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Crispiano,
8 settembre 2017
A
cura della Book Sprint Edizioni di Salerno è stato pubblicato il
libro-documento “Le
Comunità Montane di Gioia e di Mottola”
di Michele Annese, Segretario Generale dei due Enti interprovinciali
per 30 anni (luglio 1981-novembre 2011).
Un’opera
dedicata “Ai
Giovani della 285, Amministratori e Tecnici delle due Comunità
Montane, agli Amici greci con i quali abbiamo condiviso culture ed
esperienze”,
nella quale l’Autore ricostruisce lo sviluppo storico di queste due
Istituzioni, che hanno avuto come protagonisti 126 lavoratori e
numerosi Amministratori pubblici succedutisi, con il compito di
realizzare l’obiettivo per il quale la Regione Puglia aveva
istituito nel 1976 questi Enti, in base alla legge 3 dicembre 1971,
n. 1102: “ridurre
il divario tra le zone produttive della pianura e le zone in
territorio montano, non inferiore a 600 metri sul livello del mare o
territorio svantaggiato, con bassa redditività rurale”.
Era
necessario fornire gli strumenti utili a compensare le situazioni di
disagio e consentire migliori condizioni di abitabilità, impedendo
così lo spopolamento del territorio e i fenomeni di disgregazione
sociale e famigliare ad esso conseguenti.
All’inizio
fu istituita la Comunità Montana della Murgia Sud-Orientale, con
sede a Gioia del Colle, comprendente i territori montani del medesimo
Comune di Gioia e di Acquaviva delle Fonti, Cassano Murge, Noci,
Santeramo in Colle, Grumo Appula (in provincia di Bari) e dei Comuni
di Crispiano, Laterza, Massafra, Mottola e Martina Franca (in
provincia di Taranto).
Annese
colloca nelle varie Amministrazioni che si sono succedute, di diverso
colore politico, gli interventi attuati per la crescita economica e
sociale della Murgia pugliese, attraverso progetti di sperimentazione
e innovazioni agricole, iniziative promozionali, culturali e
turistiche, tutte tese a valorizzare le peculiarità del territorio.
L’Autore
sottolinea, con una punta di ironia, i tentativi fatti dalle varie
Amministrazioni, “in
ossequio alla logica partitica, di coinvolgere negli accordi politici
la figura del Segretario Generale dell’Ente, ufficialmente per
avere un dirigente a turnazione, in realtà perché c’è sempre
l’esigenza di avere uno che si presti, quando necessario, a
chiudere un occhio, meglio due”.
Aver gestito con onestà ed imparzialità le due Comunità Montane è
merito anche di validi lavoratori e uomini politici indiscussi, che
responsabilmente hanno gestito, nel rispetto dei ruoli, con dedizione
e capacità operativa, le due istituzioni, raggiungendo, con grande
soddisfazione, ambiziose mete.
Per
la memoria storica, l’Autore ricorda la decisione del Governo
nazionale, nel 1999, di riordinare le Comunità Montane, prevedendo
tra l’altro il limite massimo della popolazione di appartenenza
alla Comunità Montana di 40 mila abitanti e la provincialità del
territorio della stessa.
Perciò,
con legge regionale, venne costituita la Comunità Montana della
Murgia Tarantina, con i quattro Comuni della provincia di Taranto,
escludendo il Comune di Martina Franca, e l’aggiunta dei territori
di Castellaneta, Ginosa, Montemesola, Palagiano e Palagianello,
oggetto di polemica di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo nel libro
“La
Casta”
e di attenzione della trasmissione televisiva “Porta
a porta”,
perchè inserite nel comprensorio montano prive dei requisiti
previsti dalla legge. Qui occorre ricordare che la legge prevede di
intervenire anche nelle fasce altimetriche inferiori a 600 metri
“tenendo
conto del clima, della vegetazione, delle difficoltà
nell’utilizzazione agricolo del suolo, della fragilità ecologica,
dei rischi ambientali e delle realtà socio-economica”.
Alla
Comunità barese, sottratti i comuni del tarantino, si aggiunse il
comune di Toritto ed assunse la denominazione di Comunità Montana
della Murgia Barese Sud Est. Successivamente sono stati fatti
tentativi, non andati a buon fine, per la trasformazione in Unione
dei Comuni e per la riduzione del numero delle Comunità Montane in
Puglia.
Nel
2008, scrive l’Autore, in nome della reduce spending review fu
decretato lo scioglimento delle Comunità Montane pugliesi e la
nomina di Commissari liquidatori. Nel libro vengono raccontate le
vicende seguite a sentenze varie e leggi, con l’alternarsi del
reintegro di Amministratori a Commissari nominati dalla Regione, sino
alla nomina del Commissario unico, in carica, dott. Giuseppe
Marotta, nominato nel 2013 con il compito di provvedere alle attività
di liquidazione.
Un
balletto di leggi e provvedimenti, osserva tristemente l’Autore,
che ha sottratto finanziamenti provenienti dall’Unione Europea e
interrotto attività pianificate, sottratto risorse economiche alle
iniziative imprenditoriali di operatori agricoli e turistici,
penalizzato i dipendenti, a pochi anni dal pensionamento, con
trasferimenti all’Arif (Agenzia regionale per le attività irrigue
e forestali) e presso altri enti locali.
Un
libro, realizzato sulla base di ricordi personali, di documenti
residuali, “salvati”
in archivi non più consultabili, di collaborazioni varie, tutto per
testimoniare un’avvincente storia che ha interessato la nostra
Murgia per 30 anni.
Silvia Laddomada