RELAZIONE DI SILVIA LADDOMADA
Buonasera amici,
innanzitutto un grazie a tutti voi per gli auguri rivolti a me in occasione del mio 70° compleanno e a Mariangela, che festeggia anche lei il compleanno oggi.
Ma sopratutto vi ringrazio per la gentilezza, generosità e affetto mostrati tramite messaggi, grazie. Festeggeremo tutti insieme appena possibile. Voglio anche ricordare che oggi in Italia si festeggia la nascita dello Stato Italiano nella forma del regno d'Italia. Infatti il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II assunse per sé e per i suoi successori il titolo di re d'Italia. Come ha ricordato il capo di governo Giuseppe Conte, l'anniversario cade nel mezzo di una delle emergenze sanitarie più gravi tra quelle che la nostra amata Italia abbia conosciuto. Un momento delicato, in cui stiamo affrontando una prova difficilissima. Dal 1861 il nostro Pese ha affrontato mille difficoltà, ma "gli italiani, con orgoglio e determinazione, hanno saputo rialzarsi e ripartire. A testa alta". Questo senso di comunità nazionale può aiutare a rafforzarci, a trovare risorse utili ad andare avanti. In questi giorni sui balconi di tutta Italia sono state esposte bandiere tricolori, cartelloni con il disegno dell'arcobaleno, con la scritta:
"TUTTO ANDRA' BENE", "CE LA FAREMO".
Alle 12 e alle 18,00 gli Italiani hanno fissato degli appuntamenti, uscire sui balconi, affacciarsi dalle finestre, salire sul terrazzo, per cantare, suonare, accendere le luci. Sui social tanti video, immagini, che evidenziano la fantasia e la creatività di questa brava gente, che vive in Italia. "Sventoliamo orgogliosi il nostro tricolore - puntualizza Conte - Intoniamo fieri il nostro inno nazionale. Uniti, responsabili, coraggiosi". Un patriottismo da balcone? Può darsi. Ma é il segno di un Paese che resiste. Molte piazze, molti monumenti ed edifici si tingono con i nostri colori, in segno di solidarietà, anche a Sarajevo, a Betlemme, a Gerusalemme.... Attraverso i social ci scambiamo video, foto. Combattiamo così il senso di isolamento. Un applauso a tutti, a chi non ce l'ha fatta; a chi si prodiga nell'assistenza; a noi, per darci coraggio e per dire "ce la faremo". Siamo diventati simili ai bambini emotivi, a cui lo Stato, le autorità sanitarie, gli esperti, devono intervenire per riprenderci e per ribadire fino alla noia i doveri da osservare, per invitarci a non essere irresponsabili. Una psicosi collettiva. E' tempo di angoscia, davanti a noi l'ignoto, qualcosa che ci mette alla prova, che indebolisce le nostre certezze. Molti sono presi da attacchi di panico, da paure irrazionali e incontrollabili. Puntiamo il dito sul probabile untore, all'inizio tutti alla ricerca ossessionata del paziente zero, un mistero ancora irrisolto. Diffidenti dei cinesi noi, diffidenti di noi l'Europa e poi il mondo intero. L'Italia é chiusa in casa, gli italiani devono reinventarsi lo stile di vita, possono riscoprire se stessi, riflettere, emozionarsi. In questo tempo lungo, tanti uomini e donne, travolti dalla frenetica vita di questo mondo globalizzato, ritengono che non sia sbagliato riprendere il dialogo con Dio. Non bisogna vergognarsi di pregare, di affidarci a Dio e di farci consolare da Lui. Di fronte a questo virus, a questa calamità, sentiamo il bisogno di una social catena, per affrontare con dignità madre Natura che, come dice Leopardi, é madre dei mortali perché li ha generati, ma é matrigna, per il suo atteggiamento verso di loro. Di fronte alla forza della natura, l'uomo scopre la sua fragilità. La carestia, la guerra, la peste, come dice Manzoni, hanno sempre angosciato l'uomo nel corso della storia, e a nulla serve sentirsi il dominatore del mondo.
E passiamo ora a parlare di questa lirica leopardiana: La ginestra.
Il poeta volle che nella pubblicazione dei suoi Canti, dei suoi Idilli, fosse messa per ultima, perchè la considerava il suo testamento morale e poetico. Era un invito all'umiltà, di fronte alla potenza della Natura, l'uomo é niente, può consolarsi formando con gli altri una "social catena", appunto, impegnandosi, come collettività, per una convivenza più umana. Può cantare dai balconi, stringersi la mano in modo virtuale e resistere, come un novello Prometeo. La lirica fu composta a Torre del Greco, vicino Napoli, nel 1836 e pubblicata postuma nel 1845 dall'amico Antonio Ranieri. Leopardi risiede in una villa, ai piedi del Vesuvio: di fronte a lui la visione del desolato paesaggio, che porta ancora i segni della potenza distruttiva della natura; l'eruzione vulcanica ha distrutto città, ha destabilizzato comunità, ha sconvolto la gente. In questo desolante paesaggio, in cui anche le pietre testimoniano il potere di una natura ostile e indifferente alla sofferenza umana, il poeta ammira la ginestra. "Tu adorata ginestra, tu lenta (flessibile) ginestra, su queste desolate pendici del Vesuvio, tu profumata ginestra, fai fiorire i tuoi cespugli solitari. Una grande rovina avvolge ogni cosa, ma tu fior gentile, impietosita per le sciagure altrui, mandi al colle il tuo profumo dolcissimo, che consola questo deserto".
La ginestra, simbolo di una pacata resistenza all'ostilità della natura, un modello etico positivo per tutti gli uomini. La ginestra, umile fiore che germoglia con tenacia alle pendici del Vesuvio, il fiore gentile che con il suo dolce profumo consola il deserto, diventa il simbolo di quell'eroica tenacia che l'uomo deve possedere nel deserto dell'esistenza; diventa il simbolo della pietà per le sventure altrui (giovani e vecchio aggiungiamo noi), diventa il simbolo di quell'atteggiamento dignitoso e umile verso il destino. Leopardi chiama "folle" colui che si abbandona a una cieca fiducia nella felicità dell'uomo. L'uomo folle abituato a credersi il fine e il centro dell'universo, fiducioso nelle "magnifiche sorti e progressive", non sa che c'é una sproporzione tra l'immensità del cosmo e la piccolezza del genere umano, esposta agli attacchi di una natura onnipotente, ostile ed eterna. Quest'uomo orgoglioso che promette agli altri eccelsi destini, straordinarie felicità... che non solo questa terra, ma anche l'universo ignora. Promette, spera, ma forse non sa che un maremoto "mar commosso", un terremoto, "sotteraneo crollo", o un'epidemia "fiato d'aura maligno" posso distruggerlo in modo tale che di lui resta a gran fatica solo la memoria.
Contro l'uomo folle, Leopardi elogia l'uomo che accetta con dignità la propria condizione di sofferenza. Un animo nobile, dice il poeta, deve vivere "in umana compagnia", in una ordinata società, deve stare stretto in un'alleanza comune con gli altri, deve abbracciare tutti con amore sincero, porgendo aiuto e aspettandosi un aiuto, vigoroso e tempestivo nelle difficoltà (nelle angosce, dice il poeta). Dall'umile ginestra giunge quindi un messaggio anche all'uomo di oggi, vittima del corona virus. L'uomo costretto a fermarsi, deve accettare con dignità e umiltà di riflettere sulla sua fragilità. Una lirica che non propone dolci illusioni, ma un conforto affettuoso e severo di fronte al male. Come un piccolo frutto cadendo da un albero schiaccia e distrugge in un istante un formicaio, così l'eruzione vulcanica, un'oscura valanga di cenere e lapilli e sabbia rovente, sconvolse e distrusse le città bagnate dal mare sulla costa campana. Un giorno anche la ginestra si piegherà davanti alla furia devastatrice del "sotterraneo foco" (la lava), ma apparirà più saggia e meno folle dell'uomo, in quanto, quasi come creatura vivente, non ha ritenuto che i suoi figli siano stati resi immortali dal fato o per loro merito. La ginestra morirà con dignità, più umile rispetto all'uomo, che rivendica una posizione privilegiata nel cosmo e si crede padrone del mondo. E quando tutto finirà, , noi, che abbiamo ridimensionato la nostra potenza, che abbiamo riacquistato la libertà, potremo ripetere con Leopardi: " Sulla distesa desolata, vedo nel blu intenso del cielo, fiammeggiare dall'alto le stelle, alle quali in lontananza il mare fa da specchio, e vedo il mondo brillare tutto intorno di stelle scintillanti nel firmamento limpido."
PER IL LORO
COMPLEANNO,
AUGURI A SILVIA E
ALLA PRESIDENTE
DELL'ASSOCIAZIONE MINERVA
MARIANGELA LIUZZI
OPERA D'ARTE IN LEGNO DI ADAMO DI PALMA
LA DIRETTA SU FB "MINERVA CRISPIANO"
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