRIMA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL DELITTO MORO, PER DUE VOLTE NEL 1980 E 1982, DISSE CHE LE BRIGATE ROSSE ERANO UNA COSA , LE BR. PIU’ MORETTI UNA COSA DIVERSA AGGIUNGENDO CHE IL CERVELLO POLITICO BRIGATISTA ERA FUORI DALL’ITALIA. A PARIGI .

NEL MENTRE I BRIGATISTI AMMAZZAVANO E FERIVANO ALLE GAMBE POLIZIOTTI, CARABINIERI, MAGISTRATI, DIRIGENTI D’AZIENDA, GIORNALISTI E UOMINI POLITICI, NEPPURE UN TERRORISTA DI RANGO VENNE ARRESTATO NELL’INERZIA ASSOLUTA DEGLI APPARATI.

IN QUEGI ANNI SI COSTITUI’ IL TANTO VATICINATO PARTITO ARMATO DI FELTRINELLI ATTRAVERSO SCAMBI E RELAZIONI TRA LE BR. DI MORETTI E MILITANTI DI AUTONOMIA OPERAIA (-FONDATA DA TONI NEGRI, ORESTE SCALZONE , FRANCO PIPERNO E VALERIO MORUCCI- ), POTERE OPERAIO E LOTTA CONTINUA.

NATURALMENTE VI ERANO CONFLITTI FRA DI LORO ,DETERMINATI DA PUNTI DI VISTA TATTICI DIVERSI MA SU DUE COSE BASILARI CONVERGEVANO TUTTI IN MANIERA ASSOLUTA: L’OBIETTIVO DI FONDO OVVERO LA LIQUIDAZIONE DEL COMPROMESSO STORICO E IL METODO DELLA LOTTA ARMATA E DEL TERRORISMO.

C’ERANO MILITANTI DALLA DOPPIA TESSERA CHE PASSAVANO DI CONTINUO DA UNA ORGANIZZAZIONE ALL’ALTRA CON ASSOLUTA LIBERTA’.

BASTI PENSARE ALLA COLONNA ROMANA DELLE BR CHE SI AVVIAVA AD ESSERE LA PIU’ STRATEGICA DI TUTTE IN VISTA DEL SEQUESTRO MORO : FU COSTRUITA DA MORETTI INTORNO AL NUCLEO DI VALERIO MORUCCI , UOMO DI PIPERNO E SCALZONE CON I QUALI MORUCCI NON TRONCO’ MAI I CONTATTI NEPPURE DURANTE I 55 GIORNI DI PRIGIONIA DI MORO ANZI GRAZIE A QUESTO SI AVVIO’ LA TRATTATIVA -VOLUTA DA CRAXI – TRA SIGNORILE E I BRIGATISTI TRATTATIVISTI DI MORUCCI ATTRAVERSO PIPERNO.

INTANTO ALL’INIZIO DEL 1978 LE AMBASCIATE IN ITALIA DEGLI USA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA ERANO IN FIBRILLAZIONE PER LE NOTIZIE DI UN PROBABILE NUOVO GOVERNO DI SOLIDARIETA’ NAZIONALE CON DENTRO MINISTRI DEL PCI.

MA , INASPETTATAMENTE SI CREO’ UN CURIOSO RIBALTAMENTO DEI RUOLI.

SE PRIMA ERANO GLI INGLESI A ENFATIZZARE IL PERICOLO COMUNISTA CON GLI USA CHE FRENAVANO, ADESSO ERA L’AMBASCIATA DI VIA VENETO CHE AIZZAVA WASHINGTON SPIEGANDO CHE LA LINEA DEL PIAVE STAVA PER ESSERE SFONDATA DAL PCI.

IN REALTA’ IL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI, DOPO CHE NIXON AVEVA UTILIZZATO LA CIA PER OPERAZIONI ILLEGALI COME IL CASO DEL COLPO DI STATO DI PINOCHETT IN CILE , IL CASO WATERGATE , LA GUERRA IN VIETNAM , COSTRINSE IL SUCCESSORE DI NIXON- FORD- E IL NUOVO PRESIDENTE IL DEMOCRATICO CARTER, INSEDIATOSI NEL 1976, A EMANARE NUOVE REGOLE CON MAGGIORI CONTROLLI ,SOPRATTUTTO DA PARTE DEL CONGRESSO , SULLA CIA CHE NON POTETTE PIU’ AGIRE A MANI LIBERE NEI CONTESTI DI ALTRI PAESI A COMINCIARE DAGLI ALLEATI EUROPEI.

QUESTO VUOTO DEGLI AMERICANI FU RIEMPITO DALL’INTELLIGENCE INGLESE E FRANCESE IN PARTICOLARE IN ITALIA DOVE FAVORIRONO LE INFILTRAZIONI NEI GRUPPI DEL PARTITO ARMATO A COMINCIARE DALLE BR, GIA’ INFILTRATE DA RUSSI E CECOSLOVACCHI E NATURALMENTE DAI SERVIZI ITALIANI.

LA MATTINA DEL 16 MARZO 1978 IN VIA FANI A ROMA CI PENSARONO LE BRIGATE ROSSE A TOGLIERE TUTTI DALL’IMBARAZZO .

FURONO LORO A RISOLVERE IL PROBLEMA ATTRAVERSO “UN’AZIONE SOVVERSIVA “ DIVERSA NELLA FORMA DA UN COLPO DI STATO CLASSICO,MA IDENTICA DAL PUNTO DI VISTA DEL RISULTATO POLITICO E GEOPOLITICO.

IL SEQUESTRO MORO E IL SUO ASSASSINIO , DOPO 55 GIORNI DI DETENZIONE NELLA PRIGIONE DEL POPOLO, EBBE EFFETTI RILEVANTI PER LA STORIA DEL NOSTRO PAESE.

IL PRIMO, NEL BREVE TEMPO, PROVOCO’ DOPO MENO DI UN ANNO LA FINE DEI GOVERNI DI SOLIDARIETA’ NAZIONALE ( 1976-1978/ 1978-1979) E BLOCCO’ IL COMPROMESSO STORICO, RITARDANDO IL COMPIMENTO DELL’EVOLUZIONE COMUNISTA E CON ESSA LA DEMOCRAZIA COMPIUTA.

IL SECONDO, CONSEGUENZA DEL PRIMO,NEL TEMPO PIU’ LUNGO, INNESCO’ UNA CRISI DELLE CLASSI DIRIGENTI ITALIANE, UN DETERIORAMENTO PROGRESSIVO DELLE LORO QUALITA’ , L’INCAPACITA’ DEL SISTEMA DI AUTORIFORMARSI NELLA FASE DI PASSAGGIO DAL REGIME BLOCCATO DELLA GUERRA FREDDA A QUELLO DELL’ALTERNANZA DEL POST GUERRA FREDDA , LA ROTTURA DEL PATTO COSTITUZIONALE , LO SMANTELLAMENTO DELL’INDUSTRIA PUBBLICA ( IRI) LA CADUTA DI PRESTIGIO E LA PERDITA DI RUOLO INTERNAZIONALE DELL’ITALIA : TUTTO QUELLO CHE ERA STATO FATICOSAMENTE COSTRUITO NEL DOPOGUERRA ANDO’ IN FRANTUMI.

COMPRESA LA NOZIONE STESSA DI INTERESSE NAZIONALE. E IL NOSTRO PAESE , CHE ERA ENTRATO NELL’EMPIREO DELLE ECONOMIE MONDIALI CONQUISTANDO UN RUOLO DI PRIMO PIANO NEL MEDITERRANEO , IN AFRICA E NEL MEDIO ORIENTE, ALLA FINE SI RITROVO’ RETROCESSO AL RANGO DI POTENZA DI TERZA CLASSE PER DIRLA CON LE PAROLE SUPERBE DI ALAN CAMPBELL

IL SEQUESTRO DI MORO FU PRECEDUTO DA NOTEVOLI SEGNALI ANTICIPATORI, TANT’E’ CHE IL FRATELLO DI MORO, ALFREDO CARLO , MAGISTRATO, DOPO L’ASSASSINIO SCRISSE UN LIBRO DAL TITOLO ELOQUENTE: STORIA DI UN DELITTO ANNUNCIATO.

MORO SAPEVA DI ESSERE UN POSSIBILE OBIETTIVO, COSI’ COME LO SAPEVA LA SUA FAMIGLIA E IL SUO PARTITO: NE ERA CONSAPEVOLE GIA’ DA QUANDO FORMO’ IL PROMO GOVERNO DI CENTROSINISTRA CON I SOCIALISTI NEL DICEMBRE DEL 1963.

INFATTI, MESI PRIMA DI VIA FANI INIZIO’ UNA INTENSA CAMPAGNA DI STAMPA DENIGRATORIA E FALSA .

DAGLI STATI UNITI RIMBALZAVANO INDISCREZIONI SU UNO SCANDALO DI TANGENTI PAGATE DA UNA AZIENDA AEROSPAZIALE °LA LOOCHKEED ° A POLITICI ITALIANI.

DAL CIFRARIO DELLA SOCIETA’ ERA USCITO UN CERTO “ANTELOPE COBBLER”. SECONDO I BOATOS DELLA STAMPA AMERICANA IL PROBABILE BENERFICIARIO ITALIANO DELLE TANGENTI ERA PROPRIO IL PRESIDENTE MORO., POI IL TIRO SI SPOSTO’ SU UN ALTRO DEMOCRISTIANO AMICO DI MORO E PERSONA PERBENE, OVVERO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIOVANNI LEONE.

TUTTO QUESTO ERA ANCHE FINALIZZATO AD ESCLUDERE MORO DALLA SICURA ELEZIONE A CAPO DELLO STATO DI LI’ A QUALCHE MESE GRAZIE AI VOTI INDISPENSABILI DEL PCI , CON LE IMMAGINABILI CONSEGUENZE E PAURE DEGLI ALLEATI ANGLO-AMERICANI, FRANCESI E RUSSI..

INFATTI ,COLPIRE LEONE PER COSTRINGERLO ALLE DIMISSIONI , AVREBBE ESCLUSO LA CORSA ALLA SUCCESSIONE DI QUALUNQUE DEMOCRISTIANO A COMINCIARE DA MORO .

DOPO L;ASSASSINIO , QUELLO CHE MORO AVEVA PREVENTIVATO NEL CASO LEONE SI FOSSE DIMESSO , AVVENNE.

A GIUGNO DEL 1978 , A SEGUITO DI UNA BECERA E FALSA CAMPAGNA DI STAMPA DELL’ESPRESSO LA CUI AUTRICE -CAMILLA CEDERNA- A DISTANZA DI ANNI CHIESE SCUSA -INSIEME A PANNELLA -ALLO STESSO EX PRESIDENTE, SU RICHIESTA DEL PCI DI BERLINGUER IL PRESIDENTE LEONE SI DIMISE E A SUCCEDERGLI NON CI FU NESSUN DEMOCRISTIANO BENSI’ UN SOCIALISTA: SANDRO PERTINI.

ORBENE,UN PRESIDENTE DEL COMPROMESSO STORICO AL QUIRINALE ERA UNA EVENTUALITA’ MOLTO TEMUTA DAL GOVERNO BRITANNICO E QUINDI DA SCONGIURARE.

MOLTI FURONO,QUINDI, I SEGNALI INVIATI A MORO COME QUELLO PUBBLICATO NEL FEBBRAIO 1978, UN MESE PRIMA DELL’AGGUATO, SULLA RIVISTA SATIRICA DELL’AUTONOMIA OPERAIO “IL MALE”.

ALL' INTERNO DI UN CURIOSO ARTICOLO SUL FUTURO DEI POLITI ITALIANI, INTERPRETATO ATTRAVERSO LA CHIROMANZIA, A PROPOSITO DI MORO FURONO USATE LE SEGUENTI AGGHIACCIANTI PAROLE: “ LA LINEA DEL DESTINO INDICA CHE IL SOGGETTO, DOPO ALTERNE VICENDE, FARA’ UNA BRUTTA FINE. NOTEVOLE IL RETICOLO SULL’INDICE , SEGNO CERTO DI CARCERAZIONE”.

PERCHE’ MORO NE FOSSE PARTICOLARMENTE TURBATO LO SI CAPISCE OGGI, ALLA LUCE DI UNA DELLE SCOPERTE PIU’ SCONCERTANTI DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA ,PRESIEDUTA DALL’ ON.FIORONI ( 2013-2018)

PROPRIO NEL FEBBRAIO 1978, PER LA PRECISIONE IL GIORNO 17, UN MESE PRIMA DEL SEQUESTRO, UNO DEGLI UOMINI PIU’ FEDELE A MORO , ALL’INTERNO DEGLI APPARATI DI SICUREZZA SEGNALO’ DAL MEDIO ORIENTE CHE SI STAVA PREPARANDO UNA OPERAZIONE DI ECCEZIONALE GRAVITA’.

ERA IL COLONNELLO STEFANO GIOVANNONE- CAPOCENTRO DEL SISMI- IL SERVIZIO SEGRETO MILITARE- A BEIRUT NEL LIBANO. GIOVANNONE NON ERA STATO SCELTO A CASO PER QUELL’INCARICO.

LA CAPITALE LIBANESE IN QUEL PERIODO ERA UN CROCEVIA FONDAMENTALE DELLE RELAZIONI DI INTELLIGENCE TRA ITALIA E MONDO ARABO.

ERA DIVENTATO ANCORA PIU’ DELICATO DOPO GLI ACCORDI SEGRETI PASSATI POI ALLA STORIA COME IL “LODO MORO”, ( SVELATO SOLO NELL’ANNO 2000) STIPULATO TRA IL GOVERNO ITALIANO E LE ORGANIZZAZIONI PALESTINESI, ALL’INDOMANI DELLA STRAGE DI MONACO DEL 1972 DOVE FURONO MASSACRATI NEL VILLAGGIO OLIMPICO 11 ATLETI ISRAELIANI’

CON QUELLA OPERAZIONE, L’ALA PIU’ DURA DEL TERRORISMO PALESTINESE AVEVA DECISO DI SPOSTARE LA VIOLENZA IN EUROPA AL FINE DI RICHIAMARE L’ATTENZIONE SULLA LORO CAUSA.

IN BASE A QUEL LODO , IN CAMBIO DELLA IMPUNITA’, I PALESTINESI SI ERANO IMPEGNATI A NON COMPIERE AZIONI TERRORISTICHE NEL NOSTRO PAESE.

DUNQUE MORO AVEVA VOLUTO IL SUO AMICO FIDATO GIOVANNONE A BEIRUT PERCHE’ FOSSE LI’ A VIGILARE E GESTIRE SUL CAMPO GLI ASPETTI PIU’ DELICATI DELLA SUA POLITICA MEDITERRANEA E MEDIO ORIENTALE.

IL 17 FEBBRAIO 1978 IL COLONNELLO AVVERTI’ IL SISMI DI ROMA SUL RISCHIO DI UNA OPERAZIONE TERRORISTICA IN ITALIA, DECISA IN UNA CAPITALE EUROPEA ,ATTRAVERSO UNA OPERAZIONE CONGIUNTA TRA TERRORISTI OCCIDENTALI E ORIENTALI, VISTO IL FORTE LEGAME TRA L’ALA PIU’ RADICALE DEI PALESTINESI ,LEGATA AI SOVIETICI , E I TERRORISTI ITALIANI DELLE BR. E AUTONOMIA OPERAIA A CUI FORNIVA ARMI E ADDESTRAMENTO MILITARE NEI SUOI CAMPI IN MEDIO ORIENTE.

IL COLONNELLO GIOVANNONE RIFERI’ TUTTO QUESTO ANCHE AL SUO REFERENTE POLITICO. ECCO SPIEGATA LA INQUIETITUDINE DI MORO DOPO AVER LETTO L’ARTICOLO DEL “MALE “ DI AUTONOMIA OPERAIA.

INSPIEGABILMENTE I SERVIZI SEGRETI ITALIANI NONOSTANTE QUESTE AVVISAGLIE NON PRESERO NESSUNA INIZIATIVA : NE PRIMA DEL SEQUESTRO , NE DOPO.

IL PROGETTO DI RAPIMENTO DI UN POLITICO ITALIANO, COME SCOPRIRA’ IL GIUDICE PRIORE, FU INTERCETTATO CON LARGO ANTICIPO DA ALMENO OTTO SERVIZI SEGRETI INTERNAZIONALI.

DALL’EST ALL’OVEST: AMERICANO, INGLESE, SOVIETICO, FRANCESE, TEDESCO OCCIDENTALE, TEDESCO ORIENTALE , ISRAELIANO E CECOSLOVACCO.

IL RAPIMENTO E UCCISIONE DEI 5 AGENTI DI SCORTA DI MORO, LA PRIGIONIA E LA SUA MORTE ,SONO STATE DESCRITTE IN MIGLIA E MIGLIAIA DI PAGINE SIA DALLA MAGISTRATURA ,SIA DALLE TRE INCHIESTE DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI, NONCHE’ DALLE INCHIESTE GIORNALISTICHE.

OGNUNO HA AGGIUNTO UN PROPRIO MATTONE ALLA COSTRUZIONE DELLA VERITA’, COSI’ COME OGNUNO HA VOLUTO NASCONDERE QUALCOSA.

PERSINO L’ULTIMA COMMISSIONE STRAGI PRESIEDUTA DA FIORONI LA CUI RELAZIONE E’ STATA APPROVATA ALL’UNANIMITA’ DAL PARLAMENTO HA DOVUTO SECRETARE MOLTI DOCUMENTI PER INTERESSE DI STATO. INFATTI COSSIGA SOLEVA DIRE CHE LA VERITA’ E’ CONOSCIUTA SOLO CHE CI SONO COSE CHE SI POSSONO DIRE E ALTRE INDICIBILI.

PERTANTO E’ SICURO CHE A COMPIERE IL SEQUESTRO IN VIA FANI ,CON PRECISIONE CHIRURGICA PER L’UCCISIONE DEI 5 UOMINI DI SCORTA LASCIANDO ILLESO IL PRESIDENTE MORO NONOSTANTE I 100 PROIETTILI SPARATI, E , COME DISSE AMMIRATO PIPERNO ,CON GRANITICA POTENZA , INSIEME ALLE BRIGATE ROSSE CI FOSSE LA PRESENZA DI UOMINI SPECIALISTI IN TALI AZIONI , MA NON SI SA O MEGLIO NION SI PUO’ DIRE DI QUALI PAESI.

SI IPOTIZZANO PRESENZE DELLA RAF ( LE BR. TEDESCHE) O UOMINI DEL SECRET TEAM AMERICANO ( UNITA’ DI UN SERVIZIO SEGRETO PRIVATO A CUI SI AFFIDANO OPERAZIONI COPERTE) O DI UNITA’ SPECIALI E SEGRETE DELLA NATO APPARTENENTI ALLO STAY BEHIND OPPURE LA PRESENZA -SULLA BASE DI TESTIMONIANZE-DI UN KILLER GIUSTINO DE VUOMO EX LEGIONARIO E ABILISSIMO NELL’USO DELLE ARMI.

INOLTRE SI E’ ACCERTATO CHE IL PROPRIETARIO DEL BAR OLIVETTI - DA CUI USCIRONO CON ARMI E DIVISE, GLI UOMINI DEL COMMANDO- TULLIO OLIVETTI – ERA UN PERSONAGGIO INQUIETANTE CON RAPPORTI CON I SERVIZI SEGRETI INFEDELI, CON LA MALAVITA , CON AMBIENTI NEOFASCISTI E DI AUTONOMIA OPERAIA.

COSTUI, NONOSTANTE LE CHIAMATE DI CORREITA’ , VENNE TENUTO FUORI DA OGNI INDAGINE IN QUANTO, COME SCOPRIRA’ POI LA COMMISSIONE D’INDAGINE, LA SUA POSIZIONE VENNE PRESERVATA DAGLI INQUIRENTI PER PROTEGGERE I SUOI RAPPORTI CON SETTORI DEI SERVIZI ITALIANI.

ALTRA QUESTIONE RIGUARDA IL COVO O MEGLIO I COVI DOVE FU TENUTO PRIGIONIERO MORO COMPRESO L’ULTIMO DOVE FU UCCISO E FATTO RITROVARE IN VIA CAETANI SULLA RENAULT ROSSA.

L’ASPETTO DELLA LOGISTICA, CIOE’ L’APPOGGIO ALL’AZIONE SOVVERSIVA DEI BRIGATISTI, HA UNA IMPORTANZA INESTIMABILE NELLA VICENDA MORO.

INFATTI DOPO LA DECIMAZIONE DELLA SCORTA E IL RAPIMENTO DI MORO, LA COMMISSIONE FIORONI HA SCOPERTO CHE A QUALCHE CENTINAIO DI METRI DA VIA FANI PRECISAMENTE AL N.91 DI VIA MASSIMI, IN UN GARAGE SOTTERRANEO DI DUE PALAZZINE DI PROPRIETA’ DELLO IOR -LA BANCA VATICANA DI MARCINKUS- , CI FU IL TRASPORTO DI MORO IN UN’ALTRA MACCHINA E ANCHE IL PRIMO COVO PRIGIONE PER I PRIMI DIECI GIORNI.

LO SCAMBIO NON AVVENNE QUINDI IN PIAZZA MADONNA DEL MIRACOLO COSI’ COME VIA MONTALCINI NON E’ STATA L’ UNICA PRIGIONE DI MORO COME HANNO SEMPRE AFFERMATO I BRIGATISTI .

INFATTI , IL LUNGO MEMORIALE SCRITTO DA VALERIO MORUCCI DOPO IL SUO ARRESTO FU CONCORDATO CON I SERVIZI E LE ISTITUZIONI ITALIANE ED ACCETTATO COME VERITA’ UNICA ED ASSOLUTA SIA DALLA MAGISTRATURA , SIA DALLE ISTITUZIONI CHE DALLA STAMPA.

COSI’ COME ACCADDE PER LA RICOSTRUZIONE DELLE DINAMICHE DELL’AGGUATO,ANCHE IL DOPO FU AFFIDATO ALLA VERITA’ FORNITA DAGLI STESSI BRIGATISTI E CONCORDATA CON LO STATO.

QUESTO PERCHE’ OCCORREVA DELIMITARE I CONFINI DELLE VERITA’ DICIBILI AL PAESE SENZA CREARE IMBARAZZI ALL’INTERNO DELLE ISTITUZIONI,NEGLI ALLEATI DELLA NATO E NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI E, AL TEMPO STESSO SENZA CHIAMARE DI CORREITA’ QUELL’AREA DI CONTIGUITA’ CHE NON ERA MAI EMERSA, ADDOSSANDO TUTTE LE RESPONSABILITA’ ALLE SOLE BRIGATE ROSSE.

L’INTERESSE SUPERIORE ERA RAPPRESENTATO DAL PORRE FINE ALLA LOTTA ARMATA ANCHE A COSTO DI SCENDERE A PATTI CON I TERRORISTI, CONCORDANDO CON LORO UNA VERITA’ CIRCOSCRITTA CHE EVITASSE DI DIRE AGLI ITALIANI CHE POTENZE STRANIERE AVEVANO CONGIURATO - CON LA COMPLICITA’ DI APPARATI INTERNI INFEDELI- PER ELIMINARE DALLA SCENA L’UOMO POLITICO PIU’ RAPPRESENTATIVO DELL’ITALIA E DEL SUO INTERESSE NAZIONALE.

NONOSTANTE TESTIMONI E DICHIARAZIONI SUI MOVIMENTI IN VIA MASSIMI , NON CI FURONO APPROFONDIMENTI NEPPURE QUANDO A RENDERE TESTIMONIANZA FURONO UOMINI DELLO STATO .

INFATTI NEL LUGLIO 1980 LA PRIMA COMMISSIONE MORO ASCOLTO’ L’ALLORA DIRETTORE DEL SISMI -IL SERVIZIO SEGRETO MILITARE- GENERALE SANTOVITO IL QUALE ,RISPONDENDO AD UNA DOMANDA SULLLA PRIGIONE DI MORO,DISSE CHE EGLI ERA DELL’AVVISO CHE IL PRESIDENTE NON SI SIA ALLONTANATO PIU’ DI UN CHILOMETRO DA VIA FANI.

QUESTA INFORMAZIONE PROVENIVA DA UNA FONTE RISERVATA DELLA GUARDIA DI FINANZA, INOLTRE, TRE MESI DOPO ,LA COMMISSIONE ASCOLTO’ IL QUESTORE DI ROMA DE FRANCESCO IL QUALE RACCONTO’ CON OGNI PROPABILITA’ CHE MORO ERA STATO TENUTO IN PIU’ LUOGHI DIVERSI DA VIA MONTALCINI., IL PRIMO DEI QUALI FORSE AVENTE CARATTERE DI EXTRATERRITORIALITA’.

NONOSTANTE QUESTE INFORMAZIONI NON ACCADDE NULLA ANZI GLI INQUIRENTI CON LA MAGISTRATURA NON APPROFONDIRONO ALCUNO DEI FATTI LASCIANDO CADERE LE NOTIZIE.

PERSINO GELLI IN UNA INTERVISTA RILASCIATA NEL 2011 E TRASMESSA DA LA7 NEL 2015 DISSE CHE MORO ERA STATO PORTATO IN UN LUOGO VICINO A VIA FANI DOVE E’ STATO TENUTO DIECI GIORNI IN UN GARAGE SOTTOTERRA.

UN GARAGE, DUNQUE. IN UN SEMINTERRATO. IN UNA ZONA PROTETTA DALL’ IMMUNITA’ DIPLOMATICA E NON LONTANA DA VIA FANI.

METTENDO INSIEME QUESTI DATI E LE TESTIMONIANZE RACCOLTE, ECCO CHE LA COMMISSIONE D’INCHIESTA HA INDIVIDUATO IL LUOGO CORRISPONDENTE A QUELLE CARATTERISTICHE OVVERO LE DUE PALAZZINE AL N.91 DI VIA MASSIMI DI PROPIETA’ DELLO IOR E PERCIO’ PROTETTE DALLA EXSTRATERRITORIALITA’.

INTORNO A QUELLE PALAZZINE RUOTAVA UN MICROCOSMO DI SOGGETTI ETEROGENEI TRA LORO INCOMPATIBILI EPPURE LEGATI DA UN FILO SOTTILISSIMO CHE RIPORTA ALLA VICENDE MORO E AL SUO CONTESTO NASCOSTO.

VI ABITAVANO ALCUNI PRELATI COME IL CARD. OTTAVIANI E MONS. VAGNOZZI. IL PRIMO ESPONENTE DELL’ ALA PIU’CONSERVATRICE E TRADIZIONALISTA DELLA CHIESA E FIERO OPPOSITORE DI PAOLO VI.

IL SECONDO ERA UNO DEI PUNTI DI CONTATTO SEGRETI TRA IL VATICANO E L’INTELLIGENCE ANGLO-AMERICANA E GLI AMBIENTI PIU’ ANTICOMUNISTI DELL’OLTRANZISMO ATLANTICO.

RUOLO CONOSCIUTO ANCHE DA MORO CHE PRIMA DEL SUO SEQUESTRO ANDO’ A TROVARLO PIU’ VOLTE PER TENTARE DI MITIGARE I BOLLORI ANTICOMUNISTI DEI SUOI REFERENTI INTERNAZIONALI.

OLTRE AI DIVERSI APPARTAMENTI IN USO DAI PRELATI, NONCHE’ QUELLI UTILIZZATI PER CONVEGNI INDECOROSI COME SPESSO USAVA FARE ANCHE MARCINKUS , IN QUELL’ISOLA DELLO IOR PROTETTA DALLA EXTRATERRITORIALITA’ , C’ERANO SEDI DI SOCIETA’ ESTERE DIETRO CUI SI NASCONDEVANO DIVERSI SERVIZI DI INTELLIGENCE STRANIERI.

INOLTRE IN UN APPARTAMENTO VI ABITAVA UNA COPPIA MOLTO STRANA. LUI, DI GIORNO, ERA UN ALTO UFFICIALE DELLA NATO CON ACCESSO A CODICI RISERVATI, LA SERA ,TOLTA LA DIVISA, FREQUENTAVA AMBIENTI DELL’ ESTREMA SINISTRA EXTRAPARLAMENTARE; LEI ERA UNA MILITANTE DI UN GRUPPO FEMMINISTA CHE RUOTAVA NELLO STESSO AMBIENTE DI ESTREMA SINISTRA.

QUESTO APPARTAMENTO ERA FREQUENTATO DA PIPERNO E DA UOMINI DELL’AUTONOMIA OLTRE CHE DA BRIGATISTI.

INFATTI LA COMMISSIONE FIORONI HA SCOPERTO CHE QUESTA COPPIA HA DATO RIFUGIO- SUBITO DOPO VIA FANI- PER ALCUNI MESI AL BRIGATISTA PROSPERO GALLINARI UNITAMENTE ALLE ARMI USATE DAL COMMANDO I.

INSOMMA, COSI’ COME PER IL BAR OLIVETTI, ANCHE PER LE PALAZZINE DI VIA MASSIMI IL QUADRO SI PRESENTAVA CON UN BEL PRESEPE DI COINCIDENZE..

QUESTO QUADRO E QUESTE RELAZIONI CI RIPORTA A CORRADO SIMIONI ALLA SUA RETE DI CONTATTI CON CURIOSI PERSONAGGI PROMISCUI LEGATI ALL’OLTRANZISMO ANTICOMUNISTA ATLANTICO E, NEL CONTEMPO, A MILITANTI DELLA LOTTA ARMATA DI ESTREMA SINISTRA.

ANCHE NEL CASO DI VIA MASSIMI, NONOSTANTE LA MOLE DI INDIZI E TESTIMONIANZE GIA’ EMERSE FIN DALLA PRIMA ORA, GLI INQUIRENTI LASCIARONO ANDARE QUELLA PISTA IMPORTANTISSIMA.

LA COMMISSIONE FIORONI GIUNSE INOLTRE ALLA CONCLUSIONE CHE TRA IL GRUPPO DI SIMIONI, I BRIGATISTI DEL CASO MORO E IL PARTITO ARMATO, I CONTATTI NON SI ERANO MAI INTERROTTI IN QUANTO APPURARONO CHE IL VERO CAPO E MENTE DELLE BR. ERA PROPRIO CORRADO SIMIONI A PARIGI.

DURANTE I 55 GIORNI DI PRIGIONIA DI MORO NELLA PRIGIONE DEL POPOLO, SI FORMARONO DUE POSIZIONI: QUELLO DELLA FERMEZZA RAPPRESENTATO DAL PCI E PARTE DELLA DC E QUELLO DELLA TRATTATIVA RAPPRESENTATO DAL PAPA PAOLO VI, DAL PSI DI BETTINO CRAXI E DA UNA PARTE DELLA DC CON FANFANI.

ALL’INIZIO ERANO PREPONDERANTI LE POSIZIONI DELLA FERMEZZA CHE NEGAVA OGNI TRATTATIVA ASSUNTE SUBITO DAL PCI PER EVITARE CHE IL PARTITO FOSSE ASSOCIATO IDEOLOGICAMENTE AL TERRORISMO DELLE BR. E INDICATO PERCIO’ COME LA CASA MADRE DEL BRIGATISMO ROSSO.

ANCHE LA DC ERA COMPLETAMENTE NEL PALLONE E CERCAVA E VOLEVA CONSIGLI UTILI FINENDO PER APPOGGIARSI ALLE POSIZIONI DEL PCI.

MA IN QUEL MONDO CHE VENIVA GIU’ A PEZZI , FINI’ PER SGRETOLARSI ANCHE IL PARTITO DELLA FERMEZZA, MENTRE SI ATTIVAVA VIA VIA QUELLO DELLA TRATTATIVA.

CE NE FURONO DIVERSE DI TRATTATIVE COME HA ACCERTATO LA COMMISSIONE FIORONI. E ALCUNE FINIRONO PER INTRECCIARSI FRA DI LORO.

I PRIMI CONTATTI FURONO STABILITI DA ESPONENTI DEMOCRISTIANI CON ELEMENTI DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA NELLA SPERANZA CHE PORTASSERO ALLE BR.

MA QUEL CANALE FU CHIUSO QUASI SUBITO DAL BOSS DELLA MAFIA FRANK COPPOLA , ALTRO REFERENTE DEL BAR OLIVETTI E DEL SUO PROPRIETARIO, CHE INTERVENNE PER INDURRE I MAFIOSI A NON COLLABORARE.

ALTRI CONTATTI INVECE PROSEGUIRONO .

IL VATICANO SEGUI’ UN SUO PERCORSO VOLUTO FORTEMENTE DA PAOLO VI ,AMICO DI MORO FIN DAI TEMPI DELLA FUCI , CHE AVEVA PRONTI I 10 MILIARDI DI LIRE PER IL RISCATTO NELLA RESIDENZA DI CASTEL GANDOLFO.

SI MOSSE ANCHE IL PSI E LO STESSO CRAXI CHE GIUNSE ALLE BR. ATTRAVERSO I LEADER DI AUTONOMIA OPERAIA ROMANA IN CONTATTO CON VALERIO MORUCCI.

ANCHE LO STESSO MORO DALLA PRIGIONE DEL POPOLO FECE IN MODO CHE IL SUO FEDELE AMICO DEI SERVIZI IL COLONNELLO GIOVANNONE, CAPOCENTRO DEL SISMI A BIERUT,CONVINCESSE LE ORGANIZZAZIONI PALESTINESI A INTERVENIRE VISTO IL RAPPORTO CHE AVEVANO CON LE BR.

IL FILO MEDIORIENTALE , E QUESTA E’ UN’ALTRA NOVITA’ EMERSA DALLE INDAGINI DELLA COMMISSIONE FIORONI, PASSAVA ATTRAVERSO BETTINO CRAXI CON LA PIENA CONSAPEVOLEZZA DEI VERTICI DEI SERVIZI ITALIANI E DEI MINISTERI COMPETENTI.

IL SEGRETARIO SOCIALISTA RICEVEVA LE LETTERE DI MORO PRIMA CHE FOSSERO RESE PUBBLICHE.

IL LUOGO DI SMISTAMENTO ERA UNA LIBRERIA DI MILANO PUNTO DI RIFERIMENTO DI AUTONOMIA OPERAIA MILANESE. LE PORTAVA LI’ UN COLLABORATORE -ALDO BONOMI- DELLA RIVISTA CONTROINFORMAZIONE GESTITA DA NEGRI E LE BR. E LE CONSEGNAVA AD UN EMISSARIO DI CRAXI IL QUALE DOPO AVERLE LETTE DECIDEVA QUALI POTEVANO ESSERE DATE ALL’ANSA.

MOLTI DETTAGLI DI QUESTA TRATTATIVA SONO ANCORA NELL’OMBRA.

QUESTO MECCANISMO ESPISTOLARE CONFERMA IL CANALE DIRETTO TRA LA PRIGIONE DEL POPOLO ED IL PSI, OLTRE AL FATTO CHE CRAXI ERA IN GRADO DI DECRITTARE LE ISTRUZIONI DEL PRIGIONIERO.

ECCO PERCHE’ ALLA LUCE DI QUESTA NOVITA’ ASSUME UN SAPORE ANCORA PIU’ AMARO L’INSUCCESSO DEL TENTATIVO COMPIUTO DAL PRESIDENTE DELLA SECONDA COMMISSIONE STRAGI ,IL SEN. GIOVANNI PELLEGRINO ( 1994/2001) DI RACCOGLIERE LA TESTIMONIANZA DI BETTINO CRAXI AD HAMMAMET , QUALCHE ANNO PRIMA DELLA SUA MORTE, DOVE IL LEADER SOCIALISTA SI ERA RIFUGIATO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI.

LA COMMISSIONE STRAGI LO AVEVA CONTATTATO E LUI AVEVA OFFERTO LA SUA COLLABORAZIONE.

ERA TUTTO PRONTO PER LA TRASFERTA IN TUNISIA DELLA COMMISSIONE QUANDO ALCUNI SETTORI DELLA MAGISTRATURA E LO STESSO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SCALFARO, INTERVENNERO ALL’ULTIMO MINUTO PER BLOCCARE TUTTO.

DISSERO CHE NON ERA AMMISSIBILE CHE UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE SI SCOMODASSE PER ASCOLTARE UN LATITANTE.

ERA UNA MOTIVAZIONE CHE PUZZAVA DANNATAMENTE DI IPOCRISIA VISTO CHE LA STESSA COMMISSIONE IN PRECEDENZA ERA ANDATA IN SUD AFRICA A SENTIRE IL GENERALE MALETTI DEI SERVIZI MILITARI ANCH’EGLI LATITANTE E NESSUNO AVEVA AVUTO DA RIDIRE.

PECCATO PERCHE’ CRAXI AVREBBE RACCONTATO NON SOLO DI QUELLA TRATTATIVA MA SOPRATTUTTO PERCHE’, QUASI IN DIRITTURA D’ARRIVO, ERA FALLITA.

CRAXI IN ALCUNE DICHIARAZIONI AVEVA ALLUSO AD UN PASSAGGIO DI MANO DELL’OSTAGGIO: DAL COMMANDO DELLE BR. CHE LO AVEVA SEQUESTRATO AD UN GRUPPO SPURIO DI BRIGATISTI CHE AVEVA LA BASE IN VIA CAETANI NELLA ZONA DEL GHETTO EBRAICO DOVE LA MATTINA DEL 9 MAGGIO FU TROVATO IL CORPO DI MORO NEL BAGAGLIAIO DI UNA RENAUL ROSSA.

LA SUA CONVINZIONE , EVIDENTEMENTE BASATA SU ELEMENTI DI FATTO, ERA CHE MORO FOSSE STATO UCCISO IN UN LUOGO VICINISSIMO A VIA CAETANI E NON DAI TERRORISTI CHE LO AVEVANO TENUTO PRIGIONIERO MA DA QUALCUN ALTRO A CUI LO AVEVANO CONSEGNATO. CHI?

UNA RISPOSTA CHIARA NON C’E’ ANCORA.

DALL’AUDIZIONE DI CLAUDIO SIGNORILE SONO EMERSI DETTAGLI INEDITI. MENTRE CRAXI SI OCCUPAVA DELLA TRATTATIVA ATTRAVERSO IL CANALE MEDIO ORIENTALE E MILANESE , SIGNORILE SEGUIVA IL NEGOZIATO ROMANO TRAMITE FRANCO PIPERNO E LANFRANCO PACE IN CONTATTO CON VALERIO MORUCCI E ADRIANA FARANDA, I DUE BRIGATISTI ESPONENTI DELL’ALA POLITICA DELLE BR CONTRAPPOSTA A QUELLA MILITARE DI MARIO MORETTI E PROSPERO GALLINARI.

PIPERNO , SECONDO SIGNORILE, NON AGI’ PER MOTIVI UMANITARI O A TITOLO INDIVIDUALE . MA VOLEVA INSERIRSI NEL CONFLITTO TRA I TRATTATIVISTI E MILITARI PER PRENDERE LA GUIDA DEL PARTITO ARMATO.

C’ERA LA CONVINZIONE CHE SI ERA AD UN PASSO DALLA SOLUZIONE.

INFATTI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIOVANNI LEONE ERA DISPOSTO A CONCEDERE LA GRAZIA AD UNA BRIGATISTA AMMALATA, BESUSCHIO, IN CAMBIO DI MORO. INFATTI L’INDOMANI 9 MAGGIO SI SAREBE TENUTO IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA DC DOVE FANFANI APPOGGIANDO L’INIZIATIVA DEL QUIRINALE AVREBBE ROTTO IL FRONTE DELLA FERMEZZA DELLA DC.

QUINDI LA LIBERAZIONE DELLA TERRORISTA AMMALATA, CON I 10 MILIARDI DI LIRE DEL PAPA PAOLO VI SAREBBERO STATI UNA CONTROPARTITA CHE ALL’INTERNO DELLE BR AVREBBE FATTO PROPENDERE IL PIATTO A FAVORE DEL PARTITO DI PIPERNO. IL PSI NE ERA CONVINTO.

INFATTI LA MATTINA DEL 9 MAGGIO SIGNORILE SI RECO’ AL MINISTERO DELL’INTERNO INVITATO DA GOSSIGA A PRENDERE UN CAFFE’ E ATTENDERE INSIEME LA NOTIZIA DELLA LIBERAZIONE CERTA DI MORO.

ARRIVO’ INVECE QUELLA DELLA SUA MORTE.

ERA STATO DECISO DI UCCIDERLO POCO PRIMA CHE FANFANI PRENDESSE LA PAROLA.

QUALCUNO AVEVA DECISO DI FORZARE LA SITUAZIONE METTENDO TUTTI DI FRONTE AL FATTO COMPIUTO.

IN PRATICA ALLA FINE DEI 55 GIORNI INTERVENNERO SERVIZI ORGANIZZATI, NON UFFICIALI, SEGMENTI CHE RAPPRESENTAVANO INTERESSI FONDAMENTALI CHE DOVEVANO CONTRASTARE LA POLITICA DELLA SOLIDARIETA’ NAZIONALE.

QUEL CHE E’ CERTO E’ CHE LA VERSIONE BRIGATISTA SECONDO CUI MORO FU UCCISO IN VIA MONTALCINI E TRASORTATO IN VIA CAETANI NON E’ ASSOLUTAMENTE CREDIBILE.

MORO FU ASSASSINATO A NON PIU’ DI QUARANTA METRI DA DOVE E’ STATO RITROVATO NELLA RENAULT ROSSA. QUINDI L’OSTAGGIO AVEVA TRASCORSO GLI ULTIMI GIORNI O LE ULTIME ORE IN UN LOCALE NELLE IMMEDIATE VICINANZE DI PALAZZO CAETANI, SE NON PROPRIO IN QUALCHE STANZA DELLO STESSO EDIFICIO.

DEL RESTO DUE AGENTI DEL CONTROSPIONAGGIO ITALIANO, RUVOLO E CORRADO, ERANO ANDATI A CERCARLO PROPRIO LI’ ALL’INIZIO DI MAGGIO QUANDO MORO ERA ANCORA VIVO.

CI ERANO ARRIVATI GRAZIE AD UNA SOFFIATA DEL SERVIZIO SEGRETO ISRAELIANO.

D’ALTRONDE QUELLA INTORNO A VIA CAETANI ERA ALL’EPOCA UN CROCEVIA A PIU’ ALTA INTENSITA’ D’ INTELLIGENCE IN EUROPA.

A PARTE IL MOSSAD, C’ERANO NELLA SEDE UNA BASE COPERTA DELLA CIA , UNA BASE DEL SISMI E UNA FOLTA RAPPRESENTANZA DELL’ INTELLIGENCE BRITANNICO.

PERTANTO VISTA LA DIMENSIONE INTERNAZIONALE CHE AVEVA ASSUNTO IL CASO MORO ERA IL LUOGO IDEALE DOVE LA VICENDA SI SAREBBE POTUTO CONCLUDERE: L’OPERAZIONE MORO AVEVA BISOGNO DI DIVERSE “INTELLIGENCE” CAPACI DI INTERVENIRE NELLE VARIE FASI.

TUTTO QUESTO PERCHE’ , NELLA SUA PRIMA LETTERA ALL’AMICO COSSIGA SCRITTA IL 29 MARZO 1978, MORO LASCIO’ INTENDERE CHE LA NECESSITA’ DI UNA TRATTATIVA PER LA SUA LIBERAZIONE NON FOSSE GIUSTIFICATA DA RAGIONI UMANITARIE , MA ERA IMPOSTA DA MOTIVAZIONI ASSAI PIU’ GRAVI.

ERA SOTTOPOSTO AD UN PROCESSO IN CUI AVREBBERO POTUTO COSTRINGERLO A RIVELARE NON SOLO COSE SGRADEVOLI SULLA DC, MA SOPRATTUTTO SEGRETI SENSIBILI PER LA SICUREZZA DELLO STATO COMPRESI QUELLI DELLA NATO.

L’ACCORDO CON I BRIGATISTI ERA CHE LA LETTERA DOVEVA ESSERE CONOSCIUTA SOLO DA COSSIGA AMICO E MINISTRO DELL’INTERNO.

INVECE MORETTI , CAPO DEL GRUPPO, LA ACCLUSE AD UN COMUNICATO PUBBLICO DELLE BR. DICENDO CHE L’INTERROGATORIO PROSEGUE CON LA PIENA COLLABORAZIONE DEL PRIGIONIERO.

QUESTO PROVOCO’ IMMEDIATAMENTE TIMORI E SCONCERTO NON SOLO NEI PARTITI DELLA FERMEZZA -PCI E DC- CHE DA ALLORA COMINCIO’ A VACILLARE A FAVORE DELLA TRATTATIVA, MA ANCHE E SOPRATTUTTO NEI PAESI NATO CHE FORMAVANO IL DIRETTORIO OVVERO STATI UNITI, GRAN BRETAGNA , FRANCIA E GERMANIA.

SU QUESTO PUNTO E’ STATO PROPRIO COSSIGA NEL 2008 -DUE ANNI PRIMA DELLA SUA MORTE- A SVELARE L’ULTIMO DEI MISTERI DEL CASO MORO NON ANCORA CONOSCIUTO, PROPRIO A GIOVANNI FASANELLA AUTORE DEI LIBRI BASATI SUI DOCUMENTI SEGRETI DELL’ARCHIVIO INGLESE DI KEW GARDENS .

A TAL PROPOSITO DESTA CURIOSITA’ IL SALUTO CON IL QUALE COSSIGA CONGEDAVA FASANELLA DOPO OGNI COLLOQUIO : “FASANELLA UN GIORNO DOBBIAMO PARLARE DEGLI INGLESI”.

COSSIGA INVITO’ FASANELLA , A CASA SUA, E GLI DETTE UN DOCUMENTO RISERVATO -COME CHIAVE DI LETTURA- PER SPIEGARE LE MOLTE ANOMALIE NEL COMPORTAMENTO DEL POTERE POLITICO E DEGLI APPARATI, SOPRATTUTTO NELLA SECONDA FASE DEL SEQUESTRO IN CUI ERA PALPABILE L’APPARENTE IMMOBILISMO E L’ASSENZA DI INIZIATIVE PER TENTARE DI STRAPPARE MORO DAL SUO TRAGICO DESTINO.

QUEL GIORNO DI MARZO DEL 2008 COSSIGA PARLO’ DI COME L’ITALIA (CON IL SUO GOVERNO ED I SUI APPARATI) FU ESAUTORATA DALLA NATO.

INFATTI COSSIGA DISSE CHE LA NATO PRESE IN MANO LA QUESTIONE MORO SIA SUL PIANO POLITICO CHE MILITARE AFFIDANDO L’INTERA GESTIONE A UNITA’ SPECIALI DI STAY BHEIND -IN QUEL PERIODO COORDINATE DALLA GERMANIA ,A CUI IL DIRETTORIO DEI QUATTRO PAESI AVEVA AFFIDATO LA GUIDA E IL COORDINAMENTO DEI SERVIZI DELL’ INTELLIGENCE ATLANTICA. E CONSEGNO’ LA PROVA.

OVVERO UNA RELAZIONE RISERVATA CHE COSSIGA AVEVA RICEVUTO DAL BND ( IL SERVIZIO SEGRETO TEDESCO) IL 19 NOVEMBRE 1990- QUANDO ERA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA- CHE RIPORTAVA TRA L’ALTRO QUESTA FRASE -CHE I TEDESCHI SI RACCOMANDARONO DI NON DIVULGARE- : “ UNITA’ SPECIALI DI STAY BEHIND SONO STATE IMPIEGATE ANCHE IN OCCASIONE DELLA RICERCA DI MORO”.

COSSIGA INVIO’ LA RELAZIONE ,SENZA QUESTA PARTE PER RISPETTARE IL VINCOLO DEL SEGRETO, ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA CHE A SUA VOLTA LA TRASMISE ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE PRESIEDUTA DA GIOVANNI PELLEGRINO.

A FASANELLA FU DATA DA COSSIGA LA COPIA INTEGRALE DEL DOCUMENTO TEDESCO, CHE SEMPRE NEL 2008 FU PUBBLICATO SUL SETTIMANALE PANORAMA.

LA NATO DUNQUE COMMISSARIO’ L’ITALIA NELLA FASE PIU’ CRITICA DEL SEQUESTRO MORO ESCLUDENDO DALLE INDAGINI LO STESSO GOVERNO VISTI I SEGRETI SENSIBILI IN GIOCO DI CUI MORO ERA AL CORRENTE COME POCHISSIMI ALTRI UOMINI POLITICI.

LA SOLA IDEA CHE MORO POTESSE RIVELARE SEGRETI ATLANTICI ALLE BRIGATE ROSSE - INFILTRATE ANCHE DA SOVIETICI E CECOSLOVACCHI- MANDO’ IN FIBRILLAZIONE BRUXELLES CHE PER QUESTO DECISE DI INTERVENIRE IN VIRTU’ DELLE CONDIZIONI POSTE ALL’ITALIA SCONFITTA NELLA SECONDA GUERRA CHE FURONO INSERITE NON SOLO NEL TRATTATO DI PACE DI PARIGI MA ANCHE NEL TRATTATO DEL PATTO ATLANTICO DEL 1949 CHE DIEDE VITA ALLA NATO: L’ITALIA NON AVREBE POTUTO AVERE UNA PROPRIA E AUTONOMA POLITICA DI SICUREZZA.

LA SUBALTERNITA’ DELLA NOSTRA INTELLIGENCE --CHE MORO PROVO’ AD AFFRANCARE GIA’ DAL 1965 SINO AL SUO SEQUESTRO-- RISPETTO ALLA CATENA DI COMANDO ATLANTICA ERA PROVATA ANCHE DAL DOCUMENTO CHE COSSIGA AVEVA RICEVUTO DAI TEDESCHI.

IL PUNTO E’ CHE AL TEMPO DEL SEQUESTRO MORO NE’ I MAGISTRATI, NE’ IL PARLAMENTO CONOSCEVANO IL RUOLO DELLA NATO, DELLA SUA INTELLIGENCE E DELLA SUA RETE CLANDESTINA STAY BEHIND , IN ITALIA CONOSCIUTA COME GLADIO CHE FU SVELATA DAL GOVERNO ANDREOTTI SONO NEL 1990.

ORBENE, CON MORO IN MANO AI BRIGATISTI E QUINDI FUORI DALLA SCENA POLITICA, LONDRA DECISE CHE I COMUNISTI NON ERANO PIU’ UN PROBLEMA E CHE POTEVANO ESSERE ACCOLTI A CORTE.

INFATTI , CON MORO ANCORA PRIGIONIERO, ECCO CHE ARRIVO’ L’INVITO . IL PCI NON ASPETTAVA ALTRO.

COSI’ IL 26 APRILE 1978 , GIORGIO NAPOLITANO – GIANCARLO PAIETTA E SERGIO SEGRE VARCARONO LA SOGLIA DELL’AMBASCIATA BRITANNICA OSPITI A PRANZO NELLA RESIDENZA PRIVATA DELL’AMBASCIATORE ALAN CAMPBELL.

RESTA IL FATTO CHE TUTTE LE INCHIESTE COSI’ COME TUTTI I PROTAGONISTI SI SONO DOVUTI FERMARE NON OLTRE UNA CERTA SOGLIA COME QUELLA DI PALAZZO CAETANI.

E’ SUCCESSO A DALLA CHIESA, A PRIORE, A IMPOSIMATO, A PELLEGRINO E FIORONI.

LA STORIA E’ FINITA SU QUELLA SOGLIA CHE NEPPURE IL GENERALE DALLA CHIESA AVREBBE POTUTO OLTREPASSARE.

MA LA COMMISSIONE STRAGI PRESIEDUTA DI FIORONI DEL 2013/2018 HA SVELATO UN DOPPIO EPILOGO.

QUELLO IN CUI, SCOMPARSO MORO, FURONO RECUPERATE E PROTETTE LE CARTE DEL SUO PROCESSO, RECUPERATE DAL GENERALE DALLA CHIESA CON L’ARRESTO DI QUASI TUTTI I BRIGATISTI: E QUELLO INERENTE IL MEMORIALE CONCORDATO IN CUI VENNERO TRACCIATI I CONFINI DELLE COSE DICIBILI AL PAESE.

UNA VERSIONE UFFICIALE CHE COME ABBIAMO GIA’ DETTO ATTRIBUIVA ALLE SOLE BRIGATE ROSSE ITALIANE LA RESPONSABILITA’ DEL CASO MORO SENZA INTERBEVENTI ESTERNI.

ERA UNA VERITA’ DI COMODO FRUTTO DI UNA COMPLESSA TRATTATIVA CHE COINVOLSE EX TERRORISTI, MAGISTRATI,AGENTI SEGRETI E ISTITUZIONI DELLO STATO.

IN PRATICA CI FU UNO SCAMBIO , COME SEMPRE QUANDO LO STATO PER INTERESSE SUPERIORE DEVE PROTEGGERE I SUI SEGRETI: SILENZIO IN CAMBIO DI IMPUNITA’.

COSI’ SI COSTRUI’ LA VERITA’ DI STATO CON LA QUALE SI FORMO’ IL PROCESSO MORO TER E DA ALLORA QUEL MEMORIALE DIVENNE VANGELO .

MA LA VERITA’ DI STATO CADDE DEFINITIVAMENTE NEL DICEMBRE 2017 GRAZIE AL VOTO CON IL QUALE IL PARLAMENTO APPROVO’ ALL’UNANIMITA’ LA RELAZIONE FINALE DELLA COMMISSIONE FIORONI NEL 48 ANNO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA, QUANDO INIZIO’ L’ATTACCO ARMATO ALLE POLITICHE DI ALDO MORO .

LA STORIA E’ PAZIENTE E SI PRENDE SEMPRE LE SUE RIVINCITE PRIMA O POI.